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Perché dovremmo fermare i media artistici alla classicità? La fotografia è stata utilizzata dagli artisti fin dalle sue origini, fa a tutti gli effetti parte del contesto museale, è oggetto di analisi da parte di semiologi, storici dell'arte e filosofi, ha un vasto numero di collezionisti e spunta prezzi simili a quelli di altri media artistici, … Peraltro dove porre, se non nell'universo estetico, le foto di Weston, di Steichen, di Sugimoto, giusto per fare tre esempi. Il mondo avanza e i linguaggi dell'arte si modificano inglobando ogni mezzo disponibile, come è sempre stato: il passaggio dalla tempera all'olio non è stato meno radicale di quello dal pennello alla reflex.
user90373
inviato il 17 Marzo 2020 ore 14:47
@ Degas Quando si parla d'arte è sempre in agguato una certa generalizzazione (Arte, tutti artisti o tutti accoppati) che può esistere solo in presenza di una qualche puntualizzazione. Essendo vero anche il contrario, il risultato non cambia.
Degas sono perfettamente d'accordo che i linguaggi si modificano, questo comporta una modifica di un linguaggio anche fotografico, è inutile provare a usare il digitale scimiottando l'analogico, come è anacronistico pensare che le cose si dicano sempre nelllo stesso modo. Ci sono indubbie differenze rispetto al passato, se nè può prendere atto e usare il mezzo per rivolgersi al pubblico attuale o si può restare arrocati su certe posizioni e pensare che si stava meglio prima ecc.. ma non ha semplicemente senso. Conosco un fotografo molto bravo che scatta con una macchina fotografica dell'800 su lastra, ma usa linguaggi attuali anche se non stravolge il risultato della lastra, semplicemente mischia stilemi del passato a un immagine più attuale. E' inutile ripetere che prima si era tutti bravi mentre ora c'è solo immondizia digitale perchè così non è, la fotografia è in continua evoluzione, società, tempi e mezzi la forzano. Già la possibilità di avere una macchina fotografica più piccola e portatile rispetto alle ingombranti con le lastre del passato ha stravolto tutto, poi sono arrivati altri cambiamenti, alcuni legati allo sviluppo tecnologico altri a quello che autori hanno fatto tracciando solchi e segni entrati nel linguaggio comune. Ora dire che chi usa il cellulare lo fa solo per fare foto ricordo è assurdo. Nessuno si aspetta che di punto in bianco tutti ci mettiamo a fare gli stessi scatti nello stesso modo, sarebbe stupido, ma è altrettanto stupido rifiutare a priori quello che attualmente c'è e non usare un linguaggio comune. Io ho capito la critica fatta da qualcuno sul fatto che alcuni autori sono difficili e capisco anche la scelta di una fotografia più immediata e diretta a una platea più vasta, ma se questa è la scelta bisogna accorgersi che questa platea sta iniziando a consumere le immagini in modi diversi, su supporti diversi e con tempistiche diverse. Non è meglio o peggio solo diverso Da topic sul linguaggio fotografico mi aspetterei prove di analisi in questo senso, come autori a pellicola si approcciano attualmente con lavori comunque comunicativi, come autori che usano il digitale sfruttano le possibilità fornite per creare qualcosa di caratteristico, ma anche come i lavori vengono esposti, dove e perchè di certe scelte
“ Quando si parla d'arte è sempre in agguato una certa generalizzazione (Arte, o tutti artisti o tutti accoppati) che può esistere solo in presenza di una qualche puntualizzazione. Essendo vero anche il contrario, il risultato non cambia. „
Specifica allora invece di chiudere come la Pizia! Se poi vuoi fare il patafisico...fuori le carte.
Io ci provo prendendo ad esempio le foto di Matteo , che non considera arte la fotografia. Le guardo e noto alcune cose. Sono immagini di tipo scientifico, informativo, cronachistico? No. Sono immagini in cui si ripropone banalmente il soggetto, tipo classica foto del tramonto rossofuoco cui è demandato ingenuamente il valore dell'operazione? No. E allora dove le metto queste foto? Essendo plateale una ricerca espressiva non posso che inserirle in un contesto espressivo, estetico, artistico . Indipendentemente dal fatto che esse siano buona o cattiva arte, ricerca raggiunta o fallita, "vorrei ma non posso". Il fatto che esse si muovano in un contesto espressivo non le pone tautologicamente nel sistema dell'arte poiché non è un sistema nel quale si entra perché si decide di farlo. Perché questo accada ci vogliono ulteriori passaggi, confronti, condivisioni e apprezzamenti (non quelli dei like), scelte complesse e consapevoli, rischi. In ogni caso il media utilizzato è perfettamente funzionale al contesto accennato. Ci siamo?
dimenticavo non è che non la considero arte, anzi la fotografia è sempre più presente nelle mostre di arte contemporanea, ma lo considero uno strumento per fare arte non arte a prescindere, non so se mi sono spiegato
Tornando alla fotografia se vi capita su raiplay c'è snapshot Russia che da ottimi spunti, c'è anche India e Cina ma mi han convinto meno Comunque la prima puntata è dedicata a Alexander Gronsky, Danila Tkachenko e Alexander Kuznetsov.
