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Bilanciamento bianco


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avatarsenior
inviato il 09 Agosto 2022 ore 12:44

"In studio uso spesso i 3 cartoncini BIANCO-GRIGIO-NERO per bilanciare il bianco"

Se sono cartoncini fatti bene, solo il catoncino Bianco garantisce un bilanciamento del bianco corretto: fotografa quello esponendo bene.

Il cartoncino grigio con riflessione al 18%, pur garantendo una riflessione del 18%, non garantisce che il grigio sia senza dominanti, dunque non va usato per il bilanciamento del bianco, ma solo per esporre correttamente in luce riflessa.

Il cartoncino nero dà solo il riferimento per lo zero nelle ombre, anche quello non va usato per fare il bilanciamento del bianco.

Occhio che fare le pulci sul bilanciamento del bianco in scatto ha senso solo e soltanto se si ha un monitor colorimetricemente coi controcazzi e calibrato bene sull'uso finale che se ne fa per l'immagine in oggetto, calibrazione che è diversa tra uso per stampa ed uso per web.

avatarsenior
inviato il 09 Agosto 2022 ore 15:32

Se si vogliono colori 'accurati', il bilanciamento del bianco va fatto su dati raw


E' anche l'avvertimento di Adobe:

La portata e le unità di misura dei controlli Temperatura e Tinta [cioè i due controlli principali offerti da Camera Raw per bilanciare il bianco - nota mia] sono diverse per le immagini TIFF o JPEG. Ad esempio, Camera Raw offre per la regolazione dei file raw un cursore di regolazione della temperatura reale da 2.000 Kelvin a 50.000 Kelvin. Per i file JPEG o TIFF, Camera Raw tenta invece di approssimare una diversa temperatura cromatica o bilanciamento del bianco. Poiché il valore originale è già stato usato per modificare i dati dei pixel nel file, Camera Raw non offre una scala di temperature Kelvin reale. In questi casi viene invece usata una scala approssimativa da -100 a 100.


Questo invece è un suggerimento di Giuseppe Andretta (esperto certificato Adobe):

Lo strumento contagocce non va usato su riflessi speculari, i quali non contengono dettaglio, ma su zone bianche non bruciate. Nella mira di Gretag a 24 tacche la seconda più chiara dei grigi è l'ideale.


www.giuseppeandretta.com/download/Appunti_su_Camera_Raw_3.pdf


avatarsenior
inviato il 09 Agosto 2022 ore 17:05

Nella mira di Gretag a 24 tacche la seconda più chiara dei grigi è l'ideale.

Esatto, è quello che anche io avevo suggerito

avatarsenior
inviato il 09 Agosto 2022 ore 17:53

Infatti Andrea le tue foto sul sito sono sviluppate molto bene sia tecnicamente che come gusto.

avatarsenior
inviato il 09 Agosto 2022 ore 18:03

Mi pare che l'argomento sia stato ben illustrato (anche questa volta).

Complichiamo le cose.
Non ho un cartoncino di tinta neutra, nella scena non ci sono superfici neutre, in compenso c'è una luce artificiale con una dominante orrenda che nemmeno il WB Auto ci cava i piedi… MrGreen

In post (sul raw ovviamente) come vi comportate?


avatarjunior
inviato il 09 Agosto 2022 ore 18:09

@Ale Z, si lavora in LAB e si bilanciano i colori in base ai valori del cielo, vegetazione, incarnato... valori che mediamente hanno dei precisi riferimenti in lab.

avatarsenior
inviato il 09 Agosto 2022 ore 19:01

Sì, può essere una soluzione a patto di avere dei buoni valori di riferimento.
Valori LAB "mediamente precisi" soprattutto sull'incarnato sono un po' un'illusione data la varietà degli incarnati.
Un colorchecker "ricco" ha molti diversi valori di riferimento per pelle, vegetazione, cielo. Qui ci sono almeno 14 "pelli" differenti... Sorriso

In ogni caso in situazioni difficili meglio lavorare sempre sul RAW (leggendo magari i valori LAB) piuttosto che convertire e lavorare in Photoshop, anche se in metodo LAB.

avatarsenior
inviato il 10 Agosto 2022 ore 8:43

Canti ti ringrazio per l'apprezzamento che però non sono così sicuro di meritare.
C'è per esempio tutta la scuola di coloro che fanno colour grading, ho visto qualche tutorial, ad oggi ho una posizione indecisa, non so se è una cosa valida e che possa servire e approfondire o se invece, per il tipo di fotografia in stile documentario, sia solo tempo perso.
Poi c'è il discorso dell'incarnato. Mi è capitato di fare dei ritratti ambientati per strada ed ogni volta per me li sviluppo del RAW per rendere gli incarnati e poi stampare diventa un po' un terno al lotto.
Ci sono delle regolette, una dice che i valori di a e di b devono essere positivi e b leggermente superiore ad a.
Ma uno capisce immediatamente che con questa regoletta ci cava ben poco.
Il calore Lab della pelle in che punto lo misuri? Dicono non sulle gote non sul naso ma anche così la varianza è immensa. Poi c'è la questione della luminosità il valore L?
Poi c'è la questione delle varianti etniche, poi c'è la questione della abbronzatura, poi c'è il tipo di luce, mezzogiorno, tramonto, ombra ecc
Un ginepraio da cui non so uscire.
Una cosa sensata la avevo letta qui su Juza, che oer una resa piacevole il contrasto sul viso non dovrebbe superare un rapporto di 1:4 cioè se le zone in ombra del viso hanno L a 20 le zone in luce non dovrebbero superare 80. Però...

