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Avvistamenti di animali alle Pale di San Martino


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avatarsenior
inviato il 15 Agosto 2021 ore 0:03

Secondo me è che finiamo in un discorso etico e quindi ci si sposta anche di obbiettivo.
Dal mio punto di vista l'abbattimento mirato, ove necessario, non va lasciato ai cacciatori, e la caccia andrebbe abolita: non posso accettare che si possa togliere la vita ad un essere che ha lo stesso diritto di esistere che abbiamo noi solo per gioco.
Ovvio che non mi riferisco alla caccia di sussistenza, che in Italia ormai non esiste più da tempo.
Io mi ritengo ospite a casa altrui nelle mie gite in natura, e per altrui non intendo certo altri uomini.
Però è un discorso che esula dal tema reale di questo post, e che porta in direzioni troppo complesse - v. allevamenti intensivi per esempio - e soprattutto sul quale non si troverà mai un accordo.
Quindi chiudo subito l'OT.

Per il resto son d'accordo con Vittorio che sicuramente i Cervi non finiranno prima dei Lupi. E con quel che ne consegue.

avatarsenior
inviato il 15 Agosto 2021 ore 0:22

Il malgaro che aveva le capre nei pascoli alti, l'orto e i campi a quote più basse, che tagliava i boschi per produrre il carbone e che catturava animali selvatici per integrare la dieta e/o per proteggere il proprio gregge era il vero problema delle nostre montagne e minava gli equilibri ecologici di aree così delicate


Spero tanto Vittorio che questa sia una battuta altrimenti mi tolgo, sugli impianti sciistici sono totalmente d'accordo e in special modo le funi sono altamente responsabili per tante morti dei galli specialmente i forcelli , ma la zootecnia di montagna era il vero guardiano e manutentore di quei posti, la conservazione dei pascoli con la giusta delimitazione dei loro confini era creazione e mantenimento di diversità e per Tetraonidi e Coturnici l'effetto è stato lampante, il taglio di porzioni di piante da legna a spostamento degli stessi tagli è nuovamente creazione di radure a tempo determinato dove in pochi anni quel posto muta da aperto, ad avere novellame fitto per poi tornare bosco d'alto fusto, ambienti tali da accogliere di tutto, ora nelle latifoglie un sistema sbagliatissimo in particolar modo nelle faggete è stato quello di lasciare solo grosse piante dove sotto si forma uno spesso letto di foglie durissime da decomporsi e dove non spunta più niente, ambiente buono solo per turisti, al malgaro di adesso non servirebbe certo ammazzare per mangiare, con i prodotti che vende, se lo permetti di farlo, si compera il filetto tre volte in settimana oltre a tutto il resto, se lo cacci via ovvio che chiude e lascia tutto ai rovi e ortiche, vorrei vederli poi certi "sostenitori" a ripristinare un prato ( sempre non lo trovino inutile pure quello ) o a assestare una strada forestale per evitare che i temporali se la portino via, o liberare da schianti, o solo pensare di fare tante altre cose, la montagna non è solo il lupo che mangia il cervo, li vorrei tanto vedere a fare ma mi sa che questo non arriverò mai a vederlo.

vai in certe valli dell'Alto Adige e vedi come riescono a far convivere tutto e come conservano il territorio, ora vediamo che dicono quando gli verrà detto che devono stare giù perché il predatore deve stare a casa loro, se poi casa loro deve diventare la casa di tutti e tutti la vogliono come piace , in teoria, va bene.

user207929
avatar
inviato il 15 Agosto 2021 ore 0:27

@Mauro Vianello Lucifer - io non sparerei mai a un animale, mi faccio problemi anche a disturbarli e ci sto veramente molto attento, ma trovo che focalizzarsi su alcune tematiche trascurandone altre non sia un buon modo per affrontare problemi così importanti. La mia enfasi nasce tutta da tale visione. È un tema che mi sta molto a cuore, in effetti.

