| inviato il 18 Giugno 2019 ore 12:53
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| inviato il 18 Giugno 2019 ore 12:53
“ Josh però non mi dispiacerebbe approfondire quello che scrivi :) Bello sto 3D alcolico .. Ninni ho provato il Sonoma non male anche se L hudson lo preferisco.. probabilmente devo ancora affinare il palatoMrGreen Mi sa che sono una cintura bianca in questo ambito „ Ma no, è solo questione di gusti |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 13:02
“ Non c'è correlazione tra botte impiegata per l'invecchiamento sul grado di invecchiamento stesso. I tratti distintivi di un whisky giovane (uso volutamente il termine whisky e non scotch perché sono comuni a tutti i distillati d'orzo, non solo agli scozzesi) sono un carattere piuttosto spigoloso e scorbutico, dove la potenza dell'alcol non ha avuto ancora il tempo di smussare questi spigoli armonizzandosi in una struttura di sapori più complessi e definiti. Se avessimo la possibilità di fare una degustazione comparativa al buio (senza sapere prima cosa è stato versato) riusciremmo a distinguere facilmente un 5-6 anni di invecchiamento da un 18-21. ? Attenzione, però. Non significa che il lungo invecchiamento sia migliore a prescindere rispetto al whisky giovane. Sono due tipologie differenti, non bisogna dimenticare che quello che contribuisce a dare sapore al distillato può dipendere da mille fattori diversi. Servirebbe fare una lunghissima digressione che adesso non ho tempo di fare. „ Riporto quanto scritto da Josh, così si può continuare a discuterne qui senza perdere il filo. Comincio a dare qualche info su cosa può differenziare un malt da un altro... ma giusto info stringate per farvi approfondire l'argomento. - Uso o meno della torba e differenti tipi di torba utilizzata, per contenuto vegetale. - Durata dell'ammostamento, uso di tini in legno o acciaio - Durata della fermentazione e presenza in fase di fermentazione di residui di orzo maltato o meno, anche qui differenti tipi di tini utilizzati. - Dimensioni e forma dell'alambicco (che danno un maggiore o minore reflusso in fase di distillazione) - In seconda distillazione "altezza" dei tagli di teste e code - Tipo di condensatore utilizzato Ogni New Make (lo spirito bianco uscito dall'alambicco e che andrà in botte) è differente da distilleria a distilleria, ho avuto modo di provarne diversi. Differenti tipi di botti utilizzate - vatting e maestria del master blender. Come potete capire il procedimento è più o meno lo stesso per la produzione del whisky in tutte le distillerie, ma ci sono tante possibili variabili su cui agire per avere già uno spirito bianco differente. |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 14:52
Continuo io: - Qualità dell'orzo utilizzato; non ne esiste un solo tipo. Quella più adatta alla distillazione è la Golden Promise ma ne esistono molte altre. Il primo processo al quale l'orzo viene sottoposto è la germinazione del chicco. In alcune distillerie questo procedimento è ancora artigianale (The Balvenie, Springbank, Highland Park}, di queste sono sicuro ma ci potrebbero essere anche realtà più piccole ad usare il metodo tradizionale. Questo procedimento consiste nello spargimento dell'orzo su un pavimento in pietra (malt floor) in attesa che il chicco, appunto, germogli. Nel frattempo ci sarà un addetto che con pala di legno continua a rivoltare lo strato d'orzo perché la temperatura sia uniforme e i chicchi germoglino insieme. Raggiunto questo stato, la germinazione viene stoppata con la tostatura in un forno a camino. La tostatura dell'orzo avviene con fuoco di legna o di torba e questo aspetto sarà determinante poi alla fine per distinguere i Peated dagli Unpeated. Questo era il metodo tradizionale, quello industriale prevede l'utilizzo di una specie di betoniera di acciaio al posto del malt floor. Betoniera che, invece del cemento, continua a rivoltare orzo in attesa che il risultato