| inviato il 16 Dicembre 2020 ore 7:33
Caro Schyter, io stampo sempre le mie foto, non mi dicono nulla a video, solo che lo faccio in digitale. Se usi stampanti top di gamma il risultato non è male, anche in BN. In certi casi (molto rari invero) senti un pò l'assenza della gamma infinita di grigi dell'analogico, ma il più delle volte il risultato è comunque soddisfacente. Basta diventare bravi in post produzione, la camera oscura del digitale. |
user120016 | inviato il 16 Dicembre 2020 ore 8:57
Tony, l'esempio delle auto d'epoca è calzante dal punto di vista dei sapori antichi e delle emozioni di cui hai scritto e che mi trovano d'accordo. Un po' meno riguardo al "tempo sul giro" se con questa metafora intendi dire la qualità dei risultati. Perché se è vero, come è vero, che una moderna auto da corsa lascia il vuoto rispetto ad una di 50 o 60 anni fa, se parliamo di stampe ottenute in digitale rispetto a quelle analogiche, io questo abisso non lo vedo. Anzi, in certe condizioni l'analogico è qualitativamente superiore a qualunque digitale. In altri casi è inferiore, oggettivamente... Per cui bilanciando, diciamo che se la giocano, in termini di stampa. Se parliamo di praticità e velocità d'uso, allora si, le differenze sono enormi e non stiamo parlando di due campionati diversi ma di due sport diversi. E però, tornando al topic, vuoi mettere la soddisfazione di ottenere stampe come quelle mostrate da Schyter con oggetti semplici, spartani ed essenziali come le Zenit, in cui devi fare tutto tu e con difficoltà, rispetto ad una digitale con live view, anteprima dell'esposizione, diagramma di luci ed ombre, autofocus, stabilizzazione, rimozione del rumore, ISO come se piovesse, megapixel in abbondanza, così ho sempre modo di ricomporre la scena a casa, in qualunque modo mi passa per la testa... No, sinceramente non ho nessun gusto a fare una cosa così... |
| inviato il 16 Dicembre 2020 ore 9:33
la fotografia analogica sta a quella digitale, come un piatto di pane e salame (fatto ancora come si faceva una volta) sta alla cucina molecolare di Ferran Adrià ... Trovo tantissime analogie tra fotografia e cucina... Il "problema" è che Ferran Adrià saprebbe cucinare perfettamente un piatto tipico regionale della cucina spagnola vecchio stile (ne ha culturalmente la capacità) ... quasi sempre un nativo digitale non saprebbe che pesci pigliare davanti ad una Zenit 1 del 1954 ... è sempre un problema "culturale". Non conoscere storicamente le tecniche fotografiche d'antan, credo sia un limite. |
| inviato il 16 Dicembre 2020 ore 10:14
“ la fotografia analogica sta a quella digitale, come un piatto di pane e salame (fatto ancora come si faceva una volta) sta alla cucina molecolare di Ferran Adrià ... MrGreen „ Non concordo però con la generalizzazione. Cioè, ho capito il concetto che vuoi esprimere e te lo sottoscrivo, ma riguarda solo una certa parte/branca/approccio della fotografia digitale. Peraltro non è che non si potesse fare (o non si facesse/faccia tutt'ora) una buona dose di gastronomia molecolare anche con l'analogico eh... Non ai livelli del digitale però, questo lo concedo. “ Non conoscere storicamente le tecniche fotografiche d'antan, credo sia un limite. „ Vero. Non saprei usare una Zenit in prima battuta, lo ammetto. Però ho usato con piacere e risultati una OM-10, conta? O c'è già troppa elettronica? PS: è vero anche il contrario però se ci pensi... una nonna che fa un cacciucco meraviglioso non saprà fare - nella quasi totalità dei casi - una cottura caratteristica della tipologia di cucina praticata dallo chef summenzionato! |
| inviato il 16 Dicembre 2020 ore 10:23
Della Zenit c'è poco da sapere, meglio metterci una pietra sopra |
| inviato il 16 Dicembre 2020 ore 10:25
“ meglio metterci una pietra sopraMrGreen „ Si romperebbe la pietra! |
| inviato il 16 Dicembre 2020 ore 10:29
Le Zenit, se funzionano, fanno foto senza problemi. Il concetto della relazione ASA-tempo-diaframma con il regolo della ET lo comprendi appena cominci a muovere la ghiera con il primo utilizzo della macchina. Certo, devi aver letto da qualche parte di cosa si tratta, o magari te l'ha spiegato qualcuno. Mio padre per un periodo ha usato solo diapositive, sia per la famiglia, sia per la montagna e ci prendeva in interni e in esterni. Non che fosse chissà quale patito, era uno che aveva una Zenit e faceva foto. Per lui la ET era la macchina "buona". |
