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Il problema del "già visto un milione di volte".


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avatarsenior
inviato il 21 Maggio 2020 ore 4:31

Vista e rivista, fatta e rifatta...con solo piccole differenze.
Ma alla fine conta solo che piaccia e renda felice chi fa la foto.

A propostito di viste e riviste...cercate su Instagram la pagina di insta_repeat www.instagram.com/insta_repeat/?hl=it



avatarjunior
inviato il 21 Maggio 2020 ore 9:28

"Già visto un milione di volte" "originalità" "massificazione".
E se ognuno che interviene postasse o mettesse il link di un esempio a cui si riferisce forse non sarebbe una discussione più nel merito? Che ne dite?



blog.admaiora.com/2014/08/linvasione-delle-foto-online/

Nel 2014, e sono passati 6 anni, già si parlava di quasi 2 miliardi di foto al giorno che finivano su internet. Tutte uguali ? Tutte sfocate, " senza un progetto ", eccetera ?

Si chiama inflazione. Più ce ne sta di una cosa, meno vale. Se in una strada metti un buon ristorante, molti ci andranno. Se metti nella stessa strada cinquanta ristoranti buoni e di qualsiasi genere, prima o poi sei a pancia piena e ti passa la fame.

Vi siete chiesti perché la musica degli anni '80 era così bella e creativa, tanto da essere trasmessa a valanga ancora oggi, e un LP conteneva 8 capolavori ? Il perché si chiama selezione. C'era il filtro delle case discografiche e la difficoltà tecnica di produrre un vinile e poi di commercializzarlo. Tra gli artisti più bravi, solo i più motivati arrivavano. C'erano anche i flop ovviamente, ma in misura minima.
E oggi ? C'è internet, ovvero selezione bassissima. Tutti suonano, tutti fanno musica, " il concerto in diretta facebook " e nell testa non rimane niente o quasi.
Tutti fotografano, poi c'è internet, la qualità media non ha importanza, vale per tutti il detto: la moneta cattiva scaccia quella buona.
Alla fine, il prodotto ha poca importanza: se contasse la qualità, i mcDonald avrebbero chiuso da decenni. Quello che conta è l'esperienza del fare, il divertimento del momento. Altrimenti, a sentire certi discorsi di persone che si prendono molto sul serio, non puoi farti una partitella a calcetto se non giochi almeno come Maradona.

avatarsenior
inviato il 21 Maggio 2020 ore 9:33

E oggi ce il revival degli anni 80 con la musica retrowave e anche io faccio musica ispirandomi a quelle sonorita ma con dei concept album a tema

avatarjunior
inviato il 21 Maggio 2020 ore 9:41

dimenticavo, visto che si chiede qualche link per quel che riguarda una cosa ovvia come la massificazione fotografica:

www.primaonline.it/2020/03/04/302418/nel-mondo-ci-sono-59-miliardi-di-

ovvero sono in circolazione circa 5 miliardi di fotocamere. ( nel titolo c'è scritto 59 miliardi, l articolo parla di 5,9 ovviamente )
Ne servono altre ?

avatarsenior
inviato il 21 Maggio 2020 ore 20:33

E questo lo avete mai visto? MrGreen

1x.com/photo/1859746/latest:user:36165

Quando la foto e' arte il "gia' visto un milione di volte non esiste...;-)Sorriso


avatarsenior
inviato il 21 Maggio 2020 ore 20:45

@Traverso: questo non è un "già visto un milione di volte". Non è la foto del gattino sulla seggiola della cucina.
Riguardo all'arte, a tutti i partecipanti di questo thread regalo una frase di Keith Richards, chitarrista dei Rolling Stones:
"puoi chiamarla Art(e ) se ti fa fare piacere, ma è solo musica. Per me "Art" è l'abbreviazione di Arthur".

avatarsenior
inviato il 21 Maggio 2020 ore 21:03

"questo non è un "già visto un milione di volte". Non è la foto del gattino sulla seggiola della cucina"
E' comunque la foto di un gatto.... soggetto ben piu' fotografato del pescatore col cormorano.
In quanto a chiamarla arte, io non dubito che lo sia, anche conoscendo abbastanza bene la produzione dell'autore.
Credo pero' non abbia molta importanza come la si definisca a parole, nel momento che se ne riconosce la bellezza, originalita'e aggiungo la coerenza con un linguaggio riconoscibile dell'autore.
Poi che esistano molte foto ripetitive, anche ben fatte e gradevoli e' fuor di dubbio...

avatarsenior
inviato il 21 Maggio 2020 ore 21:08

Magari tra qualche anno saremo in giro a fotografare il degrado italiano. Sarebbe un nuovo tema a cui pero' penso nessuno auspichi di fotografare.

avatarsenior
inviato il 21 Maggio 2020 ore 21:58

Le fotografie di matrimonio. Quanto c'è di più visto delle fotografie di matrimonio. Il solito noioso cliché.
Ieri sera ho assistito ad una sessione webinar in cui il fotografo Franco Carlisi parlava di uno dei suoi lavori che già conoscevo: Il valzer di un giorno. Ha realizzato già la seconda ristampa del libro dove ha pubblicato questo lavoro.
Carlisi ha fatto un lavoro partecipando a vari matrimoni siciliani non come fotografo ufficiale ma come indipendente e si è concentrato su quello che "gira intorno al rito sacrale". L'intento è stato quello di documentare e interpretare come viene vissuto il matrimonio in Sicilia. Bene, trovo che ne è risultato un lavoro splendido, emotivo, che va a fondo del sentimento umano di quel giorno. E sono fotografie fatte al solito matrimonio, che generalmente annoiano perchè già viste un milione di volte.
In giro, se uno cerca e ha voglia di mettere in discussione le proprie vedute, si trovano tantissimi lavori fotograficamente interessantissimi
www.google.com/search?q=franco+carlisi&tbm=isch&ved=2ahUKEwitx_nh3MXpA

www.gtartphotoagency.com/photographers/franco-carlisi/franco-carlisi-e

avatarsenior
inviato il 22 Maggio 2020 ore 9:42

Quattro foto di una mia galleria qui in Juzaphoto, intitolata 'Luoghi comuni', ossia 'ritratti' di luoghi che non hanno niente di speciale e che, anzi, sono proprio luoghi comuni nel senso di ovvietà.
Mi sono chiesto: chi fotograferebbe cose come queste?

In fin dei conti dipende dal significato che attribuisci a quei luoghi.
Pensa alle foto di Luigi Ghirri: le spiagge sono "Luoghi comuni", eppure le sue foto non sono prive di un certo significato.
Anche le tue hanno un certo significato. Forse non ce l'hanno per gli altri oppure è più difficile capirlo, l'importante è che ce l'abbiamo almeno per te. ;-)

avatarsenior
inviato il 22 Maggio 2020 ore 9:50

C'era il filtro delle case discografiche e la difficoltà tecnica di produrre un vinile e poi di commercializzarlo.

Lo stesso filtro che avrebbe impedito a "Bohemian Rhapsody" di uscire perché troppo lunga ed era il 1975.
A volte certi filtri sono sbagliati a priori o sono poco efficaci.

Tutti suonano, tutti fanno musica, " il concerto in diretta facebook " e nell testa non rimane niente o quasi.

C'è chi suona ed invece chi fa musica e le due cose sono, ovviamente, diverse. ;-)
"Un giorno mi dirai" degli Stadio quella sì che è musica, a differenza di altre canzoni vincitrici a San Remo.

avatarsenior
inviato il 22 Maggio 2020 ore 9:56

E' comunque la foto di un gatto.... soggetto ben piu' fotografato del pescatore col cormorano.
In quanto a chiamarla arte, io non dubito che lo sia, anche conoscendo abbastanza bene la produzione dell'autore.
Credo pero' non abbia molta importanza come la si definisca a parole, nel momento che se ne riconosce la bellezza, originalita'e aggiungo la coerenza con un linguaggio riconoscibile dell'autore.

Le foto di pipe non sono pipe, ma rappresentazioni di esse, eppure solo una rappresentazione di Magritte (il famoso dipinto "ceci n'est pas une pipe") è una rappresentazione degna di essere considerata arte: molto dipende dal significato e dall'intento originario. Cambia sì il mezzo tecnico Pittura o fotografia, ma alla base c'è anche l'importanza del perché.
E questo può valere anche per gatti, tramonti, fiori...etc. etc.

avatarsenior
inviato il 22 Maggio 2020 ore 9:59

devo fare una precisazione perchè temo di essere stato frainteso.
la questione che pongo non è relativa al fatto che si fotografi lo stesso posto, lo stesso soggetto, la stessa circostanza.
la questione non è l'islanda o il campo di lenticchie.
la questione è che la si fotografa tutti quanti con gli stessi occhi

avatarjunior
inviato il 22 Maggio 2020 ore 10:26

C'è chi suona ed invece chi fa musica e le due cose sono, ovviamente, diverse. ;-)
"Un giorno mi dirai" degli Stadio quella sì che è musica, a differenza di altre canzoni vincitrici a San Remo.


Verissimo, ma il mio discorso è sulla quantità, non sulla qualità. Quando sei assalito da migliaia di immagini ogni giorno ( pubblicità, giornali,tv, internet,social media ), ad un certo punto non ci fai più caso. Stessa cosa per la musica: se puoi ascoltarne 1 ora al giorno, te la scegli con cura; ma se vivi in un continuo sottofondo musicale, non ci fai più molto caso. Con le dovute eccezioni ovviamente. E poi c'è il marketing.
Pensa al calcio: fino agli anni '80 era uno sport come un altro, si giocava solo la domenica. Poi è arrivata la tecnologia ( come nella fotografia e nella musica ), la pay tv, sono arrivati i soldi, ed ora il calcio è onnipresente 24 ore s 24, il mondo sembra non poter andare avanti senza il pallone. Personalmente ho smesso di seguirlo 10 anni fa, e prima non potevo vivere senza sapere come era andato il derby.
Morale della favola: quando è troppo è troppo.

avatarsenior
inviato il 22 Maggio 2020 ore 10:28

Io potrei dare un piccolo contributo alla causa smettendo di fotografare però come influencer sono meno di zero.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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