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Sharpening: cabaret e mito di Sisifo


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user120016
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inviato il 17 Aprile 2021 ore 8:51

Pollastrini non dice cose sbagliate di la,qualche imprecisione, qualcosa rapprentato troppo in fare dogmatico....
Qui prevalgono invece i luoghi comuni dei soliti "anti Photoshop"....
Mi sono addirittura visto appioppare del sessantenne perché ascolto neil young...


Sulla prima affermazione non posso dire nulla perché non ci capisco nulla, come avevo già scritto ma sul fare dogmatico sono d'accordo. Soprattutto quando da altri Interventi si capisce che in molti casi tutti quei passaggi (per me complicati) non sono affatto indispensabili. Ed infatti è questo che sto cercando di affermare dall'inizio. Studiare centinaia di pagine per poi scoprire che non tutto si adatta al proprio flusso di lavoro... Beh ognuno il suo tempo lo impiega come meglio crede. A mio avviso sarebbe molto meglio imparare ciò che realmente ci serve, ed allenarsi a farlo bene piuttosto che perdersi in mille tecnicismi teorici che non apportano nulla di concreto.

Rispondo anche all'amico Diego confermando che per me la camera oscura è qualcosa di affascinante ed emozionante molto più che stare davanti ad un PC ma capisco e vedo direttamente (mia moglie è una fotografa digitale che passa delle ore con Photoshop e la sua tavoletta grafica) quanto sia noiosa per altri. Quindi a mio avviso non esiste una strada giusta ed una sbagliata. Ognuno sceglie quella che più lo soddisfa ;-)

Ed in questo do perfettamente ragione a Claudio Santoro quando definisce "una setta" noi chimici che studiamo libroni di formule per capire quale sia il miglior rivelatore. Un po' come le 380 pagine del testo consigliato. Io però sono più terra terra: ho identificato quelle 8-10 formule che ritengo valide e le uso alla bisogna. Ogni tanto sperimento con filtri di contrasto, carte fotografiche ed antiche tecniche ma oltre questo, il mio lavoro sotto ingranditore non va molto oltre a mascherature e bruciature.

Infine, dico la mia rilguardo la musica ascoltata: Mile Davis, John Coltrane, Bill Evans (quest'ultimo ritengo sia il mix tra Chopin e Griegg in chiave Jazz) e simili. Ma confesso di avere 46 anni... ;-)

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