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Vendere corredo Sony Per passare a Leica M10


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user120016
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inviato il 26 Novembre 2020 ore 19:38

Quello che secondo me fa attirare molto questi due sistemi è quel senso di analogico e di semplificativo che ti permette di essere padrone della scena e di sbagliare se non sei bravo.


Perdonami, ma questo concetto mi sfugge... Davvero non capisco cosa sia il "senso di analogico". Magari può essere valido per chi l'analogico non l'ha mai visto. Ma... Venendo tu da uno dei mostri sacri della pellicola come l'OM 1, saprai bene che non bastano due ghiere e due rotelline a fare l'analogico, giusto per apparenza ;-)

E se vuoi sentirti padrone della scena, basta disattivare tutti gli automatismi e lavorare in manuale, non guardare la foto appena scattata ed usare una scheda da meno di 1 giga che ti permetta al massimo una trentina di scatti.
Ma anche in questo caso, il digitale resta comunque digitale.

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2020 ore 20:54

Domenico sei privo di fantasia, a molti piace la M digitale perché la associano a un modo di fare le foto che che ricorda le fotocamere analogiche di un certo periodo storico.

avatarsupporter
inviato il 26 Novembre 2020 ore 21:39

Concordo con Belles, infatti è il motivo per cui mi attira una M, le altre Leica non mi dicono nulla

user120016
avatar
inviato il 26 Novembre 2020 ore 22:02

@Belles,
Bastava leggere l'intervento di Toroseduto per vedere che quella frase si riferiva a fotocamere come Fuji X-Pro (citata in precedenza) o X-100 V, che notoriamente con il telemetro hanno poco a che fare e che di analogico hanno solo una vaga somiglianza estetica.
E lui stesso lo ha ammesso, con onestà.

Ma va bene così. Anzi, quando sarai d'accordo con me su qualcosa inizierò a preoccuparmi... Dico davvero.Cool

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2020 ore 22:40

Hai ragione mi era sfuggito parte del discorso.

avatarjunior
inviato il 27 Novembre 2020 ore 0:06

@Domenico mi spiego meglio nell'intervento perchè forse l'hai frainteso.
Proprio perchè vengo da un mostro sacro delle reflex, che mi funziona ancora a bomba oggi nel 2020 e all'epoca che l'acquistai era una finestra in piazza San Pietro .

Per fare l'analogico, nel senso di stile perchè sappiamo tutti la differenza tra pellicola e sensore, secondo me bastano ghiere apposite e quel plus del mirino ottico con l'aggiunta della possibilità di messa a fuoco manuale.
Nulla di più perchè la sensazione di analogico è avere dei limiti e ponderare meglio la scelta dei tempi perchè devi spostare le dita per usare la ghiera dei tempi o degli iso, non è cosi sciocca come le rotelle che, se imposti gli iso a 1600 con un colpetto di rotellina puoi finire a 12800. No il senso di analogico sta proprio nel fatto che se devi cambiare un tempo o gli iso (Mi limito solo a questi due parametri perchè il diaframma nelle macchine citate sta nell'obiettivo e lasciamoli li per ora) devi capire cosa stai facendo , devi vedere l'istogramma cosa ti dice e poi , solo dopo questo, puoi scattare.
Senso dell'analogico significa proprio questo, gustarsi la scena perchè le macchine attuali , escludendo quelle finora citate in fuji e leica, se metti in manuale hai tutto nelle due rotelline poste a portata di dita, che stanno ferme li e in un colpo possono passarti da 1/60 a 1/8000 cosi da arrivare al punto 0 dell'esposimetro , senza farti riflettere.

Ora tutto ciò le fanno le fuji ma le fanno anche leica M perchè hanno comandi semplici e separati , distinti per quello che devi fare e in posti differenti” scomodi” affinchè non stai con le mani sempre messe li .

