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Esposimetro esterno


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avatarsenior
inviato il 22 Aprile 2020 ore 17:19

Tony... non hai bisogno di accorgertene, con la pellicola se rinunci all'esposimetro lo fai perché sei sicuro di non sbagliare altrimenti sono soldi gettati!

avatarsenior
inviato il 22 Aprile 2020 ore 17:23

Questo è vero!

Io con la pellicola vado quasi sempre ad occhio...

Intendevo (ma l'abbiamo scritto più volte) che con il digitale puoi:
- sbagliare ad esporre e correggere perchè te ne accorgi subito;
- sbagliare ad esporre, ma sei così pirlotto che te ne accorgi solo quando apri le foto a PC ed all'ora correggi in PP in modo tale che non era nemmeno pensabile all'epoca dell'analogico (tipo sottoesposta di 4 EV...).

Questa è la leggera differenza ...

avatarsenior
inviato il 23 Aprile 2020 ore 15:39

Oppure se adpero la modalità wysiwyg me ne accorgo a mirino, prima di scattareCool

avatarsenior
inviato il 23 Aprile 2020 ore 18:05

Certo... ma così è troppo facile!
Sti' giochetti o si fanno con la Velvia o non si fanno proprio Cool

avatarsenior
inviato il 23 Aprile 2020 ore 18:29

Appunto provate a fare foto senza esposimetro con una pellicola velvia e provate a sbagliare di un valore luce soltanto. Poi vedrete che belle foto Cool

avatarsenior
inviato il 23 Aprile 2020 ore 20:56

Beh certo ma è quello il bello, col negativo è troppo facile e col digitale... beh col digitale in effetti non l'ho mica capito per quale motivo continuano a metterci l'esposimetro nelle macchine fotografiche!

avatarsenior
inviato il 23 Aprile 2020 ore 21:26

Usavo il Kodachrome25 la mia DIA preferita,quanti ev avevi? +1 -1
Non dico baggianate,mi sono preso la briga di andarmi a spulciare il volumetto di FOTO MARKET DEL 1992(ce l'ho sottomano).
Molto spesso esponevo a testa,adesso se non hai 15 punti di GD sei un pxxla,ma dai...


avatarsenior
inviato il 23 Aprile 2020 ore 21:40

Beh sovraesporre di un diaframma una Kodachrome significava ritrovarsi una diapositiva inutilizzabile.
Sottoesporre 1/2 stop la 25 e 2/3 di stop la 64 invece era la norma se volevi una diapositiva che fosse pienamente fruibile in proiezione.
In effetti con queste premesse si spiegano le tante leggende sorte intorno alla reale sensibilità della Velvia!

avatarsenior
inviato il 23 Aprile 2020 ore 22:02

Il buon vecchio adagio che diceva di esporre le DIA per le luci e i negativi per le ombre.

avatarsenior
inviato il 23 Aprile 2020 ore 22:31

Infatti all epoca delle diapositive, molte foto erano precluse! soprattutto in moda, dove per forza di cose padroneggiava il super contrasto ed i colori chiusi! ;-)

avatarjunior
inviato il 24 Aprile 2020 ore 0:51

Quando ero più giovane e scattavo con la pellicola, mi ero letto i 3 libri di Ansel Adams sulla tecnica zonale.

All'inizio mi ero gasato come un facocero e non stavo pù nella pelle dalla voglia di creare mirabolanti paesaggi in Bianco & Nero con scale di grigio da togliere il fiato.

Poi ho iniziato a cercare di mettere in pratica e qui, come sempre, iniziano i guai.

Il buon Ansel evidentemente aveva doti immaginative da sceneggiatore di fantascienza, perchè riusciva con una nonchalance molto dandy e il sorriso sulle labbra a immaginare spostamenti di zone di luminanza in una scena, come io riesco a scartare una caramella, e per di pù in un nanosecondo pare.... MrGreen

Io cercavo di immaginare come disporre le zone in una scena di paesaggio, mi impegnavo a fondo, ma quella "previsualizzazione" magica di Ansel proprio non voleva saperne di farsi viva. Guardavo le montagne coperte di foreste, la cima della montagna dove emergeva la roccia, il fondo valle con il blu del lago e ..... tutto mi sembrava di uno sconfortante grigio uniforme !!! non capivo più nulla !!! Allora azzardavo millemila ipotesi, usavo il mio Lunasix pieno di pezzettini di carta aggiunti con lo scotch, con tutti gli appunti delle "zone" e il risultato sfuggiva alla mia comprensione. Qualsiasi valore decidessi di usare per l'esposizione mi sembrava sempre sbagliato e alla fine mi sentivo tremendamente inadeguato.

La tecnica zonale applicata alla ripresa su pellicola presume un processo che parte dalla previsualizzazione della scena; in base a quella il fotografo, basandosi sulla lettura esposimetrica, la modifica per far cadere le zone dove ritiene che debbano cadere in base alla previsualizzazione. Fatto questo poi lo sviluppo deve essere effettuato in funzione di come è stata effettuata la ripresa, compensando le sotto o sovraesposizioni intenzionali con sovra o sottosviluppi.

Il primo problema è che per far tutto questo come lo faceva Ansel bisognerebbe usare una fotocamera a banco ottico con pellicole piane, almeno 4"x5"; altrimenti se usi la pellicola in rullo devi esporre tutto il rullo riprendendo scene con la medesima distribuzione zonale, cosa che non è affatto facile come sembra. Eh sì, perchè se è già difficile esporre una sola scena in modo corretto secondo la tecnica zonale, figuriamoci identificare altre scene che abbiano una distribuzione simile e quindi possano essere esposte tutte allo stesso modo, per far sì che poi lo sviluppo specifico vada bene per tutte...... Eeeek!!!

