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René Girard ed il desiderio mimetico..


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avatarsenior
inviato il 04 Dicembre 2019 ore 13:16

Non e' che questa ansia di comprare tutti lo stesso Totem e tutti nello stesso momento sia qualcosa di piu' profondo che la semplice ricerca del fuoco AI?

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 12:05

Beh è passato da poco un momento caratterizzato dalla corsa all'acquisto, per accapparrarsi qualche grande occasione irrinunciabile...Attraverso il tam tam mediatico dei media e della rete si viene a sapere, che esiste qualche oggetto, che forse potrebbe rapprensentare un punto di svolta nella vita di tutti giorni o almeno per qualche momento...Seguendo attentamente le discussioni di fotografia pare sia complicato, trovare il giusto equilibrio fra il mezzo e la cultura,in bilico fra mirroless e smartphone, nello scatto continuo verso la ricerca della nuova foto o del commento che accompagna l'immagine.E nelle discussioni qualche volta effettivamente sembra di scorgere lo specchio del modello girardiano e forse perfino una sua estensione nella modalità, per varcare nuovi confini verso il tutto è possibile come si prefigurava senza distinzione di sorta.
A furia di ipotesi si potrebbe pensare che nello scatto possa trovarsi, anche una piccola percentuale di possesso o desiderio di catturare la scena o il soggetto.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 12:12

Si Caputo.. hai ragione.
Si puo' andare oltre al semplice acquisto del materiale.

Il desiderio mimetico si applica molto bene anche al "prodotto" del processo di fotografia.
Se osserviamo le gallerie (anche qui su juza) troviamo una ricerca dei medesimi risultati.
Il risultato sono fotografie molto simili che e' possibile aggregare secondo alcune caratteristiche comuni.
Secondo te, ottenendo in una immagine le stesse caratteristiche comuni alle fotografie di successo e' possibile definire a priori il successo che avra' il nuovo scatto?






avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 12:20

...sia qualcosa di piu' profondo che la semplice ricerca del fuoco AI?


Mi sa di si Cool

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 13:04

Bella domanda.Ci raccontano che i geni del marketing studiano e pianificano attentamente le strategie da mettere in atto per lo sviluppo del progetto.All'atto pratico osserviamo che poi sul piano realizzativo,l'intento non si è concretizzato esattamente come si prefigurava.Teoricamente il modello da seguire non sembra nemmeno irrealizzabile,per quello che si vede.Poi si osserva che due immagini molto,ma molto simili, suscitano un riscontro di pubblico differente.Una delle due è diventata mimetica e desiderabile e l'altra si è mimetizzata fra le altre.
Alcuni editori e forse fotografi sembrano aver trovato la giusta chiave interpretativa,per il momento contingente.
I cambiamenti a lungo termine per quanto siano ipotizzabili ,forse non sono prevedibili.
Pubblico e critica spesso non vanno d'accordo e l'immagine pensata ipotizzando le richieste di tutti, potrebbe non rispecchiare l'intento dell'autore o di qualche altro referente.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 13:14

Se ci fosse un solo giorno per caricare le foto tutte insieme e nello stesso momento ,
dove chi piglia piglia...
chissà cosa potrebbe accadere...

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 13:24

mah, io penso a quell'applicazione che ti dice,semplicemente fotografando una pizza, se la pizza e' buona o meno.
In realta' il tuo telefono non sa minimamente se la pizza e' buona. Non ha sensori in grado di rilevare alcunche' e non ha accesso a ricette o ingredienti per stabilire la bonta' o meno.


Pero'…funziona.

Pero' funziona!.

Funziona e lo fa utilizzando la statistica.
Aggrega le fotografie di un miliardo di pizze, scattate da utenti in tutto il mondo, ne estrae le caratteristiche comuni relative all'aspetto, le correla con il tuo profilo e ti dice con sufficiente precisione se la pizza ti fara stare male o se ti soddisfera'.


Io credo che in fotografia stia accadendo un processo molto simile. Ovviamente pilotato dallo strumento fotocamera.
sbaglio?

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 13:26

Ovviamente pilotato dallo strumento


Il testo di Flusser si rivela profetico insomma... Cool

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 13:28

Il testo di Flusser si rivela profetico insomma...


non saprei…

Certo che per esempio la pubblicita' di quel rum che recita:
"il rum bevuto nei peggiori bar di Caracas" mi da' da pensare..Sorriso

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 13:40

Cioe' voglio dire..

Se devo bere dell'acqua ho a disposizione mille modi diversi per farlo.

Nel momento pero' in cui qualcuno inventa il bicchiere e , per ragioni produttive, lo fa di terracotta percio' utilizzando un tornio.
In quel momento getta le basi per tutta una serie di stoviglie TONDE. Non perche siano piu pratiche.
Soltanto perche sono piu facili da realizzare e piu redditizie. In quanto HO LA MACCHINA, il tornio, per produrle.

Da li' allo stabilire regole che prevedano l'uso di un bicchiere (tondo) il passo e' breve.


avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 14:28

Se non conosci il testo di Flusser te lo consiglio Salt.
La sua analisi sul ruolo dell'apparecchio (distinto dalla "macchina"), sulla funzione del fotografante e sulla logica evolutiva di tutto ciò, è sicuramente molto ben rispondente al tema che poni.
A mio avviso sviluppando la faccenda con considerevole acume peraltro...

avatarsenior
inviato il 06 Dicembre 2019 ore 13:27

Proprio ieri sera all'interno di un tg mostravano alcuni degli utlimi ritrovati hi tech ,in particolare smartphone col riconoscimento facciale,dove l'intelligenza artificale si auto regola per adattarsi all'intensità luminosa della scena prendendo decisioni autonome.
Pero' la filosofia di Flusser attinge anche da un certo pragmatisco, derivato dal percorso di formazione individuale,che non si limita alla conoscenza umanistica,ma al mondo esterno regolato dai suoi principi precisi ,dai quali a loro volta deriva la percezione,soggettiva e individuale.La regola poi diventa schema ,costruisce algoritmi piu' complessi che,scelgono i volti o la pizza,quella esteticamente gradevole e buona se non è di plastica.Qualcuno direbbe che l'immagine non puo' distingure fra la pizza buona e quella meno buona,ma se l'algoritmo fa le sue scelte in autonomia ,basate su dati oggettivi,dovrebbe anche esistere nella memoria il dato del rimasuglio della bontà,come quello di ricordi ancestrali,del fotografo che usava la macchina fotografica lo status simbol ,che era è ancora o non è piu'.Ecco che la conoscenza che è frutto della pratica o dell'esperienza, non è piu',o del tutto necessaria ma puo' essere sostituita da altre forme di apprendimento molto piu' veloci,fino alla ricerca della dimostrazione che in fondo e dopo tutto,la pratica è sostituibile col possesso del pacchetto delle pillole di informazioni.
Nel momento delle grandi offerte, è comparsa qualche promozione sui pacchetti viaggio e vacanze,perchè il viaggio per poi raggiungere il soggetto o meglio il paesaggio, è un altro aspetto che rientra nella sequenza ormai infinita delle immagini.Parebbe quasi che si potesse percepire per il fotografo o l'osservatore, che è quel paesaggio che fa la fotografia o quel soggetto,piuttosto che "il qualcosa da dire" "o l'ho vista cosi' ,magari senza attivare un motore di ricerca per rintracciare un detto e fatto...

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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