Telemetro e mirino galileiano . Si il telemetro è ancora un simbolo vivente dell'analogico ma è uno strumento con cui vedere e mettere a fuoco , non ti cambia i parametri e non ti fa miracoli rispetto al galileiano studiato da fuji, che ho provato su x100v e devo dire che ti da piena libertà di usarlo, con un immagine virtualmente spezzata che devi allineare tu per mettere a fuoco e delle cornici che ti avvisano cosa realmente rimarrà impresso nel sensore. GIusto non sarà luminoso, ampio e con delle cornici perfette insieme ad un immagine da sovrapporre in modo fisico come nelle Leica M , ma il suo lavoro lo fa e riesce a darti quell'idea di analogico.

Che ne sanno i 2000? Beh questa è la vera sfida di queste macchine perchè siamo nell'era dove tutto è pronto, tutto è gestito da un AI , compreso ora le sostituzioni del cielo, i lifting digitali e tanta roba, al punto che oggi forse solo qualche ragazzino esce fuori dal coro e si chiede realmente cosa significa fotografare ma magari non ha voglia di comprarsi una vetusta Om1 , che pochi in Italia saprebbero smontare, ed andrebbero su fuji x100v o pro per poi magari approdare un giorno in Leica.

Leica ormai è un grande brand e devo dire che la stimo perchè è l'ultimo baluardo serio dove si rifugia il tipo analogico, quello che vuole stare lontano da 1000 automatismi e vuole tornare alle difficoltà e alla fotografia riflessiva-ponderata. Il problema è che non è per molti ma per pochi , vuoi per il problema del budget o per il problema del telemetro , ma tale deve rimanere perchè secondo me deve essere la massima aspirazione di chi cerca questo stile fotografico semplice e snello in questo mondo di automatismi . AL massimo l'unica cosa che auguro al brand è di tornar indietro sui suoi passi e provare a commercializzare nuovamente delle serie "entry level" come le M-E perchè è brutto vedere come allo stato attuale devi prendere 3000€ per un usato di 5 anni fa , prezzo piu che giusto per questo marchio ma non bello come biglietto per entrare nel circoletto. Non parliamo comunque di "vieni e prova" perchè ahimè , togliendo ilc Ovid, non è una cosa fattibile visto che un Sardo o un siciliano deve farsi il viaggetto a Roma per provarle.

Mi scuso se sono confusionario e spero mi capiate.

avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2020 ore 6:38

devi prendere 3000€ per un usato di 5 anni fa


un usato di 5 anni fa ha ben poche (se non nessuna) differenza con il modello attuale proprio per quella semplicità d'approccio da te descritta .... io sono passato dalla MP240 alla M10P per puro sfizio personale e so cosa dico ... quindi chi vuole ... ed anche il problema di budget è più psicologico che reale ... se una macchina presa 5 anni fa è ancora attuale (come lo è assolutamente appunto una 240) perché cambiarla? E comunque ha un valore residuo appunto di 3.000 euro ... quanto ha speso l'utente medio che si lamenta del costo Leica e mediamente è uno che in 5 anni avrà cambiato almeno due modelli alla ricerca di performance superiori con forti svalutazioni ... probabilmente in 5 anni ha speso di più e ancora non è soddisfatto e starà per cambiare ancora

avatarjunior
inviato il 27 Novembre 2020 ore 8:17

Si ma prendersi una Leica m9 o una typ240 ci stanno due sensori diversi, di cui uno ormai dismesso, mentre gia è stato evidenziato come da 240 a m10 cambiano gli accessori perchè un visoflex 020 si puo usare solo in una macchina, cambiano che ci sta una ghiera per gli iso .
Piccoli cambiamenti che li rendono diversi e fanno girare l'usato , ma il mio discorso non era qualcosa di puramente tecnologico, visto che Leica ha poco di tecnologico e tutte le sue macchine sono uguali. Il mio era un discorso di accessibilità all'utente medio che vuole scoprire il sistema . Avevano messo in campo una M-e , che avrebbe abbassato leggermente i prezzi d'entrata e poi PUFf sparita.


avatarsupporter
inviato il 27 Novembre 2020 ore 8:23

come non fanno più là ME io stavo proprio puntando su quella

user120016
avatar
inviato il 27 Novembre 2020 ore 8:52

Per fare l'analogico, nel senso di stile perchè sappiamo tutti la differenza tra pellicola e sensore, secondo me bastano ghiere apposite e quel plus del mirino ottico con l'aggiunta della possibilità di messa a fuoco manuale.


