RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

80cd/m² in d50, storia e limiti


  1. Forum
  2. »
  3. Computer, Schermi, Tecnologia
  4. » 80cd/m² in d50, storia e limiti





avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 14:47

Vedo che molti purtroppo usano questi valori come un assoluto, volevo spiegarvi la loro storia e il loro limiti, e perché oggi sono considerati generalmente una cattiva scelta.
Una piccola premessa sulla nostra visione, che è una combinazione tra quello che vede l'occhio e come lo analizza il cervello.La nostra evoluzione ci ha portato ad avere due tipi di visione:La visione diurna a colori, con una sensibilità che va dal violetto al rosso, basata sui coni.In questa situazione vediamo bene i colori, e siamo in grado di farlo correttamente con la luce solare, quindi con temperature di bianco tra i 5000K e i 7500K, in funzione dell'ora, della meteo e della posizione sulla terra. In condizione di luce più calda la percezione dei colori è meno affidabile: il nostro occhio è fatto per lavorare in luce diurna. Il nostro cervello non lavora in modo assoluto, percepisce i colori in rapporto a quello che sceglie come punto di bianco.
La visione notturna, basata sui bastoncelli. in queste condizioni siamo in grado di vedere perfettamente le forme e i contrasti, ma non abbiamo informazione sui colori. i coni sono sensibili soprattutto al verde, e non sono capaci né di vedere il blu ne il rosso profondo.
La transizione tra le modalità della vista non è netta, fino a 10cd/m² abbiamo una visione dei colori corretta, che inizia degradare considerevolmente verso 1cd/m². Al di sotto delle 0.01cd/m² siamo praticamente ciechi al colore.
Il nostro cervello è molto rapido ad adattarsi al punto di bianco del colore, ma è tutt'altro che rapido al adattarsi ai cambi di intensità luminosa. Ci mettiamo tra i 15 e i 30 minuti per ambientarci ad un tipo di luce differente.Per diverse ragioni il rosso tende ad abbagliare meno il cervello, quindi ci adatteremo meglio a cambi di luce rapidi in condizione di luce calda. E' per questo che preferiamo luci calde nelle case, e che i fari delle auto ad arco in xeno tendono ad essere più fastidiosi delle lampade al tungsteno.²
Negli anni 70, fu creato un comitato in seno dell'iso per creare uno standard di osservazione delle diapositive.Lo scopo di questo standard era di definire uno standard tecnico per standardizzare la visione delle diapositive, che doveva rispondere a diverse esigenze tra cui:facilitare la visione delle diapositive,
usare soluzioni tecniche disponibili, relativamente economiche e fruibili su larga scala,
essere adatta all'ambiente in cui si osservavano le diapositive,non distruggere le diapositive.Si scelse la temperatura più calda possibile per una visione corretta, quella del tramonto.Esisteva già uno standard per descriverla, il d50, e fu usato.Questo perché si poteva utilizzare una normale lampada al tungsteno con un apposito filtro blu per avvicinarsene, mentre altre tecnologie come le lampade ad arco in xeno (6000k) erano enormemente più costose, anche se permettevano una visione migliore dei colori.L'altro vantaggio è che si proietta in ambienti bui e non illuminati, e il nostro occhio si adatta meglio ai cambi di luce in situazione di luce calda.La luminosità fu scelta come la più bassa possibile, per avere una visione decente dei colori: si volva poter proiettare su superfici relativamente grandi, e una diapositiva non puo' dissipare una quantità di calore infinita. Di voleva guardare le diapositive, non bruciarle.Quindi 10cd/m² come soglia di visione corretta dei colori (mezzi toni con il 25% di trasmittanza) corrisponde a 80cd/m² di luminosità sulle alte luci.A questi livelli di luminosità, le ombre di diapositiva che puo' avere una densità di 3 (anche 4 per il kodachrome) si trovano tra 1 e 0.1 cd/m², dove siamo ancora perfettamente in grado di vedere il contrasto anche se la visione del colore è già deteriorata.Inoltre 80cd/m² si sposavano bene con l'illuminazione artificiale dell'epoca, che era più fioca di quella attuale.
Quando si volle far evolvere lo standard con lo scopo di comparare stampe e diapositive, ci si fisso sullo stesso standard di visione delle diapositive, che era già definito a 80cd/m². si creo' quindi una cabina luminosa per poter illuminare le stampe con questa luce.
Quali sono i limiti oggi di questo standard?ce ne sono diversi:1) il nostro occhio percepisce meglio i colori su temperature più fredde, ed è per questo che gli schermi moderni usano un punto di bianco tra i 6300k (dci-p3) e 6500k (adobeRGB, sRGB).L'unico vantaggio di essere a 5000k rispetto ai 6500k è che il nostro occhio si adatta più in fretta ai cambi di intensità luminosa, che in ogni caso è meglio evitare.
2) spostare il punto di bianco di uno schermo LCD (che oggi è sempre tra i 6300k e i 6500k) significa non utilizzare tutta la parte di colori che è in grado di visualizzare fuori dal punto di bianco modificato, quindi usare solo una parte del suo gamut.Il punto di bianco di uno schermo, che è un oggetto retroilluminato, dipende unicamente dal colore dei led che sono utilizzati. nella maggior parte dei casi non è modificabile, e nei casi in cui lo è i risultati non sono comunque ottimali. gli schermi con retroilluminazione RGB (dove c'è flessibilità di scegliere il punto di bianco) sono rarissimi ed utilizzati solo per usi estremamente specifici.
3) con uno schermo con contrasto 1:800 (come gli ips wide gamut) mettendo le alte luci a 80cd/m² implica avere le ombre più dense a 0.1cd/m², dove non siamo più capaci di vedere correttamente i colori. Sulle diapositive il problema era meno critico, perché la resa cromatica nelle ombre era compromessa, ma con i sensori delle fotocamere l'informazione cromatica nelle ombre rimane corretta.4) gli ambienti oggi sono ben più illuminati di quanto lo fossero negli anni 70. all'epoca 80cd/m² erano più della luminosità di una casa o un ufficio illuminato artificialmente. Oggi si considera un valore di 600-1000cd/m² come abbagliante in illuminazione interna, cioè dove l'occhio fa fatica ad adattarsi. Considerano che l'utilizzo fotografico sia più critico di quello casalingo/lavorativo meglio mettersi su valori inferiori. Saggiamente gli schermi wide gamut oggi escono con parametri di fabbrica intorno ai 150cd/m², proprio perché sono i valori più adatti nelle situazioni comuni di visualizzazione.Anche le cabine di valutazione di oggetti colorati e stampe si sono adattate, in fatti i valori di illuminazione di queste si sono adattati alle luminosità ambienti più elevate.
Per dare qualche corrispondenza:
100cd/m² corrispondono a 10EV, quindi 1/30s f/5.6 100iso.L'illuminazione stradale è 1cd/m², scelta come il minimo a cui distinguiamo i colori. infatti non liu vediamo molto bene ma distinguiamo ancora i colori sui cartelli. Non ci sogneremo pero' di valutare i colori in queste condizioni di luce. Scegliereste i colori dei muri della vostra casa guardando un campionario sotto l'illuminazione stradale? perché allora valutare le ombre delle vostra foto con una luce simile?

