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Anno Sabbatico - Un viaggio in solitaria 4 (secondo post)


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avatarjunior
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 19:49

In bocca al lupo per il proseguoo del tuo viaggio...attendiamo notizie

avatarjunior
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 20:10

Aspetto con speranza notizie sull ammiraglia

avatarjunior
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 21:10

Potrebbe essere una fascia di un pistone danneggiata. Speriamo la riparino senza problemi

avatarsenior
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 22:21

zio can Gianlu! come ho visto un tuo post pensavo fossi ripartito... Confuso

avatarsupporter
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 17:20

Giorno 46 – 24 Dic 2019
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Finalmente arriva quello che dovrebbe essere l'ultimo giorno con i Levies.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3613582&l=it

Io e la coppia Bulgara dopo poco ci uniamo ad un'altra coppia olandese conosciuta ieri agli uffici per il NOC con un bel Toyota sei cilindri in cui dormono anche. Ovviamente il Toyota è privo di elettronica. Questi sono viaggi che sarebbe abbastanza folle affrontare con auto recenti che vengono vendute ormai pubblicizzandone i gadget e non i motori. Non hanno lasciato a casa il loro grosso cane che ogni tanto sporge la testa fuori anche lui incuriosito. Nei paesi islamici i cani, ormai popolarmente visti come impuri, non hanno certamente vita facile. Per qualunque razza alcune centinaia di chilometri possono segnare una casuale immensa differenza di vita.
Fortunatamente i cambi ed i controlli sono adesso di gran lunga inferiori e questo mi costringe però a scattare prevalentemente al volo ed alla cieca mentre procedo. Lo spettacolo che si rappresenta lungo le strade è sempre vario, per me inconsueto ed affascinante.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3613583&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3613584&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3424208&l=it




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www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3424225&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3613597&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3424226&l=it

L'unica auto della carovana che è dotata di elettronica, quella dei Bulgari, comincia ad avere problemi. Dapprima pensano che al rifornimento abbiano loro messo benzina al posto del diesel e vengono quindi trainati dal Toyota, ma poi fortunatamente questa ipotesi viene scartata e si rimettono in marcia. Anche la batteria non ce la fa e si deve far ripartire l'auto collegando a quella del Toyota. Con lo scandinavo commentiamo che la sua e la mia continuerebbero ad andare all'occorrenza anche senza batteria. Alla fine sembra “solo” un problema di filtri aria e carburante che però tende a far arrestare l'auto in attesa di soccorsi e ne fa abbassare notevolmente la potenza. L'olandese è evidentemente esperto e sostituisce ad un certo punto il filtro aria con un pezzo di t-shirt per impedire che l'elettronica non permetta di procedere.
Al confine tra Belucistan e Sindh i Levies ci lasciano nelle mani della normale polizia pakistana. Si è fatto buio ed i cambi scorta, mentre ci avviciniamo a Sukkur, diventano frequenti e sono effettuati al volo senza fermare la colonna. La precedente rallenta e seguiamo la nuova che si è già avviata. A non più di 10 chilometri da Sukkur, in uno strombazzante traffico già intenso e caotico, ci perdiamo la scorta. Ci sono auto private che hanno delle piccole luci lampeggianti rosso-blu come quelle della polizia e clacson che ricordano la sirena. Il bulgaro ad un cambio si mette a seguirne una, ma è evidente che non si tratta della nostra scorta anche perché procede a 100 km/h quando al massimo andavamo a 70. Questo scambio è potuto accadere perché a volte le auto della scorta sono delle normalissime vetture private. Dopo un po' lo sorpasso e lo blocco. Anche gli olandesi si erano accorti dell'errore, ma era meglio restare insieme e quindi come me non si sono fermati. Ormai è buio e dopo aver atteso invano per una decina di minuti l'arrivo della smarrita scorta decidiamo di procedere verso un hotel in mappa a pochi chilometri. Domani si vedrà.

