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Perché usare ProphotoRGB se il monitor non può riprodurre tutti i colori?


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  4. » Perché usare ProphotoRGB se il monitor non può riprodurre tutti i colori?





avatarjunior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 15:33

Premetto che ho letto i vari thread a riguardo e so che l'argomento ProPhoto è già stato discusso in lungo e in largo. Ciò che ho capito è che un workflow in ProPhoto permette di non "tagliare" colori in partenza e di mantenere il maggior numero di dati possibile durante l'elaborazione. Ciò che non ho capito è invece perché lavorare in questo spazio se il monitor non può riprodurne tutti i colori. Spiego meglio la mia domanda: lavorando in ProPhoto non rischio di modificare inconsapevolmente i colori che non vengono riprodotti dal mio monitor, non vedendo ciò che sto facendo? Come faccio a controllare quale effetto ha il mio editing sui colori che "escono" dal gamut del mio pannello? Lo scopro solo dopo la stampa (forse)?

avatarjunior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 15:38

Seguo

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 15:40

@Boa Enrico, se ci sei batti un colpo...;-)

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 18:26

"1) lavorando in ProPhoto non rischio di modificare inconsapevolmente i colori che non vengono riprodotti dal mio monitor, non vedendo ciò che sto facendo?
2) Come faccio a controllare quale effetto ha il mio editing sui colori che "escono" dal gamut del mio pannello?
3) Lo scopro solo dopo la stampa (forse)?"

1) Sì.
Però ProPhotoRGB è lo spazio colore che permette di spremere di più e meglio i dati catturati dal sensore, è quello che trasferisce in immagine la massima gamma dinamica ed il massimo numero di colori, e che dunque permette di fare un fotoritocco più ricco di colori e con maggior gamma dinamica, oltre che prevenire il rischio di posterizzazione dovuto agli arrotondamenti fatti dal PC sui miliardi di operazioni matematiche che compongono il fotoritocco: ti porti dietro più segnale utile e se anche lo sforbici un po', non fa nulla, e la foto resta più viva.

2) Intendendo per "pannello" il tuo monitor, lavorando in ProPhotoRGB è necessario usare un monitor a grande gamut, dunque Adobe RGB, e bisogna fare del softproofing fatto bene prima di stampare, ma soprattutto bisogna conoscere molto bene la stampante con la carta che usi. I blu di una buona stampante inkjet sono più profondi, in genere, dei blu che un normale monitor da grafica riesce a riprodurre, e se uno lo sa, sapendo oltretutto che opera in ProPhotoRGB e che gli escono dal gamut del monitir, se conosce bene i trabiccoli coi quali lavora, si tiene basso sulla saturazione dei blu per avere un blu che poi in stampa non sia una patacca blu, ma ben modulato.

3) Se sei bravo, lo ipotizzi prima prima e poi lo previeni, tipo il blu, se bravo non lo sei, lo scopri dopo: se uno non è bravo a fare il fotoritocco, è bene che non usi ProPhotoRGB.

Io uso ProphotoRGB perchè fa immagini più brillanti, più vive, ma conosco anche molto bene la mia stampante con le mie due uniche carte che uso, so cosa mi aspetta dietro l'angolo quando vado a stampare.

Uso due sole carte proprio per quello, perchè con quelle due riesco a prevedere i fuori gamut e i correggo in softproofing.

E' molto utile avere un programma tecnico che permette di visualizzare i gamut di stampa, il gamut del monitor e gli spazi colore, in modo da avere una idea ben precisa di che cosa vai a stampare, e che la stampante ti stampa, ma che non vedi a monitor: io uso Color Think, della Chromix.

Gli EIZO da grafica coprono bene le stampanti inkjet, altri monitor, incluso il mio, un LaCie 324, vecchio, ma anche monitor moderni a copertura circa RGB non EIZO spesso non ce la fanno a coprire bene proprio tutto quello che le buone inkjet stampano.

avatarjunior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 19:16

Grazie Alessandro, adesso mi è più chiaro.

Quindi in sostanza lavorare in Prophoto ha senso solo se utilizzo un widegamut e conosco con precisione gli output di stampa in modo da prevederne i comportamenti ed editare di conseguenza. A uno come me, le cui foto finiscono principalmente sul web o da stamptori online come Saal, e che non ha una conoscenza professionale del fotoritocco, consigli di usare uno spazio colore corrispondente al gamut del monitor?

