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l' etica in fotografia naturalistica


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avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2020 ore 15:21

www.capercaillie.eu/

Dunque, la fotografia di tetraonidi in un centro di allevamento rientra nel capitolo wildlife photographyMrGreen. 30 euro per due ore: io speriamo che me la cavo. Il bello è che, visto il presumibile agio, interesserà più d'uno. E allora porto il telezoom o il 600? Interrogativo drammatico.

avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2020 ore 16:07

La cosa più assurda è che il ripopolamento che si prefiggono e a scopo venatorio Eeeek!!!, i fotografi dovrebbero finanziare l'allevamento dei galli cedroni per farli poi uccidere dai cacciatori , anche loro paganti , ottimizzazione delle risorse

user160348
avatar
inviato il 15 Luglio 2020 ore 17:26

Dove sarebbe scritto che sono allevati per scopo venatorio?

Io ho letto "caccia fotografica" e "Il supporto in questa interessante avventura gli è stato dato dal dr.sc. Josip Malnar, vicepresidente dell'Associazione venatoria croata (Hrvatski lovački savez) e presidente della Società venatoria della Regione litoraneo-montana, e dal signor Antun Arh, presidente della Società venatoria “Tetrijeb” di Čabar, nonché dal cacciatore di lunga data Ante Džaja."

Ma non ho visto da nessuna parte che si paga per fotografarli e per poi farli impallinare, si parla di ripopolamento.

avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2020 ore 17:36

Vai a wildlife photography > promotional price; lì il prezzo, anzi i prezzi. Non importa che l' allevamento sia a scopo venatorio o di ripopolamento; ai fini fotografici è un pollaio e le foto accluse con i recinti sono esplicative. Per me il gallo cedrone è in montagna che bisogna guadagnarselo; indicativo comunque che il supporto venga da importanti figure locali del mondo della caccia.

user160348
avatar
inviato il 15 Luglio 2020 ore 17:53

Non importa che l' allevamento sia a scopo venatorio o di ripopolamento; ai fini fotografici è un pollaio e le foto accluse con i recinti sono esplicative.



E allora?
In quanti posti del pianeta gli animali cosiddetti "wild" sono in riserve per essere fotografati e i proventi servono alla conservazione?



Per me il gallo cedrone è in montagna che bisogna guadagnarselo;/QUOTE]



Certo, peccato che sia ormai quasi scomparso e i troppi cosiddetti "photographe" contribuiscono a rompergli i cosiddetti, quindi contribuiscono alla sua scomparsa, ergo, torna utile chi si da da fare per ripopolarlo.




indicativo comunque che il supporto venga da importanti figure locali del mondo della caccia




Io sono contro la caccia, ma se le importanti figure del mondo della caccia non sono dei trogloditi sparatutto, magari si può fare qualcosa di utile collaborando.

avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2020 ore 18:07

Anche allo zoo sono lì per essere fotografati ma questo non è nello spirito dell'autentica fotografia naturalistica; siamo a tutti gli effetti nell'ambiente controllato. Non è scomparso e chi trova la motivazione per una foto faticosissima e di incerto risultato difficilmente sarà di disturbo; lo stesso dicasi per il forcello. Certo che una collaborazione con la parte migliore delle associazioni venatorie è auspicabile; resta il fatto che quella peggiore non se ne è mai sentita influenzata. In definitiva andare a fotografare in ambiente controllato e ad ispirazione venatoria quanto meno non mi appare gratificante.