sia quello già descritto sopra. -Qualità dell'acqua L'acqua è ingrediente fondamentale per un qualsiasi distillato. Un'acqua prelevata da una fonte scozzese sarà differente da una presa da un lago o uno stagno o un rubinetto -Metodologia e supporto all'invecchiamento Approfondimento: abbiamo già parlato delle botti usate e come le più pregiate e richieste siano le ex sherry spagnolo. Anche i warehouse incidono profondamente sul risultato finale. Facciamo un esempio: Kilchoman, distilleria di Islay, è abbastanza piccola, distilla circa 200mila litri annui. I warehouse Kilchoman dove vengono messe le botti ad invecchiare sono tutti affacciati direttamente sull'oceano Atlantico, una baia ventosa che conferisce al distillato la classica sapidità marina che la collocazione geografica ed esposizione climatica permettono. Ricordate che il distillato posto ad invecchiare è come una spugna e, attraverso la porosità del legno della botte, assorbe gli effluvi che gli arrivano. |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 16:14
“ Il primo processo al quale l'orzo viene sottoposto è la germogliazione del chicco. In alcune distillerie questo procedimento è ancora artigianale (The Balvenie, Springbank, Highland Park}, di queste sono sicuro ma ci potrebbero essere anche realtà più piccole ad usare il metodo tradizionale. „ Tocca a me ... Kilchoman - Laphroaig e Bowmore e dovrebbero essere finite. In tutti i casi il maltaggio in casa copre davvero poco rispetto al fabbisogno reale della distilleria, in alcuni casi parliamo del 10% circa e non di più, spesso è solo un'attrazione turistica più che altro. Se volete provare qualcosa che sia di totale provenienza della distilleria, dalla coltivazione dell'orzo alla distillazione (maltaggio compreso del 100% dell'orzo utilizzato) c'è il 100% Islay di Kilchoman. Per quanto riguarda le botti, di quasi tutti i vini fortificati che utilizzano sistema solera o simili, le botti vengono "impregnate" per un paio di anni circa e poi spedite in Scozia. Questo vale per lo sherry, per i Marsala e simili. Rari sono ormai i casi in cui si utilizzano botti che sono state utilizzate per svariati anni nell'affinamento del vino stesso. Salvo casi eccezionali nessun produttore si proverebbe di una botte usata nel sistema solera. |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 18:20
Si potrebbe continuare ad affrontare gli aspetti che danno variabilità sull'effetto finale, il whisky che troviamo nel bicchiere nella fattispecie , fino ad esaurire questo 3d appena iniziato. Vorrei invece chiedere a @Canopo se vuole approfondire un aspetto in particolare. Approfitto dell'occasione per fare allo stesso Canopo i complimenti per le sue fotografie. Autore che ammiro molto per il suo innato talento. |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 21:22
SI potrebbe esaurire lo spazio sul server... troppe variabili |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 22:08
johs direi che tra te e ninni mi avete dato un sacco di informazioni ora le leggo con calma poi cercherò di approfondire magari di fronte a un bicchierino :) Mi sa che c'è un mondo dietro :) Grazie |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 23:42
Una lettura che consiglio a tutti e che ho già consigliato nelle primissime parti di questi topic dedicati al whisky è questa www.laphroaig.it/it/single_malt/single_malt.html Ho selezionato la prima pagina: Il Single Malt Whisky. Si può approfondire ulteriormente cliccando le voci successive nella zona viola in alto a destra sotto la foto della distilleria Laphroaig -La produzione del malto -L'infusione (mashing) -La fermentazione -La distillazione -La maturazione -L'imbottigliamento -La definizione di Scotch Whisky -Le zone di produzione -I padroni delle distillerie -La degustazione del Single Malt Buona lettura |
| inviato il 19 Giugno 2019 ore 0:02
