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La diversitá culturale


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user28347
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inviato il 09 Settembre 2020 ore 15:37

tutti belli ,ma se non ti offendi preferisco la svedese:-P

avatarsupporter
inviato il 18 Settembre 2020 ore 16:40

Bravo e puntuale, signor Ben-G, nonché pertinente a questo nostro presente, nel proporre uno spunto di riflessione che mi vede, anche in quest'occasione, piuttosto pessimista su efficacia ed esiti ma, tant'è, fare è meglio che navigare nell'ignavia.
Personalmente, ho fatto mio da molto tempo (scrivendolo pure in questo sito in più occasioni) il concetto di considerare ogni diversità quale opportunità di crescita e ricchezza umana da cogliere. L'egoismo e le proprie assurde “verità”, che tali non sono, ci porta molto spesso ad un ego/geo-centrismo che si consuma fino a terminare sulla soglia della propria abitazione*. Il pettegolezzo (magari con un vicino o parente compiacente) diventa l'unica opportunità di un (falso) confronto atto solo a demolire usi, costumi e, in definitiva, cultura di chi ha avuto percorsi differenti.
Così, ad esempio, l'unica cucina di pregio è quella italiana (solo ad esemplificare, perché altri, la medesima considerazione, la applicano alla propria).
Mi compiaccio non poco, allora, di aver bevuto in abbondanza sangue di serpente o mangiato scorpioni fritti sulle verdure fresche o…. l'elenco sarebbe infinito o quasi, secondo usi e costumi presenti in Cina, ove ho vissuto a lungo, ma pure mi compiaccio di aver assorbito, per quanto possibile, ritmi ed abitudini proprie di quel mondo trovandone, alla fine, anche piacere. Alla domenica, allora, andavo in uno dei grandi parchi di Beijing e, senza problemi, giocavo con persone conosciute al momento a dama o a quel complicatissimo gioco di carte molto in uso fra i cinesi di modesto rango sociale. Alla fine, conto per almeno una decina di volte, con mal celato.… anzi, con ostentato orgoglio, la migliore considerazione ricevuta: “tu sei il più cinese di tutti gli occidentali” . Evidentemente non mi importa di essere tanto “cinese” ma di essere entrato, in via diretta, nella cultura di un popolo, con rispetto, attenzione e quella curiosità che determina la conoscenza, l'apprensione dell'oggetto conosciuto da parte del soggetto conoscente fino all'identificazione reciproca delle due entità (concetto male espresso ma di antica definizione… mi pare Aristotele).
Mangiare serpenti e scorpioni e berne il sangue non mi ha provocato alcun problema, al massimo mi ha confermato di essere infinitamente più forte del legame (? ne ho? n.d.r.) a certe abitudini di nativa appartenenza, concedendomi in premio un'appartenenza molto più grande, di ben altro spessore. Poi, a chi suppone impossibile, nel caso proprio, di essermi emulo, mi permetto l'invito ad immaginare quali fossero “i menù” di Auschwitz o delle case di accoglienza di Pol Pot o… elenco drammaticamente lungo ed inglorioso per il genere umano, e apparirebbe immediatamente la relatività del proprio pensiero.
Tralascio altre, pur presenti, possibili esemplificazioni di mia personale esperienza ed appartenenza fatta salva….
Trasferisco la mia esperienza ed il mio ricordo a due dei tanti viaggi in Australia.
Uno dei più recenti riguarda la città di Sydney, nel 2012.
Lavori in corso presso l'Opera House, nel lato ove si passa per accedere a Botany Bay. Una barriera in legno divideva il cantiere dal percorso aperto al pubblico. Questa barriera era completamente ricoperta da stampe assolutamente identiche al contenuto offerto da “Atlas of humanity“ (che, quindi, concettualmente non è una novità) corredate da numerose frasi che sottolineavano come l'Australia fosse una terra ed una nazione quasi apolide, costituita da persone e popoli di diversissima provenienza, molto ben amalgamati fra loro, dove tolleranza e fraternità rappresentano il cuore della migliore convivenza possibile.
Decisi quindi di andare a viverci ma…. Le selettive leggi sull'immigrazione me ne vietarono l'opportunità.
Poi, s'impone una riflessione: dov'erano le foto dei veri antichi padroni della terra australiana ? A quel percorso mancava la parte più importante, quella “Via dei canti”, così ben descritta da Bruce Chatwin, non era presente.
E il ricordo, questa volta enorme, profondo e struggente, va ad un'esperienza di venti anni precedente, in Arnhem Land dove riuscii ad andare (gli ultimi 200 Km “a bussola”) in riserva aborigena.
Con Loro, come Loro.
Ecco….. pensavo di poter raccontare qualcosa ma non ci riesco e certo non sarà postata alcuna delle migliaia di dia scattate.
Mi illudo, anche in questo caso, di essere stato il migliore aborigeno fra gli occidentali… in realtà fui, ad allora, l'unico.
Ma c'è una foto che mi ritrae con Narige, alto e nudo, con barba e capelli bianchi e fluenti mentre mi abbraccia a lungo e piange perché ha capito che me ne sto andando per sempre e mi esorta a restare…..
….son quasi certo di aver sbagliato a non farlo.


*Molto interessanti le opinioni/definizioni, sul tema, di Henry Thoreau

user198779
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inviato il 18 Settembre 2020 ore 20:40

Grazie per avere aperto questo topic.
Ben G , io l'avevo già visto ma hai fatto bene a farlo vedere qui.
Ciao

avatarsupporter
inviato il 04 Gennaio 2021 ore 15:46

[ «La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza»

Lev Tolstoj ]

Non potevano essere parole migliori, ma guardandoci intorno da noi l'accesso alle conoscenze non manca, purtroppo manca la predisposizione per acculturarsi.

[Acculturazione. Di un popolo o di un gruppo sociale, mutare cultura e costumi per un processo di assimilazione in seguito a contatti con popoli o gruppi sociali di cultura diversa.]

Quello che manca alla gente è il contatto con i popoli, chi non accetta la diversità culturale in molti casi è colui che non esce dal proprio confine di stato, spesso dalla propria regione, chiuso nel suo mondo non conosce altro che i suoi simili e quando viene a contatto con "estranei" si sente sopraffatto e crede di perdere la sua libertà, ed in seguito si hanno i pregiudizi razziali.
L'uomo ha sempre attraversato i "confini del mondo" da nord a sud, da est a ovest, la terra appartiene a tutti e tutti dovrebbero avere le stesse opportunità, senza diversità culturali.

Grazie Ben per aver portato a conoscenza questo bel sito.
Un saluto Loris

user198779
avatar
inviato il 11 Gennaio 2021 ore 17:55

Ben detto Lorisb.

A voler essere un po polemico vedo che qua ci si interessa o ci stanno a cuore altri temi forse un pochino più futili MrGreen

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2021 ore 12:45

Quello che manca alla gente è il contatto con i popoli,

E' una battuta?Oggi non si hanno contatti?
mutare cultura e costumi per un processo di assimilazione in seguito a contatti con popoli o gruppi sociali di cultura diversa.]

E chi decide quale cultura sia migliore?
Intendo quale popolo può dare esempio di tolleranza?
Di quale gente si parla?
purtroppo manca la predisposizione per acculturarsi.

A chi?Chi è manchevole in relazione a questa predisposizione?Gli Italiani?

va ad un'esperienza di venti anni precedente, in Arnhem Land dove riuscii ad andare (gli ultimi 200 Km “a bussola”) in riserva aborigena.Con Loro, come Loro.


Perchè non è rimasto là?

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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