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Nitidezza - migliore procedura


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avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2013 ore 9:44

Grazie a tutti. Proverò e vedrò cosa è meglio per me

avatarjunior
inviato il 19 Aprile 2013 ore 14:32

in acr lascio com e', poi in ps dopo aver ridotto le dimensioni uso smart sharpen fattore 30 raggio 0,3....mi trovo molto bene!

avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2013 ore 14:36

dopo aver ridotto le dimensioni


in che senso, ridimensioni? che senso ha?

uso smart sharpen fattore 30 raggio 0,3

forse 300 r. 0.3

avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2013 ore 15:27

@Maniscalcosandro
ma veramente? Cool


avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2013 ore 23:34

Penso che Alessandro intenda lo sharpening per il web.

avatarjunior
inviato il 20 Aprile 2013 ore 0:02

amount 30% e radius 0,3 px
riduco l immagine per la condivisione web..

avatarsenior
inviato il 20 Aprile 2013 ore 7:54

Abbiate pazienza, senza voler offendere o importunare nessuno, ma il fatto che mi risulta più evidente, nei vari post su questo argomento, è che, almeno relativamente a coloro che sono intervenuti, nessuno ha ben chiaro come si recupera la nitidezza persa nel processo di cattura di una immagine digitale, l'approccio avuto sin qui da tutti Voi è molto superficiale ed inconcludente, non conoscete i fondamenti del recupero di nitidezza in digitale: niente di male, come giustamente dicono al Sud, sempre salaci e realistici, "nessuno nasce imparato", ed hanno, come molto spesso, perfettamente ragione.

Il processo di recupero di nitidezza in fotografia digitale è totalmente diverso.

Dato che la nitidezza in fotografia, e non solo digitale, ma da sempre anche a pellicola, è la ricerca, se non di tutti, cetamente dei più, e considerando che si spendono cifre anche importanti alla ricerca della nitidezza (ottiche blasonate, fotocamere costose etc!) magari faccio cosa utile a molti illustrando una metodologia che funziona in modo conclamato è dà risultati del livello più elevato oggi possibile, questa è la metodologia migliore.

Questa metodologia fa sì che una fotocamera entry level, un Dx o APS - C con l'ottica del Kit, anche vecchia, tipo una vecchia Nikon D 90 col 18 - 105, o Canon 450 D con ottica sempre del kit, fornisca stampe anche in formato A3+ che sono INDISTINGUIBILI come nitidezza, rispetto a quello che uno vuole come attrezzatura, anche una fotocamera professionale con ottica macro, chiaramente se la fotocamera e l'ottica sono messe a lavorare dove possono lavorare bene, sia come ISO, comunque nativo o bassi ISO, che come ottica, chiusa un diaframma e mezzo o due oltre l'apertura massima.


La cosa fondamentale, da tenere SEMPRE ben presente, è che tutto il processo, peraltro laborioso e lungo, alla fine, sull'immagine finita, DEVE ESSERE PERFETTAMENTE INVISIBILE!

La minima traccia di aloni, anche minimi, macchioline chiare o scure e slittamenti cromatici strani, è segno inequivocabile di lavoro fatto male.

ATTENZIONE: quanto sotto, se uno non è interessato alla nitidezza, può essere noioso!

Ma...?per chi è interessato alla nitidezza, sarà interessante, dato che esprime concettualmente il processo di recupero di acutanza teorizzato e consigliato da due personaggi ritenuti estremamente competenti in materia, il defunto B. Frazer e J. Schewe, quest'utimo, uno dei progettisti di Adobe Camera RAW, ed questo processo offre, se applicato con cognizione di causa, indiscussa ed elevata qualità d'immagine.

Le ragioni dello sharpening (acutanza) da applicare all'immagine sono molto più profonde e differenziate.

Ci sono 3 forme di sharpening da applicare all'immagine in fasi successive:

1) Capture Sharpening.

2) Sharpening Artistico

3) Sharpening di Presentazione Finale dell'immagine (diversi tipi di stampa, monitor HD, web)


I tre passaggi sono SEMPRE e COMUNQUE TUTTI NECESSARI, vanno applicati tutti e tre sempre.

1) Capture Sharpening
Questo recupera la definizione persa dal complesso ottica, filtro passa basso, filtro di Bayer, sensore.

Un punto luminoso che entra nell'ottica esce distorto dall'ottica e la distorsione si misura e si vede, in due parole, analizzando la PSF (Point Spread Function) dell'ottica, ossia come l'ottica distorce l'immagine di un punto luminoso, in pratica la sua impronta digitale, per usare un termine poliziesco.

