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Rifugio di Pian dei Fiacconi (Marmolada) distrutto da una valanga.


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avatarsenior
inviato il 15 Dicembre 2020 ore 23:46

tg24.sky.it/cronaca/2020/12/15/valanga-marmolada-oggi

Per fortuna pare non ci sia nessuna persona coinvolta, però danni ingentissimi: metà rifugio distrutto e metà da demolire. Triste

Qui anche qualche immagine dei danni:
www.rainews.it/tgr/trento/articoli/2020/12/tnt-valanga-pian-dei-fiacco

user12181
avatar
inviato il 16 Dicembre 2020 ore 0:26

Quando una baita è distrutta da una valanga, la colpa non è del destino, ma di chi l'ha costruita in quel posto e/o in quella forma. Bisogna avere memoria degli eventi passati, non basta nemmeno la memoria di qualche decennio. La baita di mio suocero da 110 anni regna intatta e in splendida posizione dominante, costruita dal padre esattamente, di precisione, fra due valanghe. Pare finora che l'abbia pensata bene, pare, vale sempre la critica humiana del principio di uniformità della natura... Una delle due cade puntuale ogni anno, più volte, l'altra cade più raramente e ha immediatamente distrutto, praticamente appena è stata costruita qualche hanno fa, una sorta di nuova dependance che il padrone di un'altra baita (vecchia anch'essa e collocata al posto giusto) aveva costruito una decina di metri più in là, allargandosi un po' ed esponendosi quindi alla valanga. L'ha ricostruita (sono testardi) molto più bassa, sfruttando un avvallamento, in modo che la valanga gli scorra sopra, per ora sta ancora in piedi. Il fatto è che non si sta più tanto attenti ad evitare le valanghe o i loro effetti, perché se la baita è distrutta dall'evento "imprevedibile", in qualche modo si ricevono lauti indennizzi. Come è il caso di un'altra baita bella grossa, rasa al suolo anch'essa poco dopo la costruzione, anch'essa un po' più in là di quella antica e più piccola, e ricostruita anch'essa, con i soldi del risarcimento (edificio rurale), nello stesso luogo, ma in forme e dimensioni adeguate a minimizzare gli effetti della valanga. Un tempo ci rimettevano di tasca propria e studiavano accuratamente prima di costruire, oggi si possono permettere di procedere maggiormente per tentativi ed errori. Poi ci sono quelli che non solo non studiano prima di costruire, ma addirittura fanno alberghi aperti d'inverno, come a Rigopiano, e con i dovuti permessi, ma quello è un caso da codice penale. Non so se il rifugio sulla Marmolada fosse usualmente aperto in inverno. Se sì, sarebbe il caso gravissimo di un'altra Rigopiano, solo più fortunato.

avatarsenior
inviato il 16 Dicembre 2020 ore 11:40

A livello di "studio percorso valanga", permessi e quant'altro non saprei come fosse messo. Certo che è stata una bella fortuna che non ci fosse nessuno.

avatarsupporter
inviato il 16 Dicembre 2020 ore 12:40

Visto stamattina al telegiornale... purtroppo, come giustamente dici, in Italia la fortuna gioca troppo spesso un ruolo importante nelle nostre vite, in senso letterale...

avatarsenior
inviato il 16 Dicembre 2020 ore 12:51

La fortuna ha voluto che il rifugio fosse deserto ma per questo inverno io ho un brutto presentimento, gli impianti sciistici sono chiusi e vedo una folla impaziente che si improvvisa con gli sci da alpinismo per uscire a tutti i costi sulla neve, gente anche ben preparata atleticamente per la salita ma molto scarsamente formata ad evitare i pericoli che presenta la neve sui pendii fuori dalle zone degli impianti, ho già sentito di imminenti corsi ( prenotazioni garantite ) e questi a Gennaio/Febbraio partiranno senza guida in modo totalmente irresponsabile.

avatarsenior
inviato il 16 Dicembre 2020 ore 14:21

Mi dispiace per il grave danno subito dal rifugio, ma la sostanza è quella descritta da Murmunto. In alta montagna le valanghe sono eventi normali, bisogna costruire con attenzione. La stessa attenzione che andrebbe usata in prossimità dei fiumi e delle coste.

avatarsenior
inviato il 16 Dicembre 2020 ore 15:12

il CAI ha pubblicato la notizia della sua contrarietà all'introduzione di una nuova normativa (ancora allo studio) che imporrebbe l'uso obbligatorio dell'ARTVA per tutte le attività sulla neve.
Anche a me sembra una boiata. Per andare sulla neve serve formazione ed esperienza.
Notizie come questa della valanga rischiano di sostenere certi provvedimenti inutili se non dannosi.

avatarjunior
inviato il 16 Dicembre 2020 ore 16:21

Concordo in pieno con il CAI; trovo assurda la proposta di legge sull'obbligatorietà per uscite sulla neve di ARTVA, pala e sonda a prescindere dal tipo di escursione.
Quanto alla valanga del Pian dei Fiacconi, voglio far presente che il rifugio era stato costruito 75 anni fa, al centro di un ghiacciaio che da allora è completamente cambiato (purtroppo). Chi lo ha costruito non ha colpa; semmai è da capire se/quando sono state fatte valutazioni di rischio recenti.

avatarsenior
inviato il 16 Dicembre 2020 ore 23:09

...ho già sentito di imminenti corsi ( prenotazioni garantite ) e questi a Gennaio/Febbraio partiranno senza guida in modo totalmente irresponsabile.

