| inviato il 22 Giugno 2021 ore 11:50
E invece per le pellicole a colori cosa mi dite? Ci sono novità negli ultimi anni? Non sono aggiornato. Domenico e Paolo: negativi e dia propongono qualcosa di nuovo? Ovviamente per le dia io sono rimasto alle Velvia 50 e 100 e alle Provia 100 F che preferivo se volevo tonalità più fredde come per paesaggi marini. Per il negativo colore, non so, non mi è mai piaciuta la stampa ottenuta da negativo colore |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 11:59
sono uscite l'anno scorso le Kodak Ektachrome... |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 12:00
“ E comunque, per me, il pregio di certe pellicole non sta nelle coppie di linee quanto nella ... „ idem con patate naturalmente! poi sul potere risolvente delle pellicole ci sarebbe talmente tanto da dire... che si risulterebbe logorroici. |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 12:11
Pellicole che risolvono come sensori da 50mpx, mah di norma si ritiene che un 135 ci stampi bene solo gli A4, se hai la pellicola è ottica veramente buona ti fermi ad A3, in un altro tipico è venuto fuori che con 24mpx stampi uguale ad un 48mpx fino A1, quest'ultimo per comincia ad avere un vantaggio che si nota da A0 |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 12:12
Sì, so che intorno al 2010 era cessata la produzione, poi verso il 2017/18 è ricominciata. Io ricordo che la utilizzavo, la 100 ISO: ricordo la E 100 GX che aveva dei colori un po' più caldi che usavo per paesaggi autunnali perchè scaldava un po' il fogliame. Credo che non esista più: è così? Quali versioni esistono? Ne usavo negli ultimi anni soprattutto con la mia Mamiya 7, anche se soprattutto mi servivo di Fuji. Per il medioformato quali dia esistono? |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 12:29
@ Lomography“ (...)di norma si ritiene che un 135 ci stampi bene solo gli A4, se hai la pellicola è ottica veramente buona ti fermi ad A3(...) „ Cosa che vale soltanto ed unicamente se si è schiavi del " Culto della Nitidezza ", dove le foto vengono valutate ed esaminate unicamente con la lente contafili e dove l'insieme dell'immagine è del tutto cosa secondaria. |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 12:48
Enzo un momento, il lato artistico in questo caso non c'entra nulla, si parlava di risoluzione tra pellicole che risolvono 300 e più linee a cosa fossero comparabili in digitale |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 13:39
Molto interessante questa disanima delle varie pellicole, volendo approcciarmi a foto di paesaggio urbano a colori su formato 6x7 che pellicole consigliereste? |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 13:57
Su negative a colori per paesaggi non c'è scelta, vai di Ektar |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 14:04
Mi sto facendo un'idea e non so se è corretta. Se dico boiate fermatemi. Spesso sento dire che la post produzione di un file RAW è equivalente allo sviluppo. E' un concetto che faccio fatica a comprendere. Una post produzione ha una tale ampiezza di possibilità che è infinitamente più potente del semplice sviluppo e dei successivi interventi sulla resa dell'immagine in fase di stampa analogica. Questo non vuol dire che uno sia meglio dell'altro. Questa capacità consente di spingersi fino ad avere risultati finali che appartengono più al mondo della creazione grafica che della fotografia intesa in senso "tradizionale". Come se il soggetto e la ripresa fossero più uno spunto di partenza. In sostanza il grado di intervento sull'immagine dipende dal grado di "rispetto" che le dedichiamo, partendo dal presupposto che lo scatto è preceduto da un'intenzone che dovrebbe conservarsi nelle fasi successive. Ovviamente sono solo personali considerazioni Un ultimo aspetto riguardo al colore. Sono fra quelli che considerano il colore molto più importante della definizione estrema. A parte questo, il solo fatto che il colore nella pellicola si forma in profondità, attraverso i tre strati che la compongono, impedisce qualunque confronto con un sensore. |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 14:44