Quindi quando decidete di mettervi a 5000k o a 80cd/m² riflettete bene sul perché farlo e sul perché siano state fatte queste scelte 50 anni fa.

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 19:53

Francamente Pie di tutta questa dotta, oltre che interessantissima dissertazione ho capito poco, e lo dico onestamente, ma dal momento che la mia fruizione della fotografia è rimasta pari pari quella degli anni '70 - e che tu invero hai descritta in maniera magistrale - sarei portato a ritenere come tutto questo, quantomeno per me intendiamoci, non costituisca un problema insormontabile ;-)

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 21:03

Per me dipende da monitor a monitor, io uso 5800k e 80cd , ho un Eizo CG il quale lavora bene anche a 80cd, il gamut rimane immutato, sicuramente monitor di altro genere possono avere problemi scostandoli dai parametri nativi.

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 22:04

...io mi sforzo di fare foto passabilmente belle

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 22:29

Marcorik, l'eizo cg lavorerà benissimo a 80cd/m2. Il tuo occhio no, se appartieni al genere umano ;-)

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2020 ore 22:44

3) con uno schermo con contrasto 1:800 (come gli ips wide gamut) mettendo le alte luci a 80cd/m² implica avere le ombre più dense a 0.1cd/m², dove non siamo più capaci di vedere correttamente i colori.


Scusa ma quali colori vorresti vedere a 0,1 cd ?

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 8:59

Sei tu che sostieni di potere vedere correttamente una foto con uno schermo a 80nit.
80 nit in uno schermo vuole dire luci bruciate a 80 nit, mezzitoni tra i 5 e i 10 nit, ombre profonde sotto 1nit.
Il monitor non avrà nessu problema a mostrartele, il tuo occhio non ci arriverà a vederle correttamente

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 17:18

Se stampi 80 Cd è l'impostazione che si avvicina di più all'immagine su carta, se tu vuoi vedere quello che non vedrai mai in stampa usa pure 150Cd.

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 17:32

Mi dite da dove arriva questa teoria che 80nit si avvicina di più alla carta? Una fonte seria, scientifica, per favore.

