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Ma cos'è il contrasto?


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avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2020 ore 18:51

...che una buona lente è come un vetro della finestra bello pulito e trasparente. Sembra banale ma è così se ci pensi.


Per nulla banale, è un dato di fatto.

ma 'siamo ancora al campo delle cento pertiche'(*) per imparare a riconoscere il vetro pulito 'ci vuole orecchio' (cit.)

Edit: in effetti, Domenico, il fatto che io abbia scritto 'ci vuole orecchio' è perfettamente in linea anche con quello che dici tu,


(*) 'siamo ancora al campo delle cento pertiche': dal detto milanese "Sem ammò al camp di cènt pertigh" è un modo di dire milanese per intendere che ci si trova in una situazione difficile, irrisolvibile, ad un punto morto, senza via d'uscita.


user120016
avatar
inviato il 19 Aprile 2020 ore 19:42

Appunto... Andiamo ad orecchio e ascoltiamo le nostre sinfonie ;-)

avatarjunior
inviato il 25 Giugno 2020 ore 14:45

Riprendo le redini di questa interessante discussione.

"Ma cos'è il contrasto?"

A casa mia è il rapporto tra la luminanza di 2 aree diverse e si può misurare ma i risultati possono cambiare in base agli strumenti e ai metodi impiegati.
Come, in primis, ha definito Paolo (e poi hanno approfondito altri) ci sono 2 tipi: micro (su mire) e macro (su zone) che sono stati già descritti.
Sempre a casa mia la misura del "macro" la ottengo calcolando la differenza in EV e frazioni (da cui si può ottenere il rapporto di contrasto con banale formula) tra aree della scena con luminosità diversa (ovviamente ognuna di esse deve essere omogenea). Ciò mi serve per determinare l'esposizione tenendo conto anche di altri fattori.
Il "micro", ancora a casa mia, non lo misuro e neppure rivolgo la mia attenzione a quello misurato da altri, ma lo apprezzo ad occhio e stabilisco la sua validità in base alla mia sensibilità: in altri termini, siccome sono analfabeta, ignorante e incapace di leggere e capire i test MTF, mi prendo un vetrino luminoso con microprismi, un mirino ingranditore e passo al setaccio le zone della scena che presentano trame fini, transizioni delicate, textures impegnative, mi concentro cercando di capire fino a dove può arrivare l'ottica che ho davanti; poi stabilisco (a naso) le priorità in termini di resa del dettaglio e i toni in cui mi piacerebbe che cadessero, alla fine scelgo l'esposizione in base alla composizione (tonale) voluta e se non trovo soluzioni a me appetibili, rinuncio allo scatto.


avatarjunior
inviato il 25 Giugno 2020 ore 16:08

Il contrasto (intendo il macro-contrasto) è per me direttamente influenzato dal numero e dalla qualità delle lenti (trasparenza del vetro e trattamento antiriflesso). Conta molto anche la geometria delle lenti e il trattamento del barilotto interno, che non devono facilitare inevitabili riflessi interni. Questo non ha nulla a che fare con la risolvenza, perché per esperienza ho notato che esistono lenti molto risolventi e poco contrastate (e viceversa, come il Tessar). Ho notato, parlando in generale, che gli obiettivi di progettazione tedesca (non importa se "made in Japan") sono spesso più contrastati degli obiettivi giapponesi (ovviamente, esistono eccezioni), ma quest'ultimi sono sempre molto risolventi. Sarà un caso? Penso siano scuole diverse.

avatarsenior
inviato il 26 Giugno 2020 ore 17:33

@Gsabbio

"Hai un'idea sulla metodologia da impiegare?"

Per prima cosa mi scuso per non aver risposto prima a questa tua domanda: non avevo più visto questa discussione.

La prova di un'ottica, per il contrasto, va fatta su soggetti contrastati ed è sempre bene farla facendo scatti anche con un'ottica che si conosce bene come comportamento, per fare un confronto.

