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macchine diverse, comportamento esposimetro diverso?


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avatarsenior
inviato il 16 Giugno 2019 ore 14:51

I sensori sono molto diversi tra di loro come caratteristiche, e l'esposimetro DEVE esporre correttamente (= non tappare le ombre e non strinare le luci) per il SUO sensore.


Una domanda per Pollastrini, se hai voglia di rispondere.
Usando flash in studio (monotrocia manuali Bowens) ho sempre misurato a luce incidente con diverse fotocamere (Canon, Nikon, Fuji, a parte la pellicola ovviamente), senza mai riscontrare particolari difficoltà (salvo ovviamente correzioni volute per qualche scopo preciso).

Secondo te dipende solo dal fatto che, in condizioni di luce "tranquille", le differenze sono poco significative e in post sostanzialmente si azzerano, o già in fase di scatto sarebbero ragionevoli più attenzioni?

Solo per capire, perché sul piano empirico, nella pratica, come detto di problemi particolari non ne ho mai avuti.
Grazie.

avatarsenior
inviato il 16 Giugno 2019 ore 16:32

Morgana, dici di avere usato il punto singolo su entrambe le macchine, ma se i due punti cadono in zone con luminosità diverse varia anche l'esposizione.
Scusa se insisto, ma in questi giorni mi sono fissato a capire come funziona la valutativa.
Qualcuno dice che è meglio non usarla, io, invece la uso quasi esclusivamente.

avatarsenior
inviato il 16 Giugno 2019 ore 16:36

Tranquillo Miki, ora sono fuori, appena a casa ti rispondo meglio con esempi così capisci quello che cercavo di spiegare malamente a parole MrGreen

avatarsenior
inviato il 16 Giugno 2019 ore 21:11

Ti ho mandato un Pm perchè era lunga da spiegare qui!!!

avatarsenior
inviato il 17 Giugno 2019 ore 8:34

"...ho sempre misurato a luce incidente con diverse fotocamere…."

E come hai fatto?

Le fotocamere hanno un esposimetro che misura la luce riflessa dal soggetto, non la luce incidente sul soggetto, di norma si usa l'esposimetro inquadrando il soggetto, misurando dunque la luce riflessa, non la sorgente luminosa.

Se su diverse fotocamere imposti la stessa esposizione, o l'esposizione manuale, tempo e diaframma, o gli dai il valore che leggi da un esposimetro a luce incidente esterno alla fotocamera, sempre tempo e diaframma, l'unica differenza di esposizione è dovuta all'assorbimento della luce da parte di due ottiche diverse, che può essere anche notevole, sempre che diaframma dell'ottica ed otturatore della fotocamera funzionino bene.

Io ho il 14 - 24 F 2,8 e due Zeiss, il Milvus 25 F 1,4 ed il Milvus 1 8 - f 2,8: se sulla stessa fotocamera ci monto il 14 - 24 a 18 o 24 mm ed inquadro una scena, ho una esposizione, se poi ci monto i fissi Zeiss ed inquadro la stessa scena (24 o 25 mm la differenza è trascurabile), ne ho un'altra, e c'è circa mezzo diaframma, in meno per gli Zeiss, devo chiudere mezzo stop: gli Zeiss PROBABILMENTE trasmettono la luce molto meglio del 14 - 24, hanno meno vetro, e trattamento antiriflessi migliore, oppure il 14 - 24 mente sulla sua luminosità effettiva, chissà, a fare quelle prove lì ci si ficca in un ginepraio, resta il fatto che espongono diversamente.

Comunque, con luce controllata e ben precisa in colore e quantità, luce tale da illuminare correttamente il soggetto, centrata per dare ombre e alte luci dentro la gamma dinamica del sensore o tonale della pellicola, io CREDO, ma non ho fatto verifiche, che le diversità tra fotocamere dovrebbero essere basse, e lo credo perché in quelle condizioni non vai a tirare il collo ai sensori, gli esponi bene, nel mezzo della curva caratteristica rispetto alla luce e dunque, per stessa tecnologia di sensore, non ci dovrebbero essere grandi differenze.

Le differenze si vedono, e bene, quando ci sono condizioni "difficili", come dicevo prima, ossia alte luci in campo, con ombre profonde etc. io in quelle condizioni ho diversità notevoli tra D 4 e D810, perché hanno due sensori molto diversi come caratteristica, in quelle condizioni gli tiri il collo, e le differenze si vedono, e se spulcio i RAW delle due D 810, ci sono leggerissime diversità anche tra quelle due, di calibrazione esposimetro e probabilmente di sensibilità del sensore, roba comunque del tutto trascurabile, ed anche le diversità maggiori tra D4 e D 810, spariscono in un fotoritocco normale, non ci vuole il mago di Photoshop per fare ottime foto con entrambe le fotocamere, D4 e D 810.

