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Dove si producono le fotocamere?


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avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 14:40

Salve,

ho seguito con interesse la discussione, chiusa alla 4ta pagina, sulla situazione produttiva/finanziaria di Nikon.

Dopotutto è storia vecchia, che non fa altro che ripetersi.

L'elefantiasi organizzativa di Zeiss Ikon all'alba degli anni 70, fu la ragione prima della chiusura di un marchio glorioso, con la sola sopravvivenza di Carl Zeiss, quale produttore di ottiche.

Rollei Werke Franke & Heidecke, nella sua "ora più buia", ebbe l'intuizione vincente, grazie alla dinamicità del management capeggiato dall'altrimenti discusso Dr. Peesel.
La casa di Braunschweig aveva pronti dei progetti profondamente innovativi e vide bene di aprire a Singapore: manodopera abile, stipendi bassissimi, incentivi fiscali.

Allora come ora, con Cina, Thailandia e dintorni (manca solo la Corea del Nord, ma chissà...). Nulla di nuovo sotto il sole.

Ed allora cosa avvenne? Un coro di lamentazioni da parte dei puristi del "Made in Germany", mentre lo stabilimento di Singapore sfornava in quantità prodotti qualitativamente straordinari e per tecnologia, e per finitura: avete mai preso in mano, ad esempio, una Rolleiflex SL35e? È eccezionale, per il suo tempo; e rifinita come meglio non potrebbe, da operai motivati, benissimo addestrati ed affiancati da specialisti germanici, cui spettava il controllo qualitativo finale. E corredata da obbiettivi Zeiss, costruiti su licenza da Rollei, proprio a Singapore.

Nonostante la produzione in area di bassissimo costo della manodopera, ciò non incise sul prezzo di vendita dei prodotti che, nonostante l'altissima qualità e tecnologia, per il pubblico era "roba fatta a Singapore" e, leggendo la sezione storica di "Rollei Report" di Claus Prochnow (che fu in Rollei), ci si accorge che i guai che portarono Rollei al disastro finale, fu anche la "disaffezione" per il marchio, causata dal decentramento produttivo.

Ora, le cose sono pure più complicate, in quanto, più o meno diviene nebuloso il chi e dove, progetti e costruisca i nostri materiali.

E nonostante ciò, sono tutti materiali mediamente buoni/ottimi, con buona pace dei sostenitori e detrattori di questo o di quel marchio.

Da tutto ciò, sfugge però un dettaglio: i "decentramenti" produttivi, se da un lato non incidono sul prezzo finale di un bene, dall'altro hanno un rilevante costo sociale, le cui cifre divengono solo un dato statistico, ovvero quello dei lavoratori d'ogni livello, che alla chiusura di uno stabilimento vanno a spasso.

Ecco, questo mi disturba assai più del sapere che la mia Nikon sia "Made in Japan" o "Made in Vattelapesca".

avatarjunior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 14:43

Io cambierei la domanda "Dove si producono le fotocamere?", in "Dove si dovrebbero produrre le fotocamere?" Sorriso

E risponderei con:
-dove si sanno fare bene
-dove si può imparare a farle bene in tempi ragionevoli e con investimenti ragionevoli

Naturalmente, questo vale lasciando fuori considerazioni sulle manovalanze e sul loro impiego.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 14:59

Negli anni '80 Leica e Minolta sottoscrissero un rapporto di collaborazione per la costruzione di alcune ottiche a marchio Leitz da parte di Minolta in Giappone. Ebbene pur essendo il partner Minolta di grande esperienza alcune ottiche mitiche di Leica continuarono ad essere prodotte in Germania a Wetzlar nella fabbrica Leica perché i clienti volevano la scritta made in Germany.

avatarsupporter
inviato il 11 Giugno 2021 ore 15:07

Si producono dove costa meno con il vincolo di mantenere lo standard qualitativo richiesto.


avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 15:24

Però poi, ottiche ed apparecchi, in negozio non costano un centesimo in meno.

Nemmeno dimenticare poi, che una fotocamera non è più uno strumento fatto per durare, ma va cambiata spesso, per poter garantire gli alti numeri produttivi.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 15:35

Alla domanda si dovrebbe rispondere: dove le producono bene, infatti quelle prodotte in Corea, Thailandia, Messico, Romania potrebbero avere una qualità maggore di quelle prodotte in Giappone, quello che conta è quale filosofia si vuole applicare su un prodotto.
Poi ci saranno sempre gli sciocchi che diranno; meglio in Germania che in Cina.

avatarjunior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 15:36

Però poi, ottiche ed apparecchi, in negozio non costano un centesimo in meno.