Sotto l'ottica, il raggio luminoso distorto in PSF, impatta sul filtro passa basso, che a sua volta introduce della ulteriore perdita di definizione, dato che taglia le frequenze spaziali più elevate, taglio effettuat otticamente nel filtro ed abbatte ulteriormente la risoluzione.

Sotto ancora c'è il filtro di Bayer ed infine il sensore, anche loro discretizzati dal punto di vista ottico: di una immagine continua come geometria, la fanno a pezzettini, pezzettini che poi vengono rimessi insieme dall'elettronica della fotocamera, per ricostruire geometricamente l'immagine.

Alla fine, il tutto porta a perdita di risoluzione e di micro contrasto, ossia di nitidezza, si perde nitidezza per colpa dell'ottica (molto poca, a parte fondi di bottiglia), del filtro passa basso (un po' ma non molta) e del complesso Bayer/sensore (tanta) : il recupero TOTALE di quelle perdite si fa con il Capture Sharpening.

Quando scatto, NON faccio una fotografia in digitale, catturo un pacco di dati, il RAW, che racchiude infinite immagini e che NON è una immagine: il Capture Sharpening si fa PRIMA di convertire il RAW in file immagine, Tiff a 16 bit, ed è indipendente da QUANDO si fa nel processo di conversione del RAW, prima o dopo il bilanciamento del bianco, di saturazione,etc., ma comunque va fatto SEMPRE PRIMA della conversione in file immagine

Se usi la stessa fotocamera, e la stessa ottica il Capture Sharpening DOVREBBE fisso.

?????.DOVREBBE, ma non lo è: in pratica, nell'operazione di Capture Sharpening, introduciamo un'aliquota di Sharpening Artistico descritto dopo.

In pratica si modifica il Capture Sharpening in funzione del tipo di fotografia, adattandolo alla dimensione dei particolari che sono maggiormente presenti sull'immagine, ovvero a seconda della differente FREQUENZA SPAZIALE MEDIA presente nell'immagine di conversione.

In questo modo, recuperiamo nitidezza ed abbiamo un grande vantaggio:
- Il primo recupero di acutanza, il Capture Sharpening, applicandolo ai parametri di conversione del pacco dati catturato in fase di scatto, il RAW, PRIMA della conversione dello stesso in file immagine per recuperare perdite di nitidezza per componentistica elettroottica (obiettivo, passa basso e sensore).

- impostiamo e applichiamo già parzialmente lo Sharpening Artistico: ma?.. perché? Per ridurre artefatti a parità di recupero di nitidezza finale.

Meglio darne un po' di Sharpening Artistico, una parte, in questa fase che tutto assieme dopo, perché più passaggi intermedi portano a MINORI ARTEFATTI di un passaggio unico, questa aliquota data in fase di conversione, riduce aloni sulla parte che sarà data in fotoritocco (USM etc) dopo. dato che lo Sharpening dato in modo ottimale è sempre un processo graduale.

Che cosa fa il Capture Sharpening dato a quel modo nell'economia di una immagine realizzata al meglio dal punto di vista della nitidezza?

Fa il lavoro di PREPARAZIONE al meglio (riduzione artefatti) dell'immagine, dal punto di vista della nitidezza, alla fase successiva dello sharpening, quella che serve ad esaltare le caratteristiche artistiche dell'immagine, su libera interpretazione e decisione del fotografo: lo Sharpening Artistico.


I valori di Capture Sharpening (in ACR, ammontare, raggio, dettaglio, maschera) cambiano da immagine ad immagine, da fotocamera a fotocamera e da ottica ad ottica, ma si può dare delle basi di partenza. per fotocamere da 12 - 16 Mpx

LANDSCAPE LANDASCAPE High Freq. RITRATTI
- Amount 45% 40% 35%
- Radius 0,8 0,6 1,2
- Detail 60 80 20
- Masking 0 0 70


Da quei valori, uno poi se li personalizza


2) Sharpening Artistico

Ora che ho convertito il RAW ho il Tiff a 16 bits e faccio il fotoritocco.

Supponiamo di fare del fotoritocco ad una bella ragazza con le labbra carnose, i denti belli, le ciglia lunghe, occhi e sopracciglia delicati ma di colore brillante pupille splendide, bei capelli ma?.coi brufoli.