Tra l'altro, dichiarazione di Adobe che poi si vede bene in Camera RAW, Adobe ha tracciato sia le ottiche, facendo dei profili che tengono conto del fattore di trasmissione dell'ottica, ottica per ottica, ed ha tracciato le fotocamere, profilandole una per una, apportando dunque di default aggiustamenti sulle caratteristiche dell'ottica (deformazione geometrica, vignettatura, etc) sia sullo sharpenig dell'immagine (filtro AA o meno e creazione del Pixel) che sui parametri fondamentali d'immagine, luminosità, contrasto e colore della fotocamera, una per una: anche senza muovere nulla degli slides di Camera RAW, Adobe corregge di default tutti quei parametri, fotocamera per fotocamera.

Dunque uno vede poca differenza tra marche diverse di fotocamere, inclusa la luminosità (che non è l'esposizione, ma è quella che alla fine si vede in immagine finita) se adopra prodotti Adobe.

Detta in una parola, la diversità di esposizione tra fotocamere, c'è, ma NON crea mai problemi con software evoluto e moderno oggi a disposizione per il fotoritocco.

avatarsenior
inviato il 17 Giugno 2019 ore 9:05

"...ho sempre misurato a luce incidente con diverse fotocamere…."

E come hai fatto?

Le fotocamere hanno un esposimetro che misura la luce riflessa dal soggetto


Perdona Alessandro: certo che è così, solo ritenevo fosse sottinteso...
"Ho misurato a luce incidente con diverse fotocamere" era inteso come "in abbinamento a/insieme a diverse fotocamere" (probabilmente era mal formulato ;-) ).
Parliamo sempre ovviamente di esposimetro esterno.
Ti ringrazio per la risposta, che mi pare confermi le mie supposizioni.

Buona giornata

avatarsenior
inviato il 17 Giugno 2019 ore 9:26

Se l'esposizione è tipo matrix, puoi pensare (e qui semplifico e narro, Alessandro, eh?) di dividere il tuo fotogramma in una griglia.

L'esposimetro valuta quanta luce "vede" mediamente in ogni cella della griglia.
Da ogni cella tira fuori un numero e la media di questi numeri è l'esposizione del fotogramma.
Ora, se tutti gli esposimetri avessero celle uguali e sensori con lo stesso numero di "fotositi", potrebbero dare la stessa lettura.
Dico potrebbero perché poi c'è di mezzo il software che pesa le differenti celle in maniera differente.

Ogni esposimetro però ha una sua risoluzione, sia per quanto riguarda il numero di celle che per il numero totale di fotositi.
Prendiamo il caso di celle differenti e fotositi uguali.
Dove le celle sono più piccole, si avrà una lettura "migliore" in quanto si campiona il fotogramma con più informazione.
Se le celle sono più grandi, invece, nella valutazione prenderanno una parte maggiore del fotogramma, e quindi potrebbero essere meno accurati.
Prendiamo il caso di celle uguali e differenti fotositi: idem come sopra, dove ci sono più fotositi avrai una lettura più accurata.

A questo aggiungiamo il sw di gestione, che sarà differente da brand a brand e da macchina a macchina.
Metti poi che la matrice non è una griglia, ma una suddivisione pesata del fotogramma, ed ogni macchina ha la sua e comprendi come la comparazione sia molto complicata.

Tra due macchine diverse si mischiano i vari fenomeni, per cui, Morgana, è obbligatorio, non strano, che, in particolare in casi di forte variazione di luminosità nel fotogramma, gli esposimetri diano letture diverse.

Per quanto riguarda Francesco, invece, se la scena è illuminata bene, ovviamente le differenze di griglia/fotositi si annullano, altrimenti l'esposimetro non passerebbe la prova della foto al muro bianco.

avatarsenior
inviato il 17 Giugno 2019 ore 10:57

@leo: grazie per la chiarissima ed esauriente risposta!!!!

avatarsenior
inviato il 19 Giugno 2019 ore 16:59


In questi giorni mi sto divertendo con la g5x canon, che per ora avevo sfruttato poco, perchè presa come macchina di scorta per situazioni molto easy.
Ma usandola un po' piu spesso, sto notando una differenza di comportamento nell'esposimetro.
Mi spiego meglio, in entrambi le macchine (canon g5x e canon 200d) uso la misurazione esposimetrica di tipo matrix e solitamente la modalità priorità di apertura.
quando ad esempio sono in controluce, con una superficie del frame interessata da una grande zona d'ombra, diciamo l'80% della foto, le macchine si comportano in modo compeltamente diverso:

- la canon 200d da maggior peso all'area buia, quindi mi restituisce un file con ombre leggibili ma zone di luce completamente bruciate
- la g5x da invece maggior peso all'area di luce, nonostante sia piccola in percentuale nel frame, e mi restuisce un file con ombre chiuse, e luci esposte correttamente.
Che fondamentalmente è quello che cerco, visto che lavoro quasi sempre in B&N e mi piacciono i contrasti forti.
con la 200d in priorità mi trovo spessissimo a dover compensare l'esposizione in negativo, e anche pesantemente, di -1 o -2, per ottenere il risultato che voglio.
Con la gx5 sembra che l'esposimetro lavori in maniera migliore, o per lo meno, migliore secondo le mie aspettative.

