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La nobiltà della fotografia di Natura -2


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avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 18:43

Mi sembra che stiate eludendo la questione da me sollevata tirando in ballo Leopardi e Van Goch che in questo non c'entrano nulla: cosa c'entrano Leopardi e Van Gogh con la poetica del wilderness?

Nella tua domanda c'è la risposta: la poetica e la poesia, non l'oggettività dura e cruda.
Leopardi e Van Gogh non hanno descritto e disegnato qualcosa in maniera oggettiva, sono stati condizionati dai loro sentimenti, dalle loro emozioni e sensazioni, dalla loro cultura, dal loro vissuto...e ci hanno mostrato quello che ci volevano mostrare in quel modo, non in un modo oggettivo. Il concetto è simile anche per la fotografia che non sia unicamente documentaristico/descrittiva. In fondo si fotografa anche per esprimere sé stessi.
Poi, certo, c'è chi satura troppo i colori o fa elaborazioni esagerate per acchiappare i voti delle persone (magari dettate dalla moda del momento), ma fortunatamente non siamo tutti così.

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 18:49

Andrea scusa, ma per te post produrre un raw senza fare stitching e senza creare dal nulla elementi che non erano presenti in quel momento, utilizzare filtri analogici per eliminare riflessi o per allungare esposizioni e/o racchiudere gamma dinamica, significa alterare il paesaggio?

Leopardi e Van Gogh non hanno descritto e disegnato qualcosa in maniera oggettiva, sono stati condizionati dai loro sentimenti, dalle loro emozioni e sensazioni, dalla loro cultura, dal loro vissuto...e ci hanno mostrato quello che ci volevano mostrare in quel modo, non in un modo oggettivo.


Concordo e a tal proposito un paio di anni fa ho scritto un articolo sul mio blog www.antonioaleo.it/post/2019/07/08/umore-espressione-e-significati-int

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 18:55

Interessante, Antonio. Mi leggerò con calma il tuo articolo. Sorriso

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 19:09

Andrea scusa, ma per te post produrre un raw senza fare stitching e senza creare dal nulla elementi che non erano presenti in quel momento, utilizzare filtri analogici per eliminare riflessi o per allungare esposizioni e/o racchiudere gamma dinamica, significa alterare il paesaggio?

No, non vuol dire quello, credo di avere scritto cose ben diverse.
Per il resto ripeto che tirando fuori Leopardi e VanGogh, a mio avviso, state commettendo un errore critico, a parte il fatto che leopardi usa un mezzo che è la scrittura ed il paragone mi sembra tirato per i capelli, il punto è che nessuno dei due assumeva a fondamento della propria arte un'espressa dichiarazione di intenti ed una visione poetica che ha le sue radici in scritti fondativi del wilderness e del conservatorismo come quelli che ho postato sopra, mentre, correggetemi se sbaglio, molti fotografi di wilderness dichiarano di volersi rifare a questi.
Però, che dire, può darsi che abbia ragione Angus, sono io che mi lascio travolgere da un furore iconoclasta, mi infuoco troppo e sono accecato dall'odio e dal pregiudizio.
Però spero che almeno vi facciate una domanda, che qualche tarlo di dubbio si insinui o anche solo una riflessione.
Piscio fuori dal vaso o c'è della verità nel problema che sollevo?

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 19:14

Antonio aggiungo che per me si può fare tutto lo stitching che si vuole, non vedo nessun problema, ho sempre sostenuto che non vedo nessuna differenza tra il riprendere un paesaggio con una Medio Formato da 100Mpixel con un 80mm e riprendere lo stesso con una FF da 36Mpixel con un 80mm con 6 scatti uniti in postproduzione e con tutta probabilità nessuno sarebbe nemmeno in grado di distinguerli

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 19:15

Ciao Andrea, sei diretto,sul web incontro spesso qualche problema di comunicazione,cosi' di solito se posso cerco di ammorbidire e frammentare il discorso e di nuovo poi risulto generico.C'era qualcuno che a cui non andava troppo genio un approccio alla T.Heaton,accattivante e molto presenzialista sui social,tecnico veloce,ma non altrettanto ponderato o riflessivo,a suo dire.
Spesso forse apriamo le gallerie o osserviamo le foto dei concorsi, con i migliori fotografi di paesaggio,poi ci sono i libri le riviste meno perchè sono poche ormai.Le foto che vediamo quasi inevitabilmente influenzano l'approccio fotografico,metodo,stile.In un certo modo si è portati a pensare che quello sia lo stile in voga e che va per la maggiore.E quindi foto molto colorate paesaggi super enfatizzati, che sembrano usciti da un video game o dalla computer graphics,densi di dettagli.Anche il commento si è standardizzato e quando va oltre la mezza riga suscita un certo stupore.Chi è abituato ad osservare e levigare tutto si è sintonizzato ormai su questo standard quasi in automatico.Andando piu' a fondo a volte potremmo osservare che non è un vero stile o un metodo cosi' riconoscibile e personale.L'impianto sotto è abbastanza tradizionale e non sappiamo in fondo molto di quello che vediamo.
Se c'era la foto alla Mccurry per i colori vividi ed era il massimo della tecnologia,adesso per differenziarsi si spinge a piu' non posso dove si puo'. I buoni maestri invece suggerivano un approccio diverso,nel segno della tradizione ma allo stesso tempo che lasciasse un segno di unicità indelebile.Anche qui quelle foto a volte sono abbastanza criticate,perchè non riconoscono subito quella traccia indelebile come un timbro.E' una questione di mentalità diversa anche.La foto degli orticilli

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 19:16

In tanti anni che mi rapporto alla natura e penso a come fotografarla ho cambiato idea, stile, approccio tante volte... Ma una cosa che non ho mai smesso di fare è ragionare sul come e perché farlo... Tradotto, è un tarlo che da anni mi accompagna quotidianamente...
Ed è per questo che pur essendo prima appassionato di natura e poi di fotografia, ho in ogni caso cercato nel tempo di comprenderne il linguaggio studiando anche fotografi che affrontano altri generi....
Trovo però sbagliato che la fotografia di natura debba essere raccontata con un unico approccio che esclude la componente autoriale....

