| inviato il 24 Dicembre 2021 ore 22:23
Ho sempre amato fotografare il paesaggio “naturale”, senza troppa sofisticazione. Si vede un bello scenario, magari conosciuto e in cui abbiamo provato buone vibrazioni, e si cerca di fissarne il ricordo al meglio, in base alle possibilità del momento. Voglio condividere alcune considerazioni sulla fotografia di paesaggio e sulle attrezzature che ho sperimentato e che prediligo.
 Luoghi Per iniziare questa discussione prendo spunto da un'uscita fatta quest'estate con l'amico Leonardo (Elfoleo, anche lui molto ben attrezzato per la fotografia di paesaggio). Ci siamo recati nei pressi di un lago di montagna che frequento e amo fin da quando mi ci portava mio padre da bambino, al suo seguito in quelle interminabili cacciate col cane da ferma alle beccacce in inverno (sua grande mania). La differenza è che allora ci si arrivava a piedi, e ci volevano 5-6 ore di cammino, mentre ora in auto bastano tre quarti d'ora. Il percorso può variare molto. Certe volte è una passeggiata che può essere affrontata con un'auto qualunque. Altre volte ci vuole un fuoristrada vero per farlo tranquillamente, che anche un suv non basta. Dipende dalle precipitazioni invernali e dal fatto che i forestali abbiano o meno messo a posto la strada. Si trova in mezzo a una immensa faggeta, di cui ho letto su una guida essere famosa tra i botanici in quanto la più meridionale d'Europa. Si trova a 1300m, non molto, ma per la Sicilia un lago di questo tipo e a questa altitudine non è comune, e comunque ha le sue peculiarità. Visitato a scopi fotografici fin dagli inizi della mia passione, l'ho ripreso nel tempo con attrezzature molto diverse. In analogico con reflex piccolo e medio formato, in digitale un po' con tutto, dalla compatta al medio formato. Ci vado ogni anno, non sono due passi, ma ne vale sempre la pena. Luogo magnifico, rimasto magicamente intatto in tutto questo tempo. Facciamo gli scongiuri, non si sa mai, ci mettono poco a “valorizzarlo” con una bella strada asfaltata in mezzo, in barba al fatto che sia nel cuore di un bellissimo parco. Se ti vedono che fai una foto col cavalletto magari ti redarguiscono aspramente o ti minacciano perché stai facendo un'attività incompatibile col rispetto della natura, salvo poi essere maestri a sviare leggi e regolamenti anche rigidissimi quando c'è da lucrare su ruspe, movimenti terra e materiali da costruzione. Quando mio padre si fece vecchio mi chiese di portarcelo, un'ultima volta. Come d'abitudine cacciatoresca mi fece alzare alle 4:30 di mattina, “col fresco” come diceva sempre, e così vidi il lago come mai l'avevo visto, all'alba. Prima che si sviluppasse calore e si mettessero in movimento correnti d'aria… in piena luce, ma con l'acqua immobile e i faggi secolari che vi si specchiavano. Uno spettacolo. Sono passati tanti anni e sono tornato a fotografarlo molte volte ma, pur desiderandolo, per un motivo o per un altro, non mi è mai stato possibile tornarvi in tempo (al di là della scocciatura di alzarsi a quell'ora, è estate e si tende a far tardi la sera) e l'ho sempre trovato bellissimo, ma sempre increspato. Questa era finalmente l'occasione buona. Il meteo è stato finora inclemente, caldo torrido, anche se secco, comunque inadatto alla fotografia di paesaggio, ma fa lo stesso, per un'uscita in compagnia di un amico ne vale sempre la pena. Appuntamento col buio, irrinunciabile granita nell'unico bar aperto così presto, e partenza. Un'ora e mezza, metà su strada, metà fuori, fondo discreto comunque, stavolta. L'idea è di percorrerne i bordi fotografando via via le bellissime scene che vi si incontrano, canneti, faggi sulle rive, qualche animale, magari anche l'Etna, che si intravede. Dunque un giretto leggero.
