| inviato il 09 Gennaio 2020 ore 9:19
Non me ne vogliate. Non voglio riaprire l'annosa questione. Sto sfogliando il lavoro di molti fotografi famosi e meno famosi. Complice un po' di burn-out da troppo lavoro che mi rende un po' insofferente, son sempre piu convinto che certi stili siano piu' conseguenza dell'attrezzo piuttosto che dell'idea dell'autore. Mi succede, ma forse mi sbaglio, di riconoscere con piu facilita' la fotocamera che il fotografo. Il procedimento e' semplice… e fa parte del mio quotidiano. Mi serve una foto da comprare e utilizzare come sfondo. Per esempio la classica foto del finestrino di treno preso da fuori con lo scorcio di vita che si svolge nello scompartimento. Ne raccolgo un centinaio di autori diversi ma molto simili come inquadratura e le spulcio. Mi sembra che si possano raggruppare praticando sezioni che sono piu' generate da caratteristiche tecniche che da estro compositivo. Se lo pratichi abbastanza a lungo ed in dettaglio… senza volerlo arrivi a selezionare e riconoscere le fotocamere. Succede anche a voi? |
| inviato il 09 Gennaio 2020 ore 13:13
Immagino sia un fenomeno legato al ruolo che ha la tecnologia in generale (perlomeno in certi ambiti). Ho avuto parecchio a che fare con diversi grafici parecchi anni addietro e, quasi tutti, con l'avvento dell'informatica concordavano nel dire che il software (e più in generale il computer) ti spinge a fare quel che vuole lui. E i risultati, penso soprattutto all'impaginazione, in quel momento di passaggio erano ben visibili... In fotografia penso ci sia un'aggravante in più: certe cose si fanno "perché si possono fare", se ne fanno tante, ci si abitua e allora piacciono. Quindi si replicano all'infinito. E in questo loop condizionano poi gli acquisti, che si fanno per quel risultato lì e che quindi ancor più si ripete. Sul processo sono del tutto d'accordo con te: "voglio fare una cosa e cerco quel che me la fa fare". Più ragionevole del "compro quella cosa perché è ganza e poi faccio quello che permette di valorizzare lei e quel che viene bene a lei". Ma temo sia e sarà sempre più la seconda |
| inviato il 09 Gennaio 2020 ore 13:34
Si,credo di si.. Me ne accorgo anche dalle fotografie che faccio. Due anni fa ho comprato un Petzval (il 58 mm) e' un obiettivo particolare. Ho fatto un po' di fotografie e poi l'ho abbandonato. Lo trovo con una personalita' troppo marcata. E' difficile dosarlo. Ultimamente l'ho ripreso.. ma la lotta e' appunto per farlo sembrare normale. Per LIMITARE i suoi effetti. Altrimenti, gia dalle miniature riconosci che e' lui. un po' come le bolle del trioplan.. non apri neppure la miniatura che gia' sai il sapore della foto. |
user172437 | inviato il 09 Gennaio 2020 ore 16:10
“ Succede anche a voi? „ Non ho la tua cultura fotografica, ma con qualche ottica accade anche a me... “ Due anni fa ho comprato un Petzval (il 58 mm) e' un obiettivo particolare. Ho fatto un po' di fotografie e poi l'ho abbandonato. Lo trovo con una personalita' troppo marcata. E' difficile dosarlo. „ E' proprio questo il suo bello! “ un po' come le bolle del trioplan..MrGreenMrGreen non apri neppure la miniatura che gia' sai il sapore della foto. „ IDEM! ... e pensare che qui in molti ritengono queste ottiche obsolete (inclusi i mitici 50L, 85L e compagnia bella) guardano solo ad ottiche iper-risolute "spacca capello" e pensano all'occurenza di poter replicare in post i suddetti "difetti"! |
| inviato il 09 Gennaio 2020 ore 18:23
