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Il PO con sempre meno acqua....4


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avatarsenior
inviato il 13 Novembre 2022 ore 0:24

Parte Terza.

Quanta acqua serve alla Pianura Padana e al Nord in generale?

I calcoli che seguono sono prettamente teorici

I metodi per determinare tale fabbisogno sono due:

- metodo induttivo - con la valutazione di tutti i fabbisogni idrici per le piante compresi funghi, licheni, ecc. per gli animali - esseri umani compresi - oltre ai fabbisogni per le attività produttive.
Il calcolo è molto laborioso e complesso

- metodo deduttivo - partendo dalla considerazione che le precipitazioni medie che la statistica ci da negli ultimi 30 anni è quella sufficiente per il mantenimento dell'equilibrio idrico.

Ovviamente, per semplificare il lavoro, utilizzo il metodo deduttivo.

L'area interessata è quella del Nord Italia nel suo complesso con esclusione della Liguria.
Le regioni sono: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige.
La superficie complessiva è pari a km2 114.879.
Escludendo il Trentino e la Valle d'Aosta e le aree montane delle altre regioni, le aree di pianura hanno una superficie di km2 47.820

Ho verificato la media delle precipitazioni annue nel trentennio 1991-2020:
Nell'area presa in considerazione le precipitazioni medie annue sono pari a mm 1.014,5
Mentre la media delle aree di pianura è di mm 924,0
Le aree più piovose sono quelle montane:
Friuli Venezia Giulia …. mm 1.541,7
Valle d'Aosta …………… mm 1.313,5
Trentino Alto Adige …. mm 1.234,3
L'area meno piovosa e quella dell'Emilia Romagna con mm 836,8
Le altre regioni hanno precipitazioni comprese tra mm 923,6 e 995,5

Per sapere la quantità annua complessiva delle precipitazioni espressa in volume dobbiamo moltiplicare il cumulo unitario di pioggia annua per la superficie dell'area (vi risparmio tutti i passaggi per la trasformazione da mm a km, da km3 a m3 ecc.):

mm 1.014,5 x km2 114.879 = m3 1.165.401.284.000

leggasi: 1.165,4 miliardi di metri cubi.

A questa va aggiunta l'acqua di scioglimento dei ghiacciai.

Se dovessimo fare o uno più invasi alti m 50 in grado di contenerla tutta servirebbe una superficie di ben km2 23.308 cioè il 20% abbondante di quella di tutte le regioni prese in considerazione.
In altre parole se facessimo un unico invaso di base quadrata avremmo dei lati lunghi km 153.
Tenuto conto che le aree montane, per la loro conformazione, non possono mettere a disposizione il 20% della loro superficie significa che una discreta fetta dell'invaso dovrebbe essere realizzato in aree pianeggianti con perdita di una bella fetta di superfici coltivabili.

Ovviamente non bisogna trattenerla tutta ma solo quella che serve per colmare i periodi caldi e maggiormente siccitosi soggetti a maggiore evaporazione dovuta alle alte temperature, ventosità, ecc.
Vale a dire i mesi compresi tra maggio e settembre.
Quindi circa il 40% delle precipitazioni annue pari a 466 miliardi di metri cubi (km3 466) circa.
Per stoccare tale quantità serve uno o più invasi alti m 50 che hanno una superficie di km2 9.320. Cioè un quadrato che ha per lato km 96,54.
O meglio: un parallelepipedo alto m 50 avente i lati di base lunghi km 96,54.

La domanda successiva è: quante precipitazioni ci sono state nel 2022?
Confesso che ho avuto un po' di difficoltà a trovare la risposta in quanto i siti ARPA delle varie regioni e anche i siti meteo affidabili non hanno ancora pubblicato i dati che probabilmente verranno resi noti agli inizi del 2023.
L'unico sito affidabile che pubblica qualcosa è il CNR che con la denominazione ISAC (Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima) mette a disposizione qualche informazione.
www.isac.cnr.it/climstor/climate_news.html#year-to-date

Facendo la proiezione di questi dati sui 12 mesi del 2022 ho ricavato che il cumulo delle precipitazioni sui territori oggetto della presente sarà pari a mm 523,6.
Salvo che nei prossimi 45-50 gg diluvi oppure non piova più del tutto.
Personalmente penso che non ci saranno sostanziali variazioni nella piovosità.

Quindi nel 2022 sul Nord Italia il volume complessivo è pari a:

mm 523,6 x km2 114.879 = m3 601.548.218.181,8

leggasi: 601,5 miliardi di metri cubi.

A questa va aggiunta l'acqua di scioglimento dei ghiacciai.

A conti fatti nel 2022 ha piovuto il 45% in meno rispetto alla media del trentennio precedente.