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2020 ore 0:32

Comunque , secondo me , porre il problema dal punto di vista etico è sbagliato , puntualmente questo discorso viene a galla qui sul forum e su altri siti che trattano di fotografia naturalistica, sempre e soltanto con il presupposto che il comportamento del fotografo infranga le regole dell'etica , regole che nessuno definisce con precisione e non hanno confini delineati , questa mancanza di definizione deriva direttamente dall'errore di impostazione , le regole che definiscono i rapporti in una qualsiasi società o gruppo sono le leggi , scritte e dettagliate ( in italia anche troppo tanto da essere contraddittorie ) MrGreen parlare di etica significa entrare nel campo personale non pubblico , quindi impossibile stabilire chi , al di fuori della propria persona , abbia l'autorità e la competenza per dirti questo è sbagliato hai infranto una regola. La questione è , casomai , culturale , bisogna far comprendere che essere naturalisti non può essere confuso con il "sembrare" naturalisti , il fotografo deve porsi la domanda del motivo per cui svolge questa attività , se lo fa per avere l'approvazione e la stima degli altri ( likes) o se lo fa per soddisfare la propria autostima , in questo caso si entra nel personaggio "fotografo naturalista" e allora sì che le scorciatoie e le scorrettezze diventano comportamenti sbagliati , sbagliati perchè non raggiungono lo scopo , scegliendo la scorciatoia ti definisci da solo incapace di raggiungere l'obiettivo con i tuoi mezzi , e fotografare un animale in uno zoo o mettere a rischio una nidificazione , imprintare dei soggetti con l'eccessiva proposta di cibo , distoglierli dalla riproduzione con l'uso di richiami diventano errori e regole infrante , non basta " che non si sappia" e il sacrificio e la fatica incrementano la soddisfazione .

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2020 ore 8:21

Maurizio, hai ragione. 'E che io ho usato il termine in accezione estetica.

user155906
avatar
inviato il 16 Luglio 2020 ore 17:13

quindi le oasi non sono vero wildlife? ergo i safari nel serengheti sono gitarelle?

avatarjunior
inviato il 16 Luglio 2020 ore 17:45

Preparatevi a vedere le foto. Dopo gli orsi coi croccantini per cani e gatti, rapaci con frattaglie varie fra poco galli cedroni col mais e mangime per polli MrGreenMrGreenMrGreen Purtroppo !!

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2020 ore 22:59

...quindi le oasi non sono vero wildlife? ergo i safari nel serengheti sono gitarelle?

Il paragone è improprio, un safari è cosa diversa dal fotografare in un allevamento di tetraonidi; da dire anche che sull' Africa qualche distinguo è inevitabile perchè può essere quella delle immagini di Pierluigi Rizzato o quella della foto purtroppo rimossa dall'autore nella sua gallery in questo sito con una quindicina di fotografi su un camion davanti ad un singolo leone. Le oasi sono formative ma camminare liberi per ore sulle nostre Alpi o nelle brughiere delle Shetland è appagante, una mattinata a Torrile sicuramente meno.

user155906
avatar
inviato il 17 Luglio 2020 ore 8:22

di sicuro è improprio il paragone di un'area piuttosto estesa come quella di un oasi rispetto a quella di un allevamentoi di polli, ma qui vedo che molte persone hanno allargato il concetto

