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Neofita della fotografia analogica chiede consigli


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avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 13:06

Schyter , ma quanti anni hai? Le solite risposte che, ormai, non sono nemmeno più originali ma sentite e risentite. Rilassati e divertiti a fotografare come vuoi. E magari, diamo a chi ha proposto l'argomento un po' di soddisfazione e aiuto. Che era quello che richiedeva chi ha scritto il post.

DOMENICO MANCUSO: ci siamo incrociati varie volte in discussioni su questo argomento. E ci voleva la tua esperienza e il tuo equilibrio! Tenendo conto che per tantissimi anni ho sviluppato e stampato il bianconero e sviluppato le dia sia con E6 che con il KIT 41 Agfa e stampato le dia con il Cibachrome, sai bene che sono affezionato a quel mondo, non lo sottovaluto e non lo rinnegherei mai. E mi hai spesso incuriosito con le tue ricerche originali. Scrivi benissimo: "Il primo per il piacere del metodo utilizzato, il secondo per un risultato ottimale." Come non si può essere d'accordo? "Il piacere del metodo"...E poi dici sempre tu, non io : "Quello su cui non sono d'accordo però, è il paragonare il digitale ad un sugo pronto. E lo dico da analogico convinto che scatta al 100% a pellicola." Questo significa, per me come per te, caro Domenico, che per ottenere buoni risultati bisogna imparare e studiare (e moltissimo!) sia in analogico che in digitale e che non succede che una bella stampa digitale si faccia per caso, da sola. E, infatti, continui dicendo : "E però vedo mia moglie che scatta in digitale e mi accorgo che non è affatto come aprire un barattolo pre-cotto...ecc ecc" Bravissima lei a fare qualcosa di estremamente complicato e bravissimo tu a rilevarlo. Cosa ci vuole a capirlo che il digitale è difficile, richiede ugualmente applicazione e studio? Io personalmente (ma forse sarò annebbiato dalla "roba" del mio pusher) ho avuto più difficoltà a districarmi tra monitor profilati e calibrati, tra maschere di livello, maschere di luminosità, metodo LAB, calibrazioni con colorimetri e spettrofotometri, modifiche selettive, digital blending, profili colore e ICC, un mare di nozioni e di esperienze (come giustamente tu, Domenico, riporti di tua moglie) al fine di ottenere stampe convincenti.
In definitiva, ognuno si diverta come gli pare, nessuno (è solo una mia idea) produce un'arte minore o "percorre una scorciatoia" (sarei pazzo se credessi di prendere una scorciatoia usando il digitale e ritrovandomi, poi, a percorrere una strada che , per certi versi, è ancora più impervia).E non credo che nessuno produca, per quanto buono, un sugo Barilla se si fanno le cose per bene. La retorica delle belle e buone cose di una volta, della nonna ecc e d altre amenità simili lasciamole da parte: sono discorsi superficiali per persone superficiali. E chi fa fotografia raramente è un superficiale date le difficoltà e la cultura tecnica e artistica che questa arte sottende...in ogni sua variante.
Buone feste a tutti

avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 14:11

Di sugo pronto in tutto questo ci vedo davvero poco.


Vedo che si estrapola quel che si vuole invece di citare la frase completa che conteneva praticamente tutto sulla differenza di "metodo" tra le due "filosofie" ...

Non tanto per il sapore finale (potrebbe essere benissimo che sia più buono il Barilla) , ma piuttosto la soddisfazione di aver chiuso il cerchio facendosi tutto da se; SPORCARSI LE MANI insomma ... e non in senso metaforico !!



considerazioni personali :

Se il 99,99% dei fotografi amatorial/dilettanti scatta in dgt, ci sarà o no una ragione ?? chiaramente si ... diamo per scontato che principalmente il dgt ha enormi vantaggi sotto gli occhi di tutti (sempre riferendosi al fotoamatore "medio"); facilità con cui si ottengono buoni risultati, app/sw/controlli in macchina praticamente infiniti ed in continuo progress etc etc. SONO INFINITI i vantaggi rispetto alla pellicola.
Con il vecchissimo "Visualizzatore di immagini" di Windows xp ricordo che c'era una correzione automatica delle principali caratteristiche dello scatto (contrasto/luci-ombre/saturazione); era sufficiente un click perchè una foto decente scattata da mio nipotino di 12 anni diventasse una bella immagine. Se quella foto fosse stata scattata su pellicola, in un'alta % dei casi sarebbe stata instampabile o cmq nemmeno lontanamente fruibile qualitativamente. E questo "solo" con un click !