 Attrezzature Visto che in teoria c'è poco da scarpinare, l'occasione mi è sembrata buona per il corredo pesante, Pentax 645Z, il medio formato scrauso, anzi, nemmeno medio formato, ma solo ff+, con 4 ottiche, zoom 28-45, 55, 200, 300, zaino MindShift Backlight 26 L, cavalletto Gitzo GT 2940 LVL, testa Arca-Swiss Monoball P0+ Hybrid Classic. Non è sempre facile, e forse nemmeno conviene, rispondere a certe domande, ma mi andava di indagare una qualche motivazione (anche se non ne ho certo bisogno, innamorato come sono di questo sistema) rispetto all'uso di questa bellissima macchina, molto poco diffusa e a quanto pare totalmente in disuso nel forum, a favore di altre più recenti e prestanti, le moderne mirrorless. In effetti una delle bellissime Fuji tenterebbe anche me, ma le riflessioni che seguiranno mi hanno dissuaso dal cambio. Avevo già un ampio corredo analogico 645 comprato a prezzi di saldo negli anni 2000. Corpo nuovo completo in un negozietto di Bologna, il resto, un po' alla volta usato, qui e là. Trovata una discreta occasione per il corpo Z, è stato un attimo essere catapultati nel MF digitale. Poi, quasi contemporaneamente, a volte le cose un po' tramano, un'occasione notevole, lo zoomone 28-45 (avevo il 35af) e il 300af (avevo il manuale). Dopo un po', anche il 55 (avevo già l'eccellente 75, ma lo tengo). In un colpo, corpo digitale e ottiche rinnovate. Corpo Pentax 645Z . Corpo macchina fantastico. Purtroppo, grandi dimensioni e peso elevato, nessun confronto con le esili ml Fuji e Hasselblad, con cui spesso viene erroneamente confrontata. Una milfona contro le teen ager. Ma ottima ergonomia e impugnabilità eccellente, molti tasti esterni, menù amichevole. Funzionamento preciso. Mai una sbavatura. Af di velocità media rispetto alle modernissime ff, ma stellare rispetto alle altre mf. Comunque rapido, e soprattutto preciso, non si sbaglia una foto. Esposizioni perfette, costanza di risultati, affidabilità totale. Identico sensore di Fuji e varie Hasselblad da 51mp, ma senza filtro. File eccellente, esageratamente maltrattabile. Mirino ottico siderale. Talmente buono da preferirlo talvolta, in messa a fuoco manuale, al live view con ingrandimento. In proposito, piccola parentesi. Quando comprai questa macchina, un po' intimorito, comprai anche diverse cose che mi sembrarono indispensabili per una medio formato. Una scheda veloce da 256gb e altre due batterie originali, per cominciare. Ebbene, totalmente inutili. Mai cambiato una batteria durante una sessione fotografica, e la scheda, scattando in raw, anche dopo un'intera estate, non arriva mai neanche a metà. Insomma, una batteria carica e una scheda da 16 gb sarebbero più che sufficienti per una giornata. Presi anche una “Flu card pro” originale Pentax, scheda wifi con cui collegare uno smartphone o un tablet per comandare totalmente la macchina o avere uno schermo più grande in dotazione. Funziona bene, ma alla fine, messa da parte, come pure l'ottimo schermo con doppio tilt: l'eccezionale mirino ottico fornisce una tale esperienza visiva che non vi si rinuncia facilmente, e si finisce per usare solo lui. Altro che refresh, read out e quant'altro. www.ricoh-imaging.it/it/medio-formato-digitale/group/128/body/overview Ottiche Pentax 645 . Si tratta di obiettivi che prediligo. Costruzione robusta ma leggera, resa eccellente, af non come nelle migliori ff attuali, ma anch'esso eccellente, rapido e precisissimo, mai avuto necessità di micro regolazione. Neanche paragonabile, a detta di chi le ha avute tutte, a quello delle più recenti ml MF. Messa a fuoco manuale totalmente inutile, non la uso praticamente mai. Queste ottiche sono talmente piccole e leggere, più di Hasselbad e Fuji, che compensano ampiamente il peso elevato del corpo. Pentax 645 HD DA 28-45mm f/4.5 ED AW SR , questo il chilometrico nome dell'eccezionale zoom. Corrisponde a spanne a un 21-35. Pur non essendo luminoso, è un bestione grande e pesante da 1.5kg. Dunque apparentemente in contraddizione con quanto detto prima sulla leggerezza. Ma è uno zoom ultra wide angle per medio formato, con escursione unica nel panorama delle MF, copre perfettamente il 4.5x6, l'ho provato in analogico, come tutte le altre ottiche, e supera in qualità le ottiche fisse. Temo non sia stato possibile compattarlo ulteriormente se non a prezzo di compromessi inaccettabili. Per il resto ha tutte le modernità necessarie. Trattamento antiriflesso ultramoderno, motore di messa a fuoco interno, inavvertibile; messa a fuoco interna, stabilizzazione e tropicalizzazione. Difetti, dimensioni