user67391 | inviato il 16 Dicembre 2020 ore 10:37
Schyter Non riesco a trovare il seriale della Zenit Et, con l'anno di produzione. Ne sul fondello, e ne sul dorso. Possibile? |
| inviato il 16 Dicembre 2020 ore 10:52
@Andrea Morgnanesi ... BeLOmo marchiava il seriale all'interno ... da qualche parte. Mi sembra di ricordare all'incirca nel vano pellicola dove metti il rullino oppure sul dorso internamente. Prova a guardare ... tra un paio d'ore controllo la mia. |
| inviato il 16 Dicembre 2020 ore 10:57
“ Il concetto della relazione ASA-tempo-diaframma con il regolo della ET lo comprendi appena cominci a muovere la ghiera con il primo utilizzo della macchina. „ Quando si parla di Zenit come "nave scuola" mi riferisco proprio a questo ... leggendo spesso da anni in vari forum di fotografia, è lampante che una alta % di dilettanti del dgt non conoscono nemmeno questo fondamentale. Cosa pressochè impossibile a tempi dell'analogico (a meno di usare una automatica). |
| inviato il 16 Dicembre 2020 ore 11:01
“ Il "problema" è che Ferran Adrià saprebbe cucinare perfettamente un piatto tipico regionale della cucina spagnola vecchio stile (ne ha culturalmente la capacità) ... quasi sempre un nativo digitale non saprebbe che pesci pigliare davanti ad una Zenit 1 del 1954 ... è sempre un problema "culturale". Non conoscere storicamente le tecniche fotografiche d'antan, credo sia un limite. „ Vero, verissimo però ritengo che un buon corpo macchina digitale, mirrorles o reflex quel che sia, nel momento in cui ha le "tre magiche rotelle" permetterrebbe anche ad un nativo digitale di destreggiarsi tra apertura del diaframma, tempi di scatto e sensibilità iso. Con la differenza che il nativo digitale, rispetto al suo progenitore pellicolato potrebbe imparare più velocemente perché subito dopo il click può vedere gli errori che ha fatto. Il punto invece è che molto spesso, per pigrizia, si piazza la macchina in modalità a o p e via a scattare... Per quanto riguarda il discorso della stampa...io credo che a seconda di come nasca lo scatto debba poi "finire" in un certo modo. Se si scatta in digitale > camera chiara > stampa tramite stampante, se si scatta in analogico invece > camera oscura > stampa tramite ingranditore. Gli "incroci" per cui ad es. prima si scatta in analogico e si sviluppa il negativo, poi lo si scansione sottoponendolo ad una nuova elaborazione per poterlo infine stampare con la stampante.....non mi convincono granché. |
| inviato il 16 Dicembre 2020 ore 11:01
se non trovi la seriale sarà una patacca, le mie hanno la seriale incisa sul retro e poi la seriale ti servi a fare denuncia in caso di furto? |
user67391 | inviato il 16 Dicembre 2020 ore 11:24
Spiritoso, per il furto. Solo per sapere l'anno di produzione. |
| inviato il 16 Dicembre 2020 ore 12:04
Perdonate la banalità, ma in fondo credo sia una mera questione anagrafica. Chi ha iniziato con la pellicola e una reflex meccanica manuale (come il sottoscritto) non deve stupirsi o risentirsi se il ventenne se ne frega altamente di tempi, diaframmi, sviluppi o esposimetri. Semplicemente, potrà spiegare al suddetto ventenne che, nei dati exif della foto scattata alla ragazza al tramonto sul mare con il cellulare, troverà tempo, diaframma, iso e modalità di esposizione. Però il fotografo "adulto", se gli verrà voglia, ogni tanto, di caricare la Zorki 4 (un modello a caso ) con un rullo di HP5 saprà tirare fuori qualcosa di decente anche senze esposimetro, al contrario del ventenne (che vivrà serenamente, comunque ). Io mi diverto a fare foto in bianco e nero, con la pellicola, usando le mie vecchie reflex, ma uso anche e soprattutto la mia A7 III, con obiettivi vintage, come se stessi ancora usando la pellicola. Tutto qui |
| inviato il 16 Dicembre 2020 ore 12:09
Concordo Rio, poi ci sono gli ibridi ovviamente... è proprio una questione generazionale, c'è poco da fare. Oh, poi nulla vieta che un ragazzo si appassioni agli sviluppi e all'analogico, ma penso sia normale considerarla un'eccezione. |
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