La pellicola non offre NIENTE di tutto questo !!! Ha solo svantaggi. C'è però in quello 0,1% di fotografi amatoriali, consapevoli di quanto sopra, che si ostinano ad usare la pellicola ... masochisti ?? Può essere ...
Leggendo in giro, mi sono fatto un'idea concreta; chi usa la pellicola (al netto di risultati inferiori rispetto al dgt nella maggior parte dei casi) lo fa principalmente per recuperare quella parte manuale/materica di tutto il processo ... il famoso sporcarsi le mani "non in senso metaforico". Può essere che alcuni di essi lo reputino un valore aggiunto; io non sono d'accordo e non traspare da quanto scritto precedentemente. E' forse un valore aggiunto nel senso di soddisfazione personale. Esattamente come costruirsi una barca in legno, coltivare l'orto, prepararsi da se le cartucce per il fucile, intarsiare una radica o damascare una lama ... il contatto diretto con la materia e la sua conoscenza; consapevoli che quasi sicuramente il risultato finale sarà inferiore a chi si affida a tecnologie moderne e addirittura con una fatica "fisica" non paragonabile.

TUTTO QUESTO NON HA CMQ PER ME UN VALORE AGGIUNTO !! E la controprova di quanto dico (essendo un masochista conclamato) è data dal fatto che oltre che scattare solo in analogico, lo faccio SOLO con attrezzature soviet (oltre al pinhole) !!! Il massimo del low-fi ... MrGreen





avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 14:13

@Claudio Santoro
Schyter , ma quanti anni hai?


Lo chiedo io a te visto che interpreti totalmente al contrario quello che ho scritto in precedenza. prova a rileggermi e a rileggerti le considerazioni che hai fatto su quanto ho scritto.

avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 14:19

Bellissima discussione.
Schyter e Claudio, sanguigni come sempre, sono le due facce della stessa medaglia, in mezzo Domenico, nel suo eterno ruolo di mediatore, è un po' l'Onesto Sensale di Bismarckyana memoria Sorriso che alla fine riesce nell'impresa, che sulle prime appariva impossibile, di mettere d'accordo tutti.

AUGURI ragazzi Sorriso

avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 14:26

il problema nn è essere due facce della stessa medaglia... il problema è non fraintendere quello che scrivo ! Il processo analogico NON E' UN VALORE aggiunto in termini qualitativi !! Probabilmente è proprio il contrario.
Ma "sporcarsi le mani" in qualsiasi ambito artigianale/amatoriale, da enormi soddisfazioni personali. Tutto qui.


avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 14:53

Ciao Paolo, sempre un piacere leggerti. Lo so, e ripeto, che il metodo (lo ha detto bene Domenico) spesso conta più del risultato finale. Ovviamente, questo non è valido per tutti. Io, però, andrei anche al di là del letterale; se sporcarsi le mani significa immergere le mani in un acido (chiamiamolo così per rapidità) è vero, se sporcarsi le mani significa sudare, lavorarci su, inc...rsi provando e riprovando, allora le cose sono diverse e la soddisfazione uguale. Stiamo parlando, si fa poca fatica a immaginarlo, tra fotoamatori un po' evoluti: non quelli che scattano con la compattina in jpeg e poi si guardano il risultato (decente) a monitor e vabenecosì! Due giorni fa per stampare una mia foto di cui avevo già abbozzato la post ci ho messo 3 ore, tre ore! Bella o brutta che fosse, forse io scemo, per ottenere il risultato che volevo ci ho sudato, ho fatto provini, ho esaminato la foto con le varie luci, sono tornato indietro...ad un certo punto avevo perso l'orientamento sulle cose che avevo fatto, tornando e ritornando sui miei passi e ho ricominciato da zero; insomma, mi sono...."sporcato" le mani! In senso non letterale ma altrettanto nobile: forse la mia ascia, la mia pialla, il mio martello e i miei chiodi erano un computer e un programma che devi saper far funzionare tra le tue mani come decidi tu, degli inchiostri che non ne volevano sapere di darmi quello che volevo, le mie dita che pigiavano sul mouse, i miei livelli, il mio timbro clone da far coincidere bene perchè non si vedesse ecc ecc ecc.Non sempre è così lenta la cosa, ma più spesso sì, e io continuo con il vecchio metodo del bianconero dei provini in formato 10X15 fino ad arrivare al voluto. Alla fine avevo tutta la scrivania e il tavolino a fianco "sporco" , pardon ingombro di provini con gli appunti dietro. Poi, proprio perchè anche il digitale non è tutto digitale, conservo l'ultimo provino 10X15 stampato, dietro con pennarello indelebile ci scrivo tutte le regolazioni che ho fatto, il metodo usato, la carta usata e lo conservo in un raccoglitore per temi ad anelli con dentro fogli trasparenti a taschine (4 taschine per ogni foglio, targato Buffetti, lo consiglio anche a chi stampa in analogico). Forse anche "questo metodo" consente soddisfazione, fatica, un po' di autocompiacimento; per me (ma forse solo per me...ma dai non credo) esattamente lo stesso che provavo quando stampavo con ingranditore. Scusate se ho un po' rotto le scatole...
Di nuovo auguri a tutti

avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 15:22

forse siamo giunti alla conclusione e finalmente ci siamo capiti. Ma tra le righe si può cmq intuire l'enorme differenza per raggiungere risultati simili ...

se sbaglio il contrasto in stampa, per arrivare a quello desiderato devo ripassare un tot di volte i fogli sotto l'ingranditore, sviluppare fissare cestinare ... ripetre e ripetere e ripetere ancora...
Idem per una mascheratura/bruciatura/filtratura ...

Per gli analogici questo è un valore aggiunto ENORME in termini di " soddisfazione personale " (!!!) NON in termini qualitativi !!! Questa è una delle poche (probabilmente) cose che ha l'analogico ... e mi sento di sottoscriverla in toto !!
Posso cmq capire la soddisfazione di un dgtalista davanti ad un monitor a fare click con consapevolezza e bravura di conoscere e manovrare tutte le app/sw etc etc... ma per me non è la stessa cosa ed è quello che succede a tutti gli analogici...

avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 15:33

provate a chiedere al tizio dove sta la soddisfazione ...

www.bing.com/videos/search?q=mosca+artificiale+homemade&&view=detail&m

avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 16:05

@Zio Ciano insomma ... va beh, nn concordo ma te lo concedo. Sorriso

trovando le dia altamente soporifere e di una noia mortale, mi auto isolo nella categoria "Giocoso mattacchione". MrGreen Sorriso

avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 16:33

...esponi per le ombre e sviluppa per le luci" non è legato al sistema zonale, ma alla chimica della pellicola e a come vi agisce lo sviluppo.

Scusate se ritorno sull'argomento e soprattutto se vado fuori tema, ma tale tecnica, accusata di essere ormai superata, non è quella che trasporta in digital e si chiama ETTR? È nel digitale perché non sarebbe superata mentre con la pellicola si? Domanda senza intenti polemici.

avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 16:52

...il sistema zonale, con una digitale, lo puoi provare ma con la pellicola 35 e 120 no,

Beh con il medio formato non è impossibile disponendo di una macchina con dorsi intercambiabili e 2 o 3 dorsi pellicola.

avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 17:05

dipende da quanto lo si vuole stiracchiare questo benedetto SZ ... in ogni caso esistono anche (poche) 135mm con dorsi intercambiabili, oppure con il bisturi taglia film (Exakta, Start) ... personalmente citando Feininger non ne vale proprio la pena.