e peso, veramente eccessivi. Difficile portarselo dietro a cuor leggero. Ma immagini stellari, fino ai bordi estremi, a tutte le focali. Costo elevato, anche usato. www.ricoh-imaging.co.jp/english/products/lens/645/wide/hdpentax-da645- smc PENTAX D-FA 645 55mm F2.8 AL [IF] SDM AW , ancor più ridicola la lunghezza di questa denominazione per un obiettivetto piccolo così. Circa 45mm equivalente, il normale del sistema. Anche lui moderno di ultima generazione con tutte le novità del caso, motore interno, inavvertibile; messa a fuoco interna, stabilizzato e tropicalizzato, 416g. Qualità molto elevata, mi dà l'impressione di essere ottimizzato più a distanze medio-brevi, ma nel senso che è fantastico da vicino, sulla figura umana, in quanto alle lunghe lavora comunque benissimo, nel paesaggio è notevole. Costoso nuovo, talvolta, non sempre, si trova usato a buon prezzo. www.ricoh-imaging.it/it/sistema-645/body/overview/DFA645-55.html smc PENTAX-FA645 200mm F4 [IF] . Obiettivo relativamente economico, della prima serie, per la 645D, con messa a fuoco interna a cacciavite, senza lenti speciali, stabilizzazione o impermeabilizzazione, ma di qualità ottica stellare. 160mm equivalente. Forse ho avuto la fortuna di incappare in un esemplare perfetto, comunque rimane il mio preferito. Lo uso a 360° dal ritratto al paesaggio a qualunque altra cosa, macro esclusa. Immagini sempre nitide e brillanti. Autofocus molto rapido. Compattissimo e relativamente leggero, 670g. Quando voglio uscire leggero ma con medio formato, dovendo camminare e portando tutto addosso, utilizzo 55 e 200, in uno zainetto micro. Insieme alla macchina vengono circa tre chili, zainetto compreso, per un corredo completo con cui fare al massimo della qualità il 90% delle foto che solitamente si fanno. Non esiste altra combinazione MF di qualità paragonabile percettibilmente più leggera, neanche con le leggerissime ml. www.ricoh-imaging.co.jp/english/products/lens/645/telephoto/smcpentax- smc PENTAX-FA*645 300mm F4 ED [IF] . Altro bestione della classe dello zoomone uwa, per peso (uguale) e dimensioni, ovviamente maggiori, almeno in lunghezza. 240mm equivalente. Rispetto al 200, coevo, ha lenti speciali e resa altissima. Anche lui messa a fuoco interna a cacciavite. Spettacolari i ritratti (quando è possibile farli) e i paesaggi lontani, laddove eccelle. Anche lui come lo zoom soffre (in realtà, fa soffrire chi se lo deve sobbarcare) per dimensioni importanti e peso, anche se non eccessivi in assoluto. Insomma prima di metterli entrambi nello zaino occorre rifletterci bene. Molto costoso nuovo, come lo zoomone, usato invece si trova a prezzo più umano. www.ricoh-imaging.co.jp/english/products/lens/645/telephoto/smcpentax- Ovviamente non c'è alcun bisogno di usare un'attrezzatura del genere. Sarei potuto venire anche con altre attrezzature più compatte e leggere e avrei fatto ugualmente tante belle foto. Il fatto è che questo sistema mi affascina notevolmente, i risultati mi soddisfano molto, ed è l'insieme che mi dà il massimo appagamento nell'uso. Non disgiunto dalla speranza di immortalare i miei posti con la più alta qualità (da me ottenibile con quello che ho). Altro Per lavorare correttamente e in sicurezza con attrezzatura così pesante, mancano zaino, cavalletto, testa. Reputo queste tre cose molto importanti, la loro scelta influenza la protezione dell'attrezzatura, il funzionamento, e il comfort e la piacevolezza nell'uso, che alla lunga sono molto importanti. Oltre a quanto detto e che specificherò mano a mano, caratteristiche generali per escursioni a piedi devono essere praticità e leggerezza. Zaino MindShift Backlight 26 L . Non leggerissimo ma comunque leggero, (1.8 kg), rispetto ad altre realizzazioni, che però risultano poi un po' deboli e idonee solo per attrezzature a loro volta leggere. Qui invece abbiamo una solidità e una complessione al di sopra di tutto. Costruito con materiali di prima qualità e assemblato a regola d'arte, conferisce robustezza e alloggia attrezzature pesanti contenendole alla perfezione senza perdere forma e fornendo massima protezione. L'apertura backlight dalla parte interna degli spallacci, al di là di impedire ad estranei di accedere dall'esterno alla preziosa mercanzia contenuta, consente di aprire lo zaino senza doverlo poggiare, e dunque oltre ad aumentare la sicurezza, fornisce una praticità notevole. Possibile tutto, copertura antipioggia, portacavalletto, agganci vari, molte tasche etc., veramente ottimo. www.thinktankphoto.com/products/backlight-26l