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Oasi Torrile







avatarsenior
inviato il 09 Ottobre 2019 ore 20:01

Credo Luve che la la modalità di fruizione delle oasi non sia risolvibile né migliorabile, ne constato anzi da quanto leggo il peggioramento. Quanto dici ha un fondamento ma chi si muove guidato dall'esperienza non può farsi carico anche di chi si comporta, esperienza non avendo, come sopra hai detto. Il fatto è che nell' '81, quando ho iniziato, eravamo un centinaio, forse, in Italia mentre questo forum ha ora 170.000 iscritti; fai pure tutte le detrazioni che vuoi, resteranno numeri un tempo impensabili ed oggi, in questo hai ragione, insostenibili. Sarà scivoloso ma è giusto appellandosi all'etica individuale che qualche seppur modesto risultato è ottenibile; l'unica vera soluzione sarebbe quella di eliminare la passerella dei vari fora, in Italia e nel mondo: non è possibile. Aggiungo che il concetto di disturbo è assai variabile; ho notato spessissimo come venga spesso travisato: sopravvalutato quando è minimo, trascurato quando è massimo. La soluzione in pratica l'hai data: dieci ore a preparare, una a scattare; taglia fuori tutti quelli, la semitotalità, che non ne hanno né tempo né capacità. Resta appunto il numero di praticanti esorbitante per il controllo del quale soluzioni non ne vedo, non ne esistono.

avatarjunior
inviato il 09 Ottobre 2019 ore 21:53

Analisi condivisibile. La mia era una riflessione sull'epica del fotografo wild e le conseguenze spesso non verificabili delle sue azioni. Una immagine fatta in ambiente controllato e dichiarata come del tutto naturale e spontanea può determinare effetti peggiori che una circoscritta pratica di feeding. Insomma, nell'impossibilità di fare distinguo preferisco che sfoggia i cannoni nelle.oasi....li non fa danni che non possano essere riparati. L'allontanamento da nidi, lo stalking di soggetti (asilo flammeus e Parma vi dice qualcosa?) e altre variopinte pratiche dei piccoli rambo sono poco circoscrivibili

avatarjunior
inviato il 10 Ottobre 2019 ore 12:07

Dipende... dal tipo di confidenza che hanno gli animali. Anche gli ardeidi non sono tutti uguali, quelli stanziali alle oasi pubbliche ti passano sotto il naso (tranne il super diffidente cenerino) mentre i fotografi parlano di calcio e suona qualche cellulare, quelli stanziali in chiari poco accessibili basta che giri l'ottica per inquadrare e volano via. Ti sentono anche dall'odore. Nella mia esperienza il capanno fisso con specchio unidirezionale rivolto in basso per guardare fuori e mimetica dove ci infili l'obiettivo sono quelli più efficaci in assoluto, poi se il capanno è posizionato in modo che l'arrivo del fotografio sia mascherato dalla vegetazione o da barriere e giunga dietro la porta è il top. Purtroppo è molto difficile ottenere queste condizioni soprattutto quando c'è la gara ad appropriarsi dei chiari, i pochi rimasti liberi. Sul chiaro per invogliare l'avifauna le condizioni ideali sono quelle di costruire un isolotto più posatoio mentre per i passeri basta una pozza d'acqua + posatoi d'estate e mangiatoie d'inverno. La mangiatoia invernale è un atto di responsabilità non da poco perchè va costantemente alimentata. Di tutto questo niente ma proprio niente è semplice da ottenere, è più il tempo passato a sistemare che a fare fotografie pertanto se non si è disposti a questi sacrifici o non si ha la materiale possibilità anche per mancanza di esperienza è meglio recarsi nelle oasi come fanno la maggior parte delle persone.

avatarsenior
inviato il 10 Ottobre 2019 ore 14:22

Tutto vero...sull'argomento potrei scrivere tantissimo altro. Il messaggio è che, fissate le regole generali, quando si arriva al particolare le soluzioni si propongono da sole. Non parliamo poi del comportamento degli uccelli (i mammiferi se vogliamo sono più prevedibili); anche al momento ci sono cose che non riesco a spiegarmi dopo 38 anni di esercizio. Nella maggior parte dei casi l'approvvigionamento alimentare spiega molto; non parlo del nostro ma di quello dell'ambiente. Se posizioniamo infatti un capanno ed un posatoio in qualche luogo è perché abbiamo visto soggetti che proprio lì ovviamente si alimentano indipendentemente dalla nostra offerta. Perché il picchio rosso m. si è spostato di due-trecento metri, perché altrove sono scomparsi i crocieri?

avatarjunior
inviato il 10 Ottobre 2019 ore 17:53

eh il posatoio dei passeri è sempre un enigma ma il freddo e l'alba gelida d'inverno aiutano Cool poi come è successo ad un mio amico stamani ti vedi il picchio verde nel posatoio a L per il martin pescatore MrGreen

avatarsenior
inviato il 10 Ottobre 2019 ore 18:15

non ci crederete..è talmente diventata una fissa che stanotte ho sognato di fotografare il martino..prima esco con la macchina fotografica..faccio due passi..mi siedo sulla riva del fiume..e mi si appoggià proprio davanti!assurdo..adesso vorrei capire se li c è il nido e vorrei sapere se è un maschio o una femmina..come si distinguono?

avatarsenior
inviato il 10 Ottobre 2019 ore 18:43

ok fatto era un informazione che non avevo pensato e siccome ha la madibola chiara è una femmina..quindi probabilmente c è il nido?

avatarsenior
inviato il 10 Ottobre 2019 ore 21:48

...vorrei sapere se è un maschio o una femmina..come si distinguono?
.
Il maschio ha il becco completamente nero, la femmina presenta anche l'arancio. La punta del becco bianca ed i tarsi brunastri identificano il giovane (l'adulto li ha arancio vivo). Non è detto assolutamente che il nido sia nei pressi, è possibile.

avatarsenior
inviato il 10 Ottobre 2019 ore 22:35

@Francesco pensavo a questo perchè siccome mi è presa la fissa per il martino mi stò informando ogni giorno di qualcosa in più..e proprio ieri ho scoperto che hanno il nido nella terra!e lei è spuntata proprio da sotto la riva..ha dato qualche occhiata in giro ed è tornata sotto..ora carico la foto solo per la fatica e il tempo dedicato..in sè non è per niente bella..ero troppo in alto e senza luce..

avatarjunior
inviato il 11 Ottobre 2019 ore 18:59

Luve di piccoli rambo ce ne sono pochissimi, almeno che io sappia per le zone che frequento. Fare il rambo è un attività molto faticosa e con soddisfazioni che tardano ad arrivare, solo un vero appassionato vi si dedica. Nella via di mezzo ci sono i cercatori di zone e soggetti e scambisti di capanni privati MrGreen.
Nella stragrande maggioranza vi sono i fotografi da oasi e i fruitori di capanni a pagamento e qui tocchiamo un tasto molto dolente perchè alimentare il business dei capanni porta l'etica fuori dal seminato molto spesso. Diciamo che hai ragione anche te, meglio la massa nelle oasi che parla di calcio e ti dà le gomitate per fare una foto ma non tocca nulla piuttosto che fare danni ambientali. Però come diceva Francesco molti anni fa eravamo pochi, il genere costava una fortuna in scatti da buttare e la gente doveva saper usare la fotocamera (ora non è più indispensabile).

avatarsenior
inviato il 11 Ottobre 2019 ore 21:33

Siamo in off topic prolungato, il che non è molto bello. Ricolleghiamoci a Torrile dove il martin pescatore è sempre stato fotografato, anche se con luce per niente ottimale nei miei ricordi. Paul, se sei stato colpito da questa sana passione, devi procurarti il libro Martin Pescatore di Paolo Fioratti e di Fioratti editore, anche se all'origine c'era
l' Harper Collins publisher.

www.ebay.it/itm/Kingfisher-Book-Paolo-Fioratti-VG/311443174258?hash=it

Paolo Fioratti è un fisico del trevigiano residente a Milano che nel 1981 (Airone di luglio, terzo numero) pubblicò per la prima volta foto del martin pescatore in caccia subacquea; il soggetto era libero nell'ambiente (ovviamente attratto davanti alla camera) con i corpi macchina, vari, all'interno di una teca di vetro. Tecnica difficilissima più ripresa da alcuno; si affermò la versione speculare del martino in pesca nel recipiente con le macchine in sicurezza al di fuori. Fu così che nel '92 forse ancora Airone accolse gli scatti di Meroni e Luzzini
( www.juzaphoto.com/me.php?p=8678&l=it ). Seguirono due o tre spagnoli all'inizio degli anni 2000, un austriaco ed ancora tre italiani, tra i quali segnalo in Juza Jacopo Rigotti ( www.juzaphoto.com/me.php?l=it&p=4032 ). Oggi è possibile recarsi da qualche parte portando soltanto la scheda perché lo scenario e la macchina sono compresi nel prezzo; il punto più basso cui può scendere, ma è bene non lo faccia, un fotografo naturalista. Mi sono soffermato su questo tipo di ripresa perché di Alcedo su ramo è vera inflazione; ho sviluppato una terza via che al momento per difficoltà organizzative non mi ha portato dove volevo ma ce la farò.
Adesso però torniamo su Torrile e sulle cose, molte, che può offrire. Non è colpa della LIPU, anzi è nei suoi doveri istituzionali insistere, se nei giorni di apertura è gazzarra. In fondo il pienone lo causa chi in qualche modo ha a cure avifauna e natura.

avatarjunior
inviato il 12 Ottobre 2019 ore 18:14

Non mi trovi concorde sul punto più basso. Ma da questa interpretazione e dalla sua antitesi non se uscirà mai.

avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2019 ore 18:37

il punto mio su tutta la discussione è che per fare un ora di strada per fotografare al torrile animali che posso fotografare dietro casa mia ovviamente con più sbattimenti lo faccio..nel senso che credo di non tornarci più..anche perchè essendo aperto 3 giorni alla settimana..difficilmente troverò la.pace che cerco.

avatarjunior
inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:24

Io non sono per niente d'accordo sul fotografare il martino in vasca, punti di vista, ovviamente Cool

avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:41

no quello nemmeno io..non mi piacerebbe..

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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