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Nel frattempo la mia coppia di amanti sono stati beccati dalla moglie di lui grazie alla mia foto.
user225138
inviato il 26 Settembre 2021 ore 0:32
Nessunego, ma non capisci davvero o non vuoi capire?
Ci provo con il metodo Montessori, ormai siamo a livello di scuola dell'infanzia.
Tu sei un fotografo amatoriale che ha un sito nel quale pubblichi le tue foto, o meglio una parte delle foto che scatti. Questo fa sì che la tua attività non possa essere considerata esclusivamente personale. Quindi sei soggetto alle disposizioni del GDPR. Il che vuol dire che per scattare, non solo per pubblicare, ti serve il consenso. Se quindi non le cancelli dietro richiesta dell'interessato sei in torto. Marcio.
Se invece tutte le tue foto le tieni nell'hard disk o le stampi e le tieni in casa, non sei soggetto al GDPR e non hai bisogno di alcun consenso.
Faciamo un esempio: FotografoAgnostico non ha mai pubblicato una foto e non ha mai partecipato a concorsi fotografici, anzi non ha mai mostrato ad un pubblico, ancorché ristretto, una sua foto. Può fotografare chiunque senza necessità di consenso. Al contrario, Vincenzo Virus pubblica le sue foto su Juza e ha anche un sito (condiviso con altri fotografi) dove pubblica le sue foto. Lui è obbligato ad ottenere il consenso dalle persone che fotografa.
Ora, se non hai capito io davvero non ci posso fare nulla.
Questa discussione è del tutto inutile. Sul piano formale ci saranno sempre mille casini. Il vero segreto è spostare l'eventuale accusa sul piano sostanziale, ossia "il fatto non sussiste" (ogni riferimento ad eventi attuali è puramente casuale). Se scatto qualcosa che potrebbe far innervosire qualcuno, cerco di non farmi notare e se mi nota, nego. Se pubblico qualcosa che potrebbe, al momento o in futuro, far innervosire qualcuno per mancanza o revoca della liberatoria, postproduco in modo da togliere tutti gli elementi di possibile riconosciumento univoco (es: nei, tatuaggi..). Quando posso, cambio anche leggermente il viso (attendo con trepidazione i tool AI per farlo in automatico). Se si fa vivo qualcuno con una richiesta di rimozione, nego: "non sei tu, non lo vedi? Non c'è quel neo/tatuaggio che hai. Ti somiglia soltanto. Hai preso un abbaglio." "Certo che sono io, che cavolo dici! Me l'hai fatta tu la foto. Non far finta di non riconoscermi. I capelli, i vestiti, sono io! Cancella la foto!" "Nahh, sai quanti hanno quei capelli o quei vestiti. Anche te l'avessi fatta, l'ho rifatta altre mille volte in quel posto e neanche mi ricordo chi c'era in questa versione della foto, ma non sei tu di sicuro. Vedi che non ci sono gli elementi che ti distinguono?". Ricordate: negare, negare sempre e instillare il dubbio in chi giudica. Ecco un tutorial, valido per mille circostanze:
@Fotografoagnostico, posto che qui si parlava di scattare e sei tu che sei uscito col pubblicare, che è OT, io dicevo appunto che dipende da come è impostato il sito. Se è accessibile a chiunque o se il contenuto è condiviso con alcuni utenti selezionati. Per fare un parallelo, io fotografo amatoriale, posso far foto a chi voglio, stamparle e appenderle in casa mia, ma non è che a quel punto non posso invitare nessuno a casa mia, sennò ci sono altri che vedono la faccia di quella persona appesa in stampa 2mx3m. È sempre un uso personale, perché è relativo alla mia persona fisica e non ad una attività a tipo persona giuridica o azienda, anche se io invito a casa 50 amici diversi ogni mese e questi vedono la stampa appesa a casa mia, così come se vivo in casa con altre 15 persone che tutti i giorni vedono quella stampa. Allo stesso modo, un sito in cui l'accesso al contenuto non è libero per chiunque, ma selezionato ad utenti che abbiano un accesso dedicato (come i siti per condividere immagini coi membri della famiglia, per intenderci), è un luogo personale dove puoi mostrare le tue foto in barba al gdpr.
Viviamo in una società dove tutti corrono contro il tempo, tutti cuffiette smartphone e via. La società non è più quella di una volta, ognuno vive nel suo mondo incurante di ciò che gli gira intorno. Se si chiede una semplice informazione ad un passante questo impiega un po' di tempo prima di connettersi con la realtà.. Quando si parla di chiedere la liberatoria (come fosse una cosa facile da ottenere) mi chiedo: ma questi dove vivono?...seconda riflessione che faccio e che chi porta avanti queste discussioni non è adatto alla fotografaia di strada perché non la conosce e se non la conosce le sue immagini saranno insignificanti di contenuto. Questo ritmo di vita stressante e frettolosa ben evidente da chi vive in città è terreno fertile per il fotografo di strada che passa tranquillamente inosservato tra la gente.Il fotoreporter si muove in tutt'altro modo, non è uno sprovveduto e a differenza del fotoamatore scatta tenendo sempre presente che le immagini devono rispettare la legge altrimenti per lui la richiesta di rimozione mi sa è l' ultimo dei problemi.
user225138
inviato il 26 Settembre 2021 ore 11:16
Nessunego, non sei tu a stabilire cosa si intenda per "ESCLUSIVAMENTE personale" ma la Corte di Giustizia europea, che in più occasioni ha legato il concetto all'ambito dell'abitazione del soggetto.
Motofoto, mi ricordi i negozianti che non fanno lo scontrino tanto in pratica la probabilità di essere beccati dalla Finanza è minima o in alcuni casi nulla.
Tutti state dicendo: forse hai ragione in linea di principio, me chi se ne frega tanto non mi beccano. Complimenti per la solidità della vostra etica. E qui chiudo, non ho davvero altro da aggiungere.
“ Modella che cambia idea -> fotografo che contatta cliente -> cliente stoppa forse la campagna -> cliente che si rifà sul fotografo -> fotografo che si rifà sulla agenzia -> agenzia che si rifà sulla modella.
Fotografo e agenzia casting si ritrovano due emorragie a luuuungo termine... un bagno di sangue in pratica... „
Cos78: una curiosità da profano, piuttosto oziosa (non sono un professionista e non mi occupo di queste cose): succede così anche e se la modella cambia idea a campagna pubblicitaria già in corso? Se la modella firma la liberatoria con specificate chiaramente quali foto sono interessate e l'uso che ne verrà fatto, questo documento non ha valore come se fosse un contratto? E quindi dovrebbe essere la modella ad assumersi la responsabilità dei danni, che potrebbero essere anche cifre grosse... Certo, la questione è che se si va in causa, specialmente nella nostra bella itaglia, poi la storia va per le lunghe e nel frattempo i danni se li accollano fotografo e cliente. E se la foto alla quale la modella decide revocare la pubblicazione invece di essere stata fatta da un fotografo fosse stata prelevata da un sito stock, con magari sede legale all'estero? Altri casini aggiuntivi?
Forse sarebbe più sensato che in campo professionale (fotografi pro, agenzie, modelle professioniste) si potessero stipulare contratti di tipo diverso, con cessione irrevocabile del diritto di immagine, ovviamente limitatamente alle ad alcune immagini oggetto del contratto e chiaramente identificabili. In fondo, se la modella è maggiorenne, dovrebbe poter decidere pensandoci bene prima e poi assumendosi le responsabilità di quel che ha deciso. Un po' come quando un politico rilascia dichiarazioni delle quali in seguito si pente, ma non può certo vietare a nessuno che siano pubblicate e citate anche a distanza di anni...
user225138
inviato il 26 Settembre 2021 ore 11:52
L'irrevocabilità del consenso non è possibile, perché contraria alla legge.
Si potrebbe costruire un contratto nel quale il compenso alla modella è condizionato al mantenimento del consenso. Forse si potrebbe anche ipotizzare una penale (in aggiunta alla restituzione del compenso ricevuto), ma credo che un giudice la riterrebbe illegittima se fosse così elevata da vanificare il diritto alla revoca del consenso.
Beh, un conto sono le foto fatte al volo, che poi magari ci si dimentica perfino che esistano, un conto è farsi fotografare per mestiere. Una legge che sancisce il fatto che una persona maggiorenne sia messa in condizione di sottrarsi quando vuole alle conseguenze delle sue decisioni a me non piace. Mi sembra un'istigazione ad essere superficiali o, peggio, un possibile strumento di ricatto. Ripeto, non sto parlando della ragazza, magari anche maggiorenne, magari pure mezza sbronza che si fa fotografare con le tette al vento, e magari ha pure dato il consenso alla pubblicazione e poi se ne pente. Quella è ovviamente una situazione che va tutelata e protetta. Sto parlando di professioniste che di mestiere si fanno fotografare. Se lo fai di mestiere devi sapere cosa stai facendo...
"Beh, un conto sono le foto fatte al volo, che poi magari ci si dimentica perfino che esistano, un conto è farsi fotografare per mestiere"...due cose ben diverse.
user225138
inviato il 26 Settembre 2021 ore 14:49
“ Sto parlando di professioniste che di mestiere si fanno fotografare. Se lo fai di mestiere devi sapere cosa stai facendo... „
Se sei una professionista, sai che il tuo valore sul mercato dipende anche dalla disponibilità e dall'affidabilità. Una modella che, in modo apparentemente immotivato, revoca il consenso all'uso della propria immagine per una campagna pubblicitaria finirà presto di fare la modella, perché nessuno vorrà più ingaggiarla.
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