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La telefonata che ha cambiato la storia di Nikon. L'epopea di David Douglas Duncan


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avatarsupporter
inviato il 03 Luglio 2020 ore 10:06

"Il mio legame con Nikon è qualcosa che va oltre l'amicizia.
L'amicizia può essere anche occasionale.
Tutto questo non lo è.
È per sempre".

David Douglas Duncan

David Douglas Duncan (indicato spesso come "DDD", nato a Kansas City nel Missouri 23/1/1916 e morto a 102 anni il 7 giugno 2018 ) è considerato uno dei più grandi fotografi di guerra di tutti i tempi.

E' sato testimone dei più drammatici avvenimenti bellici della seconda metà del Novecento:
- guerra del Pacifico (1941-1945);
- guerra di Corea (1950-1953);
- guerra del Vietnam (1955-1975).
Testimone di avvenimenti storici sarà presente - per conto di Lif e - persino alla cerimonia di resa del Giappone a bordo della corazzata USS Missouri ancorata nella baia di Tokyo.




Fotoreporter in prima linea (sarà ferito più volte e in un'occasione si troverà costretto a combattere egli stesso), Douglas Duncan dirà del suo mestiere: « Non sento nessun senso di missione nel fare il fotografo di guerra… Sento solo che i ragazzi là fuori meritano di essere fotografati per come sono ».

I suoi lavori sono stati pubblicati sui più importanti quotidiani e periodici internazionali tra cui il Life Magazine, il New York Time e il National Geographic.




Allo scoppio della guerra in Corea si trovava in Giappone e, grazie alla sua vicinanza col nuovo scenario bellico, sarà testimone della primissima fase del conflitto e ne diverrà il fotoreporter per eccellenza, pubblicando nel 1951 This Is War! , i cui ricavi andranno alle vedove e agli orfani dei militari americani.

Inizia a profilarsi un Duncan meno imparziale, meno incline ad accettare incondizionatamente il sacrificio imposto in nome della patria: la guerra del Vietnam crea un solco nella sua carriera e nel suo posizionamento all'interno della società americana.
Le pubblicazioni che ne seguiranno - I Protest! (1968) e War Without Heroes (1970) - hanno titoli inequivocabili, mentre la crescente fama del fotografo viene celebrata con riconoscimenti (la medaglia “Robert Capa” nel 1967) e mostre (la personale, la prima di un fotografo, al Whitney Museum di New York nel 1972).




Su suggerimento del suo nume tutelare, il gigante Robert Capa, nel 1956 Duncan si recò nella casa francese di Picasso, a Villa La Californie.
Nacque un'amicizia e un sodalizio professionale che durò fino al 1973, anno della morte dell'artista spagnolo.
Duncan scattò più di 25.000 fotografie, ritraendo Picasso in tutte le possibili versioni: mentre gioca con i suoi figli, mentre balla, mentre assiste ad una corrida, mentre mangia, mentre riceve i suoi amici e, soprattutto, mentre lavora.
E con Picasso girò il mondo.




La sua storia è legata a doppio filo con quella di Nikon.

«La vita è strana – dissse una volta Douglas - può una telefonata cambiare la storia dell'industria ottica giapponese prima, e l'economia di un intero Paese poi?...» .

La risposta è nell'intervista che segue che vi riporto integralmene in video (in inglese) e per iscritto.

E' un magnifico documento di cultura fotografica e di vita.


Mr. Duncan, come si presenta oggi?
C'è chi sa correre, chi sa cantare, chi sparare. Io so fare fotografie. E questa è la mia missione.

La sua storia e quella di Nikon procedono di pari passo da più di mezzo secolo. Quando tutto ha avuto inizio?
Ero a Tokyo nel 1950.
Jun Miki, fotografo giapponese e mio collega al Life, si presentò un giorno in ufficio e mi chiese: "Dave, posso scattarti una foto?"
Ma è tarda sera - risposi.
Fu un attimo e fece clic.
Non c'è luce Jun – continuai –, stai solo sprecando il tuo tempo".
La mattina successiva tornò da me con quello scatto in mano stampato in formato 10x8.
"Ma è perfetto!" esclamai non appena lo vidi. "Posso vedere per piacere la tua macchina? Che cos'è questo (con chiaro riferimento all'obiettivo montato, ndg)?


Come reagì il suo collega?
Jun rispose subito: "È un obiettivo prodotto da un'azienda locale. Si chiama Nippon Kohaku P.C 8.5cm f/2".
Non avevo mai sentito quel nome.
A quel punto chiesi di conoscere chi si occupava della loro progettazione.
"Certo!", mi rispose Jun, fece una telefonata ed entrai in contatto con Masao Nagaoka, Presidente a quei tempi della Nippon Kohaku (la futura Nikon) che mi invitò a visitare la fabbrica per mostrarmi più da vicino quanto precisi fossero i suoi obiettivi.
Ci andai e non ebbi più un attimo di esitazione: da quel momento in poi sulla mia Leica avrei montato soltanto obiettivi Nikkor.