Cavalletto Gitzo GT 2940 LVL . Caratteristiche principali del cavalletto da escursione, leggerezza, giusta altezza, robustezza, stabilità, rapidità d'uso. Da quasi 20 anni, questo è il mio preferito e risponde perfettamente a tutti i requisiti. Ho altri due Gitzo, uno più leggero e uno più pesante, e altri in alluminio molto prestanti. Ma ritengo questo l'equilibrio perfetto. Lo utilizzo anche con attrezzatura più pesante, con 600mm per 645 o 800mm con ff. Ormai fuori produzione, lo fanno ora solo in carbonio, e costa anche di più. Leggero e robustissimo, in fibra di basalto, sufficientemente alto da non dover mai piegare la schiena, permette di mettere tutto in bolla grazie a un unico snodo centrale. Aprirlo e posizionarlo all'altezza voluta perfettamente in orizzontale è questione di un minuto. Per chi non lo sapesse, infatti, LVL sta per leveling. Il cavalletto è dotato di una leva che sblocca la colonna centrale e permette di orientarla e bloccarla nella posizione voluta. Una volta aperte le gambe si ruota la leva, si mette in bolla la colonna e si serra, il tutto in pochi secondi. specsan.com/tripods-and-monopods-gitzo/gitzo-gt2940lvl/photo-1/ Testa micrometrica Arca-Swiss Monoball P0+ Hybrid Classic . Grandissima testa, la migliore che ho provato finora per uso in movimento. Ideale per paesaggio. Pesa circa 0.5 kg, ma è capace di tenere ben 25 kg. Velocissima la regolazione. Col cavalletto già in bolla, si inquadra regolando la sfera e si blocca. Poi si aggiustano millimetricamente rollio e beccheggio ed è fatta. Dato il costo di questa testa (che per me costituisce un punto di arrivo dopo decenni di altro), e vista la sua compattezza, la tengo solitamente nello zaino, e la metto sul cavalletto con uno scancio rapido. Fino a qualche anno fa, quando la presi, era l'unica con queste caratteristiche. Ora ci sono diversi modelli, simili sulla carta, e a prezzi molto più vantaggiosi. Meglio. Comunque questa la ritengo imbattibile per qualità generale, materiali, uso. www.arca-shop.de/en/tripod-heads/ballheads/monoball-p-series/the-p0-hy Senza contare altri generi di conforto, filtri, telecomandi e piccoli accessori, 10 kg, un peso importante, dovendo muoversi su terreno impervio. Finché abbiamo costeggiato il lago, infatti, nessun problema. Quando siamo andati in cerca della tassita invece il peso si è fatto sentire molto. Uso del cavalletto . Vorrei fare una riflessione sull'uso del cavalletto con questa macchina che, pur grande e pesante, soprattutto con determinati obiettivi, ha una ergonomia tale da consentirne l'uso anche totale a mano libera. Volendo, col live view poi lo specchio si solleva, lo scatto è immediato e con vibrazioni al minimo. 55 e 28-45 hanno una eccellente stabilizzazione che aiuta. Per cui a volte, in movimento, anziché fermarsi e mettere giù il cavalletto (nonostante la rapidità e leggerezza del leveling, ci vuole comunque un determinato tempo), è molto agevole scattare senza. E le foto, con tempi adeguati, sono ugualmente buone, nitide, ferme. Ho fatto diverse escursioni con 55 e 200 senza cavalletto, e i risultati sono stati per me a volte anche molto soddisfacenti. Tuttavia, il gesto di decidere di fermarsi, innanzitutto obbliga a scegliere dove posizionare lo stativo e dunque a fare un primo ragionamento. Si posa lo zaino. Si mette il cavalletto a terra. Insomma ci si libera da ogni peso fisico, ma non solo, a mio avviso; spesso percepisco una sensazione di maggiore libertà anche mentale. Mi predispone ad accettare di dedicare tempo a quello che sto facendo, cosa che muovendomi e scattando non avviene, mi sembra sempre di aver fretta, che il tempo si stia esaurendo, voglio sempre andare avanti. Una volta piazzata la macchina sul treppiede invece è possibile guardarsi intorno senza vincoli e scegliere dove indirizzare la nostra attenzione e le inquadrature. Alla fine la fotografia, in senso lato, oltre il risultato delle immagini, migliora. Si pensa di più. Vengono idee. Si scatta meno. Al di là del fatto che il solo limite è quello della batteria e della capienza delle schede. Col cavalletto, la fotografia, lo scatto, sono molto curati, ed è difficile che anche una sola foto non sia corretta, alla fine sono quasi sempre tutte perfette e utilizzabili. Molto difficilmente ce n'è una che non convince. Sul campo . Per un inaspettato colpo di fortuna, dopo un'estate di caldo asfissiante, con condizioni fotografiche pessime, la mattinata è fresca, con un'aria pulita che a questa altitudine, e quest'ora, consente ottimi scatti. Inizialmente abbiamo