A 80 nit l'immagine a schermo somglia a una stampa illuminata dove i bianchi pelati sono a 80 nit.
A 150 nit l'immagine a schermo soliglia a una stampa illuminata dove i bianchi pelari sono a 150 nit.

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 17:49

pie io ieri ho stampato a 80 cd/m² la foto che ho messo nel post e a dir la verità l'avrei preferita un pero più chiara nella nebbia calda che c'era all'orizzonte ma per il resto sono soddisfatto,possibile che tu a 150 abbia la corrispondenza? cone fai ad avere quella luminosità la vedi sotto un faro del campo di san SiroMrGreen forse per le.prossime userò 70;-)

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 17:55

Eizo di default con impostazione fotografica mette 80cd, ma domanda, tu sei uno scienziato? Non sto scherzando, dove sono le tue referenze scientifiche? Visto che le chiedi a noi, non è polemica, solamente sei un luminare in questo campo? Io altrimenti mi ritiro con i miei 80 cd

avatarsenior
inviato il 03 Dicembre 2020 ore 18:24

Ma non solo Eizo TUTTI più chi meno da quei valori per la stampa...incluso l'illuminante standard D50 che a Pie proprio non va giù;-)

avatarsenior
inviato il 04 Dicembre 2020 ore 10:58

Gli studi riguardanti i problemi di percezione del colore in codizione di scarsa luce furono iniziati da Purkinje nel 1819.
Un'altra pietra miliare in questi studi fu fatta da Kruithof attorno alla seconda guerra mondiale.
Le pubblicazioni scientifiche sono relativamente indigeste, ad ogni modo se vi interessano trovate i link nelle pagine di wikipedia, dove sono spiegate in termini più accessibili.
en.wikipedia.org/wiki/Purkinje_effect
en.wikipedia.org/wiki/Kruithof_curve
Dalle curve di Kruithof potete anche vedere quale siano delle buone lampadine per illuminare la casa. E' per questo che negli studi grafici e nell'editoria si scelgono luci sui 4300K (bianco freddo) per avere circa 250-300 nit nell'ambiente.
In un ospedale, per fare imagining diagnostico, se le condizioni di luce ambiente lo permettono, ci si spinge fino a 600cd/m², per poter avere la visione ottimale delle immagini diagnostiche.
E' per questo che oggi nelle case si punta ai 3000K a 150 nit. E' per questo che ai tempi delle lampadine a incandescenza si illuminava attorno ai 75nit a 2400-2700K.

Qui su wiki trovale delle informazioni sulla visione fotopica (diurna, basata sui coni, con colori percepiti perfettamente):
en.wikipedia.org/wiki/Photopic_vision
vedete che la percezione dei colori perfetta si ferma a 10cd/m².

Qui c'è la pagina wiki sull'informazione mesopica visione mesopica (visione mista tra coni e bastoncelli)
en.wikipedia.org/wiki/Mesopic_vision
vedere che sotto i mezzi toni con uno schermo a 80cd/m² (se prendiamo il 18% come riferimento ai mezzi toni, quindi 14cd/m²) avrà una cattiva percezione del colore, che sarà già alterata dalla temperatura colore troppo alta per una buona visione a 80cd/m².

Qui c'è la pagina sulla visione scotopica (visione notturna, basata sui bastoncelli, priva di ogni forma di colore)
en.wikipedia.org/wiki/Scotopic_vision
Interessa molto chi ha come me l'hobby dell'astronomia, dove è fondamentale mettere a proprio agio l'occhio per poter approffitarne.

La mia formazione è l'ingegneria biomedicale, queste informazioni fanno parte dei miei studi.
Mi spiace che spesso in fotografia anche professionale, oggi si ingorino le basi della nostra vista, partendo su condizioni di visione che erano un compromesso inevitabile per le diapositive.
Se ne avete l'occasione, provate a parlarne con chi organizza mostre fotografiche o artistiche, vi renderete conto di quanto si cura e si riflette sull'illuminazione.
Finche sono stato in italia ho lavorato nel settore dell'imaginig medicale, praticandole. Per due anni, in attesa di trovare lavoro nell'ingegneria, ho lavorato come fotografo sportivo.
Qui in Francia, da 10 anni ormai, mi occupo di misure ottiche e di elettronica di acquisizione e trattamento di segnali.

Spero che possa esservi di aiuto

avatarsenior
inviato il 04 Dicembre 2020 ore 11:00

@ marcolink, vi chiedo referenze perché ripetete valori senza alcun senso, se non che erano il riferimento per osservare le diapositive negli anni '70.

avatarsenior
inviato il 04 Dicembre 2020 ore 11:25

Argomento interessante.
L'unica cosa che non capisco è il perchè si indichino i valori in una unità di misura (nit) che non appartiene all' S.I.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 241000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.




RCE Foto

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)


 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me