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Una Contax decente?







avatarsenior
inviato il 21 Agosto 2020 ore 9:04

Io lo sono da oltre trent'anni... figurati quale può essere il mio concetto di paura ;-)

user120016
avatar
inviato il 21 Agosto 2020 ore 9:22

@Kappasim,
ho aggiunto quella formula non per fare il fenomeno (anche perché parliamo di chimica da quarta liceo) ma per evidenziare che si tratta di concentrazioni infinitesimali che vale la pena recuperare per l'amatore ma solo per i laboratori su larga scala. Tempo fa leggevo che per recuperare l'argento sufficiente per sensibilizzare un singolo rullino servono circa 68 rullini sviluppati...
P.s.: io sono tuttora sposato per cui capirai che sono ipervaccinato MrGreen

@Paolo,
Non penso sia il caso dell'autore del thread ma in generale hai ragione. Ad ogni modo a me piace conoscere i meccanismi chimici nel dettaglio ma si può fare comunque a meno di conoscerli ed essere dei buoni fotografi. Semplicemente io li trovo affascinanti ed ho voluto approfondire ;-)

avatarsenior
inviato il 21 Agosto 2020 ore 9:36

@PaoloMcmix
Non sono del tutto d'accordo sulla faccenda degli otturatori.
Gli otturatori a tendina regolano i tempi rapidi facendo variare la partenza della seconda tendina, che segue la prima ad una certa distanza, di fatto si tratta di una fessura che scorre davanti alla pellicola (o al sensore), fessura più stretta uguale tempo più rapido. Il tempo massimo di sincro flash corrisponde al tempo più rapido in cui il fotogramma resta completamente scoperto: la prima tendina si è aperta e la seconda ancora non è partita per chiudere. Nei primi otturatori in genere coincideva con 1/60 (scorrimento orizzontale) o 1/125 (scorrimento verticale e quindi meno strada da fare).
I tempi lenti erano ottenuti ritardando con un dispositivo ad orologeria la seconda tendina. Specie con il passare del tempo, questi dispositivi possono "impigrirsi" e perdere di precisione, come d'altra parte accade anche con gli otturatori centrali.
Il controllo elettronico dell'otturatore può sicuramente aumentare la precisione ma questa non potrà essere assoluta, perché c'è sempre un meccanismo composto dalle tendine, che avrà i suoi attriti ed i suoi ritardi.
Questo a prescindere dal fatto che l'otturatore funzioni totalmente controllato dall'elettronica o sia previsto un funzionamento parziale o totale anche in maniera meccanica.
In ogni caso, un otturatore meccanico in buone condizioni avrà delle imprecisioni sui tempi che dovrebbero essere tranquillamente assorbite dalla latitudine della pellicola.

avatarsenior
inviato il 21 Agosto 2020 ore 10:08

Ma infatti carissimo Domenico fai non solo bene, ma anzi benissimo, col tuo instancabile impegno nell'approfondire gli argomenti, il problema in questo caso è piuttosto il mio ed è legato alla mia avversione patologica nei confronti della chimica TristeSorryConfuso

avatarsenior
inviato il 21 Agosto 2020 ore 10:29

Ciao Fileo - quel che hai appena specificato riguardo agli otturatori è del tutto esatto, anche io del resto avevo affermato che il problema della costanza dei tempi assicurata dagli otturatori meccanici non sta affatto nei tempi brevi, eccezion fatta per quello in assoluto più breve chiaramente, ma piuttosto per i tempi lunghi... che poi sono tutti quelli più lunghi del syncro X.

Questo avviene perché la costanza dei tempi meccanici viene garantita da un vero e proprio meccanismo a orologeria, come nei comuni orologi meccanici, e così come negli orologi la molla tende a stararsi, facendo perdere precisione al meccanismo, lo stesso avviene con la molla che regola i tempi negli otturatori fotografici... e gli errori, spesso e volentieri, superano il famoso terzo di stop che è comunemente indicato come il dislivello minimo conunemente in grado di essere percepito dall'osservatore "medio", uno esperto può discernere tranquillamente anche 1/4 di stop allo stesso modo in cui, al contrario, un osservatore poco attento e poco avvezzo all'osservazione fine, ha bisogno di un dislivello di circa 1/2 stop.