“ ...uno strumento per fare arte, non arte a prescindere „
Nella tua ottima frase, fertile di conseguenze, inserirei un "anche" per includere tutti gli usi possibili.
Mi associo anche io al ringraziamento per la segnalazione su Snapshot Russia. Interessante e per me condivisibile l'affermazione di Gronsky: le foto che ci tornano in mente e che ci ispirano sono quelle che ci hanno colpito da bambini o adolescenti. A proposito di autori russi, per capirli fino in fondo, bisogna prima fare una decina di party a vodka e pesce secco. Solo dopo si sviluppa quel particolare senso estetico nostalgico-creativo.
Relativamente al topic, non vedo orrori nella fotografia contemporanea. Le foto senza pretese o banali ci sono sempre state. Potevano venire da una polaroid - non tutti avevano Antonioni e Tarkovskij che facevano foto al proprio matrimonio - mentre ora vengono dai cellulari, tanto non è lo strumento che cambia il risultato. E' la facilità di pubblicazione digitale che ha cambiato le percezione della fotografia, non la fotografia in se. Il sillogismo è stato: chi pubblica è autore; io pubblico; io sono autore. Si è generata una confusione tra popolarità e qualità. L'aspettativa che da una derivi l'altra può generare orrori, ma derivanti dalle aspettative distorte riposte nella pubblicazione, non nelle foto.
Purtroppo, per il genere di foto che amo fare, le fonti ispiratrici non vengono dal mondo autorale che espone alle mostre, ma da un sottobosco piuttosto vizioso, inappropriato per il forum. Tra quelli citabili senza imbarazzi, metterei www.guidoargentini.com/photos/ .
A proposito di raiplay: mi ha fatto venire in mente anche Erwin Blumenfeld. E' ancora visibile lo splendido film "L'uomo che fotografava le donne".
Adoro guido argentini ho uno dei suoi libri e trovo che abbia un controllo della luce spaventoso, è davvero bravo nel suo genere. Ermanno lo conosco, ha fatto in paio di serate qui a Piacenza come ospite e è passato anche solo per fare festa, la sua fotografia credo rispecchi bene il suo modo di essere, è davvero creativo, quando ha esposto qui a Piacenza aveva stampato le foto in modo che diventassero dei grandi adesivi e aveva creato delle specie di finte cornici con adesivi neri di varie forme e dimensioni Non conoscevo Krims Leslie, mi piace molto e ammetto che noto sue influenze in molti fotografi Su Ritts... Be credo di non dover aggiungere nulla. Chema Madoz me lo ha fatto conoscere un' amica, mi piace molto, ho visto alcune sue foto al mia, lo trovo poetico, mi piacciono i suoi bn, il suo modo di mostrare
Sui fotografi russi un po' condivido in effetti, ma infondo cultura, e luogo dove si fotografa influiscono ovviamente sul risultato, ma a volte si tende a giudicare tutti secondo i nostri parametri. Provate a dare un'occhiata alla prima puntata della seconda stagione di Abstract su netflix, è dedicata a Olafur Eliasson e li parla proprio delle differenze di luce tra luoghi nel mondo, lui ovviamente parla dell'Islanda dove ha progettato un edificio stupendo che se andate a Reykjavik dovete assolutamente visitare www.aloarchitettiroma.it/reykjavik-unarchitettura-contemporanea-tra-i-
Che non sia facile seguirlo come modello in fotografia lo si capisce ascoltando la voce stessa dell'autore che spiega il suo processo creativo: . Al momento 0:49 c'è uno schizzo che indica come lui vede la luce sul soggetto: ci sono almeno 20 diverse ombre previsualizzate! E poi c'è chi si chiede perché la fotografia sia considerata un'arte minore...quando è arte.
eh eh...lo immaginavo che ti sarebbe piaciuto. Quando ho visto la foto di Minnie davanti ai palloncini con Mickey Mouse, ho pensato a te.
@Lastprince In effetti Gruyaert ci mette almeno un po' del suo. Tuschman, prende in toto il modello di Hopper e lo riporta in fotografia. E' più un esercizio di tecnica, magari non facile, ma comunque meno originale.
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