Quale può essere la cause di tale differenza di comportamento in 2 macchine della stessa casa?
Software? Processore? Esposimetro stesso?
Grazie...

per favore, no polemiche come al solito...

La differenze possono senz'altro esistere.

Dove, in linea di massima, il comportamento fornito dai sistemi di esposizione dovrebbe essere il medesimo è su superfici con cromie e illuminazione uniformi, in scala di grigi (solo bianco, nero o tonalità di grigio).

Poi, nella pratica qualche differenza vi è comunque (tolleranze di funzionamento dei sistemi di esposizione, eventuale calibrazione non corretta), visto che se ad esempio un'ottica ha una vignettatura maggiore rispetto ad un'altra, questo influisce sul calcolo dell'esposizione, nella modalità valutativa.

Tuttavia, quando si fotografano scenari reali, ovvero contenenti colori di vario tipo, e illuminazione non necessariamente uniforme, allora il divario tra le logiche di funzionamento dei sistemi di esposizione si nota in modo molto evidente.

Sulle reflex, quando si utilizza il mirino, viene sfruttato un piccolo sensore posizionato nella zona del pentaprisma: sulle reflex più datate il sensore operava solo in bianco e nero, mentre i sensori di esposizione odierni rilevano non solo i colori, ma anche eventuali volti presenti della scena (almeno sulle fotocamere di fascia alta), e ne tengono conto nel calcolo dell'esposizione. In live view, invece, viene utilizzato il sensore d'immagine, che può rilevare molte più informazioni su colori e altro.

Quindi, anche con la sola 200d potresti notare delle differenze nel calcolo dell'esposizione, tra le modalità live view e quando utilizzi il mirino (ovviamente, dipende tutto dalla scena: con il test del cartoncino grigio illuminato uniformemente non dovresti notare differenze, a meno del margine di errore dei due sistemi di esposizione, se tutto è tarato correttamente).

La g5x utilizza il sensore d'immagine, per il calcolo dell'esposizione, quindi si avvicina maggiormente alla modalità live view della 200d. Tuttavia, vedo che tiene conto anche del rilevamento volti, nel calcolo dell'esposizione, in modalità valutativa.

Non ultimo, sulle reflex Canon prodotte negli ultimi 10 anni vi sono una serie di funzioni che hanno impatto sull'esposizione, e agiscono dopo lo scatto: mi riferisco sia alla correzione dell'illuminazione periferica che all'ottimizzazione automatica della luce. E' bene tenere tutto disattivato, a mio avviso.

avatarsenior
inviato il 19 Giugno 2019 ore 17:20

MrGreen
Vorrei rivedere certi personaggi in questa discussione.

avatarsenior
inviato il 19 Giugno 2019 ore 17:53

Il sensore della 200d è semplicemente più efficiente e di 1 ev buono.
Se fai due foto con la stessa terna: diaframma iso e tempi lo capisci subito che non è dovuto all' esposimetro.
Strano credere che il meglio sia peggio e il peggio sia meglio. Cmq se sottoesponi di 1 stop la 200d la fai diventare una gfx5.

avatarsenior
inviato il 20 Giugno 2019 ore 1:00

"I sensori sono molto diversi tra di loro come caratteristiche, e l'esposimetro DEVE esporre correttamente (= non tappare le ombre e non strinare le luci) per il SUO sensore."

Chissà ce la fanno. 15 pagine nella scorsa discussione.

avatarsenior
inviato il 20 Giugno 2019 ore 10:36

Sulle reflex, quando si utilizza il mirino, viene sfruttato un piccolo sensore posizionato nella zona del pentaprisma: sulle reflex più datate il sensore operava solo in bianco e nero, mentre i sensori di esposizione odierni rilevano non solo i colori, ma anche eventuali volti presenti della scena (almeno sulle fotocamere di fascia alta), e ne tengono conto nel calcolo dell'esposizione. In live view, invece, viene utilizzato il sensore d'immagine, che può rilevare molte più informazioni su colori e altro.


grazie Hbd,
giusto giusto settimana scorsa mi era venuto un colpo quando la mia 200d con sigma 30 art mi ha scattato due foto "diverse" della stessa scena da mirino e da live view.

avatarsenior
inviato il 20 Giugno 2019 ore 10:44

Niente di più normale. In misurazione spot la differenza dovrebbe essere minima, non più di 1/3 di stop. Con le modalità estese può arrivare anche a 2/3 di stop.

avatarsenior
inviato il 20 Giugno 2019 ore 11:39

questa cosa dovrebbe interessare molto a Miki che si chiedeva se ci fosse differenza tra live view e mirino...

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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