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Ho appena finito di leggere "La camera chiara" che, a detta di tanti, è un libro che non può mancare se si è appassionati di fotografia. Per quanto mi riguarda è difficile da leggere, non solo per i vari riferimenti storici di cui comunque ci si può documentare, ma anche nel modo in cui i concetti siano esposti, tanto che pur rileggendoli ripetutamente, non sono riuscito a capirne il significato... Insomma... è un libro che richiede una certa preparazione e non è alla portata di tutti. Chiedo a chi di voi l'abbia letto, se ne ha tratto qualche insegnamento / beneficio o cosa... e quanto di ciò che è scritto sia rimasto impresso.
ciao io ho provato a leggerlo ma un c'e' la fo! sicuramente è colpa mia che non sono all'altezza
user14408
inviato il 17 Agosto 2021 ore 21:38
quella visione, quell approccio teoretico è da un paio di decenni non solo "criticato" ma in buona parte superato. Umberto Eco, parlando da semiologo, rivedeva le sue stesse posizioni dicendo in sostanza che la fotografia non è una forma di segno. La lettura di Barthes della fotografia, strutturalismo, è figlia di un 'epoca, di una concezione filosofofica e culturale precisa oggi molto meno stabile diciamo.
resta che sono letture fondamentali per capire il percorso seguito nel comprendere /spiegare questa arte dallo "statuto debole" , inafferrabile per certi versi.
Libro bellissimo, ho pure dato un esame su La camera chiara. Il beneficio che me puoi trarre è più concettuale e filosofico che pratico, anche se il discorso relativo al "puncutm" può essere un buon suggerimento su "come" fotografare.
credo che il discorso del punctum, quello che fa lui, sia decisamente soggettivo e difficilmente applicabile a una "lettura generica". Credo in realtà che tutto il libro sia basato sulla soggettività, per quanto alcuni discorsi, seppur esposti in modo decisamente intricato, siano sensati.
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