C'è la discussione sul contenuto e il contenitore,ma quanto è azzardato pensare che non interagiscano in qualche misura fra loro?Si guardano le fotografie oppure il risultato finale o il viaggio,scontentando inevitabilmente qualcuno. Un po' di tempo fa mi sembrava di distinguere fra un sensore e l'altro di due brand differenti,almeno in certi casi,un po' come accadeva per le pellicole.Alcune foto appaiono al primo sguardo piuttosto simili,a volte per il soggetto, che una volta proposto e ritenuto di successo si trasforma in un must e a volte per l'immancabile lavorazione che trasforma il paesaggio in una foto top. Nella varietà di colori e sfumature e malgrado la distanza, di nuovo nelle tinte nei passaggi tonali,compare una tendenza verso determinati standard.Oppure si gioca su un effetto vecchio stile simulando lo sfuocato o magari utilizzanndo una macchina col foro. Come foto del treno mi viene in mente un po' quella alla McCurry, con i colori caldi molto forti,con la scena che passa davanti ripresa dal binario,altrimenti un genere piu' nostrano ambientato nel vagone, è meno diffuso.Oppure si vedono immagini che sembrano scattate in metropolitana e giocano sul movimento. |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 8:19
Quotone cubico per Francesco |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 8:20
Comunque a tutto c'è rimedio: propongo un mese a pane, acqua ... e VELVIA |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 8:21
... e poi li voglio tutti sti' fenomeni |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 8:53
ma credo che il punto sia proprio questo. Nell'epoca della pellicola, disporre di materiali con un "carattere specifico" permetteva di scegliere e di ottenere un risultato coerente con le aspettative. Oggi, dove le scelte si fanno a posteriori, muovendo cursori, e' ancora utile cercare materiali cosi caratterizzati? Non e' meglio disporre di un mezzo neutro su cui partire a lavorare nella direzione necessaria?. |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 9:06
“ Non e' meglio disporre di un mezzo neutro su cui partire a lavorare nella direzione necessaria?. „ In teoria si Salt, ma certe questioni non sono legate solo alla situazione contemporanea... Un certo sviluppo della fotografia rende tutto più evidente e ne allarga la scala ovviamente, ma il principio non è nuovo. E se non riguarda l'attrezzatura, riguarda i canoni espressivi. Un testo per me molto importante, del quale mi è già capitato di chiacchierare qui, è quello di Flusser (Per una filosofia della fotografia), che in fondo parla proprio di questo. Ed è un testo dei primi anni '80, ben precedente quindi anche alla sola idea del digitale... Comunque concordo con te sul fatto che la dimensione tecnologica attuale, rispetto a quella di un altro tempo (e di altri apparecchi), spinge decisamente più in là la questione... |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 20:45
In un altro forum mi divertivo a riconoscere con che fotocamera scattava un mio amico che non metteva i dati dello scatto, siccome disponeva di molte fotocamere di marche diverse non potevi sapere mai con sicurezza con quale era uscito. ma la indovinavo quasi sempre, credo che ogni apparecchio abbia una sua " firma ", e forse anche ogni lente ma io non ho l' occhio cosi' fine, buona serata |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 23:35
“ In un altro forum mi divertivo a riconoscere con che fotocamera scattava un mio amico che non metteva i dati dello scatto, siccome disponeva di molte fotocamere di marche diverse non potevi sapere mai con sicurezza con quale era uscito. ma la indovinavo quasi sempre, credo che ogni apparecchio abbia una sua " firma ", e forse anche ogni lente ma io non ho l' occhio cosi' fine, buona serata „ Suppongo sia visibile soprattutto se il fotografante si adegua più o meno all'attrezzatura Io non sono nessuno nel modo più assoluto. Ma scommetterei che nelle mie fotografie l'attrezzatura non sia desumibile in alcuna misura. Forse, ma non sempre, si può distinguere tra scatti analogici o digitali Edit: a scanso di equivoci e ipotesi di presunzione, sia chiaro che credo valga per moltissimi altri |
| inviato il 11 Gennaio 2020 ore 13:46