(Per chi ne volesse sapere di più su questa lente, segnalo questo meravilgioso articolo: www.stevehuffphoto.com/2013/05/15/vintage-fun-the-classic-nikkor-8-5cm ).

In poche parole, all'inizio di giugno di quell'anno, David Douglas Duncan e Jun Miki, fotografi per il magazine Life, e Horace Bristol, fotografo per il magazine Fortune, visitarono l'impianto di produzione della Nippon Kogaku K.K..
Nello stabilimento, il personale mostrò loro una comparativa, proiettando immagini di test, fra gli obiettivi Nippon Kogaku e i Leitz e Zeiss utilizzati ai tempi da Duncan e Bristol.
Subito dopo aver constatato la superiorità delle ottiche NIKKOR, entrambi le acquistarono per usarle insieme ai corpi Leica.

Una decisione che avrà un peso enorme nei destini del Giappone...
La vita è strana. Può una sola telefonata cambiare la storia dell'industria ottica giapponese prima, e l'economia di un intero Paese poi?...

Le sue straordinarie fotografie crearono stupore e curiosità tra i fotogiornalisti americani, che iniziarono a chiedersi perché quelle immagini fossero così chiare e luminose e se Duncan avesse con sé una macchina grande formato.
Il New York Times descrisse l'eccellenza di Nikon con il titolo “Japanese Camera” .
Ciò catalizzò l'attenzione del mondo intero su Nikon e gli obiettivi Nippon Kogaku, offrendo all'industria ottica giapponese un'opportunità senza precedenti di espandere i propri orizzonti.

Qual è stata la prima guerra che ha fotografato solo con Nikon?
Poco più tardi, sempre in Giappone, a Misaki, ero con Haru Matsukata, Horace Bristol e alcuni amici. Haru si rivolse a me e disse: "David, sai cosa sta accadendo? La Corea del Nord ha appena attaccato la Corea del Sud!".
Era iniziata la guerra coreana.
Tornammo tutti a Tokio e prendemmo il primo volo partito dalla sede del Generale MacArthur verso la Corea.
Qui rimasi per i successivi otto giorni, coprendo con i miei scatti la prima parte del conflitto.
Fotografai solo con obiettivi Nippon Kogaku innestati su macchina Leica. E così feci per i mesi successivi.
I messaggi, anzi la domanda più ricorrente dagli uffici di Life dove ricevevano le mie immagini era: "Che attrezzatura stai usando? Con quali obiettivi stai scattando?"
È un obiettivo Nippon Kogaku - rispondevo. Nessuno dei miei interlocutori però conosceva quel nome.
Poco dopo, un giornalista del New York Time raccontò attraverso le pagine del suo giornale l'episodio in cui la storia di Nikon e quella del sottoscritto si erano incrociate, cambiando da quel momento in poi il corso di entrambe.


Vuole aggiungere altro?
Ah, c'è una cosa molto importante che vorrei aggiungere. Tutti noi o quasi, tornati dalla Corea, alloggiavamo al Press Club Center. Ci restammo per due, forse tre giorni.
Ogni sera un furgone arrivava dalla fabbrica Nikon e tutte le fotocamere – anche le Rolleiflex, le Leica, le Speed Graphic, le Zeiss, insomma qualunque camera noi avessimo – erano portate in azienda per essere pulite durante la notte! Non era un modo per promuovere Nikon.
Lo facevano per amicizia.


Ma i rapporti attuali tra lei e Nikon?
Il mio legame con Nikon è qualcosa che va oltre l'amicizia. L'amicizia può essere anche occasionale. Tutto questo non lo è. Quello che vi ho raccontato è per sempre.

I suoi libri testimoniano la sua grandezza:
- This Is War! (1951)
- The Private World of Pablo Picasso (1958)
- The Kremlin (1960)
- Picasso's Picassos (1961)
- Yankee Nomad (1966)
- I Protest! (1968)
- Self-Portrait: USA (1969)
- War Without Heroes (1970)
- Prismatics (1972)
- David Douglas Duncan [portfolio] (1972?)
- Goodbye Picasso (1974)
- The Silent Studio (1976)
- Magic Worlds of Fantasy (1978)
- The Fragile Miracle of Martin Gray (1979)
- Viva Picasso (1980)
- The World of Allah (1982)
- New York/New York (1984)
- Sunflowers for Van Gogh (1986)
- Picasso and Jacqueline (1988)
- A Secret Garden (1992)
- Thor (1993)
- Picasso Paints a Portrait (1996)
- Yo-Yo (1999)
- Faceless (2001)
- Photo Nomad (2003)
- Picasso & Lump (2006)
- Grand Prix of Monaco (2013)
- Yesterday (2016)
- The Forest World of Ann West (2018)