Rispetto questo tuo punto di vista, ma, appunto, è un tuo modo di vedere l'analogico. Perché il mirino ottico ed il fuoco manuale puoi averlo con qualunque reflex digitale ;-)

Nulla di più perchè la sensazione di analogico è avere dei limiti e ponderare meglio la scelta dei tempi perchè devi spostare le dita per usare la ghiera dei tempi o degli iso


Anche in questo caso, il senso dell'analogico non è questo piacere masochistico di voler avere dei limiti. Personalmente scatto da oltre 30 anni a pellicola e non mi sento per niente limitato rispetto a chi usa il digitale. E se così fosse non mi farebbe piacere.
Il fatto di ponderare gli scatti è insito nel fatto che appunto, in analogico, ogni click ha un costo. Se con il medio formato anche di più... E quindi ci pensi bene prima di buttar via dei quattrini. Ma lo fai perché pensi alla luce, alla composizione, al punto di ripresa. È questo che ti rallenta, non il fatto di spostare le dita sulle ghiere. Anche perché, dopo tanti anni acquisisci una tale dimestichezza che il gesto lo fai in pochi secondi, dopo aver pensato a tutto il resto...

No il senso di analogico sta proprio nel fatto che se devi cambiare un tempo o gli iso (Mi limito solo a questi due parametri perchè il diaframma nelle macchine citate sta nell'obiettivo e lasciamoli li per ora) devi capire cosa stai facendo , devi vedere l'istogramma cosa ti dice e poi , solo dopo questo, puoi scattare.


E qui sta il problema... Nell'analogico gli ISO non li cambi. Carichi una pellicola e per quei 12, 16, 24 o 36 scatti, la sensibilità rimane quella. Puoi ingannare l'esposimetro variando gli ISO in corsa ma quello equivale a "tirare" la pellicola e cioè sotto o sovraesporre... E soprattutto, nessun istogramma da guardare, se davvero vuoi ''il senso di analogico"...


Senso dell'analogico significa proprio questo, gustarsi la scena perchè le macchine attuali , escludendo quelle finora citate in fuji e leica, se metti in manuale hai tutto nelle due rotelline poste a portata di dita, che stanno ferme li e in un colpo possono passarti da 1/60 a 1/8000 cosi da arrivare al punto 0 dell'esposimetro , senza farti riflettere.


Quindi alla fine, il senso di analogico è quello di non avere le ghiere a portata di dita e dover togliere l'occhio dal mirino per vedere quale tempo stai impostando?
Avendo l'OM1 (che io ho ed uso con piacere) ricorderai che ha il suo bell'aghetto dell'esposimetro che ti permette di cambiare tempi e diaframmi senza togliere l'occhio dal mirino. Ed in molte altre analogiche (anche Leica) addirittura nel mirino leggi tempi e diaframmi che stai usando.

Sinceramente, il piacere dell'analogico è tutto un insieme di cose che parte dalle gestualità di caricare il rullo, trascinare la pellicola tra uno scatto e l'altro, ragionare sul difetto di reciprocità nelle lunghe esposizioni, usare filtri colorati su pellicole BW ben sapendo gli effetti di ciascun colore su quell'emulsione. E poi, oltre lo scatto, tale piacere si completa in camera oscura.
La scelta della coppia tempo/diaframma è una cosa che si fa in pochi secondi e non è quello che ti fa ragionare. Tanto in analogico quanto in digitale.

Ciò che a te, giustamente, piace nel telemetro ed in questa tipologia di macchine, è la lentezza del processo decisionale che porta a riflettere sulla composizione e sui parametri, senza fronzoli, senza automatismi e senza aiutini tecnologici. Ed è ciò che cerca l'utente di una Leica M: Essenzialità, anche in digitale. Per cui io la chiamerei fotografia ponderata e riflessiva ma eviterei il termine "analogico". Perché bisogna superare il luogo comune che digitale=raffica ed automatismi. Si può ponderare e riflettere anche con una fotocamera digitale (ed in questo le Leica M sono lo strumento ideale) così come si può scattare "ad cazzum" in analogico senza riflettere e senza ponderare.