Tolgo i brufoli ed addolcisco tutta la pelle in qualche modo (ce ne sono tanti), ma poi voglio mettere in risalto bocca, denti, occhi, ciglia, pupille (cambio o meno il colore) e capelli, questi elementi li voglio molto nitidi, i capelli li voglio addirittura "contare": applico un'ulteriore aliquota di sharpening solo a bocca, denti, occhi, pupille, mentre a ciglia e capelli una in più, addirittura due applicazioni, nitidissimi, uno sharpening addizionale (maschera di contrasto) solo a tutti quelli e NON alla pelle, altrimenti vengono fuori impurità e difettti.

Questo è lo Sharpening Artistico e si fa durante il fotoritocco.

Quali sono i valori da applicare allo Sharpening Artistico?

NON ci sono valori costanti e nemmeno valori di base, dato che la variazione sia delle frequenze spaziali presenti sulle immagini e sia di cosa vuole il fotografo rappresentano una gamma vastissima. qui ciascuno DEVE giudicare ad occhio l'effetto voluto.

Come si applicano quei tipi di sharpening, il Capture Sharpening e lo Sharpening Artistico?

Per sua natura fisica, per come viene realizzato, lo sharpening, il recupero di nitidezza, è una esaltazione del microcontrasto sulla transizione chiaro- scuro dell'immagine, ossia sui BORDI presenti sull'immagine, lo scuro viene scurito, il chiaro viene schiarito.

Per NON FARE DANNI all'immagine, lo sharpening deve essere SEMPRE applicato SOLO SUI BORDI, sulle transizioni, e NON su aree estese e continue dell'immagine; lo sharpening va SEMPRE applicato con Maschera dei Bordi, regolando opportunamente la zona di applicazione, ossia la dimensione del bordo

Per questo:
- per dare solo sui bordi anche Il capture sharpening, in Adobe Camera RAW (ACR) c'è il cursore Maschera nel comando Dettagli, e va praticamente sempre usata.
- Per applicare lo Sharpening Artistico in Photoshop, per chi lo usa, va SEMPRE fatta la Maschera dei Bordo, di spessore opportuno.

3) Sharpening di Presentazione

A fotoritocco praticamente concluso, la foto è pronta, ha il formato già definito e la devo adesso presentare, o stamparla, o a monitor buono, o spedirla in rete, presentarla in web.

Supponiamo che la vogli stampare.


Quando stampo, l'inchiostro spruzzato dalle testine va sulla carta e, dipendendo dall'inchiostro, dalle testine e dal tipo di carta, si diffonde più o meno sulla carta, la macchiolina microscopica è più o meno grande a parità di quantità d'inchiostro sputata dalla stampante.

Per recuperare questa ulteriore perdita di risoluzione dovuta alla diffusione dell'inchiostro, si da ulteriore marschera/e di contrasto, di valore FISSO in funzione del tipo di stampante, di carta, di formato di stampa e di risoluzione,

Questo è lo Sharpening di Presentazione Finale, nel mio caso di stampa, si dà all'ultimo passaggio di fotoritocco ed è l'unico caso in cui i valori sharpening NON dipendono dalla fotografia, da quanto è grande e da cosa contiene la fotografia come dimensione dei dettagli, ossia dalle frequenze spaziali contenute nell'immagine, ma dipende UNICAMENTE da:

- tipo di stampante e di carta usata
- dalla risoluzione del file immagine mandato in stampa, in PPI
- dalla distanza di osservazione della stampa finale

.Jeff Schewe, per stampanti Inkjet che lavorano a 300 PPI, per lo Sharpening di Stampa consiglia il seguente Sharpening di Stampa

1) Apri l'immagine e portala al formato di stampa a 300 PPI
2) Duplica lo sfondo su un livello, e setta (clicca due volte sul livello) lo stile livello così:
- Modo fusione: Normale
- Opacità: 66%
- Fusione avanzata: immutata
- Fondi se: Grigio
a. Questo strato: 0- porta la slitta a 230/250
b. Strato sotto: porta la paletta 10/20 ? 255

3) Applica Filtro/ Contrasta/maschera di contrasto 320/0,6/4 (per 360 PPI, 320/0,5/4)
4) Modifica/Dissolvi Maschera di contrasto/70% ed in Luminosità
5) Torna al livello copiato dallo sfondo e cambia fusione da Normale a Sovrapponi
6) Applica Filtro/Altro/Accentua Passaggio /Raggio 2 Px (per 360 PPI, Raggio 1,5 Px)
7) Fondi i livelli


Per il web, uguale, si da, sempre con valori fissi, ma ovviamente diversi, all'ultimo passaggio.

NOTA BENE!

- Per giudicare il capture sharpening si vede l'immagine al minimo al 100%, io lavoro al 200%,.