bene... normalmente chi tende a scattare in analogico (fotoamatore dilettante) senza farsi troppe fisime su TUTTE le milionate di variabili, viene etichettato (dai soliti e famosi "GURUGURU" cit.) come uno che nn sa niente, che si accontenta di quel che partorisce, che la fa troppo facile ... Un facilone appunto! Per quel che mi riguarda e per quel che può contare non è così ... semplicemente, come tanti, dopo anni di prove, test, esperienza, buona parte di quanto accumulato (sempre cmq utile), è finita bellamente nella differenziata ... Per le pellicole ad esempio mi rifaccio per sommi capi in quel che dice Domenico > “ E comunque, per me, il pregio di certe pellicole non sta nelle coppie di linee quanto nella ricchezza e nella progressività dei passaggi tonali e dei piani di messa a fuoco. „ si continua a inseguire (anche in analogico) una certa idea di "qualità" che alla fine risulta quasi sempre teorica; a meno di voler procedere con una visione tecnicistica dell'immagine, di cui a me interessa meno di ZERO. E qui prendo in prestito il commento di Enzo C. > “ Cosa che vale soltanto ed unicamente se si è schiavi del " Culto della Nitidezza ", dove le foto vengono valutate ed esaminate unicamente con la lente contafili e dove l'insieme dell'immagine è del tutto cosa secondaria. „ Riguardo le lpm tanto care ad alcuni ... sarebbe bene informarsi non tanto sui data-sheet dei produttori e dare per scontato che più "potere risolvente" = "immagini più belle, più nitide etc etc" . Probabilmente si andrà incontro a brutte sorprese quando il neg sarà sotto l'ingranditore ... infatti le pellicole (bn) più risolventi, come scrivevo sopra, hanno sempre bassi ISO e contrasto alto/altissimo, oltre ad una latitudine di posa da galera. E come volevasi dimostrare le più risolventi erano/sono quelle Tecniche (microfilm) o per fotografia aerea (topografia, militare etc)... Quasi sempre, con queste pellicole, in stampa andremo a perdere (a meno di essere dei geni della CO) parecchi grigi, parecchi dettagli e sfumature, i passaggi tonali che in analogico bn, dovrebbero essere quelli a fare la differenza (Domenico docet). Ricordo altresì che la risolvenza di una pellicola indicata nei data-sheet è si reale, MA PURAMENTE TEORICA ... Una volta applicata la lente ed eseguito lo scatto, già a quel punto la risolvenza crolla drammaticamente... anche usando lenti super-performanti da migliaia di € ... senza contare quello che succederà dopo (sviluppo/scansione/stampa) ... altra caduta di risolvenza. La caduta di risolvenza nn è lineare per tutte le pellicole (i fattori sono molteplici) e potrebbe essere benissimo che %mente perde di più una pellicola ad alto potere (teorico) risolutivo, che una con una risolvenza media. Seguendo la traccia qualitativa delle LPM, non si capisce perchè a livello commerciale, le varie TP, Copex, etc etc, dalla risolvenza elevata, non abbiano avuto uno strepitoso successo commerciale ... addirittura, al contrario, sono uscite di produzione! Forse perchè si perdevano sotto ingranditore tutte le caratteristiche che citava Domenico ? Probabilmente perchè il gioco (qualitativo) nn valeva la candela ??? Quasi sempre in fotografia analogica 2+2 nn fa 4 ... servirebbe insomma fidarci di più di quello che i ns occhi vedono e quello che elabora il ns cervello. Godere di una fotografia alla distanza esatta rispetto al formato e cestinare una volta per tutte la LENTE CONTAFILI ... ha fatto più danni lei all'analogico che nn l'avvento del dgt ! Ho ripescato (con fatica enorme !!) un vecchio articolo di Tim Vitale eccellente; parla della grana, risoluzione etc etc delle pellicole. Lo stampai su carta all'epoca delle mie fissazioni sulla qualità (un'era geologica fa). Con più fatica ancora sono riuscito a recuperare il link... E' un testo eccellente !! Consiglio agli interessati di leggerlo bene (magari di stamparlo prima che scompaia) e di trarne le proprie conclusioni. vashivisuals.com/wp-content/uploads/2017/07/2007-04-vitale-filmgrain_r A presto! |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 18:20
