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Virtual photography


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avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2020 ore 19:25

No Ettore..
fuori non è reale come crede lei.
È una illusione che non può percepire..
perché ci si trova dentro. ;-)

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2020 ore 19:33

Felix a volte è provocatorio ma ha detto una cosa molto interessante, se si valuta un lavoro e parlo di lavoro generico volutamente, cosa ne decreta il valore?
Di certo non il mezzo allora a volte credo sia giusto porsi delle domande e chiedersi perché certe cose fatte hanno avuto successo

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2020 ore 19:40

Felix, se camminando sul marciapiede guardi la tipa in minigonna all'altro lato della strada, e sbatti con i denti contro un lampione, poi mi dici se il lampione è fatto di puntini colorati. MrGreen

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2020 ore 19:54

È il contenitore che ti contiene..
che sbatte contro il lampione.
Non tu.

Lo senti con il tuo contenitore..
perché è fatto appositamente
per farti interagire con la realtà dove ti trovi.

Pensaci a queste parole,
dette da un gatto matto. ;-)

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2020 ore 20:02

Non ho letto tutto e quindi mi scuso se mi sfugge qualcosa...
Dirò una cosa banale ma secondo me il valore “artistico” dovrebbe essere eventualmente attribuito a chi ha programmato e disegnato quelle schermate.
Non riesco a cogliere il valore aggiunto di averle “fotografate” ...
aggiungo che secondo me là computer grafica è arte che ha pari dignità rispetto alla fotografia ma non è fotografia...

avatarjunior
inviato il 08 Febbraio 2020 ore 21:51

Totalmente d'accordo con biga ... La computer grafica e un arte ... Al pari della pittura ... Di fatto molti pittori o disegnatori fanno entrambe le cose.
Però non ha nulla a che fare con la fotografia

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2020 ore 23:39

Per me, e non sono il solo, la fotografia è documentare. Moda, reportage, sport, paesaggio..ecc., sono generi di fotografia documentaristica.
Cosa dovrebbe documentare questo genere di rappresentazione che non chiamo fotografia?

user1856
avatar
inviato il 09 Febbraio 2020 ore 10:28

Francesco, certo che esiste la fotografia documentaristica.

Ed esiste la fotografia artistica che non deve documentare nulla ma serve ad altro e comunica altro.

Un mezzo ci sono le varie sfumature: pensiamo al solo mosso artistico di un bosco di larici. Il risultato è una tavolozza di colori solitamente molto gradevoli. Che non documenta nulla.
Pensiamo ad una foto con un prisma davanti l'obiettivo che diventa un gioco di riflessi. Ma non documenta nulla.
E così via.
Anche nei ritratti è lo stesso: "io+gatto" di Wanda Wulz del 1932 cosa documenta?
"Autoritratto come un annegato" del 1840 di Hyppolite Bayard cosa documenta?
Passando ai paesaggi "rhein II" del 1999 di Gursky invece cosa documenta?
E parlando di italiani, "Red and green" del 1977 di Fontana cosa documenta?
E così via, nuovamente.

Non c'è solo la documentazione.
C'è anche altro...

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2020 ore 11:48

Mi soffermerei un momento su una considerazione.

La grande fotografia, quella che ha determinato stili e modi di fotografare, quasi mai e' stata una fotografia punta e scatta.
Quasi sempre, anche quando "simulava" la ripresa di una scena rubata, e' stata fotografia prima pensata, poi costruita-posata ed infine scattata.

Non cito esempi perche' sono innumerevoli e non basterebbero le 15 pagine del forum ma credo che siano conosciuti da ciascuno di noi.

Non capisco questa ansia di voler escludere una branca della fotografia. Che per tipo di realizzazione e costruzione in fondo e' piu' vicina alla GRANDE fotografia di quanto lo sia la tanto osannata street.

Street praticata da molti, ma che quasi sempre si traduce in poverissimi scatti della vecchietta seduta davanti alla porta di casa o in un cartellone pubblicitario (quello si falsissimo) rifotografato come parte principale dello scatto.

avatarjunior
inviato il 09 Febbraio 2020 ore 11:57

Io sono appassionato di fotografia e videogiochi, quindi mi ritengo superpartes in questa mia analisi qui sotto citata, che tra l'altro riprendo pari pari da un botta e risposta mio e di un utente, forse virtual photographer non ho capito bene, da un sito di videogiochi che, giustamente, sta dando finalmente spazio a questo interessante fenomeno.


Da fotografo amatore e videogiocatore nutro profondissima ammirazione per la passione con il quale gli appassionati di fotografia virtuale portano avanti i loro progetti.
Ma andrei cauto, molto cauto a fare paragoni o scomodare il MOMA. La fotografia racconta una realtà con gli occhi di un fotografo ed è espressione per i posteri di quella realtà, la fotografia virtuale è un mero esercizio di stile compositivo che al massimo può raccontare la grafica di un periodo videoludico.

Il binomio Arte = Emozione ha creato equivoci enormi in epoca moderna. E comunque qua non si sta parlando di arte, concetto complesso e per molti aspetti fuorviante, che lascerei quindi stare perchè porta sempre (anche quando si parla di arte associata ai videogiochi) a discorsi vuoti e preconfezionati.

