| inviato il 23 Aprile 2021 ore 17:33
Max il lavoro di D'Agata non deve dimostrare la letalità del virus, non deve colpire i media con messaggi benevoli, ma è la sua visione della pandemia, visione del tutto introspettiva e fuori dagli schemi. E' reportage e non fotogiornalismo, non segue le mass ed è libero da ogni schema. La foto “scontata” invece è la foto perfetta di giornalismo, quindi di attualità, un simbolo. Sono messaggi diversi. Questa foto è talmente perfetta per il WPJ che reputo appunto scontata la sua vittoria. Personalmente continuo a preferire lavori più personali e mi piacerebbe vedere qualcosa raccontata differentemente sul Covid |
| inviato il 23 Aprile 2021 ore 19:58
Perché paragonare un PROGETTO fotografico con LA foto dell'anno? State paragonando mele e pere PS D'Agata è tra i miei fotografi preferiti |
user12181 | inviato il 24 Aprile 2021 ore 6:41
"La foto in questione a me non suscita alcuna emozione, anzi mi infastidisce" Anche a me, molto fastidiosa, patetismo da quattro soldi. Più in generale, tutte le foto che rappresentano il dolore e la morte reali diventano false e anche esteticamente banali, irritante paccottiglia, se presentate in un concorso. Esibiscono la volgarità dell'autore, che ovviamente ci può anche essere, ma non deve apparire nell'opera (la grande stro.nzaggine, se poi c'era, di Caravaggio non appare nelle sue opere). Certo, mi si può obiettare che i grandi tragici greci erano ossessionati dai concorsi, ma per vincere premi non sfruttavano il dolore reale degli altri. |
| inviato il 24 Aprile 2021 ore 8:08
La foto dell'anno non aveva rivali tra quelle in lizza, argomento troppo potente e lo scatto ben realizzato è di facile comprensione a tutti. Quelle del fotografo Schmid le ho trovate banali e ripetitive. Complimenti a Faccilongo per il primo premio per la sua storia molto interessante. Non faccio fatica a credere che la photo story dell'anno per il concorso del 2022 sia a tema covid |
| inviato il 24 Aprile 2021 ore 9:49
Murmunto concordo, però se poi ci pensi bene è la foto ideale che ben rappresenta il giornalismo attuale, un teatrino a ciel sereno, un anno di notizie sul Covid e distanziamento sociale, tutto amore e fratellanza dove l'unico nemico d'abbattere è il covid... dove non si fa menzione alla povertà in netto contrasto con il profitto economico delle soliti multinazionali, non si fa menzione (e se lo si fa, in modo superficiale) alla malasanità ed ai tagli alla scienza e cultura, alla desocializzazione che ha portato con se un cambiamento psicologico nelle persone, ecc ecc.. Quindi se vai a vedere, la foto calca in pieno il patetismo giornalistico di cui parli, quindi merita il primo premio. Se si vuole osservare al di là degli orizzonti, bisogna cambiar genere affidandosi a progetti autoriali. |
| inviato il 24 Aprile 2021 ore 10:01
Murmunto ma quale dolore, quella foto parla di rinascita e speranza non di dolore, è praticamente l'opposto della tua interpretazione. Soprattutto la devi contestualizzare anche nel luogo, Brasile, una nazione martoriata con un leader incompetente e con centinaia di fosse comuni scavate. Ma dove lo vedete il dolore in questa foto? Al TG ti hanno mai raccontato questo Brasile? Non credo, io ho sempre e solo visto gente morire e fosse comuni |
| inviato il 24 Aprile 2021 ore 14:08
in effetti patetismo non mi viene come parola per descrivere la foto. e il progetto di d'agata non mi sembra minimamente confrontabile. credo che i due fotografi autori sarebbero pienamente in accordo. è una sterile lamentazione che un foto che vince una categoria del world press photo sia esteticamente valida, carica di significati e con una storia sottostante ancora più interessante. è proprio l'obiettivo di queste foto. a volte mi chiedo perchè passiamo tanto tempo a far caciara da bar sui forum, in questo modo si allontanano i contributi dei fotografi più esperti che di fronte a queste zuffe qui realmente patetiche chiudono e se ne vanno |
