| inviato il 12 Luglio 2022 ore 17:24
Chissà perchè, però, di questi così tanto esaltati ci sono solo possessori di materiale Leica. Anche quelli che fino a ieri, anzi fino a stamattina, usavano e decantavano alla morte Canon, Sony, Nikon, non appena sfiorano il sacro bollino, sclerano |
| inviato il 13 Luglio 2022 ore 11:38
Mi aveva molto colpito un'intervista del più grande fotografo contemporaneo (scomparso pochi anni fa), Fulvio Roiter. Lo ritengo il più grande fotografo in quanto il primo ad avere portato il colore nel reportage, ma come lo ha fatto lui. I suoi libri fotografici erano uno spettacolo, realizzati appunto con Kodachrome e Leitz (R, non M). In detta intervista (presente sul web) gli chiesero come mai usasse attrezzature Leitz, e lui rispose candidamente che era solo perchè gliele davano gratis Dunque usava Kodachrome, perchè era il Kodachrome, Leitz, perchè gratuite. Le macchine del tempo, infatti, erano tutt'altro che affidabili, R3, R4, R5, del periodo in questione Infatti tantissimi altri grandi fotografi che usavano Kodachrome, utilizzavano altro senza alcun problema. Alcuni addirittura quello che gli capitava prima, Olympus, Contax, Nikon, Pentax. A parità di segmento, la qualità, soprattutto in stampa tipografica, quella era |
| inviato il 14 Luglio 2022 ore 23:55
Non ho letto i commenti precedenti ... Se siamo a pagina 14 per esperienza immagino quanta sapienza si sia scontrata in campo di battaglia... Il mio modesto parere per quel che vale la colloca in cima tra le pellicole diapositive usate. Le diapositive scattate "quarant'anni fa'" osservate oggi hanno ancora i colori inalterati. Noto nessuna dominante e decadenza derivata dal tempo passato a differenza di altre. Naturalmente l'ho utilizzata tantissimo a suo tempo. I tempi di restituzione per lo sviluppo erano biblici almeno due settimane... Credendo fosse andato perso, l'ultimo rullino Kodachrome inviato mi torno' indietro, materializzandosi, dopo quattro mesi e un viaggio negli USA per lo sviluppo... Purtroppo la particolare emulsione della pellicola e oggi indigesta agli scanner i quali fanno molta fatica ad interpretarla... Dovrebbero esse una decina le dia Kodakchrome oggi scansionate e inserite qui nelle mie gallerie. "Paesaggio Etna" in primis. |
| inviato il 15 Luglio 2022 ore 10:05
"Non per nulla, soffriva molto meno le alte le temperature cromatiche fornendo immagini che non erano mai blu, come invece accadeva a ektachrome e velvia " Vero! con la Kodacrhome , soprattutto quella da 25 ASA non avevi mai sorprese di slittamenti cromatici...è altrettantovero che, che con le macchine di allora esporre una K. 24 o anche 64 ASa molti fotografi di oggi si troverebbero a mal partito, non perchè incapaci ma perchè oggi si è in grado di "cesellare" l'esposizione...All'epoca (nessun rimpianto!) dovevi conoscere come le tue tasche la riposta del TUO esposimetro alle varie luci e la tolleranza del tuo otturatore sui tempi per avere una buona percentuale di dia/foto corrette, eppure c'erano fotografi del National (allora N. accettava solo e soltanto le Kodacrhome) che nelle peggiori condizioni di luce e ambiente facevano foto che poco avrebbero da invidiare a quelle attuali... Quanto ai colori delle K se esposte correttamnte, per me, dico per me, erano forse i più naturali e vicini alla realtà, e anche oggi non sfigurerebbero affatto nei confronti del digitale/analogico attuale. Ricordo di un amico che mi chiese di stampargli (con il vecchio Cibacrhome) una foto fatta in un grande albergo del Cairo con una Pentax k1000. Sembrava quasi di essere "dentro" la foto tanto i colori e l'equilibrio dei toni erano vicini alla realtà... ripeto però: nessun rimpianto |
| inviato il 15 Luglio 2022 ore 10:07
P.S. Il merito era della K. in quanto usava la tecnica sottrattiva avendo i pigmenti già inseriti nell'emulsione.... |
| inviato il 15 Luglio 2022 ore 10:10
Sì, il Cibachrome dava colori molto saturi, piacevoli per l'epoca |
