| inviato il 24 Settembre 2020 ore 14:27
alcuni dati tecnici : Tiraggio > 28,8mm Otturatore > sul piano focale, in tela gommata, corsa orizzontale Tempi di otturazione> da 1/2sec. a 1/1000 + B Peso solo corpo > 625 gr. circa Base telemetrica > 43mm Sono presenti : Contatti flash X M Autoscatto. Cornici (2) nel mirino per ottiche 50 e 85 mm. Il mirino, integralmente, corrisponde al 35mm. Conta scatti azzerabile manualmente. Caratteristiche peculiari: il caricamento dell'otturatore e l'avanzamento della pellicola avviene tramite un grilletto, ripiegabile, posto sul fondello della fotocamera per permettere scatti rapidissimi senza staccare l'occhio dal mirino. Sistema (Celiavit ) mutuato dalla Fed Sport del dopoguerra (rarissima) che a sua volta derivò dal Leicavit del precedente decennio. Il pulsante di scatto, molto sensibile, è posizionato sul fronte appena sopra il dispositivo dell'autoscatto. |
| inviato il 25 Settembre 2020 ore 11:02
Un po' di storia. KMZ aveva introdotto da pochi anni (1956) la Zorki-4 che fu un grande successo (oltre 1.700.000 pezzi prodotti sino al 1973) che diede lustro all'immagine del marchio oltre che portare nelle casse dello stato valuta estera pregiata. Ma la politica o filosofia dei famigerati piani quinquennali, costringeva i tecnici KMZ a seguire due direzioni diverse. Da un lato, l'azienda pensava di rendere la produzione più economica e di soddisfare l'enorme domanda di attrezzature fotografiche della squattrinata popolazione dell'impero Sovietico. Ed ecco quindi che comparve la fotocamera Mir (una Zorki 4 senza i tempi lenti), la Zorki 5 e la 6 (tutte introdotte nel 1958/59). Dall'altra parte, KMZ non ha mai abbandonato il desiderio di creare fotocamere avanzate. Il nuovo sviluppo (1958) alla Krasnogorski Mekhanicheskii Zavod inizialmente fu chiamato "Zorki-7" (esistono pochissimi prototipi con quotazioni esagerate), ma per qualche oscuto motivo decisero di sostituirle il nome e di chiamarla "Amico", così nel 1959 venne immessa sul mercato. Partorita dalla geniale mente dell'ing. E. Solovjev (padre di diverse fotocamere ingegnose) e dal giovane designer A. Dorofeev, la fotocamera aveva concetti interessanti e molto promettenti ma, purtroppo, non ha superato il test pratico; le tasche perennemente in bolletta dei fotoamatori sovietici. Di conseguenza, la fotocamera non ha messo radici e praticamente non ha subito eventuali miglioramenti e/o sviluppi successivi. Il concetto innovativo (per KMZ), mutuato dal sistema Leicavit di Leica, prevede il caricamento dell'otturatore e l'avanzamento del trasporto del fotogramma, in modo completamente diverso da tutto ciò di cui eravamo abituati. Questa operazione viene eseguita con l'aiuto di un lungo grilletto pieghevole situato nella parte inferiore della macchina fotografica. Questo grilletto si muove in linea retta su un piano orizzontale, lungo il fondello. Si tira il grilletto con la mano sinistra, tenendolo con più dita e appoggiando il pollice sul corpo della fotocamera. Pertanto, per armare l'otturatore non è necessario distrarre l'occhio dal mirino e nemmeno la mano destra, che è responsabile del pulsante di scatto. Praticamente il sistema aumenta notevolmente la velocità di scatto rendendola davvero incredibilmente efficace per chi attua la tanto inflazionata ""Street"".
 A breve daremo uno sguado più da vicino alla Drug !! |
| inviato il 25 Settembre 2020 ore 11:13
Wow! Schyter sei una vera e propria miniera di informazioni! Interessante questa Drug, tra l'altro trovo che abbia un design incredibilmente attuale (beh, a parte il grilletto! ) |
| inviato il 25 Settembre 2020 ore 11:20
Una leva di carica simile l'ho vista anche su alcune Canon a telemetro, era un sistema comune? |
| inviato il 25 Settembre 2020 ore 11:22
“ ...trovo che abbia un design incredibilmente attuale ... „ è davvero bella ... il design lo trovo anch'io attualissimo. Le linee pulitissime e la calotta dove nn sporge assolutamente niente, oltre ai dettagli degli angoli smussati. E' molto soggettivo ovviamente, ma per me è sicuramente tra le prime 3 a livello di eleganza tra le soviet. Peccato che è discretamente rara e costosa (per i miei parametri da tirchio)... e spesso con acciacchi. Trovarla in ottimo stato alza ancor di più il costo (anche se parliamo cmq di cifre tutto sommato accettabili). Oppure mettere in preventivo la riparazione presso un tecnico serio. |
| inviato il 25 Settembre 2020 ore 11:59
@Eosmatic“ era un sistema comune? „ Comune forse è una parola grossa ... era (è*) un sistema inventato da Leica (SCNOO del 1935) e poi ripreso sempre da Leica neglia anni 50 (SYOOM del 1951 e SYOOM -M del 1960). All'apparire della Leica M ci fu richiesta del fondello anche per la M ma Leica preferì produrre la MP che inglobava il sistema Leicavit nel fondello. "Solo" nel 1960 il fondello SYOOM-M appunto per Leica M. Non sono conoscitore profondo del sistema Canon a telemetro e quindi nn so dirti ... se l'hai vista certamente anche Canon ha usato questo sistema. Credo che fosse abbastanza diffuso in quegli anni d'oro del "punta e scatta" o del "cogli l'attimo" ... alla HCB insomma. * è un sistema ancora in uso se vogliamo ... tanto che Leica commercializza ancora l'accessorio/fondello Leicavit per le vecchie M a pellicola... Meglio nn guardare quanto costa... mi prende male !!! it.leica-camera.com/Fotografia/Leica-M/Equipaggiamenti-tecnici/Traspor |