Mai riuscito! .. alla fine finiva che su un rullo 120 con Hasselblad 500/c scattavo tutte le 12 pose .... alla stessa scena, con esposizioni diverse... facevo in pratica una secie di bracketing, che naturalmente non ha nulla a vedere con la tecnica zonale, che richiede una precisissima valutazione dell'esposizione.

Dopo attenta valutazione (= dopo aver sprecato una montagna di rulli 120 e non aver concluso nulla di interessante) decisi di abbandonare questa raffinata tecnica che evidentemente non faceva per me, di mollare il Lunasix e di comprarmi un prisma esposimetrico per l'Hasselblad, esponendo pedissequamente secondo le sue indicazioni.... una vera tristezza "zonale"...

Fu così però che cominciai ad avere qualche negativo decente !

Qualcuni di voi giustamente potrebbe dirmi che arei dvuto comprarmi un banco ottico con un paio di eccellenti Schneider, e in effetti sarebbe stato un suggerimento corretto. Peccato che avevo appena aperto un mutuo per il corredo Hasselblad e non mi sarebbe sembrato opportuno chiederne un altro !!!

Il mio approccio col sistema zonale perciò finì tristemente lì, con l'utilizzo di un banalissimo prisma esposimetrico a cui attribuivo la mia più totale fiducia.

(Poi imparai anche che potevo scattare usando la regola del 16, che alla fine non è poi così male, basta un po' di allenamento, ci si diverte pure!)

Bene, vi chiederete, e oggi? Che fa oggi Ilcatalano ? Zoneggia o non zoneggia ?

Tranquillizatevi e rilassatevi: non zoneggio, il vostro amor proprio di fotografi è salvo. Il qui presente Catalano è il fotografo meno tecnologico che si possa immaginare....

Sapete che faccio oggi per i miei Bianchi & Neri "zonali" (che di zonale non hanno proprio nulla! ma per dire che sono quanto meno B&N un minimo meditati e curati) ??

Con la mia Fuji X-T2 (o X-H1) e il mio fido Laowa 9mm, dotato di un mostruoso microcontrasto, scatto sottoesponendo di solito da 2/3 di stop a 1 stop intero, estraggo il RAW con Raw File Converter, gli assegno la simulazione pellicola Acros + filtro Rosso (quasi sempre), eventualmente recupero un minimo di ombre col cursore HDR del software, poi apro tutto in una arcaica versione Photoshop di 14 anni fa (credo che fosse un bundle con un vecchissimo scanner che non ho nemmeno più) dò una ritoccata a "livelli" e raramente "curve" e il gioco è fatto.

I B&N che escono non sono queli di Ansel Adams, ci mancherebbe, però sono più che soddisfacenti per il mio amor proprio e alla fine posso dire che non ho mai prodotto B&N così belli in 40 anni di fotografia e con così poca fatica.

Se mi sentisse Ansel, si rotolerebbe nella tomba .... MrGreen

Ilcatalano






avatarsenior
inviato il 24 Aprile 2020 ore 5:30

Gobbo, anche per la moda c'era la pellicola adatta: la Astia era la diapositiva che Fuji aveva deputato allo scopo, così come in precedenza si poteva adoperare all'uopo la Kodachrome 64, esposta rigorosamente alla sensibilità nominale, non disprezzabili in questo campo si dimostravano anche le Agfachrome... insomma a guardarsi bene intorno le soluzioni esistevano.

avatarsenior
inviato il 24 Aprile 2020 ore 5:43

Scusa Il Catalano e tu, con tutto quel po' po' di cose che ci hai spiegato circa l'uso della tua Fuji e del tuo Laowa pretendi di essere il fotografo meno tecnologico del mondo... o almeno di questo forum... o almeno che si possa immaginare?

E allora io che le mie Velvia le espongo per il mio soggetto e del resto, semplicemente, me ne frego... beh... quasi... cosa sarei allora?

avatarsenior
inviato il 24 Aprile 2020 ore 8:57

Catalano, mi hai fatto morire dal ridere.

Anche io sono della vecchia guardia, avendo iniziato a giocare con le macchinine fotografiche nel 65'.

La tecnica zonale di Adams, come hai detto giustamente, si può utilizzare solo con il banco ottico (od una fotocamera a pellicola piana, come le vecchie PRESS CAMERA degli anni 40'): si deve sviluppare in modo conseguente a come si è esposto e poi stampare pure in modo conseguente!
Quindi ogni scatto è a se: impossibile utilizzare un rullino (salvo che magari per un bracketing come del resto facevi Tu).

Io ai miei tempi ho fatto poche foto con il banco ottico, che non amavo, essendo sempre stato un fotografo sportivo o comunque in movimento. Ma ricordo che molti miei maestri stavano decine e decine di minuti a studiare l'esposizione, per poi magari tornare il giorno dopo perchè nel frattempo il sole era tramontato ...

Una volta si aveva più pazienza.

Oggi in PP si fa tutto e di più e ci si piazza pure, volendo, un bel cielo con le nuvole, magari con gli uccelli (LUMINAR 4 docet)!...

avatarsenior
inviato il 24 Aprile 2020 ore 9:27

Se mi sentisse Ansel, si rotolerebbe nella tomba ...
Perfettamente d'accordo con le tue considerazioni. Mi ci sono specchiato dentro.Sorriso

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