Io faccio scatti dalla finestra di casa, su case e giardini che ho davanti, in giornate col sole, luce meglio se al traverso, e dalla scena davanti a casa mia si può benissimo verificare la risoluzione (tetti delle case ed alberi lontani) i colori che trasmette, e come (verdi dell'erba, alberi e siepi, vetture colorate, muri, cielo, particolarmente nei toni molto delicati) e contrasto macroscopico dell'ottica (ombre chiuse degli alberi, delle siepi e delle case).

Gli scatti, in RAW, è bene farli su treppiede, scatto in remoto, specchio alzato, ed esporre bene , bene vuol dire bene, io uso un Sekonic L-308x Flashmate sia a luce riflessa, che in luce incidente, dipende dalla posizione del sole, se nuvoloso, sempre in luce incidente, ma si può tranquillamente usare anche l'esposimetro della fotocamera settato bene.

La settimana scorsa ho comprato un Milvus 35 f 2 e l'ho confrontato con il Sigma Art 35 F 1,4, facendo scatti dalla finestra.

Il Milvus 35 F2 è un'ottica a schema datato rispetto alle ottiche Zeiss più moderne, ha poche lenti e nessuna asferica, e questo gli dà vantaggi e svantaggi: dimensioni e peso compatti, colori puliti e naturali, ombre leggibili, sfocato molto piacevole, ma tracce di AC a tutta apertura, come pure vignettatura media, entrambe risolvibili con un click, e nitidezza molto elevata su tutto il fotogramma ma solo da F 4,5 in poi (il Milvus 25 mm F 1,4 ed il Milvus 18 mm F 2,8 che ho sono nitidissimi su tutto il fotogramma già a tutta apertura).

Ho poi provato anche la curvatura di campo con dei giornali posti su di un tavolo, e mi pare molto bassa, dalla finestra, su soggetti lontani non vedi nulla.

Ho provato anche il Milvus 35 F 1,4 in negozio, ma non l'ho preso perchè pesa ed è grande quasi come il mio Nikkor 70 - 200 F 2,8 VRII, c'è molto vicino, ed il 35 mm è un'ottica da street.

Avevo ed ho il Sigma Art 35 F 1,4 ed ho preso lo Zeiss 35 f 2 solo perchè:

- ha i colori pulitissimi e naturali, il Sigma non li fa così puliti, e soprattutti sui verdi e blu, onde corte, lo Zeiss lavora meglio, colori più puliti, a pari profilo di conversione di RAW

- ha poche lenti e di vetro ottimo: separa benissimo i toni delicati, sia chiari che scuri, in cielo, le tonalità sottilissime lo Zeiss te le mostra tutte, l'Art le taglia, poco, ma le taglia.

- è meno contrastato del Sigma, ombre più aperte.

- il Sigma tende ad immagine "fredda", lo Zeiss è perfettamente neutro.

Ci sono lati negativi, oltre al non aver l'AF: il Sigma non ha AC, nulla e mai, mentre lo Zeiss ne ha un po' ai diaframmi più aperti.

Il Sigma ha un capello più di risoluzione dello Zeiss sempre al centro, bordi peggiori ad F 1,4, ovvio, e restano peggiori anche ad F 2, poi diventano uguali e verso F8 anche i bordi del Sigma sono un capellino più nitidi dello Zeiss.

Alle grandi aperture il Sigma ha più microcontrasto, immagine più secca dello Zeiss, poi verso F 5,6 sono praticamente uguali, ma un capellino meglio il Sigma.

Quando vado a fare il fotoritocco, tutte quelle piccole beghe ottiche le recupero, le vado a cercare e le recupero benissimo, in modo del tutto invisibile.

Ma i colori belli puliti e naturali se non te li dà l'ottica in fotoritocco non li fai, idem i toni delicati, e le ombre un pochino più aperte facilitano il lavoro di fotoritocco: questo è il motivo per il quale ho preso anche lo Zeiss.