Fonti:
www.nikonschool.it/interviste/david-douglas-duncan.php

youmanist.it/categories/fotografia/douglas-duncan-guerre-picasso

www.visapourlimage.com/en/festival/exhibitions/this-is-war

www.repubblica.it/cultura/2018/06/08/news/morto_douglas_duncan_il_gran

www.stevehuffphoto.com/2013/05/15/vintage-fun-the-classic-nikkor-8-5cm

jerrybei.com/reviews/tag/Nikon

ilfotografo.it/primopiano/come-una-telefonata-ha-portato-nikon-nel-mon

avatarjunior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 10:34

Bellissimo articolo axl! Emozionante!

avatarsenior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 10:47

Grazie _Axl_ un ottimo articolo. Complimenti

avatarsenior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 11:03

che personaggio!
questi sono i post che mi inducono a restare in questo forum...

avatarsenior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 11:22

A parte tutto un grande fotografo.

avatarsenior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 11:34

Ciao Axl, che dire?
Il fotogiornalismo, quello ben fatto, è parte integrante della storia e con esso, anche le figure di spicco che hanno fornito il loro contributo.
Tra queste, sicuramente, vi è Duncan.


Vidi quel video celebrativo a giugno del 2018, anno in cui morì, ormai ultracentenario ma che venne girato nel 2012, anno in cui fece la sua ultima intervista( se non erro).

È vero, tra Duncan e Nikon c'è sempre stato un indissolubile legame come ben attesta quell'intervista.
Duncan, dopo aver confrontato le ottiche del brand nipponico emergente con quelle delle due blasonate case teutoniche, Zeiss e Leica, e dopo aver appurato la superiorità dei Nikkor, decise, inizialmente, di adattare gli stessi Nikkor sui corpi Leica di cui era in possesso.
Solo successivamente decise di abbandonare, definitivamente, la casa dal "bollino rosso" per abbracciare, completamente, la filosofia Nikon e da lì ebbe inizio un sodalizio che aiutò lo stesso fotografo a passare alla storia.

È stata una figura emblematica, una vera miniera di conoscenza, avendo avuto modo di partecipare a tre grandi conflitti della storia ed essendo stato in grado di raccontarli attraverso fotografie che parlano da sole.
Non molti lo conoscono, sicuramente emerge poco della sua storia e della sua missione, se confrontate a quelle dei fotografi più "famosi", ma lui, altrettanto sicuramente, va annoverato tra i grandi della fotografia.

avatarsenior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 12:01

Ammetto la mia ignoranza....sono appena stato in libreria....ma quando possibile mi informerò.genere, stile e periodo storico mi interessano molto. Grazie axl
Stefano

avatarsenior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 12:10

Interessantissimo. Grazie.

avatarsenior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 13:11

Grazie axl questa è passione per la fotografia. Racconto appassionante.

avatarsupporter
inviato il 03 Luglio 2020 ore 14:51

Da Nikonista posso solo che complimentarmi e ringraziarti;-)

avatarsenior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 15:38

Nikon nasce come industria ottica per l'esercito nel 1917, le ottiche le sapevano fare e poi avevano collaborazioni con tecnici tedeschi e copiavano i loro schemi ottici in meglio come in questo 85mm

avatarsenior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 15:46

non erano male neanche le fotocamere



avatarsenior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 15:49

La s.Eeeek!!! stupenda.

Mio nonno usava una S2 o 3, non mi è mai pervenuta però.

avatarsenior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 16:00

Tuo nonno era di palato fino, la S2 ha un mirino fantastico ed è la prima con formato 24x36. Non era facile trovarle in Italia nella metà degli anni 50.
Questa pubblicità e del 1959 con il mitico 50mm f1,1, peccato che la Nikon di oggi non sia nemmeno parente.



avatarsenior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 16:10

Guarda, io apprezzo la storia e i vecchi corpi Nikon.
Conservo ed uso ancora la Nikkormat ft2 di mio padre e una F3 che ho dovuto comprare di tasca mia perché mio padre non era disposto a cedere la sua ma nello stesso tempo trovo interessantissima l'offerta dei suoi nuovi corpi digitali che sono, qualitativamente, eccellenti.
La filosofia, almeno in parte, è rimasta quella di una azienda che ha sempre puntato tutto sulla fotografia.
Ovviamente, adattandosi ai tempi.

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