Leggo con piacere tutte le informazioni su un thread che lanciai due anni fa...la discussione è progredita molto. Son contento. Potrei ritrovare da qualche parte una foto in cui un dipendente della cooperativa dello speyside mi ha dato i suoi attrezzi per cerchiare una botte da destinare all'affinamento di chissà quale whisky. Un saluto a Josh e Ninni barbera. seguo i loro suggerimenti ed anche io non posso che condividere la stima e l'apprezzamento per le foto di Canopo Stefano |
| inviato il 19 Giugno 2019 ore 7:50
Johnnie Walker e Jack Daniel's quale versione vale la pena provare di entrambi? Nella lista fio a 60 euro c'è indicato solo il Jack Daniel's Single Barrel. |
| inviato il 19 Giugno 2019 ore 8:50
Lascia stare. Robaccia industriale della peggior specie. Entrambi i marchi si attestano a capacità di vendita di oltre 20 milioni di bottiglie l'anno ma la qualità lascia molto a desiderare. Johnnie Walker è un blended di whisky inglesi e scozzesi con altissima percentuale di grain whisky che compra da vari produttori (Caol Ila è uno dei più importanti) che vengono assemblati all'imbottigliamento. Jack Daniel's ha la produzione in casa ed è un bourbon all'80% di mais. Da segnalare solo alcune Limited Edition per entrambi. London Edition, Tokyo Edition, Dubai Edition e simili per JW LE Frank Sinatra per JD del 2015 per il 100° anniversario della nascita di Sinatra, uno dei più famosi consumatori di JD. Edizioni limitatissime conosciute adesso solo per l'aspetto collezionistico. Tra l'altro, un numero molto esiguo della già esigua tiratura limitata di Jack Daniel's Frank Sinatra e' uscito con l'etichetta errata e questo ha contribuito ad incrementare ulteriormente il valore economico. Buoni da bere entrambi, in piedi davanti al bancone di un bar, come ammazzacaffe' o come ingrediente di un long drink. Non meritano la degustazione a casa. |
| inviato il 19 Giugno 2019 ore 10:33
@Mosaico Se proprio vuoi bere un JD, io consiglio il single barrel full proof. Per quanto riguarda il JW invece il green label è una bevuta decente, spendendo poco.. giusto per provarlo. Della famiglia JW a differenza degli altri, è un blendend Malt, fatto cioè da solo whisky di malto, senza altri cereali e senza , ovviamente utilizzo di alambicchi a colonna... altrimenti non potrebbe prendere la definizione di malt. Nelle degustazioni di introduzione al whisky scozzese, lo inserisco sempre per prim, per dar modo alla gente di fare un percorso abbastanza corretto... non ti aspettare note olfattive e gustative molto pronunciate, è molto "delicato" ma alla fine è educativo. Allo stesso modo consiglio sempre di bere un JD (Tennessee whiskey), magari non il numero 7 e magari in degustazione abbinata con un bourbon (perchè il JD non lo è, non trovarte scritto bourbon da nessuna parte in etichetta, e la proprietà non vuole che lo sia).. Degustazione abbinata proprio perchè avendo un passaggio in più nel processo produttivo rispetto ai bourbon (etichettati bourbon) merita una bevuta con confronto. Il single barrel full proof non è proprio da bere al banco del bar, anzi.. il problema è la reperibilità, so chi lo vende, ma solitamente è una edizione limitata da Duty Free e con la variabilità tipica dei single barrel. Il passaggio cui è sottoposto il JD è il lincoln county process , o filtrazione a carbone d'acero, e solo due aziende la fanno, l'altra è Dickel. Anche un Tennessee whiskey per me è obbligatorio in veste didattica.. e poi magari piace pure, a me non è dispiaciuto, inoltre è un prodotto con bella evoluzione nel bicchiere. |
| inviato il 19 Giugno 2019 ore 10:35
“ fatto cioè da solo whisky di malto, senza altri cereali e senza , ovviamente utilizzo di alambicchi a colonna... altrimenti non potrebbe prendere la definizione di malt. „ Un whisky di malto 100% distillato in alambicco continuo o a colonna non può prendere la definizione di malt whisky, ma di grain whisky. Un esempio è il single grain di Loch Lomond. |
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