| inviato il 10 Gennaio 2025 ore 9:09
“ diciamo pero' che va bene a uno su un milione... gli altri spendono e spandono per un nulla di fatto. In questi "concorsi" lavori come con qualsiasi galleria d'arte... o trovi qualcuno che paga, o paghi tu. Se sei noto ed il gallerista sa che venderai, al meglio organizza lui l'evento e si prende una bella fetta delle tue vendite. Se c'e' anche solo il minimo dubbio di non rientrare delle spese, chi paga e' il fotografo, altrimenti non si muove foglia. Noi con i saloni comunque facciamo cosi'. In quelli che vengono finanziati da noi, siamo noi a scegliere i prodotti e li vendiamo al prezzo che decidiamo. Spesso pero' per ottenere uno stand in esclusiva, c'e' chi si sobbarca le spese. A quel punto lui paga stand e spese e noi si fissa il prezzo finale e si prende una percentuale sostanziosa. Certo non si va a cercare l'espositore dicendogli che fara' faville e vincera' premi. Pero' il mondo gira cosi' e funziona, di solito guadagnano tutti.. Del resto la percentuale che guadagna per esempio l'autore di un libro su ogni copia venduta e' bassissima. Per dire, guadagna piu' l'edicolante che vende un libro che l'autore. E non e' che arrivino le case editrici a dirti: " bello il tuo libro ecco qui centomila euro per darci l'autorizzazione a stamparlo".. MrGreen „ @Salt è sempre un piacere leggere interventi misurati come i tuoi, riportano il buon senso. penso che se sistemi del genere esistano ancora è perché il target ha delle leve su cui lavorare, autostima e bisogno di riscontri, pagare per avere un libro in mano e poter mostrare ad un amico le tue foto può non avere prezzo e lo poso anche condividere, questo meccanismo però trova il contrappeso nella ironia e nella scelta del linguaggio in questa discussione. Sono dinamiche che si ripetono nel tempo |
| inviato il 10 Gennaio 2025 ore 9:13
“ Porto una mia esperienza passata. Anni fa ricevetti una email da parte di un agente di una scrittrice olandese di romanzi thriller/gialli. ... Allora pubblicavo un po' ovunque, mi chiese se Pauw potesse utilizzare quella foto come copertina del suo prossimo libro, e mi chiese se potesse però virarla verso il blu. Specificò che i diritti sulla proprietà sarebbero rimasti miei, che mi avrebbero citato nella prima pagina dei crediti, che mi avrebbero inviato a casa una copia del libro autografata e mi avrebbero pagato 250€. Nel giro dello stesso un pomeriggio avevo i soldi sul conto e dopo una decina di giorni ricevetti il libro autografato a casa. ... „ E' un bellissimo esempio di correttezza... molto raro che accada... A me è capitato che venisse pubblicata una mia foto per realizzare un articolo su una gara di rally, su un sito di informazione locale senza che mi venisse chiesto nulla... Premetto che se mi avessero chiesto il permesso, l'avrei dato senza chiedere nulla in cambio perchè non lo faccio per lavoro... Li ho comunque contattati per far notare la problematica e che non mi avevano interpellato prima di pubblicarla, e loro mi hanno risposto "ci scusi, provvediamo a inserire il suo nome". Ho risposto loro che "il mettere il nome, non li autorizza comunque a fare ciò che vogliono, e che danno per scontato che tutto sia gratuito e che possono fare ciò che vogliono"... La risposta è stata provvediamo a togliere la sua foto e nelle prossime occasioni, quando sceglieremo delle foto, faremo in modo di non sceglere le sue... In pratica gliene veniva a loro... Così, giusto per portare la mia esperienza |
| inviato il 10 Gennaio 2025 ore 9:35
“ So che l'episodio si discosta un pochino dal tema principale, però volevo condividere questa esperienza diametralmente opposta. „ Basta essere onesti Giancarlo. A me stanno bene anche le situazioni prospettate da Salt, ma sono convinto che come dice lui in quei casi nessuno ti abbindola con premi e ipotetici orizzonti di gloria. Se chiamassero e ti dicessero ciò che poi avverrà con schiettezza, e cioè: "Sei interessato a farti stampare e spedire N copie di un tuo libro fotografico a spese tue per 300 euro?" Ecco, a quel punto sarebbero onesti. Ma non aderirebbe quasi nessuno. E allora, chieddiamine, perché non "provarci" all'italiana maniera, in stile vendita della fontana di Trevi di Totò? |
| inviato il 10 Gennaio 2025 ore 11:28
“ E una bufala, io e mia moglie abbiamo pubblicato dei libri di altro genere, una casa al masssimo da il 10 %, quindi 13 autori e impossibile ammeno un libro costi sui 150 euro, tu immagina che le librerie fisiche si prendono sul imposto di vendita prendono il 30%, quindi e impossibile „ Personalmente non lo vedo così impossibile: può essere che l'editore guadagni abbastanza dai "contributi" iniziali degli autori, che i libri non finiscano nelle librerie ma vengano venduti solo attraverso il loro sito internet o in formato digitale e quindi che l'eventuale 30% rimanente rimanga tutto nelle mani della casa editrice. Oppure... Oppure potrebbe essere che quando parlano di "autore" che prende il 5% lo considerano in senso lato, come entità da contrapporre a editore e venditore. E quindi che quel 5% sulle vendite sia poi da suddividere tra tutti e 14 i fotografi |
| inviato il 10 Gennaio 2025 ore 12:55
Dimenticate sempre tasse ed imposte. Comunque e' vero che buona parte di queste case editrici percepiscono con regolarità fondi europei e statali a fondo perduto. Son cifre importanti che giustificano il mantenimento in vita di questi editori |
| inviato il 11 Gennaio 2025 ore 6:58
“ Se chiamassero e ti dicessero ciò che poi avverrà con schiettezza, e cioè: "Sei interessato a farti stampare e spedire N copie di un tuo libro fotografico a spese tue per 300 euro?" Ecco, a quel punto sarebbero onesti. Ma non aderirebbe quasi nessuno. „ Infatti si chiama "vanity press". Un po' di post fa avevo fatto l'esempio dei Canti Orfici di Dino Campana, libro che in prima edizione fu pubblicato a sue spese con tiratura di mille copie da vendere porta a porta. Oggi è un libro inclassificabile (poesia? prosa? autofiction?...) tra i più belli della letteratura di tutti i tempi. Voglio dire che se si crede nella propria visione, non è il caso di aspettare la telefonata di un editore che fa leva sulla vanità dell'autore/autrice per vendergli a caro prezzo un servizio di semplice stampa. Se si crede nella propria visione, nel proprio progetto ci si può muovere autonomamente, questo è ancora più vero nella fotografia, dove un sacco di grandi autrici e autori hanno iniziato proprio con autopubblicazioni, fanzine eccetera. |
| inviato il 11 Gennaio 2025 ore 7:10
Non prenderlo in considerazione… |
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