Ma in origine tutto era riferito allo scatto singolo su pellicola piana.
Nel corso degli anni più che superato, con il cambio dei materiali, alcuni fotografi (di grande formato) il SZ è stato "migliorato" tenendo conto delle nuove tecnologie a disposizione. Paul Davis (negli anni 90) e Andrew Eads (più recentemente) tra i maggiori estensori di libri "sull'aggiornamento" del SZ.


avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 17:38

Scusate se ritorno sull'argomento e soprattutto se vado fuori tema, ma tale tecnica, accusata di essere ormai superata, non è quella che trasporta in digital e si chiama ETTR? È nel digitale perché non sarebbe superata mentre con la pellicola si? Domanda senza intenti polemici.


Si, in linea di principio è la stessa tecnica. La logica che ci sta dietro, fondamentalmente è: curati del parametro sul quale, da quel punto in avanti, non avrai più modo di mettere le mani. Nel negativo sono le ombre chiuse, nel digitale sono le alte luci bruciate (e infatti la ETTR è praticamente invertita).

Il SZ sarà superato, come dice qualcuno, ma è un buon inizio per capire e comprendere come esporre (e stampare) un negativo. E' come una scuola guida, dove ti dicono "quello è il volante, quello l'acceleratore, quello il freno e quella la frizione e servono a x,y,z, cambia marcia a 2000rpm, mani entrambe sul volante alle 10 e 10, ora un bel parcheggio a S". Una volta presa la patente, c'è chi continua a guidare così, chi va oltre e chi va molto oltre, in base a come ci si sente e agli obiettivi da raggiungere. Ma volante, freno e acceleratore bisogna ben sapere a cosa servono...

avatarsenior
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 17:59

continuo a ritenere per un NEOFITA che scatta con il 135 analogico (ma anche coi restanti formati) DELETERIO applicare una complicazione astrusa come il SZ ... Ho scritto APPLICARE non ho scritto conoscere; conoscere è sempre fondamentale e va incentivato ! Ma il neofita può raggiungere buoni risultati paritetici all'uso del SZ semplicemente utilizzando materiali corretti e semplici regole di base per esporre bene. L'esposizione deve essere il faro su cui ci si deve concentrare all'inizio.

Ricordo che A.A. utilizzava tecniche e materiali in CO sconosciuti per un neofita. Spesso la chimica era il D23 Kodak ... (lo sviluppo più semplice del mondo che ovviamente Kodak non produce più...) ma che diluiva e modulava sapientemente ... Era un mago della CO !!! Sviluppava le lastre una ad una cambiando/modulando la chimica e le diluizioni in base all'esposizione di cui aveva preso tutti gli appunti zona per zona e sviluppava A VISTA in vassoio !!! Mascherava e bruciava da vero maestro; un autentico genio della CO.

Se vogliamo riempire la testa ad un neofita di tutto questo facciamolo pure ... il rischio (alto) sarà quello di aver perso l'ennesimo giovane che si era avvicinato all'analogico.


user33434
avatar
inviato il 24 Dicembre 2020 ore 18:08

Scusami Shyter ma nella mia ignoranza questa cosa del superamento o meno del sz non la riesco a capire Sorriso. A chi legge arriva il messaggio che Adams ha inventato una tecnologia e che altri ne hanno brevettate di diverse e più moderne, non è così. Il sz è una semplificazione, un metodo pratico, nulla di più e nulla di meno. Cambieranno i materiali ma la sensitometria è sempre quella, una volta che la si è compresa si può declinare la sua applicazione in un sistema a catena precisamente profilato, oppure a occhio, o con tutti i diversi gradi di precisione che ci si può mettere nel mezzo. L'unica vera innovazione credo sia nei sistemi ibridi analogici/digitali che fino a venti anni fa non esistevano.
Buon Natale a tutti voi ;-)

continuo a ritenere per un NEOFITA che scatta con il 135 analogico (ma anche coi restanti formati) DELETERIO applicare una complicazione astrusa come il SZ

Su questo sono d'accordo, si può vivere felicemente la fotografia senza conoscere Adams, Davis e Glafkides e fare anche splendide fotografie. Il valore aggiunto è quello culturale, indispensabile? No ma è un accrescimento culturale, e sono convinto che non guasti mai.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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