Perdonami... corsi riguardanti quali argomenti?

user12181
avatar
inviato il 17 Dicembre 2020 ore 0:19

"Quanto alla valanga del Pian dei Fiacconi, voglio far presente che il rifugio era stato costruito 75 anni fa, al centro di un ghiacciaio che da allora è completamente cambiato (purtroppo)"

Non a caso avevo parlato della critica humiana del principio di uniformità della natura, che secondo il filosofo scozzese sta a fondamento anche del principio di causa... Peraltro resterebbe da vedere come era fatto e quali dimensioni avesse il vecchio rifugio. A volte basta uno spostamento di pochi metri, un ampliamento, un cambiamento di forma per rendere il vecchio edificio pericolosissimo.

"introduzione di una nuova normativa (ancora allo studio) che imporrebbe l'uso obbligatorio dell'ARTVA per tutte le attività sulla neve."

Allora anche per la mia attività spalatoria di oggi? Sono salito in macchina sulla neve fino al Piodèr (strada per il Mortirolo da Grosio) per poi fare la mia cardiopasseggiata, per la prima volta da ottobre mi ero portato il materiale fotografico. Lì di solito si lascia la macchina perché la strada non viene più pulita. In effetti la neve era sì abbastanza apppiattita, e bassa, ma la crosta liscia si era abbastanza ammollata. Mi ero divertito parecchio a esercitarmi a navigare sui tornanti controllando le sbandate e mi sono accinto a fare inversione per parcheggiare con il muso in discesa. C'era parcheggiata un'Audi già girata che impicciava, prendendosi il tratto più largo della strada. Con la mia Ignis sono andato a girare due o tre metri oltre e lì è scattata la trappola: incastrata nella crosta. Ma avevo con me l'autosoccorso, non artva e sonda ma la paletta pieghevole d'acciaio da piccolo esploratore, Lidl made in Corea..., la tengo sempre in macchina. Dopo una bella sudata a lavorare neve e ghiaccio, sempre con un occhio al cardiofrequenzimetro, e un certo maltrattamento della frizione (il simulatore elettronico del blocco del differenziale ha fatto pochino, forse dovevo spalare fino a mettere due ruote sull'asfalto), ondeggiando qua e là e sfiorando pericolosamente di qualche centimetro l'Audi, sono riuscito a girare il ragnetto e a parcheggiarlo un po' più giù. Ero bello sudato, la Patagonia nano air già bagnata. Temevo non mi bastasse il guscio di Goretex a proteggermi dall'abbassamento della temperatura serale, avevo dimenticato a casa la softshell (non una bella cosa per il cuore, vasocostrizione, aumento della pressione ecc., aumentato rischio di infarto, sincope, arresto cardiaco...). Alla fine sono tornato a casa raggiungendo dopo un po' l'Audi, che nel frattempo era ripartita, e divertendomi ancora nella guida sulla neve (BTW guidavo meglio io, o più probabilmente con minore prudenza, mi facevo distanziare sui rettilinei e poi mi avvicinavo a mordergli un po' il sedere sui tornanti, ma a distanza di sicurezza, tu guarda quanto deve rimanere bambino un anziano. Però anche lui era competitivo, finita la neve si è messo chiaramente a correre, ma io sempre lì a ringhiargli dietro col mio mostriciattolo...). Domani ci riprovo.

avatarsenior
inviato il 17 Dicembre 2020 ore 7:46

Perdonami... corsi riguardanti quali argomenti?

Per sci fuori pista ovviamente, è in riferimento a quello che dicevo quanto pericoloso può essere per chi ha fretta di sciare in qualsiasi modo.
Per togliere e mettere le pelli impari presto, per uno che già faceva discesa con buona tecnica non impiegherà certo molto a venire giù in neve fresca ma per imparare a conoscere la montagna fuori dalle piste servono anni e tanto rispetto per la stessa o ci rimani.

avatarjunior
inviato il 17 Dicembre 2020 ore 8:14

Certo che quest'anno per i lavoratori sulle montagne non c'è davvero pace eh..

user12181
avatar
inviato il 17 Dicembre 2020 ore 10:53

Chi invece se la cava senza artva... cercate le tracce della lepre variabile.... www.rifugiomalghera.it/webcam/2.jpg
La vita ferve a Malghera, anche senza le motoslitte. Arriveranno anche quelle, purtroppo.

avatarsenior
inviato il 17 Dicembre 2020 ore 12:13

La vita ferve a Malghera, anche senza le motoslitte.

+1

avatarsenior
inviato il 17 Dicembre 2020 ore 13:20

Per sci fuori pista ovviamente, è in riferimento a quello che dicevo quanto pericoloso può essere per chi ha fretta di sciare in qualsiasi modo.

Grazie per la risposta. Non sapevo ci fossero persone che organizzano corsi per fuori pista, sarà che non scio più da tanti anni e quindi non sono aggiornato.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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