avatarsenior
inviato il 10 Agosto 2022 ore 8:56

Poi ci sono le scene notturne: luci artificiali di ogni genere e tipo.
Quello che oggi tento di fare è di effettuare diversi sviluppi della stessa foto sotto Lightroom variando i WB per le diverse luci (es. 4500K per luce lunare, 2600 per luci a vapori di sodio 3200 o 4000 per LED) poi le porto come livelli diversi in Photoshop e lì lavoro con maschere per trovare un equilibrio. Devi avere un buon monitor altrimenti è dura per me perché io non conosco regole vado ad occhio. Anche perché poi è questione di gusto. A volte è anche preferibile tenere delle zone arancioni ed altre azzurrognole per dare un effetto teatrale.

avatarsenior
inviato il 10 Agosto 2022 ore 11:56

Ci sono delle regolette, una dice che i valori di a e di b devono essere positivi e b leggermente superiore ad a.
Ma uno capisce immediatamente che con questa regoletta ci cava ben poco.
Il calore Lab della pelle in che punto lo misuri? Dicono non sulle gote non sul naso ma anche così la varianza è immensa. Poi c'è la questione della luminosità il valore L?
Poi c'è la questione delle varianti etniche, poi c'è la questione della abbronzatura, poi c'è il tipo di luce, mezzogiorno, tramonto, ombra ecc
Un ginepraio da cui non so uscire.


Le regole sono farina del sacco di Margulis, intervalli di valori, una soluzione pratica per la correzione colore.
Una cosa affascinante della correzione colore è che tutto inizia con le considerazioni sull'immagine, cioè ogni aspetto di realtà va chiarito. Per esempio, una persona che si sta muovendo avrà in alcuni punti l'incarnato più rosso, se una parte è in ombra dovrà essere meno contrastata delle parti illuminate, e così via... Quindi prima considerare poi correggere. E' il collaudo della fotografia col mondo esterno.

avatarsenior
inviato il 10 Agosto 2022 ore 12:06

Sì, può essere una soluzione a patto di avere dei buoni valori di riferimento.
Valori LAB "mediamente precisi" soprattutto sull'incarnato sono un po' un'illusione data la varietà degli incarnati.


Questo è un aspetto super interessante. Se si legge Margulis, fin dalle prime pagine dei suoi libri pone come fondamenta di tutto il processo di correzione questa idea: la fotografia è corretta adeguatamente quando una platea di fruitori la trova verosimile.
Quindi l'obiettivo non è far coincidere l'immagine fotografica con la realtà, anche perché il più delle volte è impossibile stabilire quella corrispondenza.

Per far capire questo concetto Margulis mostra varie ipotesi di correzione e invita la sua platea a ordinarle per gradimento. E' un approccio pragmatico che mi convince molto.

avatarsenior
inviato il 10 Agosto 2022 ore 13:59

la fotografia è corretta adeguatamente quando una platea di fruitori la trova verosimile


Criterio che può essere un po' fuorviante: funzionerebbe se i fruitori guardassero i colori del mondo reale per, diciamo, il 99% del loro tempo e immagini prodotte dall'uomo per l'1% del loro tempo. Ma purtroppo oggi il confronto che la platea di fruitori farà non sarà solamente tra la foto che ci interessa testare per sapere se sia stata corretta bene ed immagini simili provenienti dal mondo reale, ma anche, inevitabilmente, tra la foto in questione e altre migliaia di foto, filmati, servizi televisivi eccetera. Nella realtà per esempio esistono incarnati grigiastri e malaticci che non hanno diritto di cittadinanza tra le migliaia di immagini che vediamo ogni giorno.

avatarsenior
inviato il 10 Agosto 2022 ore 15:04

la fotografia è corretta adeguatamente quando una platea di fruitori la trova verosimile


Teoria magari interessante per un tramonto ma prova ad applicarla a un quadro, a un tessuto, a una pavimentazione... direi impossibile e certamente errato in quanto in questi casi i colori devono essere assolutamente corrispondenti al vero

avatarsenior
inviato il 10 Agosto 2022 ore 15:22

Aggiungo: gli impressionisti furono criticati dal pubblico per aver dipinto le ombre in toni bluastri, violando cioè una convenzione pittorica, perchè sappiamo benissimo che nella realtà i colori nelle ombre sono più freddi (e a volte anche di parecchio) di quelli degli stessi oggetti che stanno al sole. Ma nei dipinti le ombre non si erano mai rappresentate così. In questo caso la "platea di fruitori" si sbagliava completamente, e oserei dire "platealmente".
A correre dietro al gregge si sta al sicuro, ma difficilmente si vedono cose nuove, e spesso non si vedono neppure le cose come stanno realmente...

avatarsenior
inviato il 10 Agosto 2022 ore 16:11

Gli strumenti che uso io per il bilanciamento del bianco sono il WhiBal whibal.com e la "pagina" neutra del ColorChecker www.photo19.it/9316/calibrite-colorchecker-passport-photo-2.jpg
Tra i due però il più attendibile (per il mio gusto) è il WhiBal , tanto che sospetto che il ColorChecker, che ho da 6 o 7 anni, si sia un po' deteriorato.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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