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Esposimetro esterno


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avatarjunior
inviato il 15 Aprile 2020 ore 12:29

graziea tutti per le delucidazioni e i consigli!!

avatarsenior
inviato il 15 Aprile 2020 ore 12:36

...o ai tempi del bn e del sistema zonale gli esposimetri avevano un senso, specialmente quelli che offrivano varianti come lettura a luce incidente...

Ti sbagli, il sistema zonale presuppone l'utilizzo di esposimetri a luce riflessa, non a luce incidente.

avatarsenior
inviato il 15 Aprile 2020 ore 12:47

e di un grado! ;-)

avatarsenior
inviato il 15 Aprile 2020 ore 12:49

giusto, o comunque almeno "spot" (pochi gradi).

avatarsenior
inviato il 15 Aprile 2020 ore 13:15

Ma perché "ai tempi del sistema zonale"?

Il sistema zonale è un principio dell'esposizione dal quale, anche oggi nel 2020, non si scappa. Esposimetro o no.
Poi se uno vuole usarlo o meno è altro paio di maniche.

avatarsenior
inviato il 15 Aprile 2020 ore 13:59

oggi si può usare! ma vorrei proprio vedere in quanti previsualizzano e sanno spostare una zona in un altra per ottenere appunto quella previsualizzazione!MrGreen

avatarsenior
inviato il 15 Aprile 2020 ore 14:20

Vero Gobbo! MrGreen

Sono convinto, comunque, sia la fretta dello scatto il problema (escludendo dove la velocità è necessaria, ci mancherebbe) che ci ha fatto dimenticare che una foto andrebbe pensata prima...

Però volendo grazie alle mirrorless e alla funzione "anteprima" attiva si può comprendere con misurazione spot come sarebbe l'exposure palette e agire di conseguenza.

avatarjunior
inviato il 15 Aprile 2020 ore 14:21

Io utilizzavo (e utilizzo ancora) un Gossen profisix. Mi pare che, rispetto al Lunasix, abbia il vantaggio del sensore al silicio invece che a CdS (che patisce dell'effetto memoria). Lo uso poco, principalmente con una Sigma S10 il cui esposimetro mi sballa tutte le letture. A volte, in realtà, lo utilizzo proprio per non perdere la memoria di come si fa la misurazione zonale (ho la versione che riporta le VI zone)

avatarsenior
inviato il 15 Aprile 2020 ore 15:51

oggi si può usare! ma vorrei proprio vedere in quanti previsualizzano e sanno spostare una zona in un altra per ottenere appunto quella previsualizzazione!


Premesso che lo so fare e che l'ho fatto per anni, a pellicola e in digitale.

Credo che con il digitale di oggi applicare il sistema zonale in maniera attenta in fase di ripresa sia meno importante rispetto a una volta.
Ai tempi della pellicola non c'erano a disposizione 15 stop di estensione della gamma dinamica. Oggi sì.
Oggi puoi più tranquillamente di prima esporre per un valore medio e poi determinare in post-produzione in quali zone far cadere le varie parti dell'immagine, senza nel far questo inficiare troppo la qualità finale.

avatarsenior
inviato il 16 Aprile 2020 ore 22:53

Ma perché "ai tempi del sistema zonale"?

Il sistema zonale è un principio dell'esposizione dal quale, anche oggi nel 2020, non si scappa. Esposimetro o no.
Poi se uno vuole usarlo o meno è altro paio di maniche.


Il sistema zonale....questo sconosciuto.
Quando Adams ha ideato il sistema zonale le pellicole in bn non avevano certo l'estensione tonale di quelle prodotte negli anni 70 e 80. Il sistema zonale è appunto un sistema che va dalla ripresa allo sviluppo ed alla stampa, con tutti e tre i procedimenti strettamente interconessi. Adams usava costose pellicole piane di grande formato (anche 8"x10") e la prevedibilità del risultato era quasi obbligatoria. Quando una pellicola qualsiasi riceve una esposizione e relativo trattamento fuori standard, tende ad evidenziare alcuni difetti, non ultimo quello di tirar fuori la grana che, nelle fotografie di paesaggio, non è certo il massimo. E perde anche un poco di nitidezza. E qui entra in gioco il formato della pellicola. Una piana 8"x10" se lo può permettere mantenendo un alto standard. Per ogni pellicola piana Adams si annotava i dati di ripresa, poi sviluppava separatamente ogni pellicola e stampava con un ingranditore a luce diffusa, altro vantaggio dei grandi formati, la cui illuminazione era data da molte piccole lampadine accendibili separatamente, il che aggiungeva una comodità di mascheratura o bruciatura evidente. Con la pellicola in rullo si potrebbe applicare il sistema, ma occorre un rullo per ogni soggetto, date le premesse di cui sopra. Superato questo, i formati in rullo dal 6x6 in su, e più grandi sono meglio è, sopportano malvolentieri gli strapazzi dell'esposizione e degli sviluppi fuori standard, il piccolo 35 mm. è fuori gioco. Con la pellicola in rullo , restando in auge la norma che prevede la ripresa dello stesso soggetto o comunque di soggetti simili per condizione di illuminazione, il sistema zonale si riduce al vecchio adagio: forte contrasto del soggetto, esporre per le ombre e sviluppare per le luci. Basso contrasto del soggetto, esporre per le luci e sviluppare per le ombre. Il resto sono pippe e patetici tentativi di spacciarsi per grandi fotografi brandendo con aria pensierosa uno Spectra o un Lunasix. Una volta, col cambio delle marce non ben sincronizzato o non sincronizzato affatto, quelli un poco più esperti nel cambiare effettuavano un gioco frizione-acceleratore, ma anche allora Manuel Fangio era lontano..oggi qualcuna fa ancora la "doppia" per sentirsi esperto pilota ? Poi è arrivata l'amnistia fotografica, col digitale..col selettore su P la fotografia risulta ripresa bene il 99% delle volte, perchè il programma è di gran lunga più intelligente del fotografo. Se ci fosse un soggetto difficile, oppure desiderassimo scattare in M, basterà una rapida occhiata al display per vedere quel che si è combinato e scattare un'altra foto. Spero che nessuno di voi preveda di scattare le foto del Papa intento a prendere a pugni un fedele a Piazza San Pietro calibrando l'esposizione col Lunasix o anche con la macchina settata su M.