rispettato il programma. Scavalcamento della recinzione (il lago, e un ampio territorio circostante, sono rigidamente recintati, ma l'ingresso non è proibito, non si vedono cartelli, ci sono anzi resti di vecchie scalette, al tempo messe all'uopo) e inizio della sessione dalla parte a pascolo. Man mano che si avanzava, trovata una bella inquadratura, giù cavalletto e foto. Poi avanti ancora e così via. Arrivati a metà lago, ricordavo nei pressi un posto interessante chiamato “la Tassita”, per la presenza di molti alberi di tasso, una reliquia dell'ultima glaciazione, a questa latitudine. Ma, nonostante una discreta scarpinata, o chissà perché non ci sono più o, più facilmente, non abbiamo trovato il posto. In compenso la boscaglia cui siamo giunti, con predominanza a faggeta, ma in cui non mancano altre interessanti essenze, era bellissima, così ci siamo fermati a fotografarne l'interno. Dopo un bel po' siamo tornati al lago e abbiamo percorso l'altra metà, una affascinante distesa boscosa che lo circonda, con gli alberi sulle rive, alcuni parzialmente immersi. Purtroppo ormai si era alzato il sole e le correnti d'aria agitavano irrimediabilmente i rami e le foglie. Un'immagine che volevo infatti realizzare era quella, dal bosco, di un albero immerso nel lago, ci sono alcuni scorci bellissimi con gialli (terreno con erba secca), verdi (gli alberi del bosco), l'acqua di colore cangiante e il blu mozzafiato del cielo. Ideale poter utilizzare iso bassi e diaframmi chiusi, dunque tempi lunghi. Fermi a una fantastica sorgente a rinfrescarci e riposare, ogni tanto il venticello calava e le foglie si immobilizzavano. Subito di corsa a montare ma, prima ancora di finire, l'arietta si riaffacciava ed era tutto inutile. Dopo 2-3 tentativi ci siamo rassegnati. Toccherà tornare e fare la strada al contrario sul presto, prima che arrivi il caldo. All'anno prossimo. Note tecniche particolari da dire non ce ne sono. Macchina con 55mm al collo, zaino e cavalletto tenuto allungato sulle spalle. Si trattava solo di scegliere le focali che volevamo, variando le inquadrature a seconda del nostro gusto. Qualche volta il polarizzatore, diaframmi chiusi, scatto con telecomando o autoscatto. Inquadratura attraverso il mirino televisivo (nel senso del bellissimo ovf che sembra un televisore, come disse un amico quando lo provò), sollevamento dello specchio e scatto. Niente focus stacking e altre tecniche simili, almeno io, solo scatti singoli. Ovviamente non c'è alcun bisogno di usare un'attrezzatura del genere. Sarei potuto venire anche con le due Sigmine dp0 e dp3, una borsettina piccola, un cavallettino con testa a sfera qualunque, o anche altro, avrei comunque fatto qualche bella foto, e senza mal di schiena. Il fatto è, come dicevo, che il sistema Pentax 645 mi ha sempre affascinato notevolmente, fin da giovane. Ogni uscita con questa macchina lascia in me delle emozioni, e ogni immagine che scatto mi rimane impressa. Pur non avendo la memoria di un tempo ricordo bene dove e come l'ho scattata. I risultati mi soddisfano molto, ed è l'insieme che mi dà il massimo appagamento nell'uso paesaggistico. Conclusioni generali e commenti alle foto Il materiale si è comportato molto bene. Nessun problema di nessun tipo. Sono stati usati tutti gli obiettivi, con prevalenza allo zoom e al 300, i due estremi. Ma solo perché era un po' che, dato il peso, uscivo principalmente cogli altri due. Ogni pezzo ha comunque lavorato al meglio dando luogo a risultati per me qualitativamente impeccabili. Dunque massima soddisfazione. Nonostante, a parte i due obiettivoni, tutto fosse improntato alla massima leggerezza, alla fine il peso, causa ricerca dei tassi fuori programma, si è sentito molto, non tanto sul campo, laddove il piacere dell'esperienza sovrasta eventuali fastidi. Quanto dopo, a casa, mal di schiena per due giorni. Ma comunque nessuna remora a rifarlo uguale appena possibile. Per quanto riguarda le foto, sono molto soddisfatto dei risultati. Poichè amo molto fotografare sul campo e viceversa odio smanettare sul pc, la post produzione è stata minima, e in ogni caso con la priorità alla situazione di luce effettivamente presente per come la ricordi. In certi casi poi è semplicemente legata al mio gusto personale e al mio modo di vedere luoghi che conosco e frequento. In ogni caso i DNG forniti dalla Pentax, una volta convertiti, non necessitano di nulla, e i colori sono già molto belli di loro, senza necessità di profili e quant'altro. Per quanto riguarda la convenienza o meno di usare un sistema