| inviato il 24 Aprile 2021 ore 16:33
Pingalep ma questo fascismo ? Cioè si scrive la peggior feccia ed una persona/fotografo non può esprimere una propria opinione su una foto vincitrice ? Bisogna per forza essere concordi su di una unica filosofia di pensiero altrimenti non sei un fotografo esperto o valido ? Cioè è ripugnante ciò, sembra che qui la parola di qualcuno valga più dell'altro se non si è in comune su qualcosa. Un fotografo esperto (che poi bisogna vedere la scala di misura) di cui parli può benissimo dire la sua o meno. Per altro la discussione è diventata a mio avviso interessante, perché argomentata e dove si è fatta menzione anche di autori e progetti interessanti. L'immagine rappresenta benissimo il giornalismo di oggi, forte dell'appunto unica filosofia e corrente di pensiero. Spero di vedere un bel progetto del fotografo Gandolfi sulla pandemia in corso. |
| inviato il 24 Aprile 2021 ore 16:49
Ognuno può dire la propria, ci mancherebbe, infatti nessuno ti ha detto di stare zitto. Semplicemente ti si fa notare che hai paragonato le mele con le pere. Poi parli di patetismo giornalistico e di guardare oltre l'orizzonte, e qui purtroppo ti faccio notare che il messaggio oltre l'oriozzonte della foto di Mads Nissen non l'hai visto proprio visto che parli di dolore e lotta al covid... che poi basterebbe leggere un po' di info |
| inviato il 24 Aprile 2021 ore 18:04
Avevo scritto un messaggio più lungo, ma preferisco evitare discussioni inutili. La foto è bella, ma il messaggio che mi arriva è di campagna mediatica tipo #andratuttobene e nessuno può dirmi quello che i miei occhi devono per forza di cose vedere, come io non lo faccio con gli altri. Ho espresso solo i miei pareri sulla foto vincitrice. Per altro trovo invece interessantissimi tante altre foto e progetti vincitori. |
| inviato il 24 Aprile 2021 ore 22:00
Mi trovo d'accordo con diverse idee espresse. Gli autori che fanno riferimento al fotogiornalismo e alla fotografia documentaria complessivamente esprimono una forte "biodiversità" tra loro. C'è una grande differenziazione di idee, di approcci, di stili. E questo è senz'altro un bene. E anche un punto a favore della libertà di pensiero. Il WPP non mostra necessariamente quel che di meglio c'è in assoluto. È una vetrina importantissima ma è ben nota ad esempio l'influenza delle maggiori agenzie nelle scelte che vengono fatte. È assolutamente normale e prevedibile trovare dei lavori di altissimo livello che rimangono fuori dai circuiti mainstream. |
| inviato il 24 Aprile 2021 ore 23:35
Grande Ale Z |
user12181 | inviato il 25 Aprile 2021 ore 1:28
"Ma dove lo vedete il dolore in questa foto? " Hai ragione in effetti, a guardar meglio, a documentarsi meglio, si capisce che si stanno divertendo, fanno le fusa, con la certezza di rinascere a una vita migliore. |
| inviato il 25 Aprile 2021 ore 8:55
Murmunto umorismo da quattro spicci, meglio lasciar perdere Ale Z, il WPP è anche un premio molto politico ovviamente e non sempre vengono premiati i migliori ma il lavoro di Antoine D'Agata è fuori contesto sia come paragone con la foto dell'anno, sia come storia. Ripeto, D'Agata è tra i miei preferiti, è uno dei pochi che ha saputo reinventare la fotografia con una visione tutta sua, ho anche visto varie mostre e ho visto anche virus (compreso il video). Antonio Aleo ognuno ci vede quello che vuole, amen |
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