| inviato il 10 Luglio 2021 ore 13:57
Ho inserito il suggerimento di Jack, tuttavia l'esperienza dimostra che se non siamo capaci di disciplinarci, è possibile che saremo presto disciplinati da una serie di divieti. Il parco nazionale del Circeo non è certo un ente che si sia distinto come campione di conservazione, ma appena un fotografo è stato sorpreso sotto la piattaforma eretta per incoraggiare la nidificazione del falco pescatore, ha recintato una vasta zona impedendo ai fotografi di frequentarla. La cultura e la consapevolezza sono essenziali per prevenire un mondo pieno di divieti. |
user19933 | inviato il 10 Luglio 2021 ore 14:03
Ricordo tra l'altro uno speciale visto sul canale Arte in cui facevano vedere come le stesse biciclette a noleggio, reperibili nelle città "a vocazione ecologica" siano diventate a loro volta un problema ecologico. Interi cimiteri sconfinati di biciclette che nessuno vuole smaltire (perché smaltire costa, e le bici da smontare sono una rogna) e che oramai, in paesi come Cina e India, sono un vero problema perché hanno raggiunto volumi impensabili solo pochi anni fa. Ergo: non è tanto metterti la bicicletta a disposizione ovunque il problema, quanto fartela usare per 20 anni anziché un paio e dopo gettarla chissà dove (lontano dagli occhi lontano dal cuore, comunque). |
| inviato il 10 Luglio 2021 ore 14:57
Regalare la propria attrezzatura alle scuole quando si fa un upgrade credo che sia un ottimo modo di non sprecare e di avvicinare i ragazzi alla fotografia o alla tecnologia. Un secondo aspetto fondamentale è sapersi fermare e rinunciare alla foto prima di causare un danno. Fare un danno non è solo spaventare il soggetto, ma anche alterarne la zona di nidificazione, sottrargli del cibo, esporlo ad un predatore. Ho ancora un rimorso lancinante per un passo falso fatto lungo il Sesia: feci rumore e s'alzò lo stormo di anatre che stavo osservando. Raggiunta che ebbero in volo l'altra riva, partì una salva di doppiette di cacciatori. Capitò quando ero poco più che un ragazzo inesperto, circa 30 anni fa, ma ancora non mi do pace. Ma ogni volta che fotografo o osservo, ricordo il tuonare di quelle doppiette e mi tengo lontano. Non si contano le barbule delle penne? Pazienza, una foto mediocre in più e un'anatra arrosto in meno! |
| inviato il 10 Luglio 2021 ore 15:43
Siamo troppi, finirà in un bagno di sangue e chi resterà vivo starà bene per qualche altro millennio. |
| inviato il 10 Luglio 2021 ore 17:07
Oddio dai... cerchiamo di stare in tema. Soprattutto pensiamo a quello che concretamente possiamo fare. |
| inviato il 10 Luglio 2021 ore 18:32
Innanzitutto il Protocollo di Kyoto impone che entro il 2022 tutte le full frame con le loro lenti assurde dovranno essere rottamate in favore di sensori più sostenibili come il m43, il pollice o sue frazioni. La A9 e' dunque da eliminare subito o quasi Spostarsi in bici per scattare senza ricorrere a trucchi (no motore) accresce ulteriormente il livello di fotografia sostenibile. |
| inviato il 10 Luglio 2021 ore 19:26
Le FF possono essere usate con lenti Vintage, che essendo "riciclate" sono ecologiche... e non sto scherzando |
| inviato il 10 Luglio 2021 ore 19:29
La fotocamera dovrebbe essere usata per almeno 10 anni prima di passare al modello nuovo. Quella vecchia, se funzionante, va regalata a un ragazzino/ina, che ne sarà sicuramente felice. |
| inviato il 10 Luglio 2021 ore 19:40
Personalmente ho sempre venduto o regalato le vecchie attrezzature. Possiedo solo un 17-40, un 70-200 e un 200-600 che uso regolarmente. |
| inviato il 10 Luglio 2021 ore 20:21
“ Fotografare la Tunisia senza ripulire OGNI fotografia dalla spazzatura onnipresente è impossibile, al punto che spesso mi sono chiesto quale sia il comportamento più "intellettualmente onesto" da adottare: 1) te la faccio vedere per come è davvero: sporca! 2) ripulisco i file uno ad uno perché, in fondo, non faccio il giornalista e le mie sono foto da turista.... 3) lascio la macchina fotografica nella custodia e vado oltre chiudendo gli occhi e dicendomi: "peccato"... 4) mi rimbocco le maniche e ripulisco in prima persona la sporcizia Ecco. Ora qui la nuova moda (giovanile) è proprio quest'ultima: Si va in un posto bello ma sporco, lo si fotografa per com'è, senza abbellimenti, poi si mettono via le macchine fotografiche e si comincia a pulire, in gruppo. Una volta terminato si passa alla vera sessione di shooting fotografico, tra foto naturalistiche, qualche dettaglio, qualche ritratto e l'immancabile foto di gruppo. Nei social più che altro finisce il "prima e dopo" per evidenziare come, volendo, qualcosina nel nostro piccolo si potrebbe fare. Ma ovviamente questa pratica riguarda più i locali che i turisti i quali oltre a lamentarsi della sporcizia risolvono la cosa dando