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 21:13

"..consigli di usare uno spazio colore corrispondente al gamut del monitor?"

Assolutamente no, perchè poi in stampa ti ci trovi delle dominanti cromatiche.

Bisogna usare uno spazio colore "adatto", ma sempre e comunque uno spazio colore standard (sRGB, Adobe RGB o ProPhoto RGB)e non un gamut di monitor.

Definendo "adatto":

- per stampe Fine Art, roba di qualità, usa file immagine Tif a 16 bits e spazio colore Adobe RGB, sempre che tu trovi un laboratorio che stampa in Tiff a 16 bits e spazio colore Adobe RGB.

- per stampe in qualità normale, o per foto da web, usa file immagione Jpeg ad 8 bits, e spazio colore sRGB.

in Jpeg + sRGB ci stampano tutti i laboratori.

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 22:23

C'è da dire che in alcuni software non puoi cambiare lo spazio di colore dove lavori, vedi lightroom e capture One. Quindi sul prophoto ci lavori per forza

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 5:53

"C'è da dire che in alcuni software non puoi cambiare lo spazio di colore dove lavori, vedi lightroom e capture One. Quindi sul prophoto ci lavori per forza"

Occhio che non è affatto così.

La fotocamera produce il RAW, file dati, ogni dato con informazione di luminanza, colore e posizione, ed ogni fotocamera ha il suo proprio RAW, diverso l'uno dall'altro.

Questi dati vengono convertiti una prima volta da ACR e Lightroom in dati RGB non più specifici della singola fotocamera, ma definiti in uno spazio colore normale RGB noto.

Per Lightroom ed Adobe Camera RAW questo spazio colore è uno spazio chiamato "RIMM": è più grande di ProPhotoRGB ma ha gamma 1, mentre ProPhotoRGB ha gamma 1,8 e viene usato così grande per sfruttare al meglio possibile possibile tutto il segnale catturato dal sensore.

Lo spazio di lavoro interno di CaptureOne, sempre che ne abbia uno, io non lo conosco.

Lo Spazio Colore con il quale lavorano, operano internamente, i convertitori di RAW per convertire il file RAW in file immagine, a noi Utenti, non ci importa, a noi non ci importa sapere che ACR e Lightroom usano il RIMM, o che CaptureOne usa uno suo, sempre che lo usi.

Quei dati RGB in spazio colore RIMM, enorme, poi vengono convertiti una seconda volta da ACR e Lightroom in uno spazio colore RGB standard noto, ognuno rappresentato da un profilo ICC e normalmente usati in Fotografia digitale, e scelto dall'Utente:

- ProPhoto (gamma 1.8)

- Adobe RGB (gamma 2.2)

- ColorMatch (gamma 1.8)

- sRGB (gamma circa 2.2)

Con la seconda conversione del RAW fatta da ACR e Lightroom, l'Utente sceglie in quale spazio colore RGB standard convertire il suo RAW, idem per CaptureOne, comunque operi, anche quello permette di scegliere tra gli spazi colore RGB di conversione citati sopra.

Ed in fase di conversione di RAW, con il tuo convertitore tu operi, lavori, con uno di quei quattro spazi colore che ti scegli tu, e non hai la possibilità di lavorare col RIMM, quello tu nemmeno lo vedi.

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 6:48

Vi lascio qui di seguito il link dove è spiegato l'argomento in modo esaustivo. Buona lettura! www.gasparesilverii.com/spazio-profilo-colore-prophoto-adobergb-srgb-p

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 8:37

@Alessandro, Adobe dice che nel modulo sviluppo mostra le anteprime con il prophoto
helpx.adobe.com/it/lightroom-classic/help/color-management.html

Su capture dice di usare lo spazio più grande possibile senza dire quale
www.phaseone.com/sitecore/content/Online%20Help%20-%20Capture%20One/CO

relativa alla tua frase sul RIMM:
Da queste coordinate colorimetriche si passa a valori nello spazio RGB scene referred, che per Camera Raw e Lightroom è uno spazio il cui nome ufficiale è RIMM, ma che è noto come ProPhoto a gamma 1 (in questo spazio le cromaticità dei tre primari RGB e del bianco sono quelle di ProPhoto, ma il gamma è 1 e non 1.8 come nel ProPhoto originale).


www.boscarol.com/blog/?p=1862

quindi aver detto che su lightroom si usa prophoto nel modulo sviluppo(non parlo di output che lo puoi cambiare) non è errato

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 9:16

Come spazio di colore operativo, per le sue operazioni, anche Boscarol ti dice che Lightroom usa il RIMM, detto, secondo lui, ma ripeto, solo secondo lui, anche ProPhoto a gamma 1.

