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Anno Sabbatico - Un viaggio in solitaria 4


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avatarjunior
inviato il 18 Novembre 2019 ore 0:13

Grande Gianluca, ci fai rivivere il viaggio fatto da noi in moto, alcuni anni fa. Amasya, Kars, Ani, posti incredibili che ricordiamo con affetto. Buon viaggio.

avatarsupporter
inviato il 18 Novembre 2019 ore 6:22

Giorno 9 – 17 Nov 2019
drive.google.com/open?id=13yI9FMcocb5aeUAVlt97UMkLLsIMoPVh&usp=sharing

A poca distanza dall'hotel mi reco, già in auto, ad un antico ponte proprio sotto il Castello di Kars ed accanto ad una moschea costruita con lo stesso materiale. Una scura roccia lavica a me familiare essendo nato alle pendici dell'Etna. I miei spessi pantaloni australiani si gelano indurendosi. Non c'è nessuno e mi metto in auto un paio di jeans foderati di pile che stavo per lasciare a casa. Chi mi conosce resterà certamente stupito e capirà che fa veramente freddo.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3607842&l=it

Avevo scritto che i limiti di velocità non erano un mio problema. Poco dopo aver preso l'Ammiraglia, ancora in città, mi ferma una pattuglia della stradale. Controllano tutto dei documenti con telefonate a qualche ufficio centrale. Varie domande e varie richieste di spiegazioni per decifrare il datato libretto di circolazione. Il poliziotto è un gentilissimo giovanotto che si sforza di farmi capire. Il controllo è veloce anche perché sia io che lui usiamo i traduttori dei nostri cellulari. Finito il controllo mi contesta 57km/h con un limite di 50. Per farla breve finisce fortunatamente in un nulla di fatto, come dicevo è veramente gentilissimo. Per finire mi chiede dove sto andando e mi lascia proseguire. L'episodio mi da l'occasione di sottolineare come in giro, in queste ottime e larghe strade solitarie che invitano a correre, spesso si incontrano pattuglie dotate di rilevatori di velocità ed è impossibile vederle prima di essere a tiro dei radar. Ieri ne ho vista una che monitorava il traffico e probabilmente controllava anche la velocità dei mezzi, con due droni.
La strada che percorro verso nord mi fa riandare ai 2200 metri che dovrebbe essere la quota massima su strada di questo immenso altopiano che mediamente si trova ai 1800 metri. Direzione Cildir Lake.
In un villaggio una partita di calcio fra ragazzi si svolge in un luogo che… non trovo le parole, forse non esistono. Giudicate voi.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3384223&l=it

Purtroppo riesco a fare solo due scatti perché il mio arrivo ha l'effetto di un palese rigore negato dall'arbitro alla squadra di casa. Partita sospesa a tempo indeterminato. Avrei voluto avere con me il mantello dell'invisibilità. La foto la dedico a Gabriele Salvatores e, nel mio piccolo, “A tutti quelli che stanno scappando”.
Breve sosta al Castello del Diavolo che, arroccato su una roccia a strapiombo su una ennesima alta gola, ricorda molti luoghi italici. Per arrivarci una sterrata breve. In fondo non c'è parcheggio e nemmeno spazio per girare. Trovo 2 auto e ne arriveranno altre due. L'ammiraglia è sufficientemente alta da terra per consentirmi manovre impossibili alle altre auto. I turchi approvano.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3607843&l=it

Il giro intorno al lago, che non mi aspettavo così grande, è un piacere per la guida e per gli occhi. Tranne il villaggio di Cildir non ci sono infrastrutture o costruzioni. Accendo la musica e mi diverto su questa lunga strada sinuosa ed ondulata senza curve cieche. Unico neo, ho il sole il faccia.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3607889&l=it

Il sole! Devo fare in fretta perché si sta abbassando velocemente e devo tornare ad Ani. Per la foto che volevo fare arrivo con 10 minuti di ritardo, non di più. Il rudere in basso dentro il canyon è già irrimediabilmente in ombra. Peccato.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3607891&l=it

Ieri non mi ero spinto verso la parte sud del sito. Il canyon da questo lato ha decine e decine di grotte sulle pareti. Veramente scenografico. Ani è imperdibile.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3607892&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3607893&l=it

Sulla strada del ritorno anche stasera i lampioni esaltano una nebbia sottile e bassa. Quando la si attraversa però, un odore acre racconta di poveri inverni vanamente addolciti da magre stufe sfamate non certo con appetitoso legno. I fumi si alzano dai tetti di tutti i piccoli nuclei che si incontrano e soffocano l'aria altrimenti leggera della notte.
A sera, in un locale popolare vicino l'hotel, provo il lahmacun turco. Una sottile focaccina con carne e verdure. Non vedo pizzerie, cosa rara in qualunque parte del mondo ormai, probabilmente proprio perché hanno il lahmacun.

user81826
avatar
inviato il 18 Novembre 2019 ore 7:34

Ma pensa te, la pattuglia che ti ferma contestando i 57 [km/h] , la Turchia è proprio un paese grande MrGreen
Pide e Lahmacun sono così buone che avrebbero spazio per andare anche qui in Italia, casa della pizza.

avatarsenior
inviato il 18 Novembre 2019 ore 8:30

Hai tutta la mia stima Gianluca..e tanta invidia per il tuo coraggio ed intraprendenza...buon viaggio e grazie per renderci in qualche modo partecipi della tua avventura!

