| inviato il 22 Gennaio 2020 ore 15:35
@The RealB
Non sono d'accordo che ti defili
Battuta a parte, perché?
Si può non essere della stessa opinione ma continuare a dialogare. |
| inviato il 22 Gennaio 2020 ore 15:37
Vanità...tutto è vanità, purtroppo l'aspetto esteriore sta lentamente sostituendo l'interiorità e il significato profondo…
Grazie per la segnalazione del testo! |
user177356 | inviato il 22 Gennaio 2020 ore 17:08
Mi defilo perché chi ha aperto il thread, utente con il quale mi trovo spesso in sintonia, ha inviato ad evitare il contraddittorio. Lo faccio in tutta serenità. |
user177356 | inviato il 22 Gennaio 2020 ore 17:56
Scusa Degas, ma se devo confrontarmi con un filosofo ne leggo le opere, non ne ascolto le interviste. Immagino cosa avrebbe risposto Wittgenstein alla proposta di rilasciare un'intervista. |
user177356 | inviato il 22 Gennaio 2020 ore 19:17
“ Tornerei a parlare di Severino con umiltà „
Degas, scusami, ma "parlare di Severino" per me non significa necessariamente "ossequiare Severino".
Come già detto sopra, e pentendomi per essere intervenuto nuovamente, lascio il thread. |
| inviato il 22 Gennaio 2020 ore 19:30
Mi unisco a coloro che, accantonate le convinzioni filosofiche personali, si sentono più soli dopo la scomparsa di Emanuele Severino.
Provo dolore e non sentirei adatto a me il momento di andar oltre la sopra scritta, semplice testimonianza. Tuttavia, le stimolanti considerazioni che precedono mi inducono, con singola eccezione, a dire d'un mio pensiero da quelle richiamato. Sottoporrò così le mie poche, sintetiche, generiche parole al riguardo della “tecnica”, parole che dicon solo di un mio modestissimo sospetto.
Questo: sovente mi domando (con approccio un po' strutturalista) se la “tecnica”, più che evolvere da una vera “morte di Dio”, non sia una forma di secolarizzazione della Provvidenza.
Nel chiedere scusa per l'avere oltrepassato le convenienze del momento, saluto i consoci con la massima cordialità.
EDIT del 24/1/2020:
Dopo aver letto il cortese riscontro di Degas, che ringrazio, preciso quanto segue, a risolvere un'anfibolia (nello scusarmi per aver prima usato troppa sintesi).
Il termine “Provvidenza” come da me impiegato si riferiva implicitamente, simbolicamente ed analogicamente, ad un ideale regolativo non trascendente ed inteso come bisogno o attitudine dell'uomo. In tal senso i diversi “folli rimedi” che l'Occidente pone all'angoscia del divenire quali individuati dal Filosofo (Dio è il primo Tecnico, la tecnica è l'ultimo dio) potrebbero (secondo il mio timido dubbio), aggiuntivamente, essere letti come l' invariante di quel bisogno o attitudine. Sempre in tal senso non apparirebbe contraddizione col pensiero di Severino (mai avrei obiettato con mie argomentazioni), ma solamente una divagante lettura para-strutturalistica, semmai pletorica.
Lo scritto in forma breve ha dei limiti ben conosciuti per un dialogo su temi articolati. E' questo un motivo in più per rammaricarmi di non poter continuare questa pur gradita conversazione, mentre già queste note eccedono il senso del ricordo di un grande pensatore appena scomparso.
Rinnovo il mio saluto cordiale
A.
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| inviato il 05 Febbraio 2020 ore 14:53
“ Interessante, mi viene in mente Etienne De La Boétie e la sua riflessione sulla smodata volontà di servire che affligge l'uomo; temo però che andremmo molto lontano (diciamo dalle parti di Hegel). „
Ben puntuali, stimolanti e piacevoli considerazioni.
Il mio personale auspicio è per un più compiuto affermarsi di una filosofia interdisciplinare.
Rinnovo il mio saluto, molto lieto dell'incontro.
A.
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user33434 | inviato il 06 Febbraio 2020 ore 17:22
Bella discussione. Non ho mai letto i testi fondamentali di Severino, una quindicina di anni fa lessi la sua antologia filosofica con enorme fatica non essendo fluente nel lessico specifico della disciplina, una cosa però mi è chiara, sia chi ne condivide il pensiero sia chi vi si oppone lo pone tra i maggiori pensatori del '900.
Dell'intervista di Conte mi ha particolarmente colpito la contrapposizione tra le conseguenze deterministiche della relatività generale, implicite nella concezione del tempo di Einstein, e la loro negazione conseguente al "divenire" nella visione di Heisenberg. Grazie per i link |
| inviato il 10 Febbraio 2020 ore 5:51
Cacciato dalla Cattolica di Milano dall'Inquisizione. Lo seguì a Venezia anche Umberto Galimberti, tuttora attivo.
Lessi la sua autobiografia. Un secchione superdotato, spocchioso. Sposò una donna bellissima a cui sopravvisse (raro).
Il classico primo della classe. |
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