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Tempo fa molti cercavano di imitare Dragan poi evidentemente si sono resi conto che quei ritratti non è siano un bel vedere (poi c'è chi piace). Questo Lee Jefries non è da meno (ho guardato il sito ma onestamente dopo qualche ritratto sono uscito)...sono tecniche di p.p che non sono di mio gradimento e concordo sul fatto che funzionano solo su alcuni soggetti.
user225138
inviato il 18 Ottobre 2021 ore 22:27
Comunque, ogni volta che ho un dubbio su un fotografo, mi fido di quello che sostiene MatteoGroppi.
"Scattava in JPEG poi usava sovrapporre un Bn con filtro blu dosandolo e..." La prima cosa che mi è venuto in mente. Bn filtro blu... Lo uso anch'io in certi casi dal jpeg (obbligatorio, visto l'unico formato che produce) della Fuji subacquea.
Lee Jeffries ha fatto molti dei suoi ritratti con un 24, la post è molto pesante ma anche il progetto sui senza tetto lo è! Credo che la post va usata anche in base a quello che si vuole comunicare e homeless è un progetto duro, forte, che colpisce come un pugno e quel tipo di post lo valorizza, come l'ottica utilizzata
"Credo che la post va usata anche in base a quello che si vuole comunicare"... sicuramente ma può piacere come viceversa. Non è una critica al suo lavoro perché penso sia ben fatto. Personalmente l'uso estremo dell'evidenziare il dettaglio lo apprezzo nei lavori con le chine più che nella fotografia.
è sempre stato bravo soprattutto per aver lanciato uno stile : lo seguivo ai suoi inizi su Flickr all'inizio del millennio .
devo dire che , riguardandoli ora li trovo di una noia mortale : dopo lo stupore iniziale li trovo tutti uguali.
sulla domanda di come li ha realizzati penso sia abbastanza semplice : 24 mm poi tagliato , luci giuste che aumentano l'effetto della assenza di profondita' di campo e una buona dose finale di PP. detto tra noi , dopo che impari il metodo lo fai a tutte tipo catena di montaggio : insomma nulla di cosi' complicato .
Sfogliando e riguardando il lavoro di L.Jeffries sui senza tetto, gli " Homeless "ci si rende conto che non è assolutamente fotogiornalismo. Né va inteso come ritrattistica. Non sono immagini rubate. Jeffries ha costruito una comunicazione infrangendo quello spartiacque che li separa dagli altri, il fotografo da chi viene fotografato. È iconografia spirituale; è roba potente. Jeffries ha dato a queste persone qualcosa di più che la dignità personale. Ha dato ai loro occhi un bagliore che raffigura la trascendenza, uno spiraglio di luce alle porte dell' Edem, per così dire. La chiarezza nei loro occhi è impressionante da vedere. Egli ha fatto di queste persone qualcosa di più che poveri vecchi barboni pigramente in attesa di un elemosina da parte di qualche impiegato gentile e premuroso. Li ha infusi di luce, non di tenebre. Anche il ragazzo cieco ha una luce che si riversa dagli occhi spenti. Penso che Jeffries usi la sua arte per onorare queste persone, non per pietà. Egli dà loro una significanza religiosa o spirituale.
user225138
inviato il 22 Ottobre 2021 ore 20:58
A parte una certa enfasi che mi lascia perplesso, condivido il senso dell'intervento di Kindly Light.
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