| inviato il 25 Maggio 2022 ore 17:28
Ok, in una foto mi torna perché era verso l'arancione il fuori gamma... Ho provato a togliere un pelo di saturazione e il fuori gamma è tornato ad essere relegato a zone più piccole, per cui mi sono accontentato. In un altro scatto invece era su un colore marrone/verde, lì mi è sembrato un po' più strano ma vabbè, lì localmente ho applicato il vecchio Detail Extractor della Nik che ha lenito un po' la situazione (credo che lo strumento all'atto pratico applichi una sorta di aumento di contrasto tonale combinato anche con qualche tipo di maschera di contrasto). |
| inviato il 25 Maggio 2022 ore 17:31
Come hai detto tu, Giovanni, sperimentare diversi intenti di rendering, in particolare Percettivo e Colorimetrico, porta alle volte a trovare una soluzione. |
| inviato il 25 Maggio 2022 ore 17:38
Metafora spiritosa sugli intenti di rendering. 
Percettivo.
In una platea (spazio colore) ci sono cento sedie, tutte occupate. Entrano in sala altre venti persone (colori). Il moderatore (intento di rendering) dice: "Stringetevi tutti, in modo che ci sia posto per tutti"
Colorimetrico.
In una platea (spazio colore) ci sono cento sedie, tutte occupate. Entrano in sala altre venti persone (colori). Il moderatore (intento di rendering) dice: "Non muovetevi. Chi non ha posto si sieda sulle ginocchia di quelli agli estremi delle file"
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| inviato il 25 Maggio 2022 ore 18:04
Carina e simpatica questa metafora |
| inviato il 25 Maggio 2022 ore 18:35
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| inviato il 25 Maggio 2022 ore 18:45
Un tutorial in rete diceva di usare il percettivo, che c'è di giusto / sbagliato? |
| inviato il 25 Maggio 2022 ore 18:55
Conseguenze della metafora.
Quando fai la conversione da uno spazio colore ampio (tipo ProPhoto) a uno più ridotto (tipo sRGB):
-se usi l'intento Percettivo tutti i colori si spostano un po' (cambiano) per "fare posto" ai colori fuori gamut
- se usi l'intento Colorimetrico i colori non si spostano, ma nei colori al limite puoi osservare colori diversi che prendono lo stesso valore RGB. Rischio banding.
Ma in generale non è detto che la conversione risolva fuori gamut molto forti.
Comunque tutto sto discorso spiega anche perché, finché si fa editing, conviene stare in uno spazio colore il più ampio possibile. |
| inviato il 25 Maggio 2022 ore 18:59
Quindi credo che in effetti percettivo sia quello che evita a priori, nel soft proofing, un qualsivoglia tipo di problema in tal senso, usando Adobe RGB o profili ancor più ampi.
Ps: l'indicazione dei fuori gamma non ha, in Affinity almeno, un'indicazione di quanto si sia "fuori"... È solo un layer grigiastro tipo quello che indica le luci bruciate o i neri tappati. |
| inviato il 25 Maggio 2022 ore 19:58
Anche PS non ti dice quanto un colore è fuori gamut. |
| inviato il 25 Maggio 2022 ore 23:35
“ Un tutorial in rete diceva di usare il percettivo, che c'è di giusto / sbagliato? „
Puoi mettere il link, grazie |
| inviato il 26 Maggio 2022 ore 8:35
Non lo ritrovo Mario, scusa, avevo fatto una ricerca e seguito uno dei tutorial del workflow di stampa che mi sembravano più semplici e comprensibili per uno poco esperto come me.
Adesso ritrovo altri tutorial che dicono che sia colorimetrico che percettivo hanno pro e contro, non saprei che dire a questo punto. |
| inviato il 15 Agosto 2022 ore 9:50
Intervengo dopo qualche mese per riportare la mia esperienza. Ho stampato una trentina di notturni urbani.
Alcuni li avevo mandati in stampa con HDbook di Canon. Canon non fornisce profili per quella sua stampante Canon 5000 e per le due carte (usai la carta perlata non la lucida). La stampante con cui stampano gli HDbooks utilizza 7 colori se non erro, stampa ad inkjet con dei Dye presumo. All'epoca ero comunque un po' più ignaro di adesso e nemmeno avevo un monitor profilato e calibrato. Il risultato fu che generalmente i cieli avevano una hue un po' diversa da come mi ero immaginato e poi le foto più erano generalmente un po' più scure (anche esaminate in piena luce solare) con quelle più scure a monitor risultate troppo scure.
Poi mi sono dotato di monitor e scheda all'altezza e di stampante Canon pixma 10s che usa 9 pigmenti. Ho usato per stampare delle carte baritate semilucide che rendono molto bene il contrasto (le glossy dovrebbero renderlo ancora meglio ma la finitura extralucida non mi convince soprattutto in stampe A3+).
Come ti hanno già detto il softproofing ci azzecca ma non può fare miracoli. In genere però con le carte lucide e semilucide rende abbastanza bene l'anteprima. Ho notato questo su Photoshop, che se lasci attivata la spunta sulla simulazione del colore carta ti fa vedere giustamente il tono della carta ed i colori risultanti che, specie nelle zone più chiare ne vengono influenzati, ma al prezzo di un certo appiattimento del contrasto, che poi in realtà guardando la stampa non risulta fastidioso come a monitor. Altra cosa che ho notato è che i cieli notturni risultano facilmente fuori gamma sia perché sono molto scuri sia forse perché hanno una hue che non è nel gamut della stampante, tieni presente che la mia Pixma Pro10s ha ciano scuro e chiaro ma non ha il blu mentre ad es. la Canon Pro 1000 ha anche un blu ( ma io non la ho mai provata). Alla fine io oggi tendo a portare il cielo in gamut tirandolo leggermente verso il ciano e schiarendolo un filo.
Tieni presente poi che quando guardi le foto stampate è essenziale la luce giusta. Usando carte semilucide e lucide la foto va osservata con luce bella potente. Per esperienza se le guardi alla luce artificiale di casa la seta o le guardi di giorno in ombra in casa le foto sembrano essere scure e senza dettagli nelle ombre, ma se la luce è giusta ti accorgi bene di tutti i particolari nelle ombre.
Per finire: il monitor per il controllo e postproduzione stampa dovrebbe essere impostato non a 65D ma a 50 D. |
user214553 | inviato il 15 Agosto 2022 ore 11:22
Ti ringrazio per aver riportato la tua esperienza.
Alla fine ho risolto, era solo questione di individuare i passaggi giusti. Il soft-proof era praticamente indistinguibile dall'editing in rgb, mentre quest'ultimo era lievemente meno profondo e vibrante rispetto all'editing originario in prophoto, ovviamente. Le stampe sono arrivate perfette.
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