user207929
avatar
inviato il 15 Agosto 2021 ore 0:44

@SaroGrey - in realtà diciamo la stessa cosa. La 'cura' di certi ambienti delicati attraverso uno sfruttamento intelligente è una cosa, ma l'assurdo e ignorante sfruttamento che veniva fatto in passato ha causato problematiche gravissime. Conosco molto bene, ad esempio, l'area della Val Zoldana, ad oggi completamente ricoperta di splendidi boschi, ma con un passato di intensivo sfruttamento delle risorse boschive, che l'avevano ridotta ad una sorta di landa desolata, priva di qualsiasi equilibrio ecologico e con gravi problemi idrogeologici. Oggi quel territorio viene sfruttato in modo molto più razionale (a parte gli impianti di risalita) e con effetti evidentissimi.

avatarsenior
inviato il 15 Agosto 2021 ore 8:19

Vittorio, sul malgaro son d'accordo con SaroGray, secondo me ti sei espresso poco chiaramente.
Sicuramente in passato c'è stato uno sfruttamento intenso e pericoloso, però non ne riporterei le responsabilità principali alla gestione delle malghe e dei pascoli.
Adesso si è creata una visione più globale della gestione del territorio e - a parte i numerosi tentativi di implementare gli impianti sciistici - direi che le cose vanno meglio.
Consideriamo anche che anno dopo anno il numero dei fruitori - diciamo turisti - aumenta pure in posti dove una volta non trovavi nessuno (penso per restare in Val Zoldana ai viaz del Bosconero). E questo cambia l'economia e introduce problemi non da poco.

user207929
avatar
inviato il 15 Agosto 2021 ore 9:32

@Mauro Vianello Lucifer - sono stato effettivamente troppo netto nelle mie affermazioni, che vanno aggiornate con dei distinguo.
L'area del gruppo del Bosconero è particolarmente rappresentativa di ciò che voglio affermare. Negli anni settanta tutto il gruppo risentiva negativamente delle attività boschive e di pastorizia, svolte nei secoli precedenti, in forma fortemente deleteria. Negli ultimi 50/70anni l'ecosistema è tornato quasi in equilibrio, proprio grazie alla rarefazione dello sfruttamento delle sue risorse. Dopo l'abbandono da parte della Repubblica Serenissima del controllo di quell'area attorno al 1700, i locali ne hanno fatto uno scempio (per necessità ovviamente). La riserva naturale della Val Tovanella:
www.carabinieri.it/arma/oggi/organizzazione/organizzazione-per-la-tute
acquisita poi dallo stato negli anni sessanta, ha fatto da serbatoio per le specie faunistiche e vegetali a quel territorio, consentendo una relativamente rapida ripresa dell'ambiente naturale contiguo, proprio perché non consentiva forme di pastorizia, ne' alcuna attività di sfruttamento boschivo. Io non voglio generalizzare, ma mi preme affermare che le attività umane in territori tanto fragili vadano condotte in modo razionale, cosa che non sempre si è verificata. In altre aree, ad esempio l'ampezzano dove da sempre esistono le Regole, questa razionalizzazione dello sfruttamento si è sempre dimostrata molto efficace.
Un altro esempio: l'area pedemontana trevigiana presentava fino agli anni 50'/60' un aspetto completamente diverso da quello odierno, che si dimostra attualmente quasi completamente ricoperto da boschi. Ho avuto accesso all'archivio fotografico di un vecchio fotografo della zona e risulta stupefacente apprezzare la differenza con il passato. Le prealpi trevigiane erano quasi completamente spoglie e prive di vegetazione ad alto fusto a causa dello sfruttamento per mezzo dell'allevamento tradizionale di tali aree. I tentativi che venivano praticati all'epoca di recuperare il territorio, per mezzo di rimboschimenti a monocoltura facevano più danni, rispetto ai vantaggi che potevano apportare. Se ne vedono ancora le orribili tracce. È bastata una rarefazione dello sfruttamento del territorio e la natura, da sola e senza l'aiuto di nessuno, si è ripresa i suoi spazi. Svariate sono anche le specie faunistiche che hanno ricolonizzato l'area, nonostante il turismo vi venga intensamente praticato. Io ci abito e ho i cervi che bramiscono al di là della strada che passa di fronte a casa mia. Sono appassionato di fotografia naturalistica, potrei quindi fare un elenco di specie che potrebbe stupire chi non conosce bene tali aree, tutto sommato così vicine ad altre aree fortemente industrializzate.
Un'ultima cosa, dove vengono istituite riserve integrali orientate, adeguatamente alternate allo sfruttamento razionale del territorio, l'ambiente se ne giova moltissimo. È un dato di fatto e questo avrei voluto affermare fin da subito.