Le aziende virtuose dovrebbero dirottare (almeno parte) del risparmio su altre voci di costo/investimento. Ad esempio, investo di più in R&D per migliorare il progetto e poi recupero i maggiori costi delocalizzando.

Nel caso di Nikon, la delocalizzazione serve anche a diminuire il delta tra ricavi e costi (cioè a ridurre le perdite). Quindi, come giustamente dici tu, in negozio il prezzo rimane uguale (o sale) ma probabilmente aumentano le possibilità di rimanere sul mercato nel lungo periodo.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 15:51

“Poi ci saranno sempre gli sciocchi che diranno; meglio in Germania che in Cina”

E ci sta', ma avendole avute un po' tutte (le nikon intendo), dal passaggio dal made in Jap su Thai, la differenza la si tocca e bene. Anche solo nel confronto D700->D810/850.

A livello qualitativo di costruzione v'e' un abisso.

Ora venderanno un'ammiraglia, la Z9, che sara' made in Thai, poi i lunghi 400/600mm da 15000 sacchi sempre made in Thai..

Io non sarei tanto felice di spendere tutti quei soldi su materiale di quella caratura, che verra' prodotto dove fino a ieri facevano i 50ini da dozzina.

E penso anche tanti altri.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 15:51

ci si accorge che i guai che portarono Rollei al disastro finale, fu anche la "disaffezione" per il marchio, causata dal decentramento produttivo.

Ora, le cose sono pure più complicate, in quanto, più o meno diviene nebuloso il chi e dove, progetti e costruisca i nostri materiali.


Io penso che grandissima parte di quelli che portano macchine al collo di un marchio od un altro non sa minimamente nulla del paese di origine di quel marchio. Quindi se ne infischiano altamente.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 15:59

Poi ci saranno sempre gli sciocchi che diranno; meglio in Germania che in Cina.


Beh, io sarò anche "sciocco", però preferirei che le facessero in Europa, facendo lavorare un operaio europeo, piuttosto che in culonia inferiore, facendo lavorare chissà chi.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 16:02

potrebbero pure produrle a Kabul ... ma se le maestranze e il CQ è imposto dall'azienda madre non cambierebbe niente.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 16:03

“ma se le maestranze e il CQ è imposto dall'azienda madre non cambierebbe niente”

E' quello il problema, dove spendi meno hai meno controllo. Piu' scarto, e qualcuno di quelli te lo vendono anche. Tanto poi ci pensa Nital a sistemartelo MrGreen

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 16:07

Mah, sembra che qui nessuno abbia mai comprato un prodotto cinese ... io ho fatto diverse prove, e in seguito a quelle prove, ora se posso evito.

Guanti da lavoro che sono durati due ore.
Piatti di porcellana per diluire i colori ... ruvidi.
Colori ... vabbè, di quelli non parliamone neppure.
Treppiedi le cui gambe si piegavano.
Piastre e staffe ad "L" fuori standard che non si bloccavano nei clamp.
E altre cose che ormai ho dimenticato (con piacere).

Io, a dove sono fatte le cose, do importanza, perché dal "dove" spesso e volentieri dipende il "come".
Tantopiù se le devo pagare come se fossero fatte a mano in Norvegia.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 16:08

Beh, io sarò anche "sciocco", però preferirei che le facessero in Europa, facendo lavorare un operaio europeo, piuttosto che in culonia inferiore, facendo lavorare chissà chi.


Ecco, da considerare anche questo oltre al fatto che se facciamo produrre tutto in un singolo paese/zona, aumentiamo anche altri rischi... che già si stanno concretizzando.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2021 ore 16:20

Mah, sembra che qui nessuno abbia mai comprato un prodotto cinese ... io ho fatto diverse prove, e in seguito a quelle prove, ora se posso evito.

Guanti da lavoro che sono durati due ore.
Piatti di porcellana per diluire i colori ... ruvidi.
Colori ... vabbè, di quelli non parliamone neppure.
Treppiedi le cui gambe si piegavano.
Piastre e staffe ad "L" fuori standard che non si bloccavano nei clamp.
E altre cose che ormai ho dimenticato (con piacere).

Io, a dove sono fatte le cose, do importanza, perché dal "dove" spesso e volentieri dipende il "come".
Tantopiù se le devo pagare come se fossero fatte a mano in Norvegia.


c'è prodotto cinese, e prodotto cinese. Alcuni sono di livello assolutamente eccellente, e infatti stanno costruendo una stazione spaziale tutta loro, e hanno mandato una sonda su marte che si è appena fatta una foto.

Diciamo che vale il detto: chi più spende, meglio spende. Se vuoi spendere poco (e con alcuni prodotti cinesi si può spendere davvero poco) non ti puoi aspettare standard qualitativi elevati. Ma è implicito nell'acquisto.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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