- Per giudicare lo sharpening è bene settare opportunamente la risoluzione di PP (quella vera del monitor che si usa, misurata col metro ed impostata nella casellina apposita di Photoshop) e vedere l'immagine al formato di stampa o comunque a fattore d'ingrandimento multiplo di 50, per evitare errori di nitidezza dovuti all'interallacciamento del monitor.

- Lo sharpening di stampa non si guarda nemmeno, è un valore fisso.

Sperando tutto chiaro, saluti cordiali.

avatarsenior
inviato il 20 Aprile 2013 ore 8:16

UN grazie ancora a tutti.

Un ringraziamento particolare a Alessandro Pollastrini, per l'impegno profuso nel dare una risposta esaustiva sia di tipo teorico che pratico ;-)

avatarsenior
inviato il 20 Aprile 2013 ore 9:26

Tutto giusto, giustissimo quanto dice Alessandro (anche se con toni un po' da "son solo io l'imparato qui dentro..." ;-)) che ringrazio comunque per aver chiarito la materia in modo così esaustivo.
Ci sono passato pure io pampano, anche acquistando una bella suite che semplifica il processo di sharpening a tre step (Photokit sharpener, della pixelgenius fondata appunto tra gli altri da Schewe e Fraser).
Peró ho notato che sensori diversi (al di là dei Mp) reagiscono in modo diverso allo sharpening, quindi anche il metodo in tre step non è esaustivo o meglio richiede valori e magari anche approcci diversi di sharpening fermo restando la necessità sacrosanta di adeguare quest'ultimo al soggetto e alle parti interessate. Per esempio l'USM è solo uno dei metodi, lo stesso smartsharpen agisce in modo diverso per non parlare del deconvolution che su alcuni sensori è magnifico.
Ho infatti specificato che mi trovo molto bene attualmente come base (diciamo come capture sharpening) con lo smartsharpen sul Tiff convertito da ACR con settaggi a zero su 6D e 5Dmk3.
Altri sensori non reagiscono ugualmente bene e le stesse due Canon per esempio non mi fanno impazzire con il deconvolution, che invece mi pare splendido con molte Nikon indipendentemente dalla densità del sensore.
In sostanza la teoria va bene, benissimo. Ma poi alla fine non resta che cercare tra i vari metodi quello che meglio soddisfa le proprie esigenze sulla propria macchina con le proprie ottiche.
Purtroppo non penso esista né esisterà mai una ricetta magica per tutti.;-)

avatarsenior
inviato il 20 Aprile 2013 ore 10:22

Qui c'è più o meno tutto quello che ti serve senza bisogno dei guru o spacciati tali:
www.andreaolivotto.com/photo_retouch_06.php

avatarsenior
inviato il 20 Aprile 2013 ore 10:37

Grazie del link Claudio...;-)

avatarsenior
inviato il 20 Aprile 2013 ore 11:42

"Qui c'è più o meno tutto quello che ti serve senza bisogno dei guru o spacciati tali:
www.andreaolivotto.com/photo_retouch_06.php"

A parer mio, quello citato in quel sito, va QUASI tutto bene, quasi, ma NON tutto, c'è una tecnica di sharpening che può essere fonte di degrado, ed il degrado è tipo cromatico e non geometrico, sull'immagine, nell'applicare una delle tecniche citate in quel sito, che fa oltretutto riferimento agli stessi personaggi che avevo citato io.

La teoria, a parer mio, da NON applicare, è quella di affettuare lo sharpening operando sul canale di Luminosità in Spazio Colore CIELab.

Il passaggio da spazio colore di conversione da RAW, qualsiasi esso sia, in Spazio Colore LAB, che il convertitore di RAW non conosce (nessun convertitore commerciale normale riece a convertire il RAW in file immagine in Spazio Colore CIELab), la successiva elaborazione dell'immagine in CIELAB, anche solo per lo sharpening e solo operando nel canale di Luminosità, ed il successivo passaggio nuovamente a spazio colore adatto e necessario per web o stampanti, tipo sRGB o Adobe RGB, comporta degli inevitabili degradi cromatici dell'immagine, perdi informazione utile cromatica, anche se guadagni qualcosa sul rumore.

Quel metodo, assai vecchio, di applicare lo sharpening, era nato per ridurre l'incremento del rumore in fase di sharpening:oggi, con convertitori di RAW che permettono elevata riduzione del rumore, ed oltretutto con fotocamere a rumore intrinecamente molto basso, è stata ridotta moltissimo la necessità di controllo del rumore, mentre resta elevato il rischio di perdite e variazioni cromatiche nei passaggi a diverso spazio colore: con la tecnologia odierna di software di conversione e fotocamere, il passaggio a spazio colore Lab per le operazioni di sharpening, tendenzialmente, viene evitato nei lavori di elevata qualità, quella tecnica del passaggio a Lab è ormai superata dai tempi, non si usa più.