Ma non è il ProPhoto che conosciamo noi, il normale che si usa in fotoritocco.

Il nome vero di quello spazio colore di lavoro usato da ACR è quello dato dall'ICC, Internationa Color Consortium, ed è "Linear_RIMM-RGB_v4.icc "

Da lì si puà anche scaricare il profilo del Linear RIMM: basta usare Color Think della Chromix e si vede benissimo che molto più ampio di ProPhoto RGB ed ha gamma 1 anzichè 1,8

www.color.org/scene-referred.xalter

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 9:26

il mio post era in risposta alla tua frase:

Se sei bravo, lo ipotizzi prima prima e poi lo previeni, tipo il blu, se bravo non lo sei, lo scopri dopo: se uno non è bravo a fare il fotoritocco, è bene che non usi ProPhotoRGB.


da qui ti ho detto che il prophoto in certi software non lo puoi cambiare(che è quello che hai a monitor)
quindi o RIMM o ROMM o estesi su alcuni software non puoi toccare lo spazio di lavoro.
cmq anche adobe lo chiama prophoto sulla sua pagina(anteprima modulo sviluppo) , vedi link di prima che è quello che interessa a noi

Come spazio di colore operativo, per le sue operazioni, anche Boscarol ti dice che Lightroom usa il RIMM, detto, secondo lui, ma ripeto, solo secondo lui, anche ProPhoto a gamma 1.


molti in italia lo chiamano così, sui siti esteri non ho trovato questa definizione, se poi è giusta o sbagliata non so

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 9:32

Quello che Lightroom ti propone e del quale parla nel tuo link è uno spazio colore di conversione, ovviamente non parla del suo spazio colore interno di lavoro, che all'Utente non interessa, non lo vede.

Occhio che ci sono due conversioni dello stesso RAW in due spazi colore diversi, la prima nel RIMM, per lavorarci sopra da parte di Lightroom, e l'Utente quel lavoro non lo vede, la secoda dal RIMM allo spazio di conversione per farci lavorare l'Utente.

Io esaurisco qui il mio intervento.

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 9:33

ma come mi insegni tu, quello che non si vede non mi interessaMrGreen

cmq si è chiaro il discorso sui 2 spazi

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 10:41

Assolutamente no, perchè poi in stampa ti ci trovi delle dominanti cromatiche.

Bisogna usare uno spazio colore "adatto", ma sempre e comunque uno spazio colore standard (sRGB, Adobe RGB o ProPhoto RGB)e non un gamut di monitor.

Definendo "adatto":

- per stampe Fine Art, roba di qualità, usa file immagine Tif a 16 bits e spazio colore Adobe RGB, sempre che tu trovi un laboratorio che stampa in Tiff a 16 bits e spazio colore Adobe RGB.

- per stampe in qualità normale, o per foto da web, usa file immagione Jpeg ad 8 bits, e spazio colore sRGB.

in Jpeg + sRGB ci stampano tutti i laboratori.


Principalmente faccio stampare le mie foto ai laboratori esterni tipo PhotoSi o altri che permettono di utilizzare due linee di stampa: quella amatoriale e quella professionale che costa di più, si possono scegliere in genere tre tipi di carte: opaca, lucida e quella che loro chiamano commercialmente "fine art".
Scelgo sempre la "FujiFilm professional" opaca e ho notato che se invio i file di stampa in Tiff 8 bit e spazio colore Adobe RGB ottengo sempre stampe perfette e corrispondenti a quanto vedo a monitor Cool, se invio file Jpg 8 bit e spazio colore sRGB capita raramente che le stampe siano troppo sature e con qualche segno di posterizzazione, è un problema legato alla gestione del laboratorio o al jpg compresso sRGB che non supporta interamente i dati elaborati in PP?
Pongo questa domanda perchè in genere i laboratori esterni preferiscono file Jpg sRGB.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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