Perdona la lungaggine ma sono concetti che ci tenevo a spiegare bene.

avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2020 ore 8:59

Anche io eviterei il termine analogico per classificare una Le M digitale, sono fotocamere che ti obbligano a fare girare le rotelle:fgreen

avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2020 ore 9:02

Ed in molte altre analogiche (anche Leica) addirittura nel mirino leggi tempi e diaframmi che stai usando.


Leica R immagino tu dica perché nella M non c'è nulla ... diciamo che la filosofia di chi usa una M6 è regolare tempo e diaframma prima di portarla all'occhio e poi solo affinare di un mezzo stop, o uno stop al massimo e sapendo da quali dati parti sai cosa stai facendo ... in digitale la M ha solo il tempo in modalità semiautomatico

Ciò che a te, giustamente, piace nel telemetro ed in questa tipologia di macchine, è la lentezza del processo decisionale che porta a riflettere sulla composizione e sui parametri, senza fronzoli, senza automatismi e senza aiutini tecnologici. Ed è ciò che cerca l'utente di una Leica M: Essenzialità, anche in digitale. Per cui io la chiamerei fotografia ponderata e riflessiva ma eviterei il termine "analogico". Perché bisogna superare il luogo comune che digitale=raffica ed automatismi. Si può ponderare e riflettere anche con una fotocamera digitale (ed in questo le Leica M sono lo strumento ideale) così come si può scattare "ad cazzum" in analogico senza riflettere e senza ponderare.


concordo

avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2020 ore 9:08

Si ma prendersi una Leica m9 o una typ240 ci stanno due sensori diversi, di cui uno ormai dismesso, mentre gia è stato evidenziato come da 240 a m10 cambiano gli accessori perchè un visoflex 020 si puo usare solo in una macchina, cambiano che ci sta una ghiera per gli iso .
Piccoli cambiamenti che li rendono diversi e fanno girare l'usato , ma il mio discorso non era qualcosa di puramente tecnologico, visto che Leica ha poco di tecnologico e tutte le sue macchine sono uguali. Il mio era un discorso di accessibilità all'utente medio che vuole scoprire il sistema . Avevano messo in campo una M-e , che avrebbe abbassato leggermente i prezzi d'entrata e poi PUFf sparita.


Ragionamento molto contorto in cui prova a far chiarezza ... allora la M-E altro non era che una 240 semplificata ... potremmo dire una macchina montata con gli avanzi di magazzino, poi un'azienda (sopratutto piccola di nicchia come Leica) tende ad ottimizzare i processi produttivi ed i materiali ed infatti la M-E è uscita di produzione e ci sono le M10 nelle varie declinazioni che condividono la struttura e non poco dal punto di vista di ingegerizzazione e produzione di piccoli quantitativi ... quando uscirà la M11 ci sarà una M-E su base M10

Dal punto di vita economico una 240 è una macchina FF da 24 MP assolutamente attuale e differisce dalla M10 di piccoli particolari trascurabili quindi chi vuole risparmiare può comprare una 240 ed usarla esattamente come una M10 mentre una Sony (prendo un Brand a caso) avrà un AF più veloce, un riconoscimento volti più preciso in più modalità, una possibilità di esposizione in più, ec ... tutte cose che in una M non possono variare solo perchè non ci sono ... hai mai avuto una 240?

avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2020 ore 9:09

Anche io eviterei il termine analogico per classificare una Le M digitale, sono fotocamere che ti obbligano a fare girare le rotelle


Concordo .... direi solo che hanno lo stesso modus operandi sul campo fra una M240 o una M10 ed una M7 ad esempio

user120016
avatar
inviato il 27 Novembre 2020 ore 9:14

@Ivan61

Si, mi riferivo proprio alle R che hanno una finestrella sul pentaprisma che inquadra il barilotto dell'obiettivo e legge il diaframma impostato. Mentre la scala dei tempi è posta in verticale, lateralmente, nel mirino, con un piccolo led rosso che indica il tempo utilizzato.

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