avatarsenior
inviato il 15 Agosto 2021 ore 20:29

Vittorio, esempi molto interessanti.
Ricordo la Val Tovanella, in effetti ai tempi dei miei primi vagabondaggi montani, dal 1980 in poi diciamo, era molto meno attraente della vicina zona Canpestrin. Una volta mi ci sono anche perso per un po'...
Si, la Riserva Integrale é una soluzione che funziona.
Penso che il paragone con l'Ampezzano possa reggere solo nel senso di Istituzione presente o assente, il territorio mi sembra piuttosto diverso.
Immagino - oltre ai cervi - caprioli e cinghiali, volpi, tassi, martore, donnole almeno. Più varia avifauna.
Io ho l'impressione che negli anni 80 vedevo meno fauna rispetto agli ultimi tempi.

avatarjunior
inviato il 15 Agosto 2021 ore 21:45

Allora, come ti hanno detto alcuni il periodo non è quello migliore. In agosto gli animali tendono a reagire negativamente alla gran quantità di turisti.
Ciò detto, in zona:
- Cavallazza piccola e Cavallazza per i camosci;
- Sentiero dal Passo Vallès verso il Mulaz per le marmotte;
-:Sentiero da Fuciade verso Forca Rossa per le marmotte;
Ovviamente su questi percorsi le probabilità aumentano di molto al primo mattino, quando non è ancora passata la folla.
Per i cervi può invece essere interessante un giro in auto poco dopo il tramonto; spesso si vedono sui tratti di strada che da Paneveggio salgono al Rolle o al Vallès.

avatarsenior
inviato il 15 Agosto 2021 ore 22:30

Io direi un attimo di attenzione con questi cervi, una loro numerosa presenza non è sinonimo di totale ripresa da parte della natura dei suoi territori, certo ha diritto di esserci ma non padroneggiare troppo, è grande, forma grandi gruppi, mangia tanto, incide in modo rilevante sul novellame delle piante, un grande erbivoro che tempi addietro non era presente in tutte le valli dove al suo posto i caprioli a quote più basse e camosci a quelle più alte con nel mezzo una fascia in comunione erano ben presenti, poi è arrivata l'esplosione a discapito degli altri due e per peggiorare le cose sono state fatte immissioni di stambecchi ( in certe zone poi progetti andati veramente male ) e pure mollati i mufloni, totalmente non autoctoni, giochi che possono rivelarsi poi problematici, lo stesso vale per il progetto Life Ursus, sotto certi aspetti buono e con aspettative altrettanto buone, però con altri aspetti forse non previsti e ora un filo difficoltosi da risolvere perché avvolto da tanta burocrazia, lo scopo principale del progetto era partire con delle immissioni mirate e favorire una diffusione omogenea su tutto l'arco alpino come lo era il secolo scorso ma due aspetti credo non previsti si sono rivelati problematici, primo alta concentrazione voluta dall'animale stesso in aree relativamente ristrette con diffusione non certo omogenea e come secondo la diffusa abitudine di questi animali di portarsi presso insediamenti umani, non solo presso aziende zootecniche esterne o ai margini degli abitati ma con frequenti presenze proprio all'interno di aree abitate, parchi adibiti ad attività fisiche e locazioni adibite ai contenitori dei rifiuti,

questo non era stato previsto e/o sottovalutato e le soluzioni e interventi ora vengono resi molto problematici, non è nemmeno concesso la cattura e spostamento che subito "movimenti" di scarsissima competenza si fanno sentire spesso con toni e minacce assolutamente da perseguire con fermezza.