Non è la prima volta che accade negli ultimi 120 anni.
Anni con precipitazioni simili si sono verificati nel 1922, 1931 e 1990.
Quello che preoccupa è il trend crescente verso a un notevole aumento di temperature e a una diminuzione di precipitazioni.

Tutta l'acqua che precipita dove va a finire?
una parte penetra nel terreno
una parte defluisce a valle
una parte alimenta le falde acquifere
una parte evapora
una parte è soggetta a evotraspirazione
Il fenomeno della evaporazione e quello della evotraspirazione influenza notevolmente il rapporto tra precipitazioni e la quantità d'acqua resa disponibile per la vita.
Principalmente sono dovuti alla temperatura dell'aria, all'irraggiamento solare, all'umidità dell'aria e alla ventosità.

Ci sono poi le piogge torrenziali che “sprecano” una grande quantità di acqua che non viene assorbita dal terreno perché non riesce ad imbibirla in profondità saturando solo la parte superficiale.

Come è intuibile una riduzione della disponibilità di acqua pari al 45% manda in crisi il sistema idrico e di conseguenza anche le forme di vita presenti nell'area subiscono gravi danni con conseguenze anche mortali.

A questo punto dobbiamo capire cosa riusciamo a fare con la poca acqua che abbia a disposizione.

Per l'ambiente come lo conosciamo fino ad ora possiamo fare poco, molto poco.

Costruire degli invasi si può fare ma è sostanzialmente utopico per le dimensioni che richiedono e poi, in qualunque caso, il riempimento di detti invasi sottrarrebbe acqua durante il periodo autunno-invernale per averlo a disposizione in primavera e in estate.
In pratica significherebbe ridurre i fiumi a rigagnoli durante il periodo autunno-invernale.
Tra i vari problemi ci sarebbe anche quello della distribuzione sia verso quote inferiori agli invasi, sia verso le quote superiori.
Il secondo caso è difficilmente risolvibile.
In termini idraulici-biologici i corsi d'acqua, sulla base di valutazioni di mantenimento della biologia a loro afferente si determina il DMV.
DMV è l'acronimo di Deflusso Minimo Vitale.
Significa che al disotto di una determinata portata valutata in una determinata sezione la biologia del corso d'acqua viene compromessa. Sia dal punto di vista microscopico che macroscopico.

La pioggia è insostituibile per mantenere l'ambiente attuale.
Noi non abbiamo la possibilità di irrigare le foreste di resinose o gli alpeggi sulle montagne con la capacità e la qualità della distribuzione uniforme che ha la pioggia e o la neve con il lento scioglimento.

Vale il vecchio detto contadino: << Sotto la neve il pane, sotto il gelo la fame>>.
La cosa grave è che qui non abbiamo più manco il gelo.

Conclusioni della terza parte.

Non abbiamo grandi alternative. Le soluzioni utopiche non servono e mi ricordano quella proposta da un signore che voleva fare un taglio alle montagne all'altezza del passo del Turchino per generare una corrente d'aria che evitasse le formazioni di nebbie nella Pianura Padana.

Qualche invaso si può fare ma risolve non più del 10% del problema.

Redigerò una quarta parte per cercare di capire a cosa è dovuto ciò che sta accadendo.
Cosa assai complessa e di difficile definizione.

N.B. il problema non riguarda solo il Nord Italia o l'Italia ma la Terra nel suo complesso.



user198779
avatar
inviato il 13 Novembre 2022 ore 5:39

Ottimo Old ci serve l'iban per la sua consulenza :-P
A parte gli scherzi alla fine il problema è sempre il solito siamo in troppi e troppo veloci per il sistema naturale terrestre.
Anche solo cento anni fa un periodo come questo sarebbe passato quasi inosservato.
Un punto della ricerca del caro Old che non avevo mai preso in considerazione sono le piogge torrenziali sono acqua persa almeno breve periodo.

avatarsenior
inviato il 13 Novembre 2022 ore 9:17

Dimenticavo:
Ci sono anche le enormi superfici impermeabili costruite dall'uomo che non trattengono la pioggia.
Sono rappresentate dalle aree urbane, da quelle industriali, artigianali, della logistica e le strade.
Negli ultimi anni sono tutte in grande espansione.



avatarsupporter
inviato il 13 Novembre 2022 ore 13:45

Veramente interessante la disamina di fabbisogno idrico/disponibilità d'acqua , corredata da dati numerici di cui non ho motivo di dubitare .
Da profano , tuttavia , resto dell'idea che la soluzione più immediata e forse.l'unica praticabile in tempi e costi accettabili sia proprio la creazione di grandi invasi (che potrebbero anche essere configurati come laghi ancorché artificiali, in grado di contribuire sia sotto l'aspetto faunistico che paesaggistico) naturalmente ove possibile ; sempre da profano , non vedrei il problema a costruirne nel meridione d'Italia dove le pianure non mancano e l'approvvigionamento idrico è problematico .

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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