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 19:18

Per quanto mi riguarda la fotografia di natura è una delle forme più alte della fotografia, perchè permette di immortalare paesaggi, fauna, insetti, colori, trame; insomma quanto di più bello, incredibile e spettacolare offre il nostro pianteta.
Tra una foto di una sedia vuota in mezzo alla spiaggia o un pettirosso sul posatoio, non ho dubbi a dire che la seconda mi entusiasma (per quanto il soggetto sia comune), la seconda non mi dice nulla (probabilmente limite mio).


Questo è un punto secondo me fondamentale. Immortalare
Uno splendido paesaggio è cercare di riprodurre ciò di cui stanno godendo i tuoi occhi in quel momento. Ma i tuoi occhi saranno sempre meglio di qualunque macchina
fotografica. La sedia vuota è un concetto, una rappresentazione. Riprodurre o rappresentare? Qui sta il punto.
Io prediligo la seconda.
Per la prima compron una cartolina.

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 19:24

Facciamo qualche altro esempio prendendo varie foto di vari iscritti (giusto per fare qualche ottimo esempio):





























Queste foto dicono qualcosa (anche per il fatto di non essere unicamente oggettive)?
Ovviamente sì. ;-)
E non sono unicamente oggettive, anzi... rappresentano una certa visione.
Il punto è sempre quello descrivere o mostrare una visione diversa dalla descrizione (più personale)?
E mi ricolleggo di nuovo alla pittura. Si vuole fare unicamente "Realismo" od anche altro?

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 19:26

Andrea qualche intervento fa mi pare di aver letto un tuo commento dove puntavi un po' il dito verso il lato tecnico, facendo secondo me l'errore di vedere di tutta l'erba un fascio. Personalmente mi sento distante dalla fotografia naturalistica (paesaggio e avifauna) wow, spettacolarizzato e preconfezionato. Mi hanno stufato anche le fotografie da concorso, bellissime eh, ma spesso e volentieri solo di impatto estetico (specialmente nel paesaggio); ma apprezzo gli autori che lavorano principalmente sull'espressività interiore, raccontando i propri sentimenti, le proprie emozioni, la propria vita attraverso le immagini di natura e se poi riescono a metterci anche il proprio marchio di fabbrica è tanto meglio. Personalmente sono diversi anni che non mi interessa raccontare luoghi, ma raccontare me attraverso i paesaggi. Chi fa ciò secondo me non altera la natura, ma ci fa l'amore.

avatarsupporter
inviato il 04 Marzo 2021 ore 19:26

Ma no Arconudo.

Perchè un paesaggio non può essere rappresentazione di uno stato d'animo, ad esempio?
Un momento della vita animale non rappresentare una forma di emozione?

Sarebbe come dire che fare fotografia street a Milano in piazza del Duomo è inutile perchè mi posso comprare una fotografia di piazza del Duomo.

E persino se riproduci fedelmente, nel momento in cui fermi un attimo, puoi trasmettere un significato che va oltre la riproduzione descrittiva. Persino la foto scelta ieri (edit: oggi) come EP, che personalmente non mi entusiasma, ferma un momento particolare come lo farebbe una foto di reportage. E così abbiamo un altro ambito ancora con il suo significato.

Non hai mai considerato che se tu pensi alla fotografia naturalistica come a una cartolina potrebbe essere perchè quel tipo di stimolo visuale non tocca nessuna delle tue personali corde?


avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 19:28

Alla fotocopiatrice servirebbero le ruote e la connessione internet e magari un software con la correzzione automatica.A volte non siamo troppo distanti .Poi schiaccia qualche like ogni tanto e incolla un paio di aforismi.
Poi c'è la foto che sembra i caraibi, invece era scattata vicino al bagno Malibu'....


avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 19:28

Raramente io condivido gli EP di Juza, trovo quasi sempre le solite foto fatte in Islanda, con stesse composizioni e post wow. Trite e ritrite

avatarsupporter
inviato il 04 Marzo 2021 ore 19:31

Antonio condivido ma credo proprio che ormai ci sia un algoritmo di estrazione delle foto con maggior consenso e attenzione alla base della scelta, non una valutazione critica. E' una scelta editoriale, alla fine.
La citavo perchè a mio avviso abbiamo ancora parlato poco di un approccio alla fotografia naturalistica, magari pure descrittivo ma incentrato sul momento raccolto, che per certi versi non si discosta da quello della fotografia di reportage. Che, forse, ha una dignità tutta sua.

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 19:36

Ad esempio c'è stata la discussione sui clichè.Per quelli fortemente contrari alle categorie ci sono i tag,le parole chiave.
Scrivi un nome e compaiono paginate di paesaggi.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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