Questo spero sia chiaro.

avatarjunior
inviato il 15 Agosto 2021 ore 22:53

3 settimane fa scendendo dal rolle poco sotto al parcheggio dove c'è la piccola funivia fatta a nastro trasportatore pascolava tranquillo un cervo alle 8 di sera. Visto anche un paio di volte una volpe aggirarsi li, soprattutto d'inverno. Forse affamata. Sempre all'imbrunire/buio.

user207929
avatar
inviato il 15 Agosto 2021 ore 23:55

@Mauro Vianello Lucifer - la zona del Campestrin gode di una posizione privilegiata ed è effettivamente un'area di bellezza straordinaria. Purtroppo in passato era molto battuta dai cacciatori di frodo, ma l'aver attrezzato a bivacco un'ex malga e l'aver segnalato i sentieri ha in qualche modo limitato la loro azione. Segnalo la presenza della vipera del corno (ammodytes), la quale ha il suo areale preferenziale dall'altra parte del Piave, in Friuli, ma è invece discretamente presente anche in tali aree del gruppo del Bosconero. La segnalo non certamente come avvertimento di un pericolo, ma come occasione di un incontro di grande interesse.

@SaroGrey - è un dato di fatto che i cervi rappresentino spesso un problema, negli ultimi quarant'anni hanno trovato uno sviluppo abnorme in moltissime zone d'Italia, causando problemi, oltre che al patrimonio boschivo, anche ad altre specie. La mancanza di predatori specializzati ha favorito il loro evidente sviluppo.
Per ciò che attiene all'orso devo dire che anch'io ho alcune perplessità e non riesco a prendere una posizione definitiva nel merito. Forse dovremmo imparare meglio a gestirne la presenza. Ma il fatto che riesca a riprodursi in specifiche aree potrebbe essere significativo della qualità dell'ambiente. Io spero si riesca a trovare un modo per fargli condividere convenientemente con noi le nostre meravigliose montagne.

avatarsenior
inviato il 15 Agosto 2021 ore 23:55

Quello che volevo dire senza ovviamente sconsolare nessuno che oramai l'avvistamento di cervi sta diventando non dico monotono ma presto ci siamo e oltremodo purtroppo e ripeto purtroppo non è più sinonimo di ambiente preservato.

Manco vi faccio vedere in quale stato di deturpamento del territorio da parte umana si presentano certe zone delle mie parti, una cattura da maps sarebbe abbastanza per rabbrividire e nonostante questo questo animale che sta sempre più assomigliando ad una mucca rinselvatichita ci si è piazzata dentro, tanto per fare un esempio metto uno screen di una mia foto di qualche anno fa ma non certo tanti, bene questo è quanto si può vedere in pieno pomeriggio a 30 metri da una strada provinciale e con in una porzione di bosco stretta tra due vicinissime zone di estrazione mineraria di superficie, con un fracasso continuo e traffico sostenuto, parliamo di scarsi 400 mt di altitudine, a 5 minuti di auto dal paese mio.


Se ne contano nove perché gli altri sopra non riuscivo a metterli dentro, ma ne ho visti in gruppi ancor più numerosi, quando ero giovane trovare una impronta significava bevuta al bar.;-)


avatarjunior
inviato il 16 Agosto 2021 ore 7:04

Visto che sono stati citati "off-topic", dimenticavo che in zona puoi trovare anche gli stambecchi, tutto dipende da quanto disposti a camminare sono i tuoi figli.
So per certo che sono presenti sulla catena settentrionale delle Pale, però personalmente non conosco i posti dove è più facile vederli. Poco più a nord, nella zona sopra Fuciade che ti ho già segnalato per le marmotte, ci sono sia un gruppo di femmine con i piccoli che gruppetti di maschi sparsi. Ovviamente in questo periodo bisogna salire un po' in alto, su per i ghiaioni e sotto le prime rocce. Comunque, tutta la cresta a nord del Passo di San Pellegrino, dal Passo delle Selle al Passo di Forca Rossa, è buona. Spostandosi più ad est, nella zona delle Cime d'Auta, c'è uno storico grosso branco di maschi con esemplari molto belli, ma richiede più di due ore di avvicinamento.

avatarjunior
inviato il 16 Agosto 2021 ore 9:24

Grazie Blackgrouse, ottime indicazioni. In effetti mi hai fatto ricordare di aver visto un paio di stambecchi una decina di anni fa sulle creste del Lagorai, su un sentiero storico intitolato ad un soldato di cui non ricordo il nome

avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2021 ore 13:27

Gli stambecchi se li vedi dan soddisfazione, son meno timidi dei camosci e si lasciano avvicinare alquanto.
I mufloni non so a chi è passato per la testa di introdurli, e con quali scopi...
Grazie Vittorio per la segnalazione (Vipera dal corno), è un po' che non passo di là.

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