avatarsupporter
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 18:22

Giorno 47 – 25 Dic 2019
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In un anonimo e qui sconosciuto giorno di Natale mi separo dai casuali compagni di viaggio. L'hotel ha comunicato di noi alla polizia che, prima dice di aspettare per scortarci per i non più di 5 chilometri che mancano alla città, poi cambia razionalmente idea. Siamo finalmente liberi. I Bulgari hanno trovato su internet dei rivenditori di ricambi auto e si avviano per primi. Gli olandesi non hanno programmi ed io decido di dirigermi verso Multan. Dopo poco, per la prima volta da solo in Pakistan, imbocco la principale modernissima e recente arteria autostradale del paese che qualche ideogramma che vedo mi fa supporre costruita con il supporto cinese. I rapporti tra i due confinanti paesi devono essere al momento ottimi. La ragazza con gli occhi a mandorla, entrata con me dall'Iran, non aveva avuto necessità di visto.
A velocità di crociera viaggio a circa cinque metri d'altezza rispetto alla campagna circostante. Un terrapieno, interrotto da piccoli sottopassaggi che mettono in comunicazione i due lati altrimenti irrimediabilmente separati, è la base per otto vuote ampie corsie, quattro per ogni verso di marcia compresa quella d'emergenza. Le nuove, poco fantasiose, tutte assolutamente identiche e già completate aree di servizio sono ancora chiuse e solo in un paio ci sono dei furgoni per un veloce pasto, la moschea aperta ed i bagni. Per il rifornimento occorre uscire ai caselli e poi rientrare. I biglietti all'ingresso e la riscossione del pedaggio non sono compito di freddi marchingegni che ti salutano con un metallico e chissà perché solo femminile “Arrivederci”, ma affidati a sorridenti addetti che calorosamente mi augurano buona permanenza in Pakistan ed a volte mi intrattengono in lunghi tentativi di dialogo. Pochissimi conoscono l'inglese.
Costi non paragonabili a quelli italiani, ma nemmeno indifferenti. Per 400 chilometri pago un totale poco superiore ai 10 euro. In ogni caso mi è ormai evidente che i prezzi degli hotel sono mediamente alti, la benzina è poco sotto l'euro al litro e l'economico Iran è ormai un ricordo.
La giornata è padanamente nebbiosa, situazione che resterà pressoché invariata.
Dopo queste necessarie e relativamente interessanti informazioni, veniamo a ciò che invece noto quasi subito ed è totalmente inaspettato ed incredibilmente fruttuoso.
A ridosso della ininterrotta alta rete metallica che corre parallela all'autostrada e che separa due mondi e due tempi lontanissimi tra loro, come impresso su una infinita pellicola, scorre e mi si apre senza veli o interferenze dovute alla mia stessa presenza indagatrice il Pakistan rurale al quale certamente non avrei possibilità di accesso alcuno nemmeno rimanendo qui per mesi. Mi è regalato uno sguardo sopraelevato, privilegiato e soprattutto spesso nascosto nella sua vera portata ai soggetti, che mi fa entrare, grazie ai mezzi fotografici che ho con me, totalmente dentro la vita quotidiana dei campi e delle case dei contadini e delle loro famiglie. Un Pakistan che penso precluso anche agli stessi pakistani dei centri abitati. Dopo un inizio scoraggiante in un paio di piccolissimi villaggi dove la vita si svolge tra i rifiuti, scopro la pulizia oltre che la serenità della campagna i cui sparsi, ma non isolati, occupanti vivono apparentemente in pace con il mondo e con se stessi una certamente povera e dignitosa vita. Una delle poche costanti moralmente negative è la visione del lavoro che è quasi solo femminile con poche eccezioni. A volte gli uomini, che qualche volta controllano e sovraintendono, hanno in mano delle robuste verghe che mi fanno pensare a sferzate di incitamento che spero siano solo nella mia fantasia.
La descrizione delle singole foto della lunga sequenza che segue la lascio ad un lettore che spero attento ai mille particolari più o meno evidenti che evito di sottolineare in modo che ognuno possa coglierne di suoi. Unica nota la riservo alla foto dei bambini che giocano “outside the wall” i quali alla vista del lungo teleobiettivo che fuoriesce dal finestrino, dopo che ho fatto solo un paio di scatti, scappano precipitosamente quasi tutti verso le case alle loro spalle. Una reazione totalmente inaspettata che mi sorprende immensamente e mi fa riflettere, assolutamente identica a quella dei tanti uccelli che casualmente incontro, inconsapevoli del mondo al di fuori delle loro istintive necessità.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3613625&l=it




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www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3424311&l=it

Alla fine di questa intensa giornata che da sola, almeno per me, costituirebbe motivo di visita del Pakistan, mi avvio verso l'hotel che dopo una ricerca su internet mi ha convinto maggiormente. Il traffico continua ad essere totalmente incontrollato ed incontrollabile, solo impercettibilmente meno infernale che a Quetta.



All'arrivo un'amara sorpresa, anche a Multan e nel sud del libero e sicuro Punjab in cui sono adesso, solo pochi hotel possono accogliere stranieri. Vengo indirizzato quindi verso il Bling Hotel in cui accetto forzatamente una camera a circa 32 euro a notte. Vorrei rimanerci comunque due notti per visitare la città e qualcosa nei dintorni. Mi dicono che con il buio non posso uscire, ma questo non è un problema.

avatarsupporter
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 18:23

Giorno 48 – 26 Dic 2019
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Santo Stefano in una città considerata sacra dai pakistani credenti, come ho appreso durante una sosta ieri dall'unico che parlava perfettamente inglese dei molti che mi si sono avvicinati durante una sosta. Pare che dal nord in molti si muovano alla volta di Multan per visitare i suoi luoghi sacri. Dopo un veloce check all'Ammiraglia, mentre sto per lasciare l'hotel per un giro in città, mi fermano alla reception e mi dicono che posso uscire, ma solo accompagnato da uno della loro sicurezza. La mia reazione è solo di rabbia e chiedo loro perché ieri sera non mi abbiano informato. Furibondo decido su due piedi di lasciare l'hotel e Multan alla volta di Lahore, non ne posso più di scorte. Con l'Ammiraglia faccio comunque un giro in città. La situazione caotica sulle strade non è razionalmente compatibile con un semplice parcheggio e seguente visita dei luoghi che avevo in mente e che, almeno dall'esterno, non mi sembrano granché. Mi dirigo verso l'autostrada e fortunatamente, capirete tra poco perché, rinuncio anche a tornare indietro per una visita ad un mausoleo 130km a sud saltato ieri per mancanza di tempo. La nebbia è ancor più densa e compatta di ieri.
Faccio il pieno e noto che l'Ammiraglia non regge il minimo ed appena si abbassano i giri del motore si spegne. Strano, ormai ho fatto vari chilometri ed il motore non è più freddo. In autostrada sento che la già poca potenza dei vecchi 1100cc è sensibilmente più bassa del solito. Mi fermo e per tenere il motore accesso devo aprire abbondantemente l'aria. Qualcosa non va di sicuro. Tolgo il tappo del filtro dell'aria e vedo olio dappertutto. Ci siamo. Ecco il primo problema serio. Contatto il mio meccanico tramite Whatsapp. Sta in Cile in viaggio di nozze e mi consiglia intanto di staccare il condotto che va dal tappo dell'olio al filtro dell'aria per non continuare a mandare olio nel carburatore. Mi dice le possibili cause e nessuna è di semplice riparazione. Mi mancano duecento chilometri a Lahore e devo assolutamente arrivarci. L'Ammiraglia non si è mai fermata per strada nemmeno con le fasce rotte e, aggiungendo ogni tanto olio che adesso si sparge sull'asfalto senza fare altri ulteriori danni, entro in città. Con l'aria completamente aperta per non far spegnere continuamente il motore nel traffico mi reco all'Hotel 12J. Pur con una situazione totalmente diversa dalle altre città pakistane, vedo per la prima volta semafori e vigili, ci metto più di un'ora. Niente camere libere. Un gentile tizio che parla inglese e si trova lì per delle foto alle camere da inserire sul suo sito in cui è possibile prenotare online, mi accompagna a piedi ad un hotel vicino anch'esso gestito da lui e mi assicura che è buono e mi farà avere un buon prezzo. Non mi piacciono né le camere né il buon prezzo. Mentre torniamo, in un altro anonimo hotel dei tanti in zona mi fermo io autonomamente ed il prezzo è da furto rispetto alla qualità delle camere. Mi rassegno a ripartire con l'Ammiraglia, ma prima su booking online ne voglio vedere altri. Scopro così che il 12J, nel cui parcheggio sto facendo la ricerca, ha su booking 3 camere libere. Alt! Torno alla reception e mi dicono che non è possibile e mi invitano ad andare avanti nella prenotazione che sarà certamente bloccata successivamente. Completo la prenotazione che in più è non rimborsabile. Ed adesso come la mettiamo? Faccio vedere la conferma. Vanno in crisi. Telefonata al proprietario e dopo gran confabulare e controlli online viene fuori la camera. Miracoli del web. Pure ad un prezzo per qui più che buono di 17 euro circa. Ho finalmente un punto di riferimento. Scarico l'auto per adesso dei soli bagagli, come sempre. Meccanici? Uno a duecento metri. Vado. Capisce al volo di che si tratta. Ok, possibile. Mi chiedono 250 euro per l'intervento. No problem, ma so benissimo che se non aprono il motore la fattibilità ed il costo sono solo dialettica. Scarico tutto il possibile nella camera che fortunatamente è ampia perché da tre posti. L'Ammiraglia stanotte non l'avrò sotto la finestra.

avatarsupporter
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 18:30

Giorno 49 – 27 Dic 2019
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Vado innanzitutto dal meccanico e trovo già il motore totalmente smontato e lo spettacolo dell'Ammiraglia così profanata mi rattrista enormemente. Il danno è il peggiore possibile. Un pistone ha la fascia di guarnizione rotta ed è anche scheggiato e danneggiato. Si parla quindi di necessità del nuovo e non più di riparabile. Diciamo che devo praticamente rifare il motore. Ero preparato mentalmente a questa possibilità. Continuano a ripetermi che è possibile trovare i pistoni nuovi ed altro, ma sarò tranquillo solo dopo che li abbiano trovati, che l'Ammiraglia riprenda a cantare e che continui a farlo per qualche migliaio di chilometri. Purtroppo non ho con me l'albero a camme che avevo trovato in Germania, ma non acquistato, e che sarebbe meglio sostituire. Peccato, ma vediamo prima se trovano i pezzi. Mi riparlano di soldi, non capisco bene, ma è ovvio che la cifra sarà eventualmente diversa dai 250 euro prospettati. Continuano a parlare di 5 giorni per fare tutto. Sarà.
Mi devo recare all'ufficio governativo dove estendere il visto che mi scade il 31 Dicembre. Non distante. Vado a piedi per cominciare a prendere confidenza con il luogo in cui passerò certamente vari giorni. Ad ogni passo farei mille foto e mille domande, ma non ho lo stato d'animo adatto. Solo un venditore di “calia e simenza“ che viene tostata nella sabbia incandescente, con il suo richiamo alla natia Sicilia, mi fa estrarre la Leica per uno scatto veloce.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3424354&l=it

Mentre passo davanti alla banca in cui so di dover pagare la quota ancora ignota necessaria per ottenere l'estensione, il mondo che al mio sguardo estraneo sembra una totale analogica disorganizzazione mi chiama richiamato proprio dalla mia estraneità. Un addetto davanti alla banca ha i moduli da compilare per il potenziale pagamento e mi aiuterebbe se già sapessi la cifra necessaria. Mi viene in mente il primo incerto e preoccupato approccio con la linea aerea interna in Tanzania in cui la gestione dei voli avveniva solo con il cartaceo e che dopo vari cambi aereo coordinati al secondo e fatti direttamente sulla pista con tanto di velocissimi e perfetti trasferimenti di bagagli, godette della mia incondizionata fiducia che non risultò mai malriposta.
All'ufficio per stranieri ho la buona notizia che, a differenza di quanto mi era stato detto dall'agenzia pakistana di Gilgit, la data di fine validità del visto si riferisce all'ingresso nel paese e quindi ho a disposizione più di un mese ancora dato che il mio ha una durata di 45 giorni. Ho tempo. A sufficienza. Un po' rinfrancato osservo questo pianeta sconosciuto con maggiore attenzione mentre torno in albergo.
Una adorabile gatta, nel caos, nella polvere e nella precaria pulizia della strada, non cede a quanto gli sta intorno e, dopo aver coscienziosamente fatto una piccola buca per i suoi escrementi, la ricopre con cura nascondendoli alla vista ma soprattutto all'olfatto dei rivali nel territorio. Seppur con immensa difficoltà, i gatti sopravvivono certamente meglio dei cani probabilmente tollerati per via della loro funzione derattizzante.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3424355&l=it

Nel pomeriggio torno dal meccanico. Non hanno trovato i pistoni in due posti, ma stanno cercando da un rivenditore che asseriscono abbia accesso a qualunque cosa si trovi in Pakistan ed ai miei dubbi risponde facendomi vedere una suzuki giapponese che hanno riparato, ma è molto più recente ed il marchio qui è comune e quindi la cosa non mi tranquillizza per niente. Torno in hotel ed a sera Amir, il meccanico, mi viene a trovare e l'unica cosa che mi sembra di capire è che hanno trovato i pistoni e domani pomeriggio mi viene a prendere per portarmi in officina. Ma ci crederò solo quando sarò di nuovo alla guida. Intanto è passato un giorno.

avatarsupporter
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 18:31

Giorno 50 – 28 Dic 2019
drive.google.com/open?id=13yI9FMcocb5aeUAVlt97UMkLLsIMoPVh&usp=sharing

Mi sveglio tardi, resto in hotel in attesa di Amir. Di girare non mi va per niente e poi chissà quanti giorni dovrò stare a Lahore. Ho tempo. Dopo aver vanamente atteso l'arrivo di Amir, nel pomeriggio vado personalmente all'officina. Io la chiamo officina, ma in realtà è qualcosa di completamente diverso. C'è un piccolo rivenditore di accessori auto che mette a disposizione di almeno cinque meccanici, che li condividono, i suoi attrezzi. Le auto da riparare sono posizionate sul piazzale davanti, poggiate all'occorrenza su bassi supporti che le tengono sollevate inclinandole dove necessario. Non esistono elevatori meccanici e credo di non averne visto nemmeno uno nelle migliaia di meccanici osservati al limitare di qualunque centro abitato già a partire dall'est Turchia. Al massimo hanno delle profonde buche sopra le quali viene posizionata l'auto, esattamente come ricordo da noi molti decenni fa. Perciò i clienti arrivano ed un meccanico libero si occupa del guasto. Chiaramente non è una costante e ci sono anche molti meccanici che possono permettersi attrezzi ed officina propri.
Notizie che mi preoccupano sempre di più. Non si trovano pistoni della misura giusta. Avevo purtroppo ragione ad essere dubbioso. Amir continua però a dire che può fare la riparazione. Chiaramente adesso non si parla più di rifare il motore, ma di sostituire l'unico pistone rotto. Mi dice che lo stanno facendo fare apposta e che stasera lo avrà. Mentre parliamo un tizio ben vestito parla al telefono e contemporaneamente spolvera l'Ammiraglia per leggere marca e modello. Si avvicina e tramite uno dei presenti che si sta incaricando di tradurre in Inglese per me quello che dice Amir, mi informa che sarebbe interessato all'acquisto. Mi metto a ridere incredulo e gli dico che non ho affatto intenzione di venderla. Riflettendoci poi, mi dico che forse questo è al momento l'indizio più rassicurante sull'effettiva possibilità di rimetterla in circolazione.
Un altro giorno si avvia alla fine. Vedremo se domani la situazione cambierà nuovamente, come fino adesso è successo, in conseguenza di nuovi sviluppi della trama.
Ero assolutamente cosciente del fatto che avrei avuto questo tipo di problematiche ed adesso sto realmente mettendo a dura prova le convinzioni, che mi hanno indotto a partire, sulla possibilità di un'auto come l'Ammiraglia di poter essere rimessa in sesto in qualche modo. Certo avrei preferito iniziare con qualcosa di meno grave.
Faccio un giro più per noia che per l'effettiva necessità di trovare un cambia valute. A parte una vicina piccola interessante strada disastrata e sporchissima dove si ammassano negozietti di ogni genere accanto alla quale c'è il meccanico, al di là di un grande vialone nel cui spartitraffico è posizionata una schiera di pannelli luminosi che instancabilmente trasmettono pubblicità, è un susseguirsi di tristi luccicanti lussuosissimi hotel, mall, ristoranti e grandi negozi di marche anche occidentali. Ci passeggio in mezzo come farei in qualunque altro luogo simile, tristemente e disperatamente curioso di trovare qualcosa di interessante. Entro perfino in una pizzeria a due piani super moderna con decine di camerieri in divisa ed ordino una pizza al bbq solo per eliminare almeno per stasera il problema cena e non essere costretto a mangiare in camera il comunque ottimo pasto che ordino all'hotel. Fortunatamente ho ancora da pubblicare e scrivere degli ultimi giorni passati nella serena esplorazione delle nascoste parti certamente migliori ed immensamente più importanti e vere di questo mondo sconosciuto.

