| inviato il 29 Aprile 2022 ore 6:42
“ Che la post produzione è solo del digitale lo dice chi non ha mai seriamente stampato in camera oscura „ questo e vero, ma va precisato che la post produzione in camera oscura era alla portata di pochi fotografi che potevano permettersi professionisti della stampa, oggi quello che fa chiunque in 1 minuto, a pellicola richiedeva professionisti, tempo e denaro |
| inviato il 29 Aprile 2022 ore 7:43
Tra pellicola e digitale, come fotoritocco sistemistico, non cambia nulla, cambiano solo gli strumenti. Io facevo a pellicola quello che faccio oggi in digitale, scontorni, etc, usando un vetro posto a 13 cm sopra il piano della carta, vetro su quale mettevo le maschere se necessarie, poi avevo le palettine con e senza il buco, grandi e piccole, per fare Dodge & Burn a mano, correggevo le linee cadenti inclinando la testa dell'ingranditore e mascherando, etc. In fase di esposizione però non bisogna dimenticare la differenza fondamentale che esiste tra pellicola e digitale come risposta alla luce: il sensore ha una corva lineare, la pellicola no, è logaritmica. Questo cambia, e molto, le cose in fase di esposizione tra digitale e pellicola: se a pellicola potevi spesso sottoesporre senza seri danni, sottoesporre, anche poco, in digitale, ti potrebbe facilmente rovinare l'immagine. Questo perchè, avendo il sensore una risposta lineare alla luce, nel primo stop sotto la bruciatura dei bianche c'è la metà di tutto il segnale utile dell'immagine, praticamente la fotografia è "fatta" dai primi tre stop sotto la strinatura dei bianchi (87,5% del segnale utile), gli altri diaframmi servono solo per la lettura dei toni scuri. In questa situazione, se sottoesponi anche poco, butti via un sacco di segnale utile, a pellicola ne buttavi via un sacco meno, la densità della pellicola cambiava poco con l'aumentare o diminuire di uno stop della luce, mentre in digitale perdi la metà del segnale utile |
| inviato il 29 Aprile 2022 ore 9:27
@Franco Pastorino “ Mi cospargo il capo di cenere e chiedo scusa a @Gaga: avevo inteso male, malissimo direi. „ Ma figurati. No problem! @Alessandro Pollastrini “ sottoesporre, anche poco, in digitale, ti potrebbe facilmente rovinare l'immagine. „ Infatti nel digitale l'esposizione tecnicamente corretta con scene complesse in termini di chiaro/scuro conviene farla esponendo le luci al massimo del loro bianco che si può, senza bruciarle. Così si spera di non sottoesporre troppo le zone scure. Questo dipende anche dalla latitudine di posa del sensore della nostra fotocamera e dalla cosiddetta "malleabilità" del file a farsi schiarire le zone scure se necessario in post |
| inviato il 29 Aprile 2022 ore 10:28
@Valgrassi Mi sei simpatico. Ma le tue elucubrazioni mentali le lascio solo a te |
| inviato il 29 Aprile 2022 ore 10:53
“ Mettiamola così. Non ci fosse stato più di un secolo di pellicola alle spalle e si fosse partiti da zero dal silicio Si come sensore, solo un pazzoide avrebbe organizzato l'esposizione come è oggi. „ Vero ma il mondo è pieno di soluzioni "legacy". La storia insegna ma lega. Ogni tanto tocca formattare tutto e ripartire a mente libera. “ saranno in quattro o cinque qui a sapere cos'è un sistema lineare, gli sprovveduti scambiano una QUALSIASI retta come la descrizione di un sistema lineare. No. Non è così. „ Si, però, dai pure la soluzione (solo le rette che passano per l'origine altrimenti il principio di sovrapposizione degli effetti, che caratterizza i sistemi lineari, non vale www.sbai.uniroma1.it/~alessandro.savo/Parte%206.pdf ) P.S. i libro di Marco Olivotto sul colore è uscito ( https://www.amazon.it/gp/product/8827602364/ref=ppx_yo_dt_b_asin_title ). Ed è carino. Mannaggia a me che ho preso in odio adobe photoshop e ho più problemi a usare tutto quello che dice agevolmente... |
| inviato il 29 Aprile 2022 ore 14:27
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| inviato il 29 Aprile 2022 ore 14:52
Io ho una domanda, si possono trovare da qualche parte le "curve caratteristiche" (chiamiamole così) dei vari sensori digitali? |
| inviato il 29 Aprile 2022 ore 18:32
No, non sto cercando di confrontarlo con le pellicole, voglio solo avere in mano dei dati che mi permettano di capire come reagisce alla luce un sensore per fotocamere, perchè pensando a un fotodiodo (immagino che il sensore sia composto di fotodiodi al silicio) "usato" in un modo ha una caratteristica lineare per un bel tratto mentre usato nell'altro la caratteristica è logaritmica, insomma mi piacerebbe avere qualcosa in mano di ufficiale. |
| inviato il 29 Aprile 2022 ore 18:59
Quale sarebbe l'altro modo di usarlo in cui esibisce caratteristica logaritmica? Comunque, un riferimento dalla terra delle ceramiche olandesi: “The photocurrent of a photodiode is extremely linear to the incident light level. The lower limit of the photocurrent linearity is determined by the dark current. Nowadays, pinned photodiodes (PPD) are widely used to bring down the dark current. For this reason, the nonlinearity from the photodiode is usually ignored. In this paper, we assume that the conversion from the photons to electrons by the photodiode is linear”[…] www.harvestimaging.com/pubdocs/213_EI2017.pdf |
| inviato il 29 Aprile 2022 ore 19:40
Oh perfetto, questo articolo è proprio quello che stavo cercando! “ Quale sarebbe l'altro modo di usarlo in cui esibisce caratteristica logaritmica? „ La caratteristica di trasferimento dipende dalla polarizzazione ma a quanto pare vengono usati in "modo" lineare. Pensavo che, visto che la luce ha un range da misurare molto esteso (EV 1 = 5 lux EV 18 = 656'000 lux), li si potesse usare anche nella modalità logaritmica in modo da "comprimere" la lettura. |
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