| inviato il 11 Gennaio 2013 ore 0:52
Sono in procinto di acquistare un monitor esterno per il foto-ritocco. So che ci sono un sacco di post che parlano su quale schermo per la post-produzione scegliere o meno. Io voglio entrare nella questione puramente tecnica e non parlare di modelli. Ho capito che bisogna orientarsi su schermi del tipo IPS, ma i miei dubbi sono: per la post-produzione, è necessario un monitor che copra tutto lo spazio Adobe RGB? O per un utilizzo delle foto del tipo caricarle sul sito e solo ogni tanto mandarle a stampare (in laboratorio) è più che sufficiente una copertura parziale dell'Adobe RGB e totale dell'sRGB? Altra questione, una volta preso il monitor, è indispensabile anche un calibratore? Per un utilizzo come scritto sopra, mi porterebbe vantaggi o no? Visto che è un investimento vorrei sapere se conviene veramente spendere di più oppure è solo un "capriccio". Grazie! |
| inviato il 11 Gennaio 2013 ore 3:09
Tutto dipende dall'output. Se non hai una stampante AdobeRGB 16bit o non vuoi stampare fineart, un sRGB va piu' che bene. Per ottnere una buona corrispondenza monitor-stampa ed essere sicuri che i colori che visualizzi sono matematicamente corretti, si ti serve un calibratore ottico. Per esperienza, se non fai questo lavoro per professione, e non stampi landscape o fine art, il Wide Gamut non ti serve. Certo e', che i Wide Gamut sono molto piu' belli da vedere in quanto a colori. Ma se poi ricomprimi tutto per stampare in sRGB, non servono a niente. Ciao G. |
| inviato il 11 Gennaio 2013 ore 15:37
Una cosa che non mi è chiara, il calibratore è necessario se si stampa in casa così da avere corrispondenza tra monitor e stampa. Ma se si stampa in un laboratorio ha comunque senso? |
| inviato il 11 Gennaio 2013 ore 18:08
“ Ma se si stampa in un laboratorio ha comunque senso? „ Direi di si per le stesse ragioni. Detto cio' non e' la fine del mondo se non ce l'hai, perche' cmq non hai alcun controllo sugli automatismi che le stampanti dei laboratori applicano (e tutte le Fuji/Noritsu dei vari laboratori applicano vari automatismi, da esposizione a correzione colore). C'e' anche da dire, per chi si ricorda il mondo dei CRT, che gli LCD escono dalla fabbrica con colori molti piu' "corretti" rispetto a quei vomiti blu che si vedevano sugli CRT |
| inviato il 11 Gennaio 2013 ore 18:17
“ Ma se si stampa in un laboratorio ha comunque senso? „ Maggiormente, perchè non avresti altrimenti idea di che colori ti stamperebbero! |
| inviato il 11 Gennaio 2013 ore 18:23
In quel caso, quindi se stampi non in proprio ma altrove, il calibratore ti serve per essere sicuro di poter contestare i colori che escono dal lab :D A volte infatti sono completamente sballati :) Quando vado a stampare chiedo al lab di eliminare tutte le correzioni automatiche che le macchine tipo le Noritsu applicano, mi faccio dare il profilo colore della macchina (se il lab e' serio ha il suo custom profile) e profilo in studio. In questo modo ho sempre una corrispondenza precisa. Giusto per chiarire, ancora non ho visto una stampa con gli stessi colori che un Wide Gamut e' in grado di mostrare, specialmente nel verde. Ciao G. |
| inviato il 14 Gennaio 2013 ore 13:55
Perfetto, grazie dei chiarimenti :). Mi orienterò verso un wide gamut, anche se ora come ora non mi serva, magari più avanti potrebbe tornarmi utile. Per il colorimetro aspetterò ancora un po' visto quel che costano e non avendo comunque un bisogno essenziale. Grazie! |
| inviato il 14 Gennaio 2013 ore 19:25
Guarda che i colorimetri entry level non costano molto |
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