Citando Capa, potrei continuare con Gardin, Salgado, Bresson siamo d'accordo sulla portata sociale, storica o di semplice rappresentazione della realtà declinata in un periodo storico.
Ma anche le fotografie "manipolate" di tanti fotografi, (che l'interlocutore mi poneva come paragone alla virtual photography) rispondono a una visione quasi sempre dello stesso fotografo, e se non da lui personalmente, da un art designer a lui collegato.
Insomma, le "manipolazioni" di Linch (dal mio interlocutore citato) non sono mere rappresentazioni di lavori grafici fatti da altri (computer graphic) e ripresi con una buona composizione, sono visioni della realtà trasformate in fotografia personali al 100%. Direi, meglio di Linch, citerei LaChapelle , Fontana, Ray, e tutti i surrealisti.

Comunque, tornando in tema, io non voglio screditare l'operato di questi bravissimi fotografi digitali, quanto riportare tutto nel giusto ordine delle idee, cosa che questo articolo non fa.
Piuttosto, chiediamoci perchè le foto dei videogiochi nelle pubblicazioni di settore sono brutte, poco rappresentative dell'atmosfera del gioco, quasi sempre fornite dagli sviluppatori stessi con l'unico intento di fare vedere il graficozzo.
Mentre la sensibilità compositiva e, aggiungo, di vera passione videoludica di questi fotografi virtuali, potrebbero esaltare la produzione videoludica attraverso immagini decisamente più significative, portando un innegabile beneficio non solo nel settore delle pubblicazioni giornalistiche, ma anche nel medium stesso.

user90373
avatar
inviato il 09 Febbraio 2020 ore 12:50

@ Conrad79
Piuttosto, chiediamoci perchè le foto dei videogiochi nelle pubblicazioni di settore sono brutte, poco rappresentative dell'atmosfera del gioco, quasi sempre fornite dagli sviluppatori stessi con l'unico intento di fare vedere il graficozzo.

Un pò come i "belvedere" fotografici, messi la dal progettista della strada o, ben che vada, dall'assessore comunale ai lavori pubblici.

avatarjunior
inviato il 09 Febbraio 2020 ore 14:32

Un pò come i "belvedere" fotografici, messi la dal progettista della strada o, ben che vada, dall'assessore comunale ai lavori pubblici.

Già, bel parallelismo.

user33434
avatar
inviato il 09 Febbraio 2020 ore 14:47

Non capisco questa ansia di voler escludere una branca della fotografia. Che per tipo di realizzazione e costruzione in fondo e' piu' vicina alla GRANDE fotografia di quanto lo sia la tanto osannata street.

L'esclusione aprioristica avviene per timore, è l'atto conseguente al preconcetto che oltre il meccanismo di marketing dell'ambiente virtuale queste immagini non possano trovare spazio. Non sappiamo a quali evoluzioni degli ambienti virtuali assisteremo.
Trovo però giusto affermare che l'idea di inanellare immagini estratte da un mondo virtuale non sta in piedi, è troppo debole per sostenersi da sola. Agli osservatori il risultato potrà apparire gradevole ma se non c'è il significato non si può comunicare nulla. In questo trovo calzante il paragone con la street preconfezionata cui accennavi tu Salt che infatti ha lo stesso tipo di problema, può usare parole dolci che coccolano le orecchie ma sono prive di senso. Le idee di testimonianza futura e racconto dell'immediato della street photography sono troppo deboli per sostenersi da sole e portano il fotografo che ne fa gli unici vessilli inesorabilmente verso un cliché.
A mio avviso nella virtual photography questo rischio è ancora più alto perché gli elementi di libertà creativa offerti da un mondo virtuale, quindi ordinato, sono molto minori di quelli offerti dal mondo reale, in costante mutamento.

Piuttosto, chiediamoci perchè le foto dei videogiochi nelle pubblicazioni di settore sono brutte, poco rappresentative dell'atmosfera del gioco, quasi sempre fornite dagli sviluppatori stessi con l'unico intento di fare vedere il graficozzo.
Mentre la sensibilità compositiva e, aggiungo, di vera passione videoludica di questi fotografi virtuali, potrebbero esaltare la produzione videoludica attraverso immagini decisamente più significative, portando un innegabile beneficio non solo nel settore delle pubblicazioni giornalistiche, ma anche nel medium stesso

Mi sa che se non dovesse nascere una nuova arte o un nuovo genere fotografico quantomeno alla fine ne nascerà un un nuovo mestiere. Sorriso


avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2020 ore 17:05

@Cos78
Francesco, certo che esiste la fotografia documentaristica.
Ed esiste la fotografia artistica che non deve documentare nulla ma serve ad altro e comunica altro.


Cos78, apprezzo le tue osservazioni e , probabilmente, dovute in parte alla mia poca chiarezza.
Col mio precedente intendevo per "documentazione" tutto ciò, anche in forma artistica, che si può fotografare ma partendo dalla realtà, dal "vero".
Ad esempio, apprezzo la fotografia di Fontana come fotografia artistica che, comunque, prende spunto da ciò che c'è (lasciami passare il termine).
Mentre i lavori Lachapelle mi sembrano più il prodotto di un esperto di grafica che di fotografia e, pertanto, non lo considero un fotografo.
Questo il mio punto di vista.
Fotografia è "scrivere con la luce".
Il resto, per me, si chiama in altri modi.

Saluti
Francesco

user90373
avatar
inviato il 09 Febbraio 2020 ore 18:49

@ Francesco Fontana
Mentre i lavori Lachapelle mi sembrano più il prodotto di un esperto di grafica che di fotografia e, pertanto, non lo considero un fotografo.

Cosa?! Coosaa??!! Cooosaaa devono "udire" le mie fosche pupille!!!!!

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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