Ecco come provo io le ottiche.

avatarsenior
inviato il 05 Agosto 2020 ore 16:30

@Alessandro

ho letto...
ed oggettivamente il metodo è empirico quanto il mio, nel senso che, impiegando un notevole rigore di ripresa e cercando di ridurre a zero le variabili 'umane' riesci a farti un'idea abbastanza attendibile sulla qualità della lente.

C'è chi ci arriva con prove ben condotte (come te), c'è chi ci si avvicina con molte foto ed opinioni costruite a sensazione in base alle numerose esperienze (come me).

Pur tuttavia, i due metodi nascono con un errore intrinseco: si basano su quella che potrebbe essere un'opinione preconcetta e cercano la dimostrazione di questa opinione (ad onor del vero: l'errore intrinseco del mio modo di procedere è molto più presente che nel tuo metodo).

Insomma... ci vorrebbe un metodo più scientifico, o quantomeno una peer review.

Detto questo, facciamo un esperimento -per chi ci sta-

Ho caricato tre immagini scattate con 3 lenti differenti (uno zoom e due fissi) tutti a f4 (ovviamente, ho eliminato gli exif)
Esposizione manuale -a forcella con intervalli di 1/3 di stop sui tempi- ed immagini selezionate per la miglior omogeneità di resa.

Per la verità c'è una certa differenza tra le tre, ma è dovuta alla vignettatura, ogni immagine spostata di un terzo di stop si discosta troppo dalle altre.
La luce non è laterale come desiderabile, ma c'è un mare di verde, che, per me, in ripresa è il più 'disgraziato' dei colori.

Naturalmente: nessun filtro e nessuna PP

Sulla nitidezza... non c'è storia, ma sul contrasto... se ne può discutere.
Guardatele e dite la vostra sul contrasto che preferite.













avatarjunior
inviato il 11 Agosto 2020 ore 2:27

Purtroppo vedo solo dei francobolli, forse sbaglio in qualcosa.

avatarjunior
inviato il 11 Agosto 2020 ore 2:58

Che bella discussione, molto didattica ed istruttiva per me che sono al più un amatore della fotografia:)

avatarsenior
inviato il 11 Agosto 2020 ore 7:25

Purtroppo vedo solo dei francobolli


Anche io sbaglio a caricare...

comunque: fai il copia e incolla dell'url

avatarsenior
inviato il 12 Agosto 2020 ore 9:14

"..i due metodi nascono con un errore intrinseco: si basano su quella che potrebbe essere un'opinione preconcetta e cercano la dimostrazione di questa opinione..."

Per quanto mi riguarda, ma proprio no.

Io di opinioni preconcette non ne ho alcuna e mi provo le ottiche in modalità il più simile possibile all'uso normale che ne faccio io, non vado certo a verificare la tenuta dei trattamenti e ghiere alla nebbia salina secondo la ISO 9227, tanto a fare foto per giorni sulla riva di un mare in tempesta io non ci vado.

Sono un Ingegnere, oltretutto di settore, ed a me basta che un'ottica faccia quello che mi aspetto che faccia, dalle prove mie, gli altri facciano pure quello che vogliono loro.

Ho comprato degli Zeiss, li ho spulciati e gli ho trovato le pulci, ce le hanno pure loro, ma globalmente le loro pulci sono tollerabili una volta che si vede la resa globale.

A pura prova di risoluzione e micro contrasto, ad esempio, i Sigma Art 35 F 1,4 e 50 F 1,4 sono migliori dei Milvus 35 F 2 e 50 F 2, il Macro Planar, ma per quanto mi riguarda, gli Zeiss, come colori, trattamento antiriflesso e gestione delle ombre, sono migliori.

