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Consigli fotografici insistenti: un grave errore per la visione e creatività fotografica


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avatarsenior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 21:52

Secondo me Antonio vuole dire che non è sbagliato prendere spunto dai lavori degli altri,ma un conto è chiedere consigli su come ottenere un certo effetto o su come individuare certi soggetti che ci interessano,un conto è chiederli per ottenere la stessa foto.
In questo modo la fotografia diventa solo un mezzo per ottenere un'immagine e non un modo per rappresentare la propria sensibilità verso la natura (parlo da paesaggista).


avatarjunior
inviato il 03 Luglio 2020 ore 21:52

Non bisogna aver fretta, il tempo crea esperienze e crea occasioni nella vita ed anche nella mente dei creativi; lasciarsi trasportare dalla propria ispirazione, sfruttando la fotografia come mezzo d'espressione, è il miglior consiglio che io possa dare.


Antonio ho letto il tuo articolo . Un bel articolo. Quello che hai scritto sopra è sicuramente il "miglior consiglio" però se soddisfi anche le richieste che ti vengono fatte (anche se a volte un po ... così così) non farai certo male. Tutto qua.
Comunque , credo di aver compreso il tuo messaggio . Un caro saluto. :)

avatarsenior
inviato il 04 Luglio 2020 ore 7:58

" come uomini siamo quel che siamo (nel buono e purtroppo anche nel cattivo) grazie alle conoscenze che ci siamo tramandati"

ma il fatto è che certi modi di chiedere, o meglio di pretendere, sottintendono per lo più solo l'aspirazione di giungere al livello di un altro, senza nemmeno capirne motivazioni e scelte; raggiunto quel livello (ammesso che ci riescano) questi stessi personaggi cercheranno qualche altro autore da assillare e imitare, ma senza una crescita personale, senza crearsi la mentalità utile a far emergere qualcosa di proprio e, magari, persino a superare il maestro.
Ovvio che dobbiamo tramandare le nostre conoscenze, ma se fin dall'inizio avessimo accettato di sottostare a questo tipo di trasmissione, oggi staremmo ancora disegnando col carbone e l'ocra rossa sulle pareti di una caverna, perché nessuno sarebbe mai andato oltre.
Come ho scritto alcune pagine fa, chi pone in questo modo le proprie domande di (pseudo) conoscenza è in genere incapace, o comunque disinteressato, a comprendere la natura e la logica di questo processo e persino dei singoli passaggi, gli basta "essere capace" meccanicamente di riprodurre quella (e solo quella) immagine; alla fine avremmo solo "riproduttori di icone", senza che emergano un Giotto, un Piero della Francesca o un Michelangelo.
Ma almeno i riproduttori di icone medievali avevano motivazioni filosofiche e religiose che li sostenevano (però, anche così il loro medioevo perdurò fino alla rivoluzione d'ottobre)

avatarsenior
inviato il 04 Luglio 2020 ore 9:08

Concordo con quanto hanno scritto Commissario e Daniele che hanno ben capito il mio pensiero.

avatarsenior
inviato il 06 Luglio 2020 ore 0:11

quando gershwin andava da puccini a prendere lezioni puccini gli disse:perchè vuoi diventare un secondo puccini mentre sei un primo gershwin ?

Questa domanda è corretta se rispetta il giusto tempo.
Tutti i capiscuola sono partiti come epigoni.
Per essere veramente liberi, bisogna avere un maestro (nella pratica, non solo sui libri) per superare i suoi insegnamenti e camminare da soli.
Paragoni enormi, ma... Leonardo imparò da Verrocchio, Giotto imparò da Cimabue...
Certo è che avere un maestro non vuol dire pendere dalle labbra di qualcuno, copiare, scimmiottare. Imparare è altra cosa, è frutto di un rapporto personale, intimo, che va ben oltre lea lezioncina.
In questio senso do ragione al nostro ospite. Nelle attività creative, troppi chiedono "come l'hai fatto?" mentre la domanda giusta sarebbe "perchè?".
E' un vizio che riscontro anche nella gran parte dei commenti: tutti concentrati sul come, spesso sui difetti, per perdersi poi per strada il concept.

avatarsenior
inviato il 06 Luglio 2020 ore 2:13

Insegnare la tecnica si può fare (vedi libri, workshop, studio di fotografie altrui...), insegnare la sensibilità, la creatività, il modo di ragionare e di valutare altrui no. Questo perché ogni individuo è unico, forgiato dalle esperienze di vita e dai successi o dagli insuccessi personali di ognuno di noi.
Leonardo da Vinci andando a bottega dal Verrocchio ha imparato la tecnica, ma non lo ha copiato, diversamente sarebbe stato un Verrocchio di serie B o C. In questo non ha molto senso preoccuparsi che qualcuno cerchi di copiarci: non ci riuscirà, perché non potrà mai copiare la nostra unicità.

Si tenga presente che ogni innovazione deve essere tramandata agli altri, altrimenti non c'è progresso, ma solo stagnazione: pensiamo al Teorema di Pitagora (ad esempio), se ogni individuo dovesse partire da zero a capire da solo le cose saremmo ancora all'età della pietra. Anche nella fotografia e nella pittura è così. Chi è stato il primo ad avere avuto l'idea della composizione tramite i terzi? E chi quella a clessidra o quella a fasce? Etc. etc. Eppure tutti all'inizio le studiamo.
Non si può forse parlare di copiarne la tecnica? Di fatto chiunque le abbia lette su un libro, su un sito o ne ha sentito parlare da qualcuno più competente le usa. Alché si pone la domanda "Non essendoci arrivati da soli, si sta copiando chi ci è arrivato per primo?". La risposta è sì, ma nessuno si pone il problema di aver copiato quelle tecniche compositive, perché sono tecniche, non si copiano la nostra soggettività e il nostro modo di esprimerci (non si può farlo).
Imparare non è sempre copiare, così come copiare non è sempre imparare: a volte si copia solo per copiare, altre si volte si copia inizialmente per imparare e successivamente si arriva a trovare la propria strada personale.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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