Schyter il link messo in archivio sul PC, inutile stamparlo perché non leggo l'inglese ieri sera stavo convertendo qualche negativo con Negative Pro, e mi sono reso conto di come il digitale sia il diavolo e l'acqua santa, con la possibilità di applicare al raw più profili colore si perde un sacco di tempo per decidere quale usare, poi si passa ad una ritoccata al WB poi luci ombre, una sistemata al colore con le tonalità, poi si prova con le curve di luminosità, insomma in incubo alla fine ci si chiede quale sia la vera resa in contrasti e tonalità della pellicola che si ha in mano, perché i risultati che propone il digitale sono così contrastanti da essere sorprendenti probabile che se avessi stampato con ingranditore avrei perso meno tempo, e quello che ti veniva amen senza troppe paturnie |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 18:34
@ Lomography “ ... inutile stamparlo perché non leggo l'inglese „ un vero peccato ... magari preoccupati di nn perdere il link e se ti capiterà, prova a tradurlo. uno spunto interessante dell'articolo è questo (prova a tradurlo con google in automatico... nn sarà precisissimo ma rende bene l'idea) >>> Film Resolution - Sharpness Film Resolution defines the potential resolving power of a film; Kodak calls this sharpness. Resolution is determined using the MTF Curve, which is found in the film data sheets supplied by manufacturers. The MFT Curve is measured using a sine wave bar chart printed directly on the film. The measurement does not involve a lens; it is printed directly, and required about 2 weeks for a measurement to be made by manufacturer technicians. In reality the resolution of film involves using a lens. Based on the Resolving Power Equation(s) used by both Kodak and Fuji, the actual resolution of a “film-and-camera system” must be decreased by 30-80%, from native resolution. The greater the "native" resolution of the film, the greater the loss of the resolution in the system, due to the use of a specific lens. The loss of system resolution is due to degradation of the image (1) exposed through a lens, (2) variables in film transport and (3) film processing. |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 18:56
usero proprio santo google traduttore , qui una perla per tutti “ Equazioni utilizzate sia da Kodak che da Fuji, la risoluzione effettiva di un "sistema di pellicola e fotocamera" deve essere ridotto del 30-80%, dalla risoluzione nativa. Maggiore è la risoluzione "nativa" di pellicola, maggiore è la perdita di risoluzione nel sistema, dovuta all'utilizzo di un obiettivo specifico. „ bho poco mi importa, io uso di norma pellicole colore da 100 200 e 400 iso, la nitidezza é secondaria, do più importanza ai contrasti resa sul colore e grana |
| inviato il 22 Giugno 2021 ore 18:56
“ uno spunto interessante dell'articolo è questo „ Questo avviene anche con il sensore, c'è sempre di mezzo l'obiettivo che fa calare la risolvenza ed il contrasto. Nella stampa analogica c'è inoltre un passaggio in più che riduce ancora le prestazioni teoriche della pellicola, cioè l'ingranditore per la stampa. Interessante che le misurazioni vengano fatte mediante stampa direttamente sul negativo. Comunque non è assolutamente detto che un interesse nei confronti di aspetti tecnici (come risolvenza, curve MFT, lp/mm, contrasto, formule che correlano la risolvenza totale con quella dei singoli elementi in gioco, confronti con il digitale) significhi attribuire a tutto ciò un'importanza fondamentale nel risultato finale di una fotografia. Esiste anche la semplice curiosità per aspetti tecnici; io per esempio non fotografo su pellicola e quindi il mio interesse per questo argomento non ha niente a che vedere con la ricerca di nitidezza in una foto. E comunque, se è vero che la nitidezza estrema in sé non fa una bella foto, figuriamoci l'assenza di nitidezza. |
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