La risoluzione ed il micro contrasto di qualsiasi ottica che non sia decrepita oggi basta ed avanza per stampare bene anche degli A2, 40 x 60 cm, considerando oltretutto che in fotoritocco si recupera benissimo la nitidezza, e dunque io di un'ottica guardo più alla gestione di colore, ombre/luci, ossia contrasto generale dell'ottica, deformazione geometrica, vignettatura e trattamento antiriflessi che alla risoluzione, tanto quella basta sempre per tutto.

Occhio che la vignettatura si recupera bene, benissimo in fotoritocco, ma se è forte, la vignettatura ti fa rumore nelle ombre, ma soprattutto ti altera i colori nelle ombre.

Lo Zeiss 15 mm F 2,8, ottica molto nitida e coi colori puliti, trattamento antiriflessi ottimo, distorsione geometrica molto bassa, si può dire nulla, come tutte le ottiche buone nate per la pellicola, vignetta però a bestia a tutta apertura, ed è una vignettatura ignorante, c'è ancora anche ad F 8.

Io lo volevo comprare ma ho provato quello di un conoscente e ci sto ripensando, proprio per quella vignettatura imponente ed ignorante lì, che se, ad esempio, ci fai foto notturne, ti romperebbe, e "dimolto" i maroni, per rumore e shift cromatico.

Ho il Nikon 14 - 24 F 2,8 ed ho comprato i Milvus 18 F 2,8 e 25 F 1,4 perchè sono migliori su tutto, mentre il Milvus 15 F 2,8 mi sa proprio che non lo compro.

avatarsenior
inviato il 12 Agosto 2020 ore 10:10

Io ho avuto questo problema col mio samyang 35mm 1.4. Ha un buon MTF ma deboluccio di contrasto. Non basta separar le linee per vederle gradevolmente separate all'occhio. Manca pure una valutazione sul contrasto cromatico.

user120016
avatar
inviato il 12 Agosto 2020 ore 23:19

La soluzione è solo una: evitare di fotografare le linee. Piuttosto, dedicarsi ai quadrati. Meglio ancora i cerchi. ;-)

avatarsenior
inviato il 13 Agosto 2020 ore 0:23

Alcuni test sono falsati dal moire.

In realtà anche per me il problema della separazione delle linee è molto relativo. I miei output molto raramente superano i 3000px di lato lungo. Ridimensionare non solo risolve il problema ma imho per Ia visualizzazione a monitor è pure opportuno. Una foto perfetta a 24mp richiede forse 61mp di partenza.

user12181
avatar
inviato il 13 Agosto 2020 ore 1:23

Capisco poco l'avversione alla vignettatura, da quando ho incominciato a notarla nel 25 F/2,8 a tutta apertura, unita al calo di contrasto, che mi pare produca colori pastello (certo, se la luce aiuta), ho cominciato a cercare di sfruttarla, se mi ricordo. Ora vorrei sfruttarla anche con il 35 F/2, soprattutto nel bosco bagnato. Il problema è che ormai dopo ogni forte acquazzone c'è da qualche parte una colata di detriti, e l'acquisita consapevolezza di questi inesorabili quanto inprevedivili eventi naturali accresce la mia prudenza. Soprattutto la fifoneria ha cominciato a imporsi dopo che ho visto il mio hortulus secretus letteralmente piallato da una colata di massi e terra. Solo la cascatella, sostenuta dalla roccia, è riemersa miracolosamente tale e quale, ancora limpida in un canale ormai desolatamente terroso, mentre la frana proseguiva intera verso valle, con tutti i suoi massi, fino a coprire le selve di castagno del piano.

user28666
avatar
inviato il 13 Agosto 2020 ore 10:19

La definizione da manuale di contrasto l'ha data Paolo. Poi anche nelle curve MTF, se non sbaglio, la curva a 10lpm dovrebbe dare una idea del contrasto che restituisce l'obiettivo.
Oggi col digitale, la sensazione di contrasto della immagine intera può essere aumentata col cursore rimuovi foschia ed altri cursori.
Ma anche in passato esistevano pellicole che restituivano maggiore contrasto aumentando l'effetto bordo

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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