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Percorso di apprendimento


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avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2020 ore 20:19

Kappasim, ma ti pare che esista una formula scientifica per imparare a fotografare?
Fatti un giro per le gallerie. Due sono le cose. O a studiare sono pochi, o non esiste una formula segreta...MrGreen

avatarjunior
inviato il 18 Agosto 2020 ore 20:33

Kappasim, ma ti pare che esista una formula scientifica per imparare a fotografare?
Fatti un giro per le gallerie. Due sono le cose. O a studiare sono pochi, o non esiste una formula segreta...MrGreen


Ma a me va benissimo...

Al di la che non ho mai parlato di "formula segreta" ma solo di percorso.

Nel mio post iniziale chiedevo se questo percorso esistesse.

Se si arriva alla conclusione che non esiste... è una risposta.
Mi attrezzo di conseguenza.

Non so come...
Ma mi attrezzo.

user177356
avatar
inviato il 18 Agosto 2020 ore 20:39

ma ti pare che esista una formula scientifica per imparare a fotografare?


Qualunque artista rinascimentale rimarrebbe stupito da questo tuo scetticismo.

avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2020 ore 20:47

Un fotografo rinascimentale avrei voluto vederlo...MrGreen
Mah, forse Leonardo.

user177356
avatar
inviato il 18 Agosto 2020 ore 21:03

Immagino ti sfugga che i principi della composizione, che usiamo come fotografi, sono stati elaborati alcuni secoli fa.

Kappasim, un paio di anni fa mi sono stancato di fotografare persone, soprattutto durante i viaggi in Asia e altrove, e ho deciso di dedicarmi alle cose. In particolare, a edifici, piazze, strade. Per me è stato come ricominciare a fotografare, perché il linguaggio dei due tipi di fotografia è piuttosto diverso.

Ho provato a leggere libri, tutti piuttosto generici o al contrario focalizzati su tipi molto specifici di immagini (come le foto di interni), a spulciare i forum, a cercare autori. Poi ho capito che non esisteva un "sotto-percorso" specifico e che dovevo iniziare a provare, qualche volta imitando un autore o una fotografia che mi aveva colpito e re-imparando l'uso della luce, della composizione, delle tecniche di postproduzione.

Sono ovviamente ancora a metà del guado, ma inizio ad orientarmi. Nel frattempo, ho anche affinato le mie capacità critiche, per cui capisco meglio se una foto di paesaggio urbano "funziona" e perché. Perché Basilico è Basilico (nonostante non sia il mio preferito) mentre le migliori foto di architettura del più abile utente di Juza rimangono opere di un amatore.

Insomma, non esiste un percorso definito, ma non sei neanche perso in un bosco senza alcun riferimento.

avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2020 ore 21:11

Ecco l'ultima frase é interessante e se la approfondisci potrebbe essere molto utile a tutti

user177356
avatar
inviato il 18 Agosto 2020 ore 21:37

Intendevo dire che ciascuno di noi ha un bagaglio culturale e visivo al quale attingere.

Nel mio caso, una certa osmosi dall'ambiente familiare: mio padre (nato negli anni '20) si è occupato di edilizia residenziale e pubblica per decenni, incidentalmente entrando in contatto con molti artisti italiani (De Chirico e Guttuso tra gli altri), mia sorella ha una formazione piuttosto solida nella grafica pubblicitaria. Per cui a otto anni (negli anni '70) sfogliavo il Neufert (ricordo ancora uno schema meraviglioso "dal monolocale al castello"), o i manuali di mia sorella sull'uso dei font, oppure il libro d'arte che avevano regalato a mio padre.

Nulla di eclatante, ovviamente, ma quando ho iniziato a studiare l'effetto della luce (e delle ombre) sulle superfici degli edifici mi sono subito venute in mente le "lezioni" sul calcolo dell'insolazione che mio padre geometra mi faceva quarantacinque anni fa. Per non parlare di Piranesi, per il quale aveva una venerazione (e che io detestavo).

Qualcun altro può attingere ad altre esperienze, nessuno è una tabula rasa. Bisogna però uscire dall'ottica "ma che c'entra questo con la fotografia", perché altrimenti non si va da nessuna parte.

Questo approccio mi sembra sia lo stesso delle migliori scuole di fotografia. Le poche (statunitensi) che pubblicano un piano di studi più preciso mettono in campo molti insegnamenti di background (arte antica e contemporanea, composizione, sociologia, qualcuna anche neurologia, etc.) e molto, molto esercizio pratico. Moltissimi assignment , che mi ricordano i "casi aziendali" sui quali si basa l'insegnamento nelle business school di tutto il mondo, dove la teoria è ridotta all'osso.

C'è un libro che giace sul tavolino del salotto da tempo: https://www.amazon.it/Photographers-Playbook-307-Assignments-Ideas/dp/

Per me è troppo ampio, avrei bisogno di un playbook più mirato. Ma è uno strumento molto interessante.

avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2020 ore 22:44

Una bella discussione filosofica che risorge dalle sue ceneri.
Impariamo a guidare la macchina ma non a diventare piloti, a leggere e scrivere ma non a diventare scrittori, a mescolare i colori ma non a diventare pittori ... ma vogliamo imparare a usare una macchina fotografica e diventare maestri nella comunicazione visiva?
Tornando al primo esempio: hai imparato a guidare la macchina? Bene. Adesso devi allenarti guidando chilometri e chilometri, giri e giri di pista o di strade sterrate, superare i tuoi limiti, capire come fare a superarli ancora, imparare dagli altri e pagare per i tuoi errori. Non lo fai? La tua espressione artistica sarà ricopiare un romanzo, una ricetta, uno spartito, farai una bella copia di un quadro, replicherai una ricetta di Giallo Zafferano, non sarai mai Cracco.