| inviato il 25 Settembre 2020 ore 12:12
L'ho visto in rete, non ho macchine di quel tipo, sembra comunque simile, anche il periodo è quello. Comunque complimenti per aver condiviso con noi queste informazioni. |
| inviato il 26 Settembre 2020 ore 0:41
Curiosità, controlli ed approccio (soggettivo) alla fotocamera. La Drug è una fotocamera insolita, fuori dagli schemi tradizionali soviet come Fed-Zorki, comunque riconducibili alla capostipite Leica. E' un progetto totalmente autonomo e personalmente, quando anni fa la vidi per la prima volta, mai avrei creduto che fosse una macchina d'oltre cortina. E' insolita in tutto ... Già la parte frontale è fuori dagli schemi; si aggiunge infatti sulla parte anteriore, il pulsante di scatto e la leva di sblocco per il riavvolgimento (oltre al classico autoscatto). La calotta superiore è l'autentica novità che probabilmente rende le linee estetiche pulitissime. Avendo portato il pulsante di scatto, il self-timer e la leva di sblocco sul fronte, la parte superiore è una linea continua senza soluzione di interruzioni che trovo estremamente elegante. Le poche cose sono incassate. Partendo da destra troviamo: il memo per la sensibilita della pellicola, la slitta porta accessori, il selettore dei tempi di scatto, il conta pose e l'azzeramento del conta pose che è costituito da una rotella zigrinata posta sullo spigolo sinistro, anch'essa incassata e quasi invisibile.
 Sul fondello troviamo il "famoso" grilletto, la manopola di riavvolgimento, anch'essa incassata a scomparsa e l'attacco per lo stativo. Sul fianco destro la chiave di apertura del dorso. La vulcanite che la riveste è di buona qualità e gradevole al tatto. Le curiosità sono poche ... La più clamorosa è il meccanismo di carica a grilletto che abbiamo visto prima. Altra cosa è l'alloggiamento del rullino che si trova a destra... conseguentemente, agendo sul meccanismo di carica, la pellicola viene trasportata da destra a sinistra. Un piccolo dubbio riguarda il mirino che trovo davvero molto buono. Ho sempre letto (nei siti ad est) che sulla Drug le cornicette erano mobili per la correzione della parallasse. Nel mio esemplare questo non accade e ho relegato la cosa ad un difetto della mia fotocamera. Poi ci ho ragionato un po' e mi è venuto un dubbio che da nn esperto della questione mi è rimasto e quindi chiedo ai più esperti ... >> La Drug è l'unica fotocamera soviet a telemetro con il mirino perfettamente al centro della fotocamera ed altrettanto perfettamente in asse con l'obbiettivo ... ergo, le cornicette NON sono mobili perchè nn c'è niente da correggere, a differenza delle altre telemetro che hanno il mirino decentrato rispetto all'ottica. Se fosse così, quanto lessi sulla questione era ed è un errore. Contro. Alcuni particolari tecnici non mi convincono o sono mancanti. A cominciare dagli occhielli per la tracolla; sono mancanti e personalmente è una cosa che detesto. Il grilletto, essendo la fotocamera adattissima per la street e di conseguenza sottoposta ad un uso intensivo, è troppo piccolo/sottodimensionato; mi da l'impressione di essere fragile. Manca la correzione diottrica. Il selettore dei tempi è talmente livellato nella calotta superiore che servono le unghie per afferrarlo, sollevarlo e ruotarlo; tra l'altro essendo posizionato a sinistra la cosa diventa un pelo complicata perchè, teoricamente, sarebbe più comodo usare la mano sinistra. Ma io NON sono mancino. Serve abituarsi ad una presa corretta perchè il pulsante di scatto è vicinissmo alla piccola finestra del telemetro; con il dito indice, deputato allo scatto, può capitare di interferire . Il pulsante di scatto (nel mio esemplare) è sensibilissimo; facile eseguire scatti non voluti. In definitiva è una fotocamera ben costruita e tutto sommato di facile utilizzo. Non ha quasi niente in più rispetto ad esempio alla Zorki 4 od alle Kiev a telemetro ... Ma è TREMENDAMENTE bella ed elegante. |
| inviato il 26 Settembre 2020 ore 2:47
Quant è la base telemetrica? |
| inviato il 26 Settembre 2020 ore 8:38
@gobbo È scritto nel primo post. Cmq 43mm |
| inviato il 19 Settembre 2021 ore 22:20
a distanza di un anno, rispolvero il post ... Dopo diversi anni di ricerche infruttuose (volevo pagarlo poco) mi è arrivato uno splendido Jupiter 3 (1.5/50) NERO ... Questa versione nera è l'ultima prodotta (1978/1988) ed è la più ambita. Sulla carta è potenzialmente la più performante ... unicamente per la qualità del rivestimento della lente. L'ho usata sulle Zorki che mi ero portato in montagna in agosto ed oggi l'ho rimesso sulla Drug ... un bell'abbinamento tutto sommato.
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| inviato il 31 Dicembre 2022 ore 12:05
Apro distrattamente il topic, leggo al volo "pulizia e lubrificazione" e l'occhio mi scivola sulla scatola di Urogermin Prostata... Un povero Cristo cosa deve pensare? |
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