user55404
avatar
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 20:56

Che avventura!!
Nel leggerti, rimango a bocca aperta e seriamente preoccupato per te.
Un augurio sincero affinché tu possa riparare l'ammiraglia e continuare questo
straordinario viaggio.
Le fotografie che posti sono documenti di immenso valore e sono stupende!
Un caro saluto e occhio alla vettura...
Ciao carissimo

avatarjunior
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 5:50

Scrivi, che siamo qui ad aspettarti..

avatarjunior
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 12:06

In bocca al lupo..! Hai dovuto pagare per la scorta in Baluchistán..??

avatarsenior
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 20:28

Forza Gianluca! Speriamo che riescano a riparare l'Ammiraglia. sarebbe veramente un peccato che tu non possa proseguire... anche perché ormai le tue cronache stanno diventando un appuntamento fisso!

In bocca al lupo!

Mauro

avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2019 ore 11:25

Mi sono portato in pari con la lettura ed ora inizia a potersi definire avventura ;-)

Ho letto una frase di "rassegnazione" da parte dell'autore e vorrei permettermi di rispondere con il mio parere : Quella che Gianluca sta vivendo è un'esperienza unica e pochissime persone al mondo possono permettersi di vivere . Anche lui stesso è nell'età in cui può permettersela senza precludersi un futuro . Un problema all'automobile non deve in alcun modo avere la forza di frapporsi tra Gianluca ed il proseguimento del viaggio . Che sia una riparazione o che sia un mezzo di fortuna che potrebbe avventurosamente venire acquistato in loco , io auguro con sentimento a Gianluca di non mollare quest'avventura e di proseguire nel deliziarci con racconti continuamente !
D'altro canto , si parla di anno sabbatico e questo è solo il primo grave incidente che gli capita in nemmeno due mesi di peregrinare .

Un'esperienza simile arricchisce e penso produca anche opportunità di crescita sotto molti punti di vista quindi auguro la miglior soluzione a Gianluca ma soprattutto gli auguro di proseguire questo viaggio caricando il suo cuore con innumerevoli nuovi ricordi !

Intanto mi limito ad estendergli un ringraziamento per i contenuti ed anche per i modi di esposizione del suo racconto ! Complimenti ;-)

avatarsupporter
inviato il 30 Dicembre 2019 ore 16:05

Certo che ci vuole una bella forza d'animo, leggendo delle tue ultime giornate mi vengono in mente i miei viaggi in camper e la paura, quando sei lontano da casa, che il mezzo ti abbandoni con tutto il carico a bordo.
Oltretutto immagino che l'ammiraglia sia una di famiglia ed il rapporto affettivo che si è creato.Cool
Ti auguro di proseguire il tuo viaggio anche nel nuovo annoCool

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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