Poi, chiaramente, conta solo il risultato finale, l'immagine finita, e se uno si trova bene operando in Lab, meglio così, ma a parer mio non andava citata quella tecnica, dato che oggi si fa di MEGLIO proprio SENZA quella tecnica, che fa più danni che guadagni con la tecnologia odierna.

Saluti cordiali

avatarsenior
inviato il 20 Aprile 2013 ore 12:02

Ma guarda Alessandro. Senza risultati finali alla mano e senza esempi per web o in stampa io penso che parliamo di niente ed ognuno può venir qui a dire quel che preferisce.

Ad esempio il processo che hai descritto di capture sharpening, creativo e per l'output scelto, sono 7 anni che lo conosco eppure sia in stampa che per il web ho avuto i risultati migliori facendo il minimo indispensabile e con tecniche assolutamente basilari.

Il photokit sharpener che segue quel concetto e che comprai tantissimo tempo fa ora se ne sta bene nella sua cartellina zippato.

Sulla questione di degradi cromatici usando LAB sarei sicuro fino ad un certo punto perché tanto quello che vedi a monitor ha una profondità che in stampa è irraggiungibile, quindi...

Il vero problema a mio parere è che molti giudicano un'immagine nitida (principalmente su web) in un'immagine che io invece vedo oversharpened.

Se, un volta usato il metodo che hai descritto cambi monitor, ti troverai in una situazione completamente diversa da quella che vedi sul tuo strumento: magari lì va bene, in un altro caso risulterà troppo (per alcuni) morbida e per altri troppo 'pompata'.

Io sempre di più da questo punto di vista del workflow mi trovo a fare il minimo indispensabile anzi spesso un'azioncina banale scaricata da internet per quel che riguarda il web mi da risultati assolutamente validi con un clic e due secondi di elaborazione.

Per la stampa, inutile totalmente, ogni carta ed ogni stampante richiede per ottenere il massimo valori che vanno provati.

Sono abbastanza convinto che usando il tuo metodo o il mio banalissimo su pari immagine ridimensionata per web, non noteresti (noteremmo) alcuna differenza.

Ciao.


avatarsenior
inviato il 20 Aprile 2013 ore 12:58

Grazie sempre a tutti, solo per puntualizzare il mio scopo finale è sempre la stampa. Io seleziono e foto che mi piacciono ed alla fine me le faccio stampare in laboratorio 20x30 cm, non meno.

avatarsenior
inviato il 20 Aprile 2013 ore 14:51

"
Sono abbastanza convinto che usando il tuo metodo o il mio banalissimo su pari immagine ridimensionata per web, non noteresti (noteremmo) alcuna differenza. "

Sicuramente, hai perfettamente ragione: su web la qualità è generalmente molto bassa, di tutti i parametri d'immagine, inclusa la nitidezza ed addirittura non c'è nemmeno bisogno di reflex ed ottiche evolute, va bene tutto, anche un telefonino ultimo strillo fa fotografie buone per il web, di livello pari ad una reflex, su immagine ridimensionata non c'è differenza seria, e tutto quel lavoro fatto per poi ridimensionare un'immagine, non è giustificato, il guadagno in qualità non vale il lavoro fatto, la diferenza si può magari vedere, ma certamente non sempre e non molto.


Ma se stampi seriamente, lo sharpening diviene uno, se non IL, pilastro della qualità d'immagine: io faccio, in pratica, solo stampe, per me la fotografia vera è solo cartacea, stampata, e stampo molto in A3, molto meno in A2, per motivi d'ingombro, ma anche già solo su A3 lo sharpening, per alta qualità, va applicato con cognizione di causa.

Con l'avvento della fotografia digitale c'è stata una involuzione nella qualità delle stampe, sono peggiorate come qualità, e parlo non solo di fotografia amatoriale (dove le stampe di elevato livello sono, ahimè, veramente rarissime), ma anche di lavori professionali, anche di laboratori seri: le stampe buone sono ormai rare anche sul professionale, molto rare, ovunque, si vedono stampe tecnicamente poco buone, a standard mio ripugnanti, in mostre anche di livello nazionale, o ai Photoshow.

E' per questo motivo, la stampa, che uno DEVE approfindire molto l'argomento "sharpening" se vuole della qualità in stampa, altrimenti è solo tempo ed impegno perso.

Saluti cordiali






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