si, ma non vi capita di dover "accecare" certe caratteristiche dell'obiettivo per ottenere un mood diverso?. Certamente l'ottimo sarebbe l'utilizzo di attrezzatura pensata per quel mood. Soluzione pero' piuttosto costosa ed ingombrante. Non sarebbe meglio cercare di ottenere uno scatto neutro e poi "deviarlo" secondo le necessita'?. Mi chiedo questo perche' al contrario io cerco di non applicare post (il meno possibile di post) ed ottenere il tutto in camera. Ma probabilmente sto sbagliando. Per esempio.. ho messo in galleria tre foto del compianto Fornabaio. Sono scatti recenti (solo una settimana prima del fatale incidente) fatti con una 5d old e un 70-200 assolutamente inadatti all'occasione. Per me sono scatti importanti. Tecnicamente malriusciti ma importanti. Quasi tutte le foto nella mia galleria son fatte con attrezzatura obsoleta,rotta, o riparata e si vede. Probabilmente bisognerebbe ripartire da zero cercando l'attrezzo ideale. Quello con buona definizione e dettaglio, Un apparecchio neutro ed impersonale. Su cui "dipingere" effetti. Che ne pensate? |
| inviato il 11 Gennaio 2020 ore 14:00
“ Mi chiedo questo perche' al contrario io cerco di non applicare post (il meno possibile di post) ed ottenere il tutto in camera. Ma probabilmente sto sbagliando. Probabilmente bisognerebbe ripartire da zero cercando l'attrezzo ideale. Quello con buona definizione e dettaglio, Un apparecchio neutro ed impersonale. Su cui "dipingere" effetti. Che ne pensate? „ Io credo che tutto e nulla, se inquadrato in un processo di buono spessore e consapevole, sia giusto a prendersi o a scartarsi. Personalmente sono convinto di due cose in apparente contrasto: la prima è che una foto che vive di pura post non mi interessa. La seconda è che la post (facendo io solo bianconero) è una componente integrata in un processo, imprescindibile perché il processo sia completo. Cosa che per altri può decisamente essere assai meno vera, se non proprio errata. Rispetto all'attrezzatura, proprio perché mezzo, io penso che se abbiamo un minimo di consapevolezza e siamo poco interessati ad aspetti edonistici (che magari riserviamo ad altro: non è e non vuol essere la solita critica al consumismo), sceglieremo molto banalmente quel che asseconda il nostro bisogno, senza buttar soldi: il punto non credo sia necessariamente "occultare" le peculiarità di un apparecchio. Credo sia piuttosto tentare di essere noi a guidare, e scegliere eventualmente il mezzo con le peculiarità che ci aiutano a esprimerci, e non viceversa. Ovvero non diventare produttori di bokeh solo perchè esistono gli 1.2 oppure di cerchietti perché esiste il Trioplan. Nell specifico e per me (perché alla fine bisogna ricondursi a quel che si fa e si vuol fare) credo che la neutralità che richiami possa essere appropriata, anche senza particolari bisogni di definizione o dettaglio. Una roba media insomma |
| inviato il 11 Gennaio 2020 ore 16:51
Gli obiettivi vanno provati,le recensioni sono varie ma a volte nel gruppo, c'è chi verifica lo stesso problema o resa. A volte alcuni obiettivi potrebbero, sembrare perfino troppo incisivi e nitidi,per un certo tipo di fotografie, per il gusto personale e una resa piu' morbida risultare piu' gradevole.Altre volte la nitidezza non rispecchia quanto promesso o preventivato e degrada nel tempo per qualche danno imprevisto. Tornando alle macchine qualcuno ci parlava dei nuovi profili colore,che possono consentire una resa migliore e piu' ampia. La macchina pensata per il fotografo è qualcosa che si dice,poi c'è il mercato e la concorrenza,probabilmente sono cambiati ingegneri tecnici progettisti manager in questi anni.Provare direzioni diametralmente opposte poi scusciterebbe una rivolta.Si è sempre detto a no a tutto a parole e poi basta guardare il risultato,ma forse qualcuno aveva intuito l'andazzo. La produzione di obiettivi reflex,sembra inviare un segnale inequivocabile.Si è sempre detto a no a tutto poi basta guardare il risultato,ma forse qualcuno aveva intuito l'andazzo. Ho visto un paio di foto della gfx 50 ,dove avevano scritto sotto il marchio,che risultavano accattivanti e non credo ci fosse chissà quale lavorazione. |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 254000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |