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Anno Sabbatico - Un viaggio in solitaria 4 (secondo post)


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avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2019 ore 16:18

Si è scassata la macchina ?! Eeeek!!!
Viene l'ansia anche a me qui sul divano..
figuriamoci a te lì.

avatarjunior
inviato il 30 Dicembre 2019 ore 19:27

Complimenti per tutto! Non appena ho tempo leggo gli aggiornamenti della tua avventura!

avatarjunior
inviato il 31 Dicembre 2019 ore 1:47

Ci va un coraggio fuori del comune per affrontare un viaggio simile
Io vivo in Messico e mi era venuta la mezza idea di scendere sino alla terra del fuoco con una Tsuru usata e poi arrivato abbandonare l'auto e tornare con un volo.
Però solo il pensiero di attraversare Honduras Colombia Venezuela..ecc ecc mi ha fatto venire i sudori freddi.
Quindi Gianluca ...mi tolgo il cappello di fronte a te

avatarjunior
inviato il 31 Dicembre 2019 ore 2:17

Gianluca un pezzo di America meridionale lo ha già fatto. Sulla sua home page c'è il link al libro



avatarjunior
inviato il 31 Dicembre 2019 ore 2:24

Vado a vederlo

avatarjunior
inviato il 31 Dicembre 2019 ore 10:31

Un esploratore dei tempi moderni, con l'anno nuovo speriamo che il viaggio possa riprendere... Forza, ti aspettiamo su queste pagine... ^P^

avatarsenior
inviato il 31 Dicembre 2019 ore 10:51

Il post sta diventando troppo confusionario, credo sia meglio spostare i commenti su un altro thread:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3427432

e lasciare questo a Gianluca in modo da avere raccolte tutte le sue note e foto in modo pulito e organizzato per tutti.
Spero la proposta abbia seguito, io e credo altri, cominciamo a fare fatica a seguire lo stato dell'autore.

avatarsupporter
inviato il 31 Dicembre 2019 ore 21:44

Vi ringrazio, ma preferirei non separare i commenti che mi sono utili almeno moralmente e così non sarebbero legati ai vari momenti ma solo un ammasso in cui è impossibile capire anche per me a cosa si riferisce l'autore rispetto ai miei scritti. È fondamentale che io abbia la percezione dei lettori, altrimenti non vedo perché scrivere in diretta.
Il legame tra commento e momento del viaggio è abbastanza importante anche per gli altri lettori.
Gianluca.

avatarsenior
inviato il 31 Dicembre 2019 ore 21:57

L'avventura è la tua, quindi se preferisci così va benissimo.
Buon anno :)

avatarsupporter
inviato il 31 Dicembre 2019 ore 21:57

Da te la mezzanotte dovrebbe essere già passata da un paio d'ore e quindi sei già nell'anno nuovo.
In ogni caso, buon anno e un augurio di un lungo viaggio, con la speranza che la vecchia compagna di mille avventure si riprenda dal coma;-).

avatarsupporter
inviato il 31 Dicembre 2019 ore 22:49

Giorno 51 – 29 Dic 2019
drive.google.com/open?id=13yI9FMcocb5aeUAVlt97UMkLLsIMoPVh&usp=sharing

Domenica. Qui è tutto aperto sempre e comunque, probabilmente sono solo gli uffici a chiudere. A piedi mi dirigo verso l'officina. I contrasti esasperati di questo luogo sono ciò che più colpisce il mio sguardo straniero. Questi cassonetti non distanti dall'hotel in cui vedrò sempre qualcuno frugare, sono svuotati ogni mattina ed anche l'area intorno è ripulita, ma ogni sera tornano ad essere sommersi da una inarrestabile puntuale marea.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3428123&l=it

Mi dicono che Amir è in giro per il pistone. Mi devo dare una svegliata, tanto non cambia nulla. Una delle più affollate città del mondo con più di 11 milioni di abitanti è a mia disposizione e non ho al momento problemi di tempo. Inizio con la Moschea Badshahi. Il tempo resta sempre nebbioso e freddo. Nei tuk-tuk le porte del guidatore non esistono e quindi non ti salvi dall'aria gelida che ti colpisce in pieno e ti avvolge.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3613794&l=it

Davanti alla moschea giovani di tutte le età giocano a cricket, sport nazionale retaggio inglese. Il Pakistan ha una delle squadre più forti al mondo.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3613693&l=it

Devo fare un lunghissimo giro perché alla moschea si accede dal Forte di Lahore ed incrocio casualmente la bottega di un serissimo barbiere senza bottega.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3613694&l=it

Occorre entrare dal Parco Iqbal che oggi è preso letteralmente d'assalto. Si accede da tornelli presidiati in cui vengono controllati gli zaini e si è perquisiti. C'è anche una piccola tenda in cui controllare le donne. È la prassi. In tutta la città può capitare di dover passare sotto un metal detector anche solo per entrare in un negozio. Ai due ingressi di un grande sottopassaggio stradale, ad esempio, sono stato sondato da poliziotti tramite un metal detector portatile. Il Parco è così esteso che ci sono un trenino e vari piccoli pulmini disponibili a pagamento. Per i romantici anche carrozze trainate da cavalli. I venditori ambulanti di cibarie ed i molti chioschi oggi incasseranno cifre consistenti.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3428146&l=it




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Il Forte è grandissimo e contiene vari ampi padiglioni che incorniciano enormi cortili rettangolari con fontane asciutte al centro. Caratteristica comune di quasi tutto ciò che è visitabile a Lahore è lo stato di semiabbandono. A volte si notano cenni di ristrutturazioni assolutamente inadeguate nel numero e nella portata. L'effetto però, al netto della massa di gente che si aggira per lo più con l'aria da scampagnata, è affascinante e si riescono a percepire gli echi dei tramontati fasti.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3428126&l=it




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www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3428128&l=it




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All'ingresso della Moschea Badshahi migliaia di scarpe vengono incessantemente scambiate con talloncini numerati unica certezza di un ritrovamento altrimenti impossibile.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3428140&l=it

Non si possono indossare calzature in tutta l'area della moschea, compreso il gigantesco cortile. Quasi metà dei presenti ha i piedi scalzi, ma non sembra soffrire il contatto con il gelido antico usurato cotto. Qualche solitario seme tostato sfuggito alle fauci di un distratto visitatore mi fa fare un sobbalzo quando finisce sotto la pianta del mio inutilmente calzato piede. Per il resto il cortile sembra fortunatamente ben spazzato e privo di altri piccoli divertimenti per fachiri.
Ci sono varie coppie di sposi con relativa massa di parenti che si contendono le zone più fotogeniche e stavolta nel caos non arricchisco la serie delle foto di sposalizio.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3613700&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3428143&l=it

In un'ala della moschea, in un lungo corridoio affacciato sulla folla con decine di fontanelle allineate in attesa di devoti piedi, il lavatoio è probabilmente il luogo meno frequentato e più mistico in questa mondana domenica alla moschea, forse ancor più del pur silenzioso e contrito scorrere di fedeli, a cui mi unisco, davanti alle non certe, ma solo attribuite reliquie di Mohammed Iqbal.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3613701&l=it




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Stanco del bagno di folla mi riaffido ad un gelido tuk-tuk e la mente non più distratta resta bloccata sulle sofferenze dell'Ammiraglia. Trovo Amir che mi fa vedere in foto il pistone nuovo o costruito per me, non ho ancora ben capito, oltre a delle scanalature in un cilindro che costituiscono un altro problema non indifferente da risolvere. Ma come sempre non c'è mai nessun accenno di dubbio nel suo assicurarmi che si può riparare.
Approfitto per prelevare dall'auto alcune capsule di caffè che qui, a soli 180 metri di altezza sul livello del mare, ormai lontane dai turgidi trascorsi d'alta quota sembrano gli attrezzi di Siffredi dopo una dura giornata di lavoro.

avatarsupporter
inviato il 31 Dicembre 2019 ore 23:14

Giorno 52 – 30 Dic 2019
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Di Amir e della sua rassicurante certezza nessuna traccia. Sta lavorando per me, almeno spero. Il conducente del tuk-tuk di oggi non sa nemmeno dell'esistenza della Moschea di Wazir Khan mio punto di partenza nell'esplorazione di oggi. Non si fida delle mie indicazioni e dopo avermi erroneamente portato alla moschea vista ieri chiede ad un poliziotto e finalmente si convince che la strada che gli dicevo di seguire è corretta. Deve lasciarmi distante dall'ingresso perché non può entrare nella città vecchia in cui si trova la moschea.
Qualunque bazar, casba, suk io abbia visto fino ad oggi non può minimamente essere paragonato al luogo in cui entro ed in cui immediatamente mi perdo. Innanzitutto è una piccola cittadina e puoi percorrere decine di chilometri senza mai ripassare per lo stesso luogo, sempre ammettendo che arrivandoci da un altro lato uno sia in grado di riconoscere di esserci già stato. In molti vicoli, sempre gremitissimi di negozi di ogni specie, due moto fanno fatica a passare. Entrato da uno degli ingressi a nord, dopo qualche centinaio di metri trovo tutto sbarrato e non so più dove andare per proseguire, chiedo e mi viene indicata una scala che mi fa scendere di un livello. Ero quindi entrato da una strada che dopo poco, con l'abbassarsi del terreno, si era trasformata senza darne avviso in alcun modo, in un primo piano senza più sbocchi. In un turbinio di voci, odori, alimenti, oggetti, fuochi, grida, colori, animali, moto, carretti a mano e soprattutto gente, faccio fatica a mantenermi lucido e solo grazie alla mappa ed al gps arrivo alla prima moschea di oggi annegata in questo putrido ed umido inebriante ammasso liquido. Immagino con un brivido cosa possa diventare questo luogo con temperature intorno ai quaranta gradi. La moschea di Wazir Khan ed il suo cortile, da affrontare anche qui con le sole calze, sono un'oasi di relativa pace incastonata tra cadenti ammassate costruzioni. Un ragazzo approfitta delle fontanelle per un gelido shampoo. Nell'area di preghiera qualcuno dorme per terra avvolto in un sacco.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3613749&l=it




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La gente è sempre cordialissima e, a dispetto delle negative impressioni che il luogo certamente può dare, dopo un po' cammino tenendo senza paura la grossa macchina fotografica in mano. Alcuni mi chiedono di far loro una foto. Ogni tanto qualche cadente elegante palazzo in cotto apre uno squarcio su uno dei mille passati di questo luogo. L'elettrificazione, enormemente più recente della pianificazione urbana, non ha trovato spazio che in strada precariamente ed inestricabilmente appesa.