Questo ovviamente parlando di diapositive, con i negativi il problema non si avverte affatto perché in genere lo si corregge in automatico in fase di stampa ;-)

avatarjunior
inviato il 21 Agosto 2020 ore 11:15

Ciao kappasim, in merito allo sviluppo poco tempo fa la ilford ha introdotto dei kit "one shot" che in pratica contengono i chimici nella quantità esatta per sviluppare al massimo due rullini mi sembra. Cioè aggiungi l'acqua in quantità esatta e sei pronto. Ti devo dire però che dal punto di vista economico non conviene, serve solo per iniziare. Può essere utile, cioè secondo non è una gran difficoltà prelevare la quantità esatta dal concentrato, però mi rendo conto che all'inizio ridurre il numero di cose da tenere a mente (in questo caso direi che si esclude il problema diluizione perché ce n'e solo una) potrebbe essere d'aiuto. Mi pare che il kit si chiami simplicity.
Altrimenti mi sembra di ricordare che da ars imago trovi diversi kit per iniziare, con tutto quello che serve, ma penso che anche fotomatica li abbia.

Per quanto riguarda la pellicola mi sembra che tu sia già deciso per la tmax ma mi permetto di consigliarti di prendere anche qualche rullino più economico da affiancare, tipo le fomapan, che sono comunque discrete. Ti do questo consiglio perché ho già convinto qualche persona a provare la pellicola e mi sono reso conto che un grande problema che ha chi inizia (e viene dal digitale) è riuscire a scattare di nuovo a cuor leggero, cioè ti trovi a fare i conti col fatto che ogni volta che premi il pulsante spendi soldi, e questa cosa può bloccare più del dovuto, o almeno io ho notato questo è mi sembra che te ne sia già reso conto anche anche tu. Se prendi anche un rullo economico scatti con qualche problema a in meno, o così credo magari per te non sarà un problema ;-)

user120016
avatar
inviato il 21 Agosto 2020 ore 11:26

Concordo con quanto scritto da LuC photo.
Riguardo i kit della ilford, oltre alla semplicità, hanno il vantaggio di poter lavorare sui piccoli numeri. Infatti le bottiglie dei concentrati, una volta aperte, devono comumque essere utilizzate entro 6 mesi (meglio se entro i 3 mesi) pena decadimento dell'efficacia ed imprevedibilità dei risultati. Per chi scatta regolarmente nessun problema ma per chi fa passare mesi tra un rullo e l'altro non è i massimo. Una soluzione è quella di mettere assieme un tot di rulli i e svilupparli in maniera ravvicinata.

Anche riguardo al discorso della pellicola, concordo perfettamente ed aggiungo che a dispetto del prezzo abbordabile, le Fomapan 100 non sono affatto pellicole mediocri, anzi, tra le basse sensibilità le trovo davvero molto buone. Un po' meno le 200 e le 400 (mio gusto). Mi permetto inoltre di segnalare le retropan 320 che, sviluppate con apposito rivelatore, restituiscono un timbro molto particolare. Ed hanno una latitudine di posa molto ma molto ampie per cui perdonano molti errori in fase di ripresa e/o consentono tiraggi molto audaci.

avatarjunior
inviato il 21 Agosto 2020 ore 11:50

@Luc Ciao e grazie per le info molto pratiche.

Oltre la quantità di chimici, la cosa che mi spaventava di più è la gestione delle temperature.
Almeno ora ho scoperto che uno dei 3 non ha piu bisogno dell'acqua calda.
Mi sembra si chiami T-Lox, se non ricordo male.

Ma se per iniziare cè la possibilità di qualcosa di piu semplice, anche se economicamente non conveniente, all'inizio è il benvenuto.
Perchè tra vaschette, taniche, termometri, ecc.. ecc.. la spesa non è comunque indifferente.

Vedo che con la fomapan il prezzo allo scatto passa a 0,16 dai 0,40 del Tmax.
Quindi tutto grasso che cola MrGreen

Grazie;-)

avatarjunior
inviato il 21 Agosto 2020 ore 11:54

Attualmente c'è una cosa che mi spaventa un po' di più.
Ed è tutta l'attrezzatura che ho visto usare per la seconda parte del processo.
Quello della stampa.