Innanzitutto devi decidere quale direzione fotografica di addice al tuo temperamento e poi costruisci te stesso per come ti comanda il tuo cuore, sperimentando, cercando di capire quello che esiste, sviluppando un tuo modo di esprimerti. Possibilmente devi scrivere il tuo libro, dipingere il tuo quadro. Potrà mai esserci qualcuno che ti insegna come provare delle emozioni? Quali parole usare per emozionare gli altri?

Il tuo approccio è meccanico, come il triangolo dell'esposizione. Non troverai nessuno che ti insegnerà cosa c'è in te, se c'è e come fare per rappresentarlo.
Di contro, troverai tante persone più o meno preparate che ti diranno tutto a riguardo dei corpi macchina, lenti, flash, LED, filtri e via dicendo. Poi sta a te esplorare la tua creatività e trasformarla in un messaggio.

Ultimo punto. La regola dei terzi è stata insultata da un famoso regista, che ha dimostrato perché è sbagliata (il suo modo di vedere le cose), Fibonacci ci ha messo del suo, Giotto, Leonardo e molti altri artisti si facevano le stesse domande che ci facciamo anche noi ... ma alla fine le regole lasciano il tempo che trovano, se hai qualcosa da raccontare e ripeto, nessuno potrà dirti come farlo senza farti diventare una fotocopia di qualcun'altro. Dopo i Contenunti tecnici, basta guardare le fotografie esistenti e cercare di farle uguali per cadere nell'oblio.

Buona luce a tutti

Gabbia65

user177356
avatar
inviato il 18 Agosto 2020 ore 22:51

Non troverai nessuno che ti insegnerà cosa c'è in te, se c'è e come fare per rappresentarlo.

Non sono d'accordo, e non parlo (solo) di fotografia. Nessuno può dirti cosa c'è in te, ma ti possono insegnare a cercarlo e riconoscerlo. Sicuramente, poi, si possono insegnare le tecniche per rappresentarlo.

La regola dei terzi

Il principio dei terzi, non la regola . Il principio è sempre valido, la regola può non esserlo.

avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2020 ore 22:53

Gabbia65 for president

avatarjunior
inviato il 18 Agosto 2020 ore 23:06

Innanzitutto devi decidere quale direzione fotografica di addice al tuo temperamento


E' una cosa che ho sentito piu volte in questa discussione.

Ma non mi trova d'accordo.

E' lo stesso concetto dello studente di prima media a cui viene detto di diventare esperto in 5 minuti per poi tornsare a fare lo studente di prima media.

Non ha senso chiedermi di fare una scelta sulla direzione fotografica senza le competenze e l'esperienza per fare tale scelta.

Per quello bramavo (al di la della richiesta se esistesse o meno) un percorso didattico.

Il percorso didattico non ti fa scegliere ad cazzum.

Ti da gli strumenti per farlo.

avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2020 ore 23:18

Ci vorranno almeno 30 anni sul campo per poter avere una tale conoscenza, e non credo che un corso la possa accelerare e/o sostituire: invecchierai bloccato nelle tue scelte per timore di fare un passo falso .... semplicemente cresci con l'esperienza e prova cio' che ti ispira durante la tua vita fotografica, buttati e sperimenta, osserva e modifica, fai subito quello che ti entusiasma e sonda ogni possibile risvolto di cio' che hai intrapreso.

avatarjunior
inviato il 18 Agosto 2020 ore 23:24

L'esperienza serve a trasmettere conoscenza.

Altrimenti non serve neanche educare un figlio.

Lo lasci sbattere il muso in tutta la merda della vita.

A rimbalzare tra gli angoli bui dell'umanità.

Che senso ha che gli spieghi le cose?


avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2020 ore 23:33

Gli trasmetti gli strumenti per accorgersi degli ostacoli, ma cosa succedera' poi, dipendera' dalla
voglia di affrontare con la sua testa le cose, o di non conoscerle ed evitarle di netto per timore di sbatterci contro.

user120016
avatar
inviato il 19 Agosto 2020 ore 0:10

@Kappasim, perdonami, ma temo che tu voglia trovare un percorso di apprendimento codificato dall'ABC fino alle forme di arte avanzata, mentre in realtà ti trovi in una fase di comprensibile entusiasmo/euforia/confusione che tutti noi abbiamo attraversato agli inizi dell'approccio fotografico. Non è una connotazione negativa ma una semplice constatazione scaturita dalla lettura dei post che hai aperto in questi giorni in cui passi dall'amore a prima vista per una D300 alla richiesta di lumi sul perché usare diaframmi chiusi, per finire alla richiesta di consigli su una potenziale Contax per scattare in analogico (alla quale ti ho anche risposto)... Niente di sbagliato, per carità. Ma quando vedo questo turbinare di idee e progetti con i conseguenti ed inevitabili dubbi, mi viene da pensare che forse la politica dello step-by-step sarebbe quella più opportuna.
Prima di capire come, quando e perché studiare i maestri, e prima di intavolare disquisizioni filosofiche, forse sarebbe opportuno il classico passo indietro per capire la scelta del diaframma in base alle tue esigenze espressive (per riprendere uno dei tuoi thread). Acquisito l'ABC, passerei alle domande successive (e magari per allora avrai già un'idea su cosa approfindire ed in che direzione muoverti nel tuo percorso di apprendimento) e solo dopo magari, mi lancerei alla riscoperta dell'analogico. Anche perché, ma questo lo sai già di sicuro, con la pellicola ogni errore ed ogni sperimentazione hanno un costo vivo e reale...
Spero di non aver urtato la tua sensibilità perché davvero l'intento è quello di dare un buon consiglio, non potendo più dare il cattivo esempio (cit. De André).

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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