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Alla Moschea Sunehri, più piccola ed ancor più confusa in questo labirinto, per la prima volta in vita mia vedo un muezzin, non affacciato dall'alto di un minareto ma al caldo. Davanti ad un microfono diffonde una preghiera che si disperde confusa tra i vocianti vicoletti.




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Esco da questo luogo al limitare del parco visitato ieri ed alcuni cocchieri a riposo in questo lunedì privo di gitanti si prestano ad una foto.




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Di Amir nessuna traccia. A sera viene a trovarmi in hotel per farmi vedere il pistone nuovo e la testata levigata e priva di imperfezioni. A questo punto pare abbia tutto per rimettere in sesto l'Ammiraglia. Resto comunque devoto a San Tommaso.

avataradmin
inviato il 31 Dicembre 2019 ore 23:15

Non c'è modo migliore di concludere questo anno - e iniziarne uno nuovo - che leggendo il tuo racconto! Sto seguendo tutta la tua avventura, sono felice di ritrovare i tuoi aggiornamenti e sapere che la riparazione procede, seppur lentamente!

Grazie per le foto e i racconti che condividi, e un grande in bocca al lupo per il proseguimento.

avatarsupporter
inviato il 01 Gennaio 2020 ore 0:10

Giorno 53 – 31 Dic 2019
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Stamattina effettivamente trovo Amir già al lavoro.





Giornata ancora più fredda e nebbiosa. Parto per un lunghissimo giro in tuk-tuk. A 30 chilometri c'è Bahria Town in cui è stata ricostruita la Tour Eiffel. Non so se in scala 1 a 1, ma di certo è gigantesca con tanto di ascensore centrale. Non mi posso avvicinare perché è tutto transennato. Questa sera qui sarà festeggiato in pompa magna il nuovo anno con profusione di fuochi d'artificio. Resto il tempo di qualche scatto a questa autentica stranezza.




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La cosa interessante è invece il luogo. Ci sono varie Town come questa nella periferia di Lahore, una specie di urbanizzazione come Milano due o tre. Hanno gli ingressi controllati ed il livello dei palazzi, dei negozi e dei locali è sensibilmente più alto che in città. Anche qui i benestanti preferiscono mantenere le distanze da ciò che li rende tali.
Un lunghissimo assiderato trasferimento in tuk-tuk di una sessantina di chilometri mi porta all'altro capo della città per un complesso di tombe del 1600 di cui il mio autista, che per oggi ho monopolizzato, non conosce minimamente l'esistenza.
L'enorme Caravanserraglio di Akbar con le sue ben 180 stanze disposte a formare un quadrato intorno ad un immenso splendido cortile con secolari contorti fotogenici alberi, è il punto d'ingresso per il Mausoleo di Jehangir.




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Il luogo è pieno di vispi scoiattoli ed uno si sta deliziando con un chupa-chupa abbandonato da qualche bambino.




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Un altro bel giardino ben tenuto fa arrivare ad una costruzione al cui interno c'è la lineare tomba in gradevole marmo intarsiato.




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All'estremità opposta del caravanserraglio la Tomba del fratellastro Asif Khan è in pessimo stato di conservazione e solo qualche frammento di colorata decorazione ne fa comprendere la passata bellezza.




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Ad un centinaio di metri, passando per un mercato affollato di gente ed animali, la Tomba di Nur Jahan dello stesso periodo è in ristrutturazione ed i confini cintati del sito sono assediati dalle case del quartiere.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3428185&l=it




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www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3613766&l=it

Tornando all'hotel faccio un salto dall'Ammiraglia che, ripulita e con il motore già parzialmente montato, mi fa sperare in un 2020 ancora alla sua guida. Ma mi impongo, ed a ragione visto il livello dei problemi, di non credere nella resurrezione nemmeno ai primi incerti passi dell'ancora ipoteticamente rinnovato veicolo, ma solo dopo almeno duemila chilometri percorsi senza ricadute dal mio Lazzaro.
Del capodanno mi interessa solo che Amir sarà al lavoro.

avatarsupporter
inviato il 01 Gennaio 2020 ore 1:01

Il Grande Spirito non abbandonerà l'Ammiraglia e nemmeno il suo fedele padrone per i prossimi millemila chilometri.
Avanti tutta.
Buon 2020.

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