Non so se tutto quel materiale semplifica solo o è necessario (ingranditori, ecc..)
Ma lo scopriro' quando avro' i miei primi negativi Triste

Una soluzione è quella di mettere assieme un tot di rulli i e svilupparli in maniera ravvicinata


Ecco.
Questo è già uno di quei consigli che sicuramente mi risparmierà un sacco di imprecazioni MrGreen

avatarsenior
inviato il 21 Agosto 2020 ore 12:17

Non so se tutto quel materiale semplifica solo o è necessario (ingranditori, ecc..)
Ma lo scopriro' quando avro' i miei primi negativi Triste


Necessario... è lì che serve spazio e organizzazione.

user120016
avatar
inviato il 21 Agosto 2020 ore 12:26

La soluzione di mettere da parte rulli e svilupparli insieme, a parte il vantaggio descritto prima, dà anche modo, per chi inizia, di fare una pratica più utile. Quando sarai più pratico ed avrai memorizzato le cose da fare, verrà naturale e le farai in automatico anche dopo mesi che non sviluppi. Ma nei primi tempi l'allenamento conta e non poco. Altro piccolo suggerimento, visto che i rullini non hanno i dati exif... Quando metti da parte una pellicola da sviluppare, fai un foglio in cui annoti i dati tecnici ed ambientali (luogo e data di scatto, fotocamera, focali usate, condizioni di luce, eventuali ''tiraggi") nonché tutte le informazioni necessarie e che con il tempo inevitabilmente si dimenticano. Quando svilupperai ti ringrazierai per questo tempo dedicato...

Riguardo la domanda precedente, e cioè la fase di stampa, ci sono attrezzature che semplificano (il provinatore, il marginatore, la smaltatrice, l'esposimetro a sonda per carta, i filtri multigrade...) Ed altri indispensabili (ingranditore, timer, focometro, termometro ed ovviamente bacinelle e pinze).

Ma ti consiglio di porti questo problema a tempo debito. Perché lo sviluppo puoi farlo anche in daylight, la stampa richiede una camera oscura...

avatarjunior
inviato il 21 Agosto 2020 ore 12:34

Perché lo sviluppo puoi farlo anche in daylight, la stampa richiede una camera oscura...


Ma...
Io pensavo che fosse lo sviluppo a richiedere la camera oscura.... Triste

Tutta sta gente che carica le pellicole nel tank al buio ...

user120016
avatar
inviato il 21 Agosto 2020 ore 13:05

Se hai la camera oscura puoi caricare la pellicola tranquillamente. Ma se non ce l'hai usi una changing bag e non hai bisogno dell'ambiente buio.
La stampa, al contrario, puoi farla solo al buio e con luce di sicurezza inattinica. Alternative non ne esistono

avatarsenior
inviato il 21 Agosto 2020 ore 13:32

Cos'è la changing bag? Una borsa ermetica in cui infili le mani la pellicola i liquidi e poi sviluppi? Io non ho mai provato a sviluppare da solo, ma capisco che per Kappasim e altri il gusto sta proprio nello sviluppare e ingrandire. Io per ora mi son sempre rivolto a un laboratorio. Piacerebbe anche a me sviluppare in autonomia, ma mi ha sempre frenato il fatto di non avere una camera oscura (mansarda con degli "scuri" approssimativi) e la paura di fregare per imperizia dei "capolavori".

avatarjunior
inviato il 21 Agosto 2020 ore 13:34

Concordo con Domenico riguardo al fare pratica, e aggiungo di non caricati di troppe informazioni, quindi ti consiglio di concentrarti solo sullo sviluppo al momento. Una volta che hai i negativi puoi stamparli quando ti pare e se sviluppati bene dureranno non dico per sempre ma quasi.
Riguardo alla temperatura di sviluppo lo standard nel bianco e nero è 20 gradi ed è vero che esistono curve e grafici per sviluppare a temperature diverse con tempi diversi ma non è cruciale per ottenere un risultato; quindi mantieniti a circa 20 gradi (in una giornata fresca d'estate, in autunno e in primavera l'acqua del rubinetto esce già alla temperatura giusta) e non ci pensare troppo o rischi di fare errori ben peggiori come invertire i chimici (ti assicuro che non è così impossibile, io uso sempre caraffe diverse per non sbagliare). Il risultato si ottiene comunque e all'inizio non ti preoccuperai certo di densità delle ombre/luci o contrasto, l'importante è vedere che sul rullino ci sono le foto; il processo si affina col tempo.

Poi aggiungo: dirò un'eresia ma non ci vedo nulla di male nell'utilizzare lo scanner che hai citato, io all'inizio ho usato un epson v600 anche per il 35 ed è verissimo che non è il massimo ma secondo me è molto più importante che tu veda il risultato nell'immediato, in modo tale da migliorare in fretta; c'è sempre tempo in futuro per dedicarsi alla stampa e a scansioni più raffinate.

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