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Io ho cominciato con questa e ci facevo di tutto, dalle gare ai lunghi tour di più giorni (giro del Cervino, tratti della GTA, ecc). Oggi la tiro fuori solo per godermela un po'….
Alla fine mi sono ritrovato con questa, la cui sostituzione oggi per me non avrebbe senso; faccio le stesse cose che facevo con la progenitrice (salvo le gare….., non ho più l'età) e continuo a divertirmi lo stesso….l'importante è lo spirito
“ Io ho cominciato con questa e ci facevo di tutto „
Il rampichino vertical!!!
modello 1989
moltiplica biopace (corona ellittica), da 28-38-48 (dietro avevi un 32... che fatica...), appena possibile la sostituii con una bella 24-36-46
manettini del cambio, tanto leggeri e funzionali.
La sella turbo col mollone (mollone a parte mi ci sono fatto un bel culo su quella ed anche un po' di prostatite traumatica)!! I cerchioni FIR -pesantissimi- ed i copertoni bicolore! (ne posseggo ancora una coppia più un'altra di chiodati) Dico una corbelleria: il posteriore è un Farmer John's cousin? La scolpitura sembra quella però la spalla sembra in kevlar ed il cousin non non l'aveva.
e per finire... U-Brake
che frenava una meraviglia ma.... col fango era invivibile (ti toccava pedalare in discesa) roba adatta solo ai deserti dell'Arizona
un bagno di gioventù... U-brake a parte, allora era invidiabile, anche se... una bella Specialized Stumpjumper competition del 1990-91 sarebbe il massimo ancora oggi, soprattutto per il peso (a parte il cambio rapid-fire che non mi è mai piaciuto).
user225138
inviato il 25 Settembre 2021 ore 10:15
Gsabbio, se avessi parlato in finlandese avrei capito di più
il biopace: la MTB nasce come fenomeno verso la fine degli anni '80, ma le meccaniche erano molto essenziali e pesanti. Con le guarniture del 1988-89 cominciarono a produrre materiali leggeri e studiati. Secondo i markettari di shimano, il biopace, che consisteva in una moltiplica ellittica, avrebbe dovuto migliorare lo sforzo ed aumentare il rendimento in salita. Venne abbandonato l'anno successivo, quando tornarono alle moltipliche rotonde.
I manettini del cambio: semplicissimi, nelle prime versioni (per sei rapporti) si diceva che fossero già predisposti per i sette rapporti (impiegati sulle MTB a partire dal 1989). Li ho ancora sulla mia bici, e funzionano benissimo, ma avevano un difetto imperdonabile: erano troppo semplici, essenziali ed efficaci, vennero sostituiti l'anno successivo con il rapid fire, un sistema di due leve, una per salire una per scendere, attaccato al gruppo del freno. Faceva tanto figo... ma aumentava il peso, era più delicato e si guastava con una certa facilità costringendoti a cambiare tutto il gruppo -leva del freno incluso- (i miei manettini li uso da 32 anni)
Lo U-brake: quasi un freno a disco, fu una soluzione non stupida per migliorare la frenata dei cantilever che, se bagnati, diventava imprecisa; ma aveva un problema, era piazzato in basso, dove gira un sacco di sporco e troppo a ridosso della ruota e circondava interamente il pneumatico (da ché il nome U-brake), ma se c'era fango diventava un ricettacolo di materiale che frenava la ruota, al punto che realmente dovevi pedalare in discesa per riuscire a viaggiare. Fece furore nel 1989-90 ma poi venne -giustamente- abbandonato
il Farmer John's cousin; era un pneumatico tassellato a v con piccoli tasselli, derivato da Farmer John. andavano forte a quei tempi, anche se... secondo me i migliori erano gli Specialized Ground Control. Quello che faceva la differenza, invece, era la spalla del pneumatico in kevlar che era resistentissima, e ti permetteva di sostituire la camera d'aria senza bisogno dei ferri. Nella foto di Minaz, del Rampichino Vertical si vede la spalla della ruota posteriore segnata da righe, quella era una caratteristica delle ruote in kevlar.
Termino con un'ulteriore nota tecnica sul telaio: La foto di Minaz mostra un telaio saldato sull'innesto del canotto dello sterzo e innestato nelle guaine (brasato) sul canotto della sella. La soluzione non era banale, le sollecitazioni delle MTB avevano spesso causato rotture nette del tubo orizzontale proprio in corrispondenza dell'innesto sul canotto dello sterzo. Dove, rotture nette, significa che nell'arco di qualche km ti trovavi col tubo tranciato come se fosse stato tagliato col rasoio. nella mia foto:
quella Scanziani era in realtà il telaio di un Rampichino Cinelli prima versione, (notare il marcato avanzamento della ruota anteriore rispetto ai disegni successivi) ed un bel giorno, a due ore dalla strada asfaltata più vicina, pensò bene di tranciarsi di netto. Lo rimontammo, ingessandolo con dello scotch* che tratteneva due chiavi inglesi che lo tenevano sui lati ed una fettuccia da zaino che collegava sella a sterzo. Così il nostro amico riuscì a tornare alla base.
*vero... perfino lo scotch, si girava con un'attrezzatura completa da meccanico... e l'abbiamo usata molto spesso, incluso il tagliacatena
Gsabbio il mondo non si è fermato nel 1995 c'è stata un evoluzione importante nei materiali e nelle varie filosofie nel mondo della mtb. se ti fà piacere ricordare i tuoi tempi d'oro ok, ma da qui a consigliare puntapiedi e dire che una full non si può trasportare in spalla ...
se proprio si vuole tornare allo spirito pionieristico c'è chi affronta lo Chaberton con la vera Bicicletta
user198779
inviato il 25 Settembre 2021 ore 19:29
Prima di tutto l'allenamento, la forma fisica e infine l'abilità. Chi ha il manico ti passa in discesa anche con una graziella e così anche in salita se è più forte di te . Posso essere d'accordo a parità di prestazioni il mezzo può fare la differenza. Io ho iniziato con mtb un anno prima di Gsabbio ed erano già 20 anni che pedalavo con la bdc, può calzare il parallelismo con la fotografia se non sai usare il mezzo è inutile spendere migliaia di euro le cose non cambiano.
user198779
inviato il 25 Settembre 2021 ore 19:31
Per la cronaca ora sono in pensione pedalo ancora mai smesso dal 1967 con ogni tipo di bicletta nel 2021 per ora sono a quota 20000 km .
user198779
inviato il 25 Settembre 2021 ore 19:49
Cannotto suona male . Comunque si dice anche canotto è corretto.
Cann o can... 60+ anni in una famiglia di ciclisti, meccanici ecc... e nessuno lo ha mai chiamato cannotto. Ma non ha nessuna importanza, per me, ovviamente, rimane canotto (anche la Treccani lo indica come variante erronea -ma di uso comune-). A proposito: si dice Treccani o Trecani?
@Antonioinoki
materiali o filosofie sono ininfluenti, che sia il 1909, il 1989 o il 2021 per andare in bici non è cambiato nulla e serve sempre la stessa cosa: i garuni (grazie Murmunto)
Leggi bene, non ho per nulla consigliato il puntapiedi (quello a gabbietta), che in MTB è ben pericoloso (ne so qualcosa, ma ho consigliato la conchiglia -nessun cinghietto- per trattenere le punte dei piedi specie in discesa sullo sconnesso (come ho scritto: era una tecnica mutuata dal ciclocross), che come ho chiaramente spiegato, in caso di caduta è esattamente come non avere nulla che trattiene il piede. Poi... se non va più di moda... non fa figo... oppure i pedali -piatti- non consentono più di montare la mezza gabbietta... oppure si è dimenticato come si faceva... non me ne po' ffregà de meno, guardate pure 'avanti' e non curatevi se le vostre scarpe scivolano via dal pedale -piatto-.
Non ho scritto che non si può portare in spalla una full, ho chiesto come si fa, ora ho visto -grazie- e la lascio lì. Tra l'altro, su quei passaggi io avrei smontato le ruote per ridurre l'ingombro laterale.
E per tornare ai tempi eroici: scendere dallo Chaberton con una Graziella sarebbe un'impresa, sempreché arrivi giù intero (tu o la bici) ma senza nulla togliere alle difficoltà tecniche, quella del video ha i freni a disco, una forcella più moderna e senza il giunto centrale che consentiva di piegare la Graziella (per metterla nel bagagliaio della 127) in sostanza è una bici da trial 'graziellata' con un dettaglio simile all'originale: il portapacchi che concorre a formare il carro posteriore... in una parola: clickbait
ed a proposito d'imprese dei tempi eroici -senza trucchi- se qualcuno conosce la salita di Montevecchia (LC): sono 1800m di strada su un dislivello di 150m con tratti al 15-18%... negli anni '80 ci fu un forte alpinista lombardo che un po' per ridere un po' per scommessa la salì con la bici da uomo anni '50 di quelle stradali, pesanti, nere con le righe d'oro che ornano i tubi del telaio, i freni a bacchetta, cerchioni enormi e nessun cambio (tra le migliori quelle della Dei). Ci riuscì e senza scendere, ma piegò il manubrio (della stessa serie dei 'garuni' ed anche addominali e bicipiti d'acciaio)
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