MF, in un'altra occasione ho fatto dei confronti e penso di affrontare la cosa prossimamente. In ogni caso, se non si ha il gusto della ricchezza di particolari, di colori, ma ci si basa solo su una generale visione d'insieme dell'immagine, magari su stampe non grandi, allora il medio formato è questione di passione e basta, e se ne può fare tranquillamente a meno. Tengo a dire che comunque, per fruire appieno queste immagini, occorre un sistema di visione adeguato, e cioè almeno un monitor da 27” 4k. Ideale averne due, uno in posizione normale e uno in posizione portrait, per gli scatti con inquadratura verticale, che non rendono assolutamente su un monitor orizzontale. Per tutti questi motivi, spesso le foto sono ritagliate in formato 16/9, uguale a quello dei miei monitor. Questo, il ritaglio 16/9, è un altro dei motivi per cui prediligo l'elevata risoluzione. Pur con un taglio così importante, il file risulta ugualmente risoluto, ed è possibile apprezzarlo ancora in pieno e ingrandito. Consiglio di guardarle a pieno schermo, senza ingrandire oltre, cosa non fattibile senza gli originali. Purtroppo le immagini saranno infatti limitate dalla compressione operata automaticamente dal sistema, che le degrada notevolmente, pazienza. Consiglio comunque di controllare che la risoluzione del monitor sia impostata al 100%, in quanto con pannelli grandi si tende ad aumentarla per incrementare la dimensione delle icone e dei testi. Io ad esempio la imposto a 150%, e devo scalare quando guardo foto sul web. Un'ultima cosa sui paesaggi. Si tratta di inquadrature ordinarie e foto comuni, banali cartoline, potremmo dire. Effettivamente è così, questa è la fotografia che mi piace, di paesaggio in particolare. Senza troppi interventi. Al naturale. Con l'uso del polarizzatore, o al massimo di un gnd, magari. Ricerca della massima qualità d'immagine e massima nitidezza (da me ottenibile). Ma senza stravolgere la visione dei luoghi. Non mi piace vedere foto fantastiche che quando poi vai sul posto non solo non è così bello, ma a volte è addirittura penoso. Per questo ho voluto questo formato (non che non si possano ottenere ottimi risultati anche con altro). Se si tratta di un luogo a me caro, con dei ricordi, ancora meglio. Garantisco comunque la reale bellezza e purezza di questi luoghi. Questi posti meravigliosi sono davvero così come li vedete. Qui altri scatti www.juzaphoto.com/me.php?pg=319965&l=it |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 6:01
Nelle attrezzature da te usate non vedo una stampante non dico seria, ma proprio non c'è, e non citi nemmeno uno studio di grafica che ti stampi le tue foto in modo professionale in Fine Art, ad alta risoluzione e grande estensione sia tonale che cromatica. Dunque, tu non stampi, altrimenti li citavi. Ovviamente i propri soldi uno se li spende come meglio crede e l'importante è divertirsi. Ma tu hai fatto una disquisizione tecnica sull'attrezzatura usata per fare ed osservare delle fotografie, e dunque è logico e giustificato fare anche un'analisi tecnica anche dei requisiti tecnici che richiede l'attrezzatura di presentazione all'osservatore dell'immagine finita e le implicanze con la fotocamera usata per scattare l'immagine da presentare. Per stampare in A2 (40 x 60 cm) a 300 PPI (il minimo della risoluzione lineare per qualità di stampa Fine Art) senza interpolazione, ci vogliono 36 (trentasei) Mpx di fotocamera. Mentre per guardare le fotografie a monitor su monitor da 27” 4 K come fai tu, bastano meno di 9 (nove) Mpx di fotocamera: www.onlinestore.it/40003-benq-el2870u-709-cm-279-3840-x-2160-pixel-4k- La Pentax 645 Z di Mpx ne ha invece 50 (cinquanta). Andare ad usare una fotocamera da 50 Mpx, qualsiasi sia il formato del sensore, senza stampare in formati grandi, tipo l'A2 o più ed in qualità Fine Art, ma solo per guardare le foto a monitor, io lo trovo tecnicamente del tutto anacronistico, perché viene usata una risoluzione elevata che per quell'uso è completamente e conclamatamente inutile. Su di un monitor da 27” 4K basta meno di un quinto della risoluzione della Pentax 645Z per vederci le foto in modo perfettamente identico alle foto fatte con una 50 Mpx. E le si vedono perfettamente identiche semplicemente perché il driver del monitor, sempre e comunque, si spappola da sé l'immagine a risoluzione maggiore datagli e se la ricostruisce alla sua risoluzione nativa, 3840 x 2160 Pixel = 8.294.400 Mpx, ossia a meno di 9 Mpx, il monitor opera sempre e solo a quella risoluzione. Se invece uno non guarda le foto a monitor nella loro interezza, come fa uno che fa Fotografia, ma guarda le foto a monitor a pezzettini, ossia ingrandendole al 100% o più, non fa Fotografia , ma puerilmente e semplicemente gioca coi pixel. Detta in parole molto povere, usare delle formato 35 mm pixellate, o delle Super 35 mm o delle MF vere per guardare le foto a monitor, qualsiasi monitor, a mio personalissimo avviso, è come mettere la cravatta al maiale, anche con la cravatta, il maiale (= la foto a monitor), sempre maiale resta. |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 6:31