avatarsenior
inviato il 17 Luglio 2020 ore 13:08

Propongo solo tre considerazioni.
1) L'etica può avere diverse forme, giurisdizioni e manifestazioni secondo chi la applica.
Ad esempio, io posso andare a fotografare un'aquila reale impagliata in un bar delle Dolomiti e pensare di produrre un documento scientificamente e zoologicamente utile: in fin dei conti, è un'aquila.
Porto la mia foto per farla pubblicare ad Airone, e faccio tre rampe di scale (in discesa) senza nemmeno posare i piedi sui gradini..... All'editore non importa niente di un'aquila impagliata, le regole estetiche e comunicative della sua rivista sono ben altre e non derogabili.
Pubblico su Instagram, un follower mi scrive "wow!! bella!!" e un'altro "vergognati, quello è un cadavere, non un uccello". Chi ha ragione?? Per me, tutti.
2) L'ambiente controllato è una categoria ampia ed incerta.
Il Serengeti è luogo dove gli animali vivono nel sostanziale rispetto del loro imprinting selvatico, con la sola tutela di un forte e attento contrasto alle attività umane illegali, che potrebbero comprometterne l'esistenza, la riproduzione e la conservazione dei caratteri etologici e specifici.
Lo zoo è la negazione di tutto ciò, gli animali vengono sfamti e curati in cambio della rinuncia alle loro caratteristiche specifiche in nome di un discutibile spettacolo (e del biglietto di ingresso).
Non è proprio la stessa cosa...
3) Le prime fisime di cui liberarsi dovrebbero essere le manie di grandezza dei fotografi. Ricordo che anni fa mi sono permesso di fare ironia su foto dichiarate "subacquee" in cui si vedeva chiaramente il riflesso del flash sul vetro dell'acquario.
Chiedevo sommessamente ma causticamente se l'autore si fosse munito di pinne, maschera, muta e bombole, apriti cielo!!!
Erano comunque pesci, l'acqua c'era, dietro il vetro ma c'era. Poteva essere un disabile che non aveva modo di immergersi.... come se chiamare subacquea una foto fatta di la dal vetro di un acquario risolvesse il problema di un diversamente abile....
Capisco il porsi il problema etico se si usano, ad esempio, esche in stato di costrizione per attirare un rapace, ma....spesso non è questione di etica, ma proprio di senso del ridicolo....

avatarsenior
inviato il 17 Luglio 2020 ore 13:17

@Francesco Sestili

Seguo il tuo ragionamento e aggiungo: proprio per le specie a rischio, la vera e autentica foto naturalistica, cioè quella che stricu sensu documenta forme e comportamenti in ambiti non significativamente contaminati da interferenze umane - distruttive o assistenziali, ma comunque di matrice culturale - assume valore e importanza educativa e documentaria.
Ci dice che qualcosa c'è ancora, ce ne illustra la bellezza e l'importanza intrinseche, fa capire a chi ha un'anima il pericolo di perdere certe cose e il valore inestimabile di rispettarle e conservarle.
La foto di un merlo in natura è bella e importante, quella di un gallo cedrone o di una lince molto di più, per la fatica di trovarle e relazionarcisi e per il diverso - oggettivamente diverso - valore esemplificativo ed esortativo del messaggio.
Quindi, quasi per paradosso, più una specie è rara e più sarebbe giusto evitare di contraffarre la foto naturalistica.

avatarsenior
inviato il 17 Luglio 2020 ore 15:03

Andrea, mi sembra di poter dire che essere d'accordo con te per il 100%; oggi abbiamo problemi di inquadramento dei concetti che vogliamo esprimere. Ancora una volta mi ripeto dicendo che quando cominciai nell' '81 eravamo un centinaio in Italia, oggi, come nella canzone di Celentano allo stadio, in 100.000MrGreenMrGreenMrGreen. Tutto questo si porta dietro delle implicazioni, non ultima quella del piacere della pubblicazione in Juza (che assumo ad esempio di qualsiasi forum in Italia o all'estero). Quando si dispone di poco tempo inevitabile che molti, troppi subiscano il fascino della scorciatoia, che si presenta sotto vesti sempre nuove, ora anche quella dell'allevamento di tetraonidi; all'inizio furono le polemiche su Sant' Alessio, che ora appaiono lontane. Quanti riflettono sul fatto che quello straordinario fotonaturalista che è Carlo dal Pozzo, in arte Bay, dispone giusto del weekend? Poi c'è l'età, quella dei fotonaturalisti è abbastanza elevata; mi sento sempre più legnoso e scopro ad aver semplificato inconsciamente i miei programmi. Una buona sintesi è quella cui ho accennato sul girovagare per le Alpi e per le brughiere delle Shetland (e per le tundre norvegesi aggiungo); cose che ho fatto realmente vorrei precisare. Si entra nella dimensione giusta, quella che mi ha portato a dire che intendo l'etica nell'accezione estetica (in questo caso). Ti ringrazio; è un piacere discutere in questo modo di aspetti fotonaturalistici non secondari.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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