| inviato il 12 Novembre 2020 ore 18:36
L' O.T. più bello che abbia letto. |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 18:52
Che storia ... |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 19:22
Tornando in tema, credo sia inevitabile: i primi tempi si fotografa di tutto e si fanno un mucchio di scatti del tutto inutili. Col tempo uno impara a guardare bene cosa ha davanti agli occhi prima di accendere la fotocamera. Così molto spesso non la accendi neppure. Significa semplicemente che hai imparato, almeno un po' a visualizzare lo scatto prima di farlo. E' una buona cosa, mi pare. Per chi ha una certa età, come me, ed ha iniziato con l'analogico, quando ogni scatto costava qualche soldino, è un modo di ragionare che viene più naturale. Te ne vai a fare un giro e magari torni senza aver scattano neanche una volta, perché non c'erano le condizioni. Beh, che problema c'è? Chiaramente per i professionisti le cose sono diverse, loro sanno di dover portare a casa comunque le foto, in un modo o nell'altro, ma quella è una faccenda tutta diversa... Io se esco con la fotocamera lo faccio per staccare dalla routine. Se poi le foto arrivano bene, e se non arrivano intanto ho passato qualche ora tranquilla. Se devo farmi menate per la fatica, gli scarsi risultati, le spese, il tempo che non è mai abbastanza... beh, per quello ho già un lavoro. |
| inviato il 13 Novembre 2020 ore 7:28
Per Enzillo: Grazie per le parole così gentili! |
user12181 | inviato il 14 Novembre 2020 ore 1:01
"So hatte die Liebhaberphotographie von jeher in der Berghofwelt eine bedeutende Rolle gespielt; schon zweimal aber – denn wer lange genug hier oben verweilte, konnte die periodische Wiederkehr solcher Epidemien erleben (...) Es war da ferner das Briefmarkensammeln, das, alle Zeit von einzelnen betrieben, zeitweise zu allgemeiner Besessenheit um sich griff. (...) Das dauerte so lange, bis eine andere Geckerei zur Herrschaft gelangte und etwa das Anhäufen und unaufhörliche Verzehren von Schokolade der erdenklichsten Sorten zum guten Ton wurde. (...)" A proposito di quel che diceva Miopiartistica, ieri sono uscito per allungare la mia passeggiata e i metri di dislivello, volevo arrivare a 500. Ho portato anche qualche chilo di attrezzatura fotografica. Mi sono fermato a fotografare gli ultimi colori dell'autunno prima che il sole tramontasse, forse una foto si salva. Poi ho cominciato la salita, continuando con il vero obiettivo della passeggiata, e portandomi dietro tutto il malloppo che non avrei certamente più usato. Quando ho raggiunto 530 m di dislivello (per sicurezza qualche metro in più) sono tornato indietro scendendo di corsa (beh, corsetta), mai fatto quando il cuore era integro, mi sono messo a farlo dopo che si è rotto. Mi sono un po' calmato solo quando ho pensato che il peso dello zaino con la ferraglia, andando di corsa per la mulattiera in forte pendenza, avrebbe potuto anche farmi saltare qualche legamento del ginocchio. Sono arrivato, con la lampada frontale. Dal buio un cane mi ha abbaiato un po' preoccupato. |
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