avatarsenior
inviato il 18 Novembre 2019 ore 9:15

Vai Professore...
Con stima
Maurizio

avatarsupporter
inviato il 18 Novembre 2019 ore 10:15

Ho visto la tua foto e per via del tributo a Marrakesh Express fatto da Aldo Giovanni e Giacomo mi è partita nella mente "Che coss'è l'amor" di Capossela Sorriso
Incredibile la contestazione per i 57 km/h, da noi una cosa del genere avrebbe subito generato un gruppo facebook di protesta!

avatarsupporter
inviato il 18 Novembre 2019 ore 19:32

Giorno 10 – 18 Nov 2019
drive.google.com/open?id=13yI9FMcocb5aeUAVlt97UMkLLsIMoPVh&usp=sharing

L'acqua in macchina stamattina la trovo gelata. Il cambio è duro perchè anche l'olio si è addensato. Tutto normale e consueto. Lascio Kars con calma e mi avvio verso sud. La strada per Kagizman è la più isolata ed anche la più piccola percorsa su questo altipiano, con solo due corsie una per ogni verso di marcia. Se ne vedono a tratti vari chilometri che si snodano nella steppa, traffico inesistente. La terza volpe vista ad oggi attraversa la strada di corsa e si allontana prima di poter pensare di fotografarla. Allo scoperto la vedo andare verso un villaggio non lontano, solitaria interruzione dell'uniformità del paesaggio. Dietro, a decine di chilometri, una catena di vette innevate sfocate dalla forte luce solare. Mi fermo perché penso che abbandonerò prima o poi questo desertico paradiso ereticamente profanato da parecchia sporcizia sparsa ai lati della strada. Ogni tanto la si vede accumulata in zone delimitate che poi ciclicamente verranno ricoperte da uno strato di terra, prassi comune a parecchie aree desertiche del mondo. Mi fermo perché mi viene voglia di scrivere qui e perché devo integrare quanto scritto e pubblicato ieri con ciò che potrebbe cadere nell'oblio. Mi fermo perché mi passa accanto, in questo nulla che è tutto, un autoblindo che vuole ricondurmi al tutto che è nulla. Resto fermo a scrivere per almeno un'ora cercando parole nel vuoto che mi circonda.
Una telefonata pubblicitaria dall'Italia mi cancella brutalmente e definitivamente questo momento.
Lasciato l'altipiano di Kars si scende fino ai 1000m, ma quasi subito si risale con una panoramica strada in parte rifatta ed in parte ancora sterrata che porta velocemente a 2400 metri. Scendo per far riposare l'Ammiraglia e godere della vista dell'altopiano appena lasciato a nord. Subito dopo il passo, dall'altra parte, verso est un enorme massiccio in lontananza domina tutto. Dalla mappa capisco che sto guardando gli oltre 5000 metri del Monte Ararat. Si ridiscende, ma non sono mai al di sotto dei 1600 metri. L'asfalto è un grossolano bitume adatto a gelo e neve. Molti dei posti di blocco, che spesso si trovano all'inizio dei centri più grandi, adesso sono gestiti dall'esercito. Mitra imbracciati ed a volte un mezzo blindato. I controlli sono frequenti. Fortunatamente incrocio anche piacevoli formazioni militarmente inquadrate.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3607938&l=it

Mentre mi avvicino al Lago di Van sono sempre più accecato dal sole ormai basso che si riflette su questa immensa distesa d'acqua salata. Con l'ultima luce del giorno riesco ancora a vedere le creste bianche di neve dei monti che lo circondano. Vengo nuovamente fermato dalla polizia, ma stavolta mi lasciano andare immediatamente appena vedono che sono straniero. Non mi chiedono nemmeno il passaporto. Un veloce giro perlustrativo ad Ahlat per capire cosa vedere domani e sono nel caos di Tatvan. C'è persino un grande Carrefour.

user39791
avatar
inviato il 18 Novembre 2019 ore 19:39

MrGreen

avatarjunior
inviato il 18 Novembre 2019 ore 20:06

Mi pare di leggere i primi libri di H.Melville. Che fascino...Complimenti e in bocca al lupo.;-)

avatarsenior
inviato il 20 Novembre 2019 ore 2:54

www.adnkronos.com/aki-it/politica/2019/11/19/amnesty-brutale-repressio

Attenzione in Iran

avatarjunior
inviato il 20 Novembre 2019 ore 5:52

Seguo affascinato, spero di vedere un giorno queste righe di piacevole lettura trasferita su carta.
Complimenti per tutto.

avatarjunior
inviato il 20 Novembre 2019 ore 11:24

@Gianluca Tomarchio Vasta tutti bene?
Siamo tutti in trepidante attesa del prossimo capitolo di questa saga affascinante...

avatarsupporter
inviato il 20 Novembre 2019 ore 12:46

Credo che abbia problemi con internet se è giunto in Iran...

avatarsupporter
inviato il 20 Novembre 2019 ore 14:04

Se ha perso anche la connessione in voce, almeno non lo molesteranno con le chiamate di marketing dall'Italia.

avatarsenior
inviato il 20 Novembre 2019 ore 14:55

Buon Viaggio Gianluca, belle parole. Mi sono piaciute.

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