un calcio alla busta di plastica e sicuramente facendo uso abbondante di "cancellino" con Photoshop et similia. Confesso di essere un po' in crisi sull'atteggiamento da tenere. Il comportamento di alcuni ragazzi (sopra descritto) mi dà speranza ma per 10 così ve ne sono 1000 assolutamente da prendere a calci nel sedere. „ Non si possono non fare i complimenti a quelli che puliscono, anche se non sporcare sarebbe di sicuro più facile. Una cosa meno impegnativa che potremmo fare tutti potrebbe essere questa: quando capita di fotografare un paesaggio più o meno pesantemente invaso dai rifiuti non credo ci sia niente di male a "ripulire" l'immagine in PP. Però potremmo anche, quando rendiamo queste immagini pubbliche, mettere a fianco la foto del luogo come si presentava prima del fotoritocco, con tutte le schifezze presenti. |
| inviato il 12 Luglio 2021 ore 9:02
Mi aggiungo anch'io visto che Claudio mi ha chiesto un'opinione :-) Non penso che i fotografi siano una categoria che "inquina" più degli altri, ma in generale ci sono tanti piccoli accorgimenti che ciascuno più adottare (fotografo o meno); in primis penso che ridurre gli sprechi ed evitare il consumismo sfrenato siano un buon inizio. |
| inviato il 12 Luglio 2021 ore 9:31
Un tema che mi sta abbastanza a cuore, da non-amante del caldo e amate dei vari ghiacciai che si ritirano a vista d'occhio... Ricordo che da inizio anno sono desertificati 6'300'000 ettari (fonte www.worldometers.info ) cifra che personalmente fa paura. Personalmente (in generale non solo in fotografia) ho preso alcune misure. -Compro soprattutto oggetti usati (e rivendo se non li utilizzo) -Uso spesso bici o/e treno per muovermi -Compro locale, cibo del posto...talvolta è meno costoso e quasi sempre migliore (la frutta che matura sulla pianta è molto più buona che maturata nella stiva di una nave...) -Quando compro un oggetto guardo la politica della azienda che la produce. - www.ecosia.org (funziona bene) - Lascio un po' di soldi qua climeworks.com -e altro che non mi viene in mente PS una domanda Juza: Da amministratore del sito, fai qualcosa in tal senso o hai intenzione di fare qualcosa in futuro? (CO2 neutral, ecc) |
| inviato il 12 Luglio 2021 ore 10:19
Ringrazio tutti per il contributo. In realtà ci troviamo ad un punto in cui ci conviene ripensare a quello che facciamo. Infatti i problemi ambientali che abbiamo causato ci impediscono fisicamente di utilizzare territori sempre più ampi del pianeta da cui siamo progressivamente esclusi. Se il Sahara è raddoppiato di superficie questo vuol dire che enormi aree precedente abitate oggi sono state abbandonate. Se il mare si innalza, occupa porzioni di pianure abitate che vengono evacuate e abbandonate. La produzione di co2 è il motore di tutto questo. È necessario ripensare i nostri comportamenti confrontandoci con il problema del surriscaldamento. La giovane scandinava Greta Thumberg ha semplicemente sollevato questa necessità. I giovani infatti vivranno in un mondo più sporco e più inquinato a causa dei comportamenti passati e attuali di noi adulti. |
user19933 | inviato il 12 Luglio 2021 ore 11:30
Per ridere: - una batteria di scorta in meno a testa; - più jpg sviluppati in camera e meno raw da sviluppare su PC a corrente alternata; - meno doppi corpi macchina settati e più cambi lenti on the road; - autoimporsi che "il prossimo acquisto" sarà fatto nei mercatini dell'usato fotografico; Cmq tutto ruota (o gran parte) intorno alla cultura consumistica del "voglio il top del meglio del top", e lo si vede non solo nelle attrezzature fotografiche ma in ogni fase del nostro hobby: dall'elaborazione alla dispendiosissima stampa fine art. Il "top del meglio del top" non può sposarsi con la cultura ecologista, credo in nessun settore. |
| inviato il 12 Luglio 2021 ore 11:35
Purtroppo è la base stessa su cui poggia l'umanità che è sbagliata, il mantra che accompagna tutti quanti, politici in testa: CRESCITA, CRESCITA, CRESCITA Crescita significa maggiori consumi, maggior sfruttamento delle risorse, maggior consumo di energia, maggior inquinamento, maggior CO2, ecc. Cambiare il mantra è dura: sono migliaia d'anni che è in voga, e mi sa tanto che fa parte del nostro DNA. Ci vorrebbe per prima cosa una bella DE-crescita, e poi una stabilità che non faccia danni. Non vedo però all'orizzonte nulla di questo genere... nemmeno in lontananza. In fotografia è lo stesso: progresso, miglioramento tecnico continuo, seppur perfettamente inutile dal punto di vista dei risultati. Utile solo a tenere in vita le aziende, e se possibile fare utili. Sta a noi singoli fare le scelte : comprare comprare comprare, o usare meglio quello che già abbiamo? La seconda opzione sarebbe già un buon primo passo. |
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