| inviato il 15 Luglio 2022 ore 10:51
Erano proprio metallizzati, come le auto, ma con una grana molto più sottile |
| inviato il 15 Luglio 2022 ore 11:37
“ P.S. Il merito era della K. in quanto usava la tecnica sottrattiva avendo i pigmenti già inseriti nell'emulsione.... „ No, ti stai confondendo; è l'esatto contrario (come già detto nella prima pagina della discussione): la Kodachrome non aveva i pigmenti inseriti nell'emulsione ma venivano creati con lo sviluppo, di base la pellico,a era B&N (infatti chi ne avesse un rullo avanzato può utilizzarlo come pellicola B&N). Sono le altre diapositive che hanno i colori già incorporati. |
| inviato il 19 Luglio 2022 ore 13:57
In effettti ho sbagliato io i coloranti venivano aggiunti durante lo sviluppo....Comunque a me i colori piacevano assai... |
| inviato il 19 Luglio 2022 ore 17:15
Mah. È stata una pellicola epocale, nel senso che è stata una pellicola che ha segnato oltre mezzo secolo di fotografia a colori, e in questi 55 anni ha dettato legge creando uno standard di riferimento in fatto di colori, risoluzione e finezza di grana al punto, addirittura, di andare molto oltre la semplice fotografia per divenire un vero e proprio fenomeno di costume. Del resto se Paul Simon le ha dedicato una canzone, che è una palese dichiarazione d'amore, un motivo ci sarà non credete? Detto questo era pure una emulsione piena di difetti, che all'epoca nessuno vedeva anche a causa della chiara superiorità che mostrava sulla concorrenza, ma quando poi anche i giapponesi hanno cominciato a fare sul serio è arrivata la Velvia e l'ha asfaltata. |
| inviato il 19 Luglio 2022 ore 17:48
La Velvia, ottima pellicola che usai da prima che uscisse ufficialmente (perchè ne fu antesignana una molto simile Fujichrome 50 S per alcuni mesi e che si trovava solo in alcuni negozi di Milano e forse in qualche altra grande città, dopo 6-12 mesi uscì Velvia), bastonava le altre pellicole Kodak, non certo il Kodachrome, disponibile in 3 versioni da 25, 64 e 200 Asa, tutte eccezionali nel loro campo di utilizzo. Kodachrome che, se fosse stato sviluppabile in 1h da chiunque invece che in settimane e settimane e solo da Kodak in persona, sarebbe ancora qui e lo preferirei senza dubbio alla, comunque ottima, Velvia, appunto per la possibilità di trovarlo in 3 diverse sensibilità, per la maggiore stabilità sia prima che dopo lo sviluppo, e per la resa cromatica più equilibrata e meno carica e squillante |
| inviato il 19 Luglio 2022 ore 18:04
“ poi anche i giapponesi hanno cominciato a fare sul serio è arrivata la Velvia e l'ha asfaltata. „ Per i miei gusti, non avrei mai cambiato un kodachrome con una velvia, però c'erano i tempi di sviluppo ed i costi sensibili, specie per chi come me acquistava le bobine da 30m di velvia con un conseguente sensibile risparmio. però... la velvia 50, per mia esperienza sopportava benissimo anche un processo di sviluppo push a 400 iso con una differenza di resa praticamente non percepibile. questo pregio particolare della velvia non era noto e non ne ho mai sentito parlare nessuno, ma quella volta che per errore esposi a 400 e poi chiesi di eseguire il push process, ottenni un risultato stupefacente. |
| inviato il 19 Luglio 2022 ore 18:06
Ho una stampa in cibachrome di un relitto in Sardegna. Davvero impressionante sui toni "bruni", marroni, quindi per me assolutamente imbattibile sull'incarnato... alcuni negativi Fuji in seguito si avvicinarono, ma fino a quel momento era davvero unica.... |
| inviato il 19 Luglio 2022 ore 19:23
Io invece alla Velvia sono passato subito! Grana uguale, sensibilità doppia, colori vivi e vibranti, nero vero, profondo e neutro, alta saturazione cromatica e la risoluzione più altra fra tutte le invertibili... non c'è mai stata storia, anche perché la Velvia, al contrario della Kodachrome, fu pensata in funzione della proiezione e non adattata alla bisogna. |
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