Complimenti Giugliano per il bellissimo articolo. Hai la capacità di coinvolgere ed emozionare. Sono stato lì, con voi, solo leggendo le tue parole. Che dire delle foto...ottime e posti stupendi. Buone feste. Enrico. |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 7:19
“ Detta in parole molto povere, usare delle formato 35 mm pixellate, o delle Super 35 mm o delle MF vere per guardare le foto a monitor, qualsiasi monitor, a mio personalissimo avviso, è come mettere la cravatta al maiale, anche con la cravatta, il maiale (= la foto a monitor), sempre maiale resta. „ Questa conclusione è perfettamente coerente con un aspetto quasi prettamente "remunerativo" della fotografia, inteso che il giusto dosaggio del mezzo che deve corrispondere (né più né meno) al risultato ottenuto (o da ottenere). Però mi sembra che sotto il profilo ludico, e per il non professionista la fotografia in concreto questo rappresenta, esista anche il piacere di usare un "cannone per ammazzare una mosca", e soltanto per il gusto di provarlo. In ogni caso, semmai volesse, l'interessato disporrà comunque, ritornando all'utilizzo dei file prodotti, di materiale adatto a stamparsi anche un manifesto. Sarà questa, una sua scelta personale che nulla ha a che fare però con quella di usare l'attrezzatura che più gli aggrada. A parere mio. E vengo invece ai complimenti dovuti a Leone Giuliano, per quanto di emozionante riesce a trasmettere attraverso il suo scritto. Proprio come ha detto chi mi ha preceduto. Leggendolo ci si ritrova in quei posti senza manco sapere dove essi sono. Buon Natale. |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 8:07
Io ero tentato all'acquisto di una pentax 645d, io stampo in casa con stampante Epson, monitor calibrato ecc… Provai per un giorno la pentax prima di acquistarla ….. aldilà dei dati tecnici vedere a monitor le foto prodotte dalla pentax era una GODURIA… sembrava di vedere delle diapositive proiettate a monitor. Credo non ci saranno mai dati tecnici che possano eguagliare l'emozioni che un fotoamatore possa provare nel usare o meno alcune attrezzatura. Naturalmente se si stampa si ha la capacità di sfruttare a pieno quello che la macchina offre. E ne approfitto per fare gli auguri a tutti gli appassionati di fotografia del forum. |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 9:59
Perché, chi stampa in 60x40 solo con 36 mpx che fa? Te lo dico io, gioca coi millimetri. |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 10:07
Leone complimenti per gli scatti (anche a me non esaltano i panorami troppo elaborati, ma piacciono quelli al naturale), in giornata me le guardo dal monitor grande calibrato. Complimenti per la descrizione dell'attrezzatura, coinvolgente! Avrò poi delle domande da farti… gli scatti si potevano fare con altro e lo stesso risultato? Sì, ma il divertimento sarebbe stato lo stesso? No! Non dimentichiamo che un Pro deve fare i conti con un committente e con un ammortamento dei costi, l'amante della fotografia deve divertirsi e deve sentirsi appagato al momento dello scatto e dopo quando rivede la sua opera, e tu hai raggiunto lo scopo |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 10:17
Sono d'accordo al 100% con Ivan61, la paesaggistica affrontata cosi è veramente appagante, come ovviamente, deve essere appagante non solamente il risultato ma anche quello che serve per arrivarci. Per tanti di noi è un hobby e come tale va vissuto, anche con quel filo di “esagerazione” rispetto al necessario. |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 10:20
