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Anche se solo "equivalente" mi domando come sia possibile un f/0.4 dato che geometricamente è impossibile schendere sotto al f0.5 (che funziona solamnete su pellicola, ed è già impossibile su sensore)
Maltsev, Ti avrei postato il sito di Pierre Toscani ma non lo si trova più, probabilmente ha tolto tutto e fatto un libro. Era spiegato il tutto in maniera stupenda.
La luminosità di un obiettivo coincide con l'angolo del cono di incidenza della luce sul sensore. Da questa foto di Toscani che sono ancora riuscito a trovare ci sono due obbiettivi. La proiezione del punto luce al centro crea un cono (giallo arancione) dove si vede molto bene la differenza tra l'obiettivo f/4.5 e il f/2.8.
Nell'immagine è presente anche la proiezione al bordo del fotogramma (giallo rosso) con un cono con un angolo minore. Minore perchè soffrono di vignettatura, si può quasi dire quindi che la vignettatura "chiude" il diaframma man mano che ci si sposta verso il bordo (sulla foto risulta più scuro e con meno sfocato che al centro)
C'era un calcolo specifico per trovare l'angolo del cono sul sensore in base al diaframma, ma purtroppo non mi ricordo più. So che a f/0.5 l'angolo del cono è di 180°, del tutto impossibile da raggiungere già con una pellicola lavorando a contatto con la lente dell'obbiettivo; ancor di più su un sensore che ha anche lo spessore dei filtri. 90° corrisponde a f/1 se non sbaglio f/0.4 significerebbe che il sensore dovrebbe essere in grado di captare luce anche dal dietro e la lente a fare un cono di luce maggiore di 180°. Cosa di per se difficile da immaginare e fare
Spero di essere riuscito a spiegarlo bene, è semplice ma senza un buon disegno....
Bernalor. Per me stai facendo un pò di confusione tra NA (numrical aperture), apertura e diaframma, limite di riflessione totale, ecc. Il limite vero non deriva dal fatto che la luce vada vista da dietro, ma dal fatto che la luce oltre certi angoli venga integralmente riflessa e non rifratta dal vetro. Ragione per cui in microscopia all'aumentare l'ingrandimento (per ridurre le limitazioni della diffrazione) si mette olio tra il campione e la lente frontale dell'ottica. Con un pò di semplice geometria e la legge di snell si può ricavare l'apertura masssima per una lente pianoconvessa in funzione della focale e della diagonale del sensore.
“ Spaventoso, di fatto non funziona come uno speedbooster molto più "potente"? „
il risultato finale è lo stesso, ma il funzionamento è diverso: gli speedbooster sono un insieme di lenti, questo è fatto da lenti e un pannello di proiezione. Cioè di fatto fotografi (o filmi) quello che viene proeittato sulla lastra opaca, non arriva "direttamente" dalle lenti.
Già in passato erano stati fatti esperimenti simili, ma è la prima volta che vedo utilizzare le lenti di fresnel.
Mah... Il tipo non ha mai visto un banco ottico? Una field camera? Cioè si è costruito quel mammatrone inutile, che pesa una tonnellata, con bei pannelli di alluminio da svariati millimetri, quando ne esistono di belli e fatti?
“ Mah... Il tipo non ha mai visto un banco ottico? Una field camera? Cioè si è costruito quel mammatrone inutile, che pesa una tonnellata, con bei pannelli di alluminio da svariati millimetri, quando ne esistono di belli e fatti? „
La parte frontale è identica. dall'obiettivo alla lente di fresnel, al vetro di messa a fuoco.
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