avatarsenior
inviato il 16 Aprile 2020 ore 23:26

Buonasera, vi faccio una domanda da principiante quale sono (quando scattavo in pellicola utilizzavo una Rollei SL35 che aveva un esposimetro interno, basilare ma ottimo):
Da poco ho preso a scattare con una biottica Rolleiflex del nonno. L'esposimetro è andato pertanto mi sono procurato un modello Sekonic (308X-U).
Se devo fotografare una persona o un oggetto non ho problemi perchè mi metto davanti al soggetto e utilizzo la misurazione incidente. Lo stesso posso fare se volessi misurare quella riflessa ovviamente in questo caso puntando le cellula verso il soggetto.
Ma se devo fotografare un panorama? Mi viene da rispondermi che potrò misurare solo la luce riflessa puntando il Sekonic con il suo bel diffusore verso la montagna oppure mi posso girare verso il sole (o la fonte di luce) e leggere quella incidente?
Scusate la banalità del quesito.
Grazie
Carlo

avatarsenior
inviato il 16 Aprile 2020 ore 23:50

Carlo, nella foto di paesaggio in generale, nella stragrande maggioranza dei casi (salvo i casi in cui il soggetto sia in primo piano e molto vicino) è di gran lunga preferibile e più pratico utilizzare un esposimetro a luce riflessa.

avatarsenior
inviato il 16 Aprile 2020 ore 23:55

è di gran lunga preferibile e più pratico utilizzare un esposimetro a luce riflessa


Grazie Diego, lo immaginavo ma da inesperto mi era venuto il dubbio.
C.


avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2020 ore 0:05

Gossen Lunasix ci metti le batterie per apparecchi acustici con un semplice o-ring intorno, oppure un banalissimo adattatore.

Di più moderno si trova il Sekonic 308 L, ottimo e con lettura flash, a prezzi sui 120 euro in ottimo stato.

Oppure ancora meglio un Minolta IIIF con adattatore per la lettura spot, ne ho preso uno qui sul mercatino, di più del Sekonic ha la lettura anche mista..ambiente e flash. Inoltre tiene in memoria tre letture e se vuoi ti fa la media, si tara con una semplice vite nel vano batterie.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2020 ore 0:33

...il sistema zonale si riduce al vecchio adagio: forte contrasto del soggetto, esporre per le ombre e sviluppare per le luci. Basso contrasto del soggetto, esporre per le luci e sviluppare per le ombre. Il resto sono pippe e patetici tentativi di spacciarsi per grandi fotografi brandendo con aria pensierosa uno Spectra o un Lunasix.

Non è così. Tralasciando il fatto che il sistema zonale non si riduce a tale semplificazione, questa che dici tu (la semplificazione) è pure sbagliata, almeno spiegata così come l'hai spiegata.
Il concetto alla base dell'adagio "esponi per le ombre e sviluppa per le luci" parte dal fatto che con lo sviluppo, agendo sull'energia dello stesso (che può essere variata in base a: tempo di sviluppo, diluizione, temperatura e, in minor misura dall'agitazione) la variazione di densità del negativo (annerimento) non è lineare; cioè le zone scure della scena (chiare sul negativo) si scuriranno in minor misura rispetto alle zone chiare (scure sul negativo). Ne consegue che se aumento l'energia le zone scure della scena si schiariranno ben poco mentre quelle già chiare si schiariranno di più. Viceversa se diminuisco l'energia le zone chiare della scena si scuriranno. In pratica il contrasto può essere variato con lo sviluppo.
Ma bisogna sempre partire dalla lettura esposimetrica delle ombre e regolare l'esposizione per queste poiché non potranno essere ulteriormente schiarite con lo sviluppo.
Ne consegue che "si espone per le ombre e si sviluppa per le luci" sempre, a prescindere dal contrasto della scena.
Se la scena non ha eccessivo contrasto non dovrò utilizzare particolari accorgimenti in fase di sviluppo.
Se la scena ha un basso contrasto aumenterò l'energia di sviluppo per aumentare il contrasto cioè schiarire i toni medi e chiari della scena (scuri sul negativo).
Se la scena ha un forte contrasto diminuirò l'energia di sviluppo per diminuire il contrasto, cioè scurire i toni medi e chiari della scena (scuri sul negativo).
Quindi come si può notare si parte sempre da un'esposizione per le ombre e poi si regola lo sviluppo in base alle luci, sia che ci si trovi con scene ad alto contrasto si che ci si trovi con scene a basso contrasto, e non viceversa come hai detto tu nel caso di scene a basso contrasto.

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