“ Nelle attrezzature da te usate non vedo una stampante non dico seria, ma proprio non c'è, e non citi nemmeno uno studio di grafica che ti stampi le tue foto in modo professionale in Fine Art, ad alta risoluzione e grande estensione sia tonale che cromatica. Dunque, tu non stampi, altrimenti li citavi. Ovviamente i propri soldi uno se li spende come meglio crede e l'importante è divertirsi. Ma tu hai fatto una disquisizione tecnica sull'attrezzatura usata per fare ed osservare delle fotografie, e dunque è logico e giustificato fare anche un'analisi tecnica anche dei requisiti tecnici che richiede l'attrezzatura di presentazione all'osservatore dell'immagine finita e le implicanze con la fotocamera usata per scattare l'immagine da presentare. Per stampare in A2 (40 x 60 cm) a 300 PPI (il minimo della risoluzione lineare per qualità di stampa Fine Art) senza interpolazione, ci vogliono 36 (trentasei) Mpx di fotocamera. Mentre per guardare le fotografie a monitor su monitor da 27” 4 K come fai tu, bastano meno di 9 (nove) Mpx di fotocamera: www.onlinestore.it/40003-benq-el2870u-709-cm-279-3840-x-2160-pixel-4k- La Pentax 645 Z di Mpx ne ha invece 50 (cinquanta). Andare ad usare una fotocamera da 50 Mpx, qualsiasi sia il formato del sensore, senza stampare in formati grandi, tipo l'A2 o più ed in qualità Fine Art, ma solo per guardare le foto a monitor, io lo trovo tecnicamente del tutto anacronistico, perché viene usata una risoluzione elevata che per quell'uso è completamente e conclamatamente inutile. Su di un monitor da 27” 4K basta meno di un quinto della risoluzione della Pentax 645Z per vederci le foto in modo perfettamente identico alle foto fatte con una 50 Mpx. E le si vedono perfettamente identiche semplicemente perché il driver del monitor, sempre e comunque, si spappola da sé l'immagine a risoluzione maggiore datagli e se la ricostruisce alla sua risoluzione nativa, 3840 x 2160 Pixel = 8.294.400 Mpx, ossia a meno di 9 Mpx, il monitor opera sempre e solo a quella risoluzione. Se invece uno non guarda le foto a monitor nella loro interezza, come fa uno che fa Fotografia, ma guarda le foto a monitor a pezzettini, ossia ingrandendole al 100% o più, non fa Fotografia , ma puerilmente e semplicemente gioca coi pixel. Detta in parole molto povere, usare delle formato 35 mm pixellate, o delle Super 35 mm o delle MF vere per guardare le foto a monitor, qualsiasi monitor, a mio personalissimo avviso, è come mettere la cravatta al maiale, anche con la cravatta, il maiale (= la foto a monitor), sempre maiale resta. „ Grazie, buon Natale anche a te |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 10:21
Buon Natale a tutti, e grazie per gli interventi |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 10:54
“ ...Detta in parole molto povere, usare delle formato 35 mm pixellate, o delle Super 35 mm o delle MF vere per guardare le foto a monitor, qualsiasi monitor, a mio personalissimo avviso, è come mettere la cravatta al maiale, anche con la cravatta, il maiale (= la foto a monitor), sempre maiale resta. „ Alessandro credo che l'importante è divertirsi come prima con la propria attrezzatura visto che non dobbiamo giustificare ad un committente le nostre scelte e ci si diverte con cosa appaga di più Auguri di Buon Natale |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 11:07
La storia dei 300dpi vale solo su stampe “piccole” osservate da vicino poi perde senso |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 11:09
“ Detta in parole molto povere, usare delle formato 35 mm pixellate, o delle Super 35 mm o delle MF vere per guardare le foto a monitor, qualsiasi monitor, a mio personalissimo avviso, è come mettere la cravatta al maiale, anche con la cravatta, il maiale (= la foto a monitor), sempre maiale resta. „ Devo probabilmente averlo già detto in qualche altro intervento. Anni fa nei negozi specializzati Canon (mi sembra si chiamino CPS, ma scusate se non è così) Canon aveva distribuito da appendere una gigantografia che in pratica andava dal soffitto a quasi il pavimento del negozio, ed era la stampa di un file di 8MPX., almeno in questi termini l'avevano descritta. Sarà certamente stata stampata con chissà quale attrezzatura fantascientifica, però il risultato, ovviamente da guardare a debita distanza -come logico- era gradevolissimo. |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 11:11
Buongiorno e tanti auguri a tutti. Leone, il lago è Maulazzo o Biviere? Se sono loro io ci andavo con la famiglia molti anni fa, si partiva all'alba con la Fiat 850. Fai un po tu il conto di quanti anni fa |
| inviato il 25 Dicembre 2021 ore 11:11
Con la Pentax 645d mi sono trovato benissimo Purtroppo ha solo due lenti leaf shutter che comunque ho tenuto che sono pure manual focus ed arrivano ad 1/500 La qualità delle lenti è ottima e mi riferisco alle “vecchie” Il 55